Una serie del genere, con giocate di alto livello, partite degne di essere ricordate nella storia, e soprattutto le due squadre più forti della Western Conference, meritava un epilogo di grande spessore.

Niente meglio di una Gara-7 dunque per decidere quale delle due formazioni avrebbe affrontato i Tampa Bay Lightning nelle finali di Stanley Cup.

Probabilmente la finale della Western Conference del 2015 andrà a finire tra le più grandi serie di tutti i tempi, ed ora andremo a vedere come l’atto finale ha lanciato una delle due alla caccia del trofeo più ambito.

1st Period: i Ducks partono subito forte nel primo periodo, nei primi minuti l’occasionissima capita sulla stecca di Ryan Kesler, che viene però respinto da Crawford, che mette a segno inconsapevolmente, quella che sarà la parata più importante della partita.

Pochi minuti dopo infatti Chicago trova l’occasione giusta per sbloccare la gara. Kane riconquista un puck nella sua zona, lo porta nell’area avversaria e lo cede indietro a Hjalmarsson. Il difensore svedese ha tutto il tempo di fare qualche passo e di tentare una conclusione in porta. Il suo tiro viene avvelenato dal tocco di Jonathan Toews, che coglie un rimbalzo e porta in vantaggio i Blackhaws.

Anaheim si lancia alla ricerca del pareggio, Getzlaf manca una chance e ancora una volta Kesler non riesce a capitalizzare una buona opportunità.

L’occasione non sfruttata dal centro statunitense si rivelerà decisiva, perché sulla ripartenza l’imprendibile Saad viene lanciato da solo contro una difesa mal posizionata. Silfverberg non riesce a reggere la sua velocità ed è costretto a recarsi in panca puniti.

Sul Power Play successivo il Toews-show prosegue. Il capitano riceve da Richards e senza guardare scaglia in porta una conclusione che batte Andersen. il 19 degli Hawks è on-fire e la squadra ospite è in vantaggio per 2-0, con otto minuti sul cronometro.

Il primo tempo termina con qualche disparata occasione per i padroni di casa, che non trovano mai l’occasione per capitalizzare. Si va al riposo con Chicago in vantaggio di due gol e per Anaheim il gioco inizia a farsi veramente duro.

2nd Period: Vorrei raccontarvi di un’epica rimonta e di una strepitosa gara-7 di Perry o Getzlaf, ma sono un reporter e non un genio della lampada capace di cambiare la realtà.

Anaheim continua a premere sull’acceleratore, ma ciò nonostante sono sempre i Blackhawks ad avere le occasioni migliori. In apertura di secondo periodo il colpo del KO si materializza con una clamorosa beffa.

Oduya riesce a riconquistare un puck lottando contro la balaustra, il suo passaggio fortunoso viene trasformato in oro da Parick Kane, che con una giocata spaziale libera Saad. Per lui non c’è problema nel segnare il 3-0, che virtualmente consegna ai Blackhawks partita e serie.

A questo punto non serve più giocare la partita, l’unica necessità è aspettare la fine con le due formazioni che cercano comunque di movimentare le cose. I Ducks spingono forte e Chicago trova diverse chance importanti con la difesa avversaria in difficoltà.

La più grande se la gioca Kane. Il fenomeno con il numero 88 infatti viene fermato da Andersen a tu per tu. I padroni di casa, senza particolari occasioni fino a quel momento, creano la prima grande opportunità poco prima della metà del tempo, con una confusa azione che premia la difesa avversaria.

Anaheim per qualche minuto controlla la partita e va vicina al gol per due volte, la prima con Beleskey e la seconda con Silfverberg, entrambe ben controllate dal portiere degli ospiti. L’opera di aggressione prosegue, ma Crawford continua a murare ogni conclusione non dando la possibilità agli avversari di accorciare le distanze.

Come se non bastasse l’ennesima doccia fredda ricaccia i Ducks ancora più lontani da un risultato positivo. Fowler commette un fatale errore in fase difensiva, la sua giocata, libera il due contro uno avversario che si conclude con la rete dello 0-4.

Un gol nettamente irregolare, che viene però convalidato dagli arbitri, convinti che Hossa abbia toccato involontariamente con il pattino.

Con poco più di due minuto sul cronometro, i Ducks ricevono un Power Play, almeno per concretizzare il gol dedicato al pubblico. Ancora una volta sono i Blackhawks ad avere l’occasione migliore, nonostante l’inferiorità numerica.

Saad viene lanciato nuovamente verso la porta avversaria. La sua incredibile velocità batte addirittura un pattinatore molto rapido come Vatanten, costretto ad incassare due minuti di penalità, ma non Andersen, che riesce a recuperare mettendo a segno il save.

La successiva azione premia finalmente la squadra di casa. Sul ribaltamento dopo il faceoff infatti Beauchemin lavora un puck e lo cede indietro verso Kesler. Il suo tiro è imprendibile e si infila rimbalzando come un lampo dentro e fuori dalla porta. Il periodo si conclude sul 4-1 coi Ducks che dovranno affrontare un 5 vs 3 in apertura di terzo tempo.

3rd Period: Chicago non capitalizza nessuna delle occasioni capitate in Power Play, con Brad Richards che si infrange su Andersen per ben due volte.

Recuperata la parità numerica i Ducks rischiano comunque di capitolare, Kane e Hossa falliscono due occasioni che il portiere delle papere tiene con non pochi patemi d’animo.

I padroni di casa si svegliano soltanto dopo la metà del periodo, con Rakell che lancia verso Palmieri davanti alla porta. Il suo tiro in back-hand però non trova ancora una volta il fondo del barile, con Crawford che si oppone ottimamente.

Pochi minuti dopo i Ducks trovano il gol. Getzlaf mette a segno una straordinaria giocata che libera Maroon e Perry in un due contro uno che si conclude con il più facile dei gol.

Con due gol da recuperare Anaheim ci crede e si lancia in avanti. La conclusione della partita però arriva intorno al tredicesimo minuto di gioco. Cam Fowler ci pensa un po’ troppo nella metà campo avversaria e perde il puck, lanciando in contropiede gli Hawk.

Al fine di riconquistarlo, non contento, incassa anche una penalità, che lo manda in panca puniti, consegnando agli avversari la vittoria. Il gol di Seabrook in Power Play ed il 3-5 di Beleskey servono solamente per ritoccare il risultato.

Gli Hawks volano in finale mentre i Ducks si devono accontentare di aver raggiunto le finali di Conference, perdendo l’ennesima gara-7 in casa.

X Factors

1- Duncan Keith: Non ho più parole per definire questo straordinario giocatore. Dopo una gara-1 alquanto deludente, Keith s’è rifatto, giocando una serie incredibile. Il fattore decisivo nelle ultime due partite è stato senza dubbio lui. Invalicabile in difesa, preciso e puntuale in attacco e con un minutaggio che rasenta l’infinito. Se la sua stagione regolare non è stata così esaltante, o comunque non al livello di quelle che gli hanno regalato due Norris Trophy. Nei Playoff si sta confermando il giocatore fondamentale dei suoi. Con sette punti nelle ultime quattro partite disputate, appare chiaro come il suo cambio di marcia abbia rappresentato il vero punto di svolta per la vittoria e l’approdo in finale.

2- Jonathan Toews: Davanti agli occhi incantati di Wayne Gretzky, il capitano dei Chicago Blackhawks ha messo in piedi una prestazione indimenticabile, segnando due gol e consegnando ai suoi un vantaggio psicologico devastante già dal primo periodo. A poco sono serviti i tentativi avversari di riprendere il risultato, perché anche nella fase difensiva il capitano ha tirato fuori una performance unica, lasciando agli avversari soltanto le briciole. Ancora una volta prova di grande leadership per il 19, chiamato a ripetere l’exploit in finale di Stanley Cup.

3- Ryan Kesler: Lasciatemi spendere due parole per l’unico giocatore dei Ducks che in questa gara-7 ha mostrato un minimo di carattere e di voglia di lottare. Il suo approdo in California ha trasformato i Ducks da grande incompiuta a vera e propria candidata al titolo. Se la sua stagione non aveva stampato troppi sorrisi sulle labbra dei tifosi, nei Playoff i tifosi avranno di che essere fieri. Il suo gol e il suo prezioso lavoro in copertura hanno garantito non solo le vittorie nelle serie precedenti, ma anche la possibilità di giocarsela alla pari con una squadra straordinaria come Chicago.

No Factors

1- Cam Fowler: Come capitato più e più volte nel corso della stagione la fase difensiva dei Ducks non è stata affatto entusiasmante e il principale colpevole è senza dubbio stato Cam Folwer. Disastroso su due gol subiti, e autore del decisivo errore che ha permesso agli avversari di portarsi sul 5-2. Indubbiamente il difensore scelto con la dodicesima chiamata assoluta è sempre stato molto sopravvalutato, con i suoi errori che in stagione sono stati coperti dai notevoli miglioramenti dei compagni. Ai Playoff con gli errori si perdono le serie, non soltanto le partite e non capisco per quale motivo il GM dei Ducks non l’abbia scambiato quando era possibile con Mayers dei Sabres (poi finito ai Winnipeg Jets). Ora che il suo valore è in ribasso non vedo come si potrà trovare un partner così credibile che proponga una contropartita ottimale e necessaria alla squadra.

2- Ryan Getzlaf: Che il 7 non fosse il numero del capitano dei Ducks lo si era già capito da tempo. Probabilmente la sua gara-6 è stata molto più disastrosa della sua settima partita, tuttavia l’ultima in casa doveva essere una motivazione in più per il capitano che ha sentito troppo la pressione crollando sotto il peso delle aspettative. Getzlaf sarà pure un grande leader ed un ottimo capitano, ma quando si tratta di scendere in campo per una partita decisiva il suo atteggiamento appare nettamente rivedibile. Dispiace uscire così, specialmente quando i tuoi giocatori migliori vengono messi sotto in questo modo.

3- Frederik Andersen: Le prime tre gare per Andersen avevano rappresentato la definitiva consacrazione a grande portiere. Le sue parate avevano salvato la squadra in tantissime occasioni, mandando in disperazione la fase d’attacco avversaria. Da gara-4 in poi però il portiere danese più che un muro è stato un groviera. Non credo che i gol subiti vadano imputati alla sua persona, eppure sono consapevole che avrebbe potuto fare molto di più. Anche sulle sue spalle grava la pesante sconfitta della squadra.

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