Classe e campioni nella Metropolitan division non mancano, abbiamo Lundqvist, Tavares, Ovechkin e Crosby, gol e lampi di genio, cui mancava solo una cosa, un terremoto, John Tortorella.

Ci vediamo ai playoff

NY Rangers 18 pt.

Vincere ora o mai più, i Rangers partono nella Nhl 2015/16 come quelli che devono vincere ora, senza pensare troppo ai prossimi anni. Squadra esperta con il Re in porta, primo esame stagionale contro i campioni di Chicago, 3-1 dopo i primi venti minuti grazie a Lindberg, Stepan e Klein, con gli Hawks, che dopo la Stanley Cup vinta, partono rimaneggiati, cosi come già accaduto nell’ottobre del 2010 e 2013, segnando con Panarin prima e Teravainen nel secondo periodo.

Prime tre gare per NY con tre vittorie, ma oltre ai campioni le successive partite vinte arrivano con Columbus, prima di uno stop con 3 sconfitte rimediate con Jets, Canadiens e Devils. Son tre botte che servono a riaccendere il fuoco, tra il 19 ottobre e il 3 novembre i Rangers vincono 5 gare su 6, perdendo solo con i Flyers ai rigori, nonostante 46 parate di Lundqvist.

Non solo il portierone, anche Mats Zuccarello è protagonista di un ottimo avvio, 7 reti in 12 partite, mentre solo quota 1 per Rick Nash, anche se il Camion ha dimostrato di svegliarsi sempre con molta calma.

NY Islanders 17 pt.

Dopo 43 anni di partite al Nassau Coliseum arriva la pensione per la storica arena degli Islanders, si va al Barclays Center di Brooklin, palazzetto già criticato per alcuni posti dove difficilmente si riesce a seguire la partita. L’esordio arriva con una sconfitta per 3-2 contro i Blackhawks grazie alla doppietta di Kane, sconfitta bissata poi nel 4-1 dello United Center.

La prima vittoria nella nuova arena arriva contro i Jets grazie ai 3 punti di John Tavares, col capitano che segna una volta e poi si regala due assist, mettendo a segno poi 4 gare vinte di fila, di cui 3 in casa, grazie ai gol di Nelson, Okposo e naturalmente del numero 91.

Dopo le 4 vittorie seguono altrettante gare chiuse con un gol di scarto, con 2 sconfitte all’overtime e il turnover in porta tra Halak e Greiss, con l’ex portiere dei Canadiens a quota due negli shutout.

Washington 16 pt.

I Capitals sono un’altra squadra che deve vincere necessariamente subito, senza far sprecare un’intera carriera alla bestia da gol che risponde al nome di Alex Ovechkin. Il russo, dopo il paragone con Ibrahimovic , è impaziente la sua forma è già stellare con 13 punti in 10 partite, con l’aggiunta in squadra dell’eroe americano TJ Oshie, già calatosi alla perfezione nel piano “Conquista ora Stanley Cup”.

Tra le fila dei Caps riprende il ghiaccio Nicklas Backstrom dopo l’operazione all’anca subita in post season, poco male vista la classe di Evgeny Kuznetsov, finalmente a livelli stellari dopo esser stato scelto nel draft 2010, capace di chiudere una gara, quella vinta 7-4 con gli Oilers, a quota 5 punti grazie ad una tripletta.

Capitals come Ovechkin, capaci di tutto, prenderne 5 in casa con gli Sharks e poi, sempre al Verizon Center, rifilarne 4 ai campioni dei Blackhawks.

Contro San Jose a far sorridere è il capitano, problemi con la sveglia ne ritardano la presenza in allenamento con Ovechkin che si limita a dire che ogni volta è “un casino svegliarsi“, punizione immediata con la non convocazione con gli squali e, si spera, cambio di sveglie per renderlo più lucido. Quando però Ovie è sveglio son dolori, arriva il punto numero 900 della sua carriera grazie al gol contro i Flames, stagione iniziata con un punto in tutte le prime 5 gare e vicino il sorpasso ai 483 gol di Sergei Fedorov, giocatore russo con più gol in Nhl, con Ovechkin a quota 480.

La nota stonata di queste prime gare è l’aver perso contro i Penguins per 3-1 e con i Rangers per 5-2, squadre con cui Ovechkin dovrà litigare per tutta la stagione per il trono della Metropolitan.

Pittsburgh 16 pt.

Una delle squadre più chiacchierate dell’estate, i Pittsburgh Penguins hanno aggiunto Phil Kessel a Crosby e Malkin, aggiungendo, di fatto, un ulteriore top player ai 2 fenomeni.

Ci si aspetta cosi una valanga di gol ogni notte, arrivano invece 3 sconfitte nelle prime 3 gare, con i primi mugugni contro il coach Mike Johnston e un malessere che tra i pinguini si trascina dagli scorsi playoff, quando i gol fatti in media furono 1.78, troppo poco con tanto ben di Dio.

Presi da iniziale isterismo a salvare la baracca ti aspetti un bomber, spunta invece Marc Andre Fleury, la “maledizione preferita” in Pennsylvania ai playoff, giocatore che a dispetto di tutti chiude la gabbia contro i Senators nella prima vittoria stagionale, 2-0 con gol di Malkin e Strong e come una scossa elettrica da quel momento in poi cambiano i Pens, almeno nel risultato.

Arrivano 8 vittorie nelle successive 9 gare, perdendo 4-1 con i Dallas Stars in una sfida che chissà non si riproponga a giugno, con qualcosa di importante in palio.

