Con un secco 2-1 firmato Antoine Vermette, Chicago si aggiudica in trasferta Gara 5 delle Finals portando la serie a suo favore sul 3-2. Lunedì nella notte italiana sul ghiaccio amico dello United Center può conquistare il suo terzo titolo in sei anni.

I giovani Lightning stanno pagando cara l’inesperienza ma probabilmente la loro maggior (non) colpa è quella di trovarsi davanti una squadra davvero potente ed organizzata, e che in questi palcoscenici dà il meglio di sé.

Chicago Blackhawks @ Tampa Bay Lightning (serie 2-2)

All’Amalie Arena sotto il sole bollente della Florida va in scena la cruciale gara 5. Ci si aspetterebbe un’atmosfera ed una partecipazione del pubblico altrettanto calda, ma i fan dei Bolts non sembrano sentire molto l’importanza di questo match.

Poca spinta e poche buone risposte anche dai giocatori durante un primo periodo quasi grottesco, pieno di errori che vedono protagonisti i due goalie in particolar modo. Bishop, che ha saltato gara 4 per un infortunio ancora poco chiaro, rientra dimostrando di aver recuperato solo in parte, viste le difficoltà di movimento e la poca esplosività ancora evidenti.

Crawford per conto suo non è mai stato un maestro a controllare e distribuire il pack con la stecca, la conferma ci arriva di nuovo in quest’incontro dove debutta con vari passaggi sbagliati. Rischia davvero grosso tentando di regalare il goal del vantaggio a Kucherov, il quale però oltre al danno di essere fermato da “The Crow” che si riscatta, riceve anche la beffa e l’immenso dolore schiantando la spalla contro il palo.

L’ala russa non ritornerà più dall’infermeria e lascia tutta Tampa in apprensione. Con la sua anticipata uscita dai giochi nel primo periodo infatti, la temibile ‘Triplet line’ non si farà quasi vedere per tutta la durata della gara e l’attacco dei Lightning nel complesso ne risentirà.

Poca precisione e tanti errori come vi dicevo nella prima frazione, ed i Blackhawks che sono lupi di mare affamati di un altro trionfo non possono che approfittarne. Nonostante siano in trasferta mettono i ragazzi di Jon Cooper all’angolo schiacciandoli con forte pressione e tirando più del doppio in porta (14- 5 le conclusioni degli Hawks nei primi 20′).

Il patatrac decisivo lo compiono due uomini fondamentali di questa grande annata delle Saette: al 6′ minuto Victor Hedman preoccupato dall’incombere di Sharp non si accorge che anche il proprio portiere Big Ben è in uscita per allontanare il puck. Collisione tra i due e la frittata è fatta, con l’ala di Chicago che segna il più semplice dei goal.

Forse per la prima volta in questa nottata sono venute fuori le debolezze dei giovani Lightning, squadra rapida e divertente ma, sotto la pressione tipica di una gara delle finali quasi decisiva, anche davanti al proprio pubblico si scioglie e parte davvero male.

Ripartenze e manovre offensive annullate piuttosto semplicemente da Keith e compagni, e poca sicurezza proveniente da difesa e portiere. Alla papera che ha regalato il vantaggio alla banda del saggio coach Quenneville, i Bolts impiegheranno quasi un periodo intero per reagire. Ingranano col passare del secondo tempo è proprio a metà di questo riescono a trovare il pareggio, grazie ad un grande sforzo e pattinata del sempre positivo Stralman che porta il disco in zona offensiva, il quale arriva all’altro veterano terzino di Tampa, Jason Garrison che con un assist da cineteca permette al finnico Filppula di infilare il disco in rete grazie ad un bel tiro.

I Lightning prendono fiducia sia col pareggio sia a causa dell’ottimo secondo periodo ma per il terzo e decisivo non usciranno col coltello tra i denti. I Blackhawks, l’unica franchigia dell’ultimo decennio che più si avvicina ad essere una dinastia, tra le loro fila gode di un Capitano con la C maiuscola, mister Jonathan Toews (dominatore anche della zona faceoff), di eccellenti ali come Kane e Hossa, di un grandissimo difensore in Duncan Keith, di un buon e sottovaluto portiere ma soprattutto di una panchina larga fatta di gregari capaci di regalarti grandi soddisfazioni.

Ed è proprio uno di questa specie, tra gli ultimi arrivati a Chicago, a decidere gara 5. Antoine Vermette, acquistato alla deadline e in parte criticato visti gli 0 goal in regular season e la 1st round pick data in cambio ai Coyotes, in questi playoff è stato semplicemente meraviglioso.

Il goal della vittoria (il terzo della postseason ,segnato ad inizio terzo tempo) è suo ed è giusto dire anche dei suoi nuovi compagni di linea Versteeg e Teravainen che oltre a generare l’azione e servirgli la rete su un piatto d’argento mettono sul ghiaccio una performance davvero grande, tra forechecking ed ingaggi vinti.

Con le stelle a secco ed uno Stamkos ancora lontano dai giorni migliori, la grossa differenza in questa partita è stata proprio l’efficacia della 3a e 4a linea, lente ed inoffensive quelle dei Lightning, decisive invece quelle degli Hawks.

I portieri meritano entrambi un plauso, ottimo .969 SV% per Crawford e un buon .931 per un Bishop ancora convalescente. Chicago vista la sua forza ed esperienza è ormai ad un passo dalla sesta Stanley Cup della loro storia. Tampa Bay, encomiabile fino ad oggi può ancora credere nell’impresa. La loro lineup giovane e sfrontata, può sì generare nervosismo ed errori che costano caro ma anche andare a sbancare in trasferta senza paura, come dimostrato in questi playoff.

Capitan Stamkos alla prima prova del nove Lunedì notte.

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