In Italia, dopo i Mondiali 2014 di calcio, abbiamo assistito al terremoto causato da dimissioni e cambi al vertice, copiando, forse, ciò che è successo nella Nhl ad una franchigia che ogni anno vien data come favorita e poi si scioglie puntualmente come neve, pardon, ghiaccio al sole, parliamo dei Pittsburgh Penguins e della loro estate calda.

13 maggio

I Penguins si presentano ai playoff 2014 dopo l’ennesima ottima regular season chiusa con 109 punti e con Sidney Crosby che colleziona trofei su trofei in una stagione che lo vede vincere la classifica cannonieri a quota 104, distanziando di 17 punti il secondo, Ryan Getzlaf, “fermo” a 87.

Il primo turno regala la wild card Columbus Blue Jackets che mai fino ad ora ha vinto una partita di playoff, tutti prevedono un 4 a 0 per gli uomini di Bylsma invece la serie si chiude in 6 partite con Columbus che vince due volte per 4 a 3 e fa denotare il solito principio di follia in post season dei Penguins.

Secondo turno ecco i NY Rangers di Lundqvist, il portiere più decisivo della Nhl, Pittsburgh perde gara 1 ai supplementari per 4 a 3 con il decisivo gol di Brassard, poi come fosse magia infila 3 vittorie consecutive e addirittura in 2 occasioni mantiene la porta di Fleury inviolata.

Con la serie sul 3 a 1 Crosby sembra fare la parte di chi è troppo sicuro del passaggio del turno, non sa che il 7 maggio, quel 4 a 2 a NY sarà l’ultima vittoria stagionale.

Annichiliti in casa in gara 5 con un 5 a 1, i Penguins perdono gara 6 per 3 a 1 sino al 13 maggio, giorno di gara 7 parte con una statistica di 2 vinte e 6 perse in casa quando si gioca la gara decisiva.

A fine giornata si arriva al 2-7 quando i Rangers espugnano l’ancora poco gloriosa nuova arena di Pittsburgh, 2 a 1 e tante teste che presto salteranno.

16 maggio

I rumors in quel di Pittsburgh sono scatenati, saltano tutti, non salta nessuno, si attendono notizie, si legge che i Penguins sono contro l’allenatore, che non hanno un portiere decente, che per l’ennesima volta avere i 2 giocatori più forti della lega non porta a nessun successo ed è l’ennesima stagione dalla coppa 2009 che finisce prematuramente.

Il primo a saltare, a sorpresa, è Ray Shero, il general manager che 12 mesi prima ha festeggiato il titolo di GM dell’anno, Shero fuori e Bylsma resta, mistero.

Da quel 2009, anno magico con la coppa, i Penguins solo una volta superano il primo turno, eliminati prima dai Canadiens nel 2010, in un’altra drammatica gara 7, nell’ultima partita alla gloriosa (si,lei si) Mellon Arena poi  out al primo turno 2011 con i Lightning ancora nell’ultima partita della serie e a seguire fuori con gli odiati Flyers per 4-2, fino all’anno scorso dove non hanno mai giocato contro Boston e Chara nel 4-0 della finale di conference.

Il posto di Ray Shero viene preso ad interim da Jason Botterill che valuterà l’intero staff tecnico, qualcun’altro inizia a tremare.

Ray Shero

Figlio dell’Hall Of Famer 2013 Fred Shero coach dei Flyers e Rangers è GM dei Penguins dal 2006 quando rimpiazza Craig Patrick, raccoglie una squadra con giovanotti promettenti acquisiti con draft benevoli e  ai talenti acerbi ci aggiunge la fantasia, esperimenti che talvolta sembrano follia pura.

Ad un Malkin in crisi realizzativa che passa da 1.37 pt a partita (2008/09) ad un 0,87 del 2009/10 viene affiancato Alexei Ponikarovsky in cambio di Caputi e Skoula ai Lightning, follia sembra e follia si rivela visti i 3 gol in 27 gare.

Dopo aver perso Stanley Cup e Marian Hossa, entrambe le cose in direzione Detroit, Shero licenzia Therrien coach della prima finale arrivata dopo un’eternità e lo rimpiazza con Dan Bylsma, coach senza esperienza in Nhl, scambia Ryan Whitney per Eric Tangradi e sopratutto Chris Kunitz che da giocatore mediocre esplode al fianco di Crosby con 24 punti in 17 partite e Stanley Cup portata a casa.

La mossa tipica è cercare vecchi leoni da affiancare a Malkin e Crosby, fenomeni con leadership ridotta nei playoff, con Bill Guerin l’esperimento merita la lode mentre sono operazioni rivedibili quelle di un anno fa con le acquisizioni di Jarome Iginla e Brenden Morrow che 12 mesi fa fecero entusiasmare i tifosi salvo veder poi due fantasmi contro Boston, tanto che Morrow viene relegato in quarta linea e Iginla saluta i Pens subito dopo.

Nel 2011 altra perla che all’epoca sembra follia, cedere Alex Goligoski in cambio di due prospetti che fin li non sono mai esplosi, anzi collezionano insieme 2 gol e 8 assist in 38 gare, sono James Neal e Matt Niskanen, Neal in coppia con Malkin diventa un top scorer da 40 reti stagionali, Niskanen spesso è il miglior difensore sul ghiaccio dei suoi.