Non solo Kessel però sotto osservazione, i Penguins riabbracciano anche Pascal Dupuis di nuovo sul ghiaccio dopo le sfortune del passato, sfruttano la vena di Eric Fehr di far 2 gol nelle uniche 2 gare giocate, peraltro segnando in inferiorità numerica e facendo entrare nello staff tecnico un’altra leggenda, Sergei Gonchar, che dopo la preseason con le ultime gare giocate ha optato per allenare i difensori dei Pinguini, e lavoro ne avrà parecchio da fare.

Ultima cosa, Sidney Crosby, basta citare le sue statistiche che parlano di 6 punti in 12 partite quando invece ti aspetti che i numeri siano il contrario, forse prima vittima del peso specifico di Kessel, forse, perché se si sveglia, a Pittsburgh possono sognare in grande.

Si salvi chi può

New Jersey 13 pt.

I Devils sono nel limbo della Nhl tra quelle squadre che difficilmente vivranno una stagione esaltante, non hanno niente da perdere, nessuna pressione eccessiva né progetti futuri.

Così si guarda al passato, il 9 febbraio si ritirerà la maglia di Martin Brodeur, eroe, leggenda, icona dei Devils, che, sempre al passato, salutano Bryce Salvador, con passaggio di consegna dei gradi di capitano sulla maglia di Andy Greene, con Elias, Zajac, Cammalleri e Henrique capitani alternativi.

Questi ultimi due, Cammalleri e Henrique, sono le poche note positive dei diavoli, il primo è il più prolifico se si guardano i punti, il secondo è il bomber di squadra con 6 reti, con la lacrimuccia che scende nei tifosi Devils se si pensa che un giorno con New Jersey segnavano Kovalchuk o Jagr, emigrato il Khl il primo e eterno giovane il secondo, rinato nei Panthers.

La frustrazione dei Devils ha in Stephen Gionta l’emblema, un bastone nelle parti basse ai danni di Borowiecki di Ottawa gli costa la multa record di 2,284.95 dollari, destinati poi all’associazione per l’assistenza ai giocatori.

Carolina 10 pt.

Come i Devils, anche gli Hurricanes non si aspettano una stagione trionfale. Anche per loro inizio drammatico, e qualcosa s’intuisce quando dopo 47” dall’esordio James Wisniewski si lacera il legamento crociato anteriore, con 6 mesi di stop. A questo di aggiungono tre sconfitte iniziali con la prima vittoria che arriva contro i Red Wings, grazie soprattutto al cuore di Eric Staal, capitano e autore di 1 gol e 2 assist.

La striscia migliore si ferma a 3 gare vinte nella fine di ottobre, quando contro Carolina cadono Red Wings, Islanders e Avalanche.

Ancora, come per i Devils manca un bomber, Kris Versteeg da solo non può fare molto, mentre è ancora alla ricerca della sua classe perduta Jordan Staal, i rumors che lo volevano di ritorno ai Penguins l’hanno forse fatto diventare triste, visto che con gli Hurricanes difficilmente arriverà la postseason.

Philadelphia 10 pt.

Finché c’è Voracek c’è speranza raccontavano a Philadelphia, il problema è che il giocatore di Kladno attualmente non riesce a replicare l’ottima stagione passata, chiusa con 22 gol e 59 assist, con la casella dei gol nella Nhl 2015/16 ancora in bianco.

Voracek è comunque in buona compagnia, anche Giroux fatica a guidare i Flyers, e con Danny Briere ufficialmente ritirato dopo 17 stagioni ma integrato nello staff che cura il lato economico-finanziario dei Flyers ecco che per Phila l’unico obiettivo è dar fastidio ai Penguins nei caldissimi derby.

Contro gli Oilers poi i tifosi Flyers non hanno potuto vedere neanche l’intera partita dell’astro nascente Connor Mcdavid che sbattendo su Manning e Del Zotto si procura una frattura alla clavicola che lo terrà lontano dal ghiaccio per un bel po’.

Prossimo problema: terremoto John

Columbus 6 pt.

Abbiamo preso Brandon Saad, l’anno prossimo siamo ai playoff.

A Columbus hanno detto cosi, e ne avevano anche tutte le ragioni del mondo per sperare, troppi infortuni hanno condizionato la scorsa stagione, dunque quest’anno la musica cambia.

Sette partite e sette sconfitte, ecco la colonna sonora da incubo, dunque che si fa ad una squadra che inizia così e sembra giocare senza attributi? Si caccia il buon Todd Richards, quello del miracolo dello scorso anno, e si chiama lo strizzacervelli per eccellenza, il terremoto John Tortorella, il nemico numero 1 di giornalisti e allenatori avversari.

Per chi non conoscesse il “Tortellino showJohn sta alla Nhl come Mourinho sta al calcio, uno capace di trionfare con i Lightning nel 2004 dopo averli raccolti dalla cenere o perdere con i Rangers innestando in una squadra perfetta un bomber come Rick Nash.

E’ anche quello che, nell’unico anno a Vancouver, si è beccato una sospensione di 15 giorni perché ha abbandonato i suoi spogliatoi per andare a picchiare il collega dei Flames Bob Hartley.

Irascibile, carismatico, odiato, Tortorella non si mette problemi se deve criticare un suo giocatore, temutissimo in sala stampa dove il primo giornalista che gli fa una domanda dopo una sconfitta ha le stesse tensioni di un kamikaze, ma che è l’unico in grado di risollevare i Blue Jackets che in 12 partite hanno vinto due volte, con Avalanche e Devils, e perso 10 volte.

Di una cosa sono certi nei Blue Jackets, non ci si annoierà in sala stampa, il terremoto è appena arrivato.

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