Ma il top tra le operazioni di Shero è dimostrare aggressività al momento giusto dopo aver atteso tanto, nel 2008 acquisisce da Atlanta il meglio che il mercato propone, Marian Hossa e Pascal Dupuis in cambio di Colby Armstrong, Erik Christensen, Angelo Esposito e una prima scelta del draft successivo (Dalton Leveille), da quel momento i Penguins da buona squadra diventano contendenti seri per il titolo, arrivando a due finalissime consecutive (entrambe perse da Hossa con maglie diverse, record per l’allora Paperino).

A Shero viene però criticata la generosità nel regalare scelte nel draft che poi finiscono col diminuire la possibilità di crescere nuovi potenziali fenomeni, il “vincere subito” è riuscito nel 2009 e mai più, con lo scambio per Iginla Pittsburgh si ritrova senza una prima scelta al draft e deve scegliere alla posizione numero 44 (Jarry) e 77 (Guentzel) per avere i primi 2 prospetti, troppo poco per ricostruire.

Habemus General Manager

Il 6 giugno dopo aver ipotizzato chiunque come GM dei Penguins ecco il primo grande annuncio, è Jim Rutherford a prendere il posto di Shero, 65 anni ex tuttofare degli Hurricanes, uno dei dirigenti più stimati, a Carolina per oltre 20 anni quando gli Hurricanes erano gli Hartford Whalers.

Manager dell’anno nel 2006, anno in cui vince la Stanley Cup, Jim ha nel suo palmares anche due titoli della western conference vinti, 2002 e 2006 e 3 titoli divisionali.

Rutherford ha giocato 13 stagioni in Nhl comprese 3 come portiere dei Pens dal 1971 al 1974 dove colleziona 115 presenze e una media gol subiti di 3,14, nominato poi general manager dai Whalers il 28 giugno 1994.

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A dare una mano al GM arriva anche Bill Guerin a far da collante tra squadra e dirigenza, visto l’indiscutibile carisma che mai l’ha fatto allontanare da Pittsburgh dopo la sua parentesi come giocatore, diventa vice di Botterill insieme a Tom Fitzgerald.

La vita secondo Jim: 6 giugno 2014

Nello stesso giorno in cui Rutherford prende possesso dei Penguins salta la testa più criticata, Dan Bylsma non è più l’allenatore di Pittsburgh, 252 vittorie in regular season dove risulta il coach più vincente della storia della franchigia ma anche post season troppo discutibili.

Dan diventerà un grande allenatore, ma ora abbiamo bisogno di un cambio di direzione” dice Jim, cosi per Bylsma si conclude il 2014 da incubo dopo la fallimentare spedizione Olimpica dove è arrivato un quarto posto facendo sparire gli Usa tra semifinali e finali dopo buone prove precedenti.

Al centro del pianeta Penguins Rutherford deve rivalutare tutto e tutti alla ricerca di una stabilità ormai scomparsa, lo fa con uno staff giovane, con Botterill che ha 38 anni e Fitzgerald 45, per il nuovo coach non si sbilancia, tutti gli assistenti di Bylsma (Granato, Reirden e Martin) sono liberi di parlare con altre squadre, il roster, a detta di Jim, è meno forte rispetto al 2009 e con un salary cap che pesa come un macigno sulle scelte future.

Tra i papabili coach, quasi ci fosse un conclave, si fanno i nomi di Willie Desjardins dall’Ahl con i Texas Stars campioni, John Hynes dai Wilkes Barre Scranton (la primavera dei Penguins), Ulf Samuelsson (assistente nei Rangers e vecchia gloria dei pinguini), Bill Peters da Detroit oltre vecchi marpioni come Ron Wilson e Marc Crawford.

Habemus coach

A sorpresa, il 25 giugno,il nuovo allenatore di Pittsburgh non è tra i nomi in elenco, si tratta di Mike Johnston, a lungo collaboratore del Team Canada a Mondiali e Olimpiadi, maestro, sempre a detta di Rutherford, di abilità di regolazioni durante le partite che gli hanno fatto vincere 231 partite con i Portland Winterhawks in WHL dove è stato anche sospeso per violazione nei reclutamenti dei giocatori che ha penalizzato Portland per vari anni.

In nazionale ha lavorato dapprima con Gretzky, Brodeur e Iginla per arrivare agli attuali Getzlaf, St.Louis, Weber Toews e Kunitz.

Più passano le stagioni e Crosby & Malkin fanno somigliare queste stagioni alle sfortunate annate dei Penguins post doppietta 90-91 che nonostante Lemieux & Jagr non hanno mai più sfiorato la finalissima.

Johnston si presenta dicendo che parlerà singolarmente ad ogni giocatore per capire come impostare la squadra, col presupposto di avere per ogni giocatore almeno 5 opzioni offensive per un team che vuole segnare gol a grappoli come i suoi Winterhawks,.

Visto che il centro è come il quarterback nel football per Johnston l’idea di allenare i 2 migliori giocatori in quel ruolo è un motivo di entusiasmo, Sid e Geno sono chiamati a guidare una squadra radicalmente cambiata.

Gli assistenti di Johnston saranno Rick Tocchet, altra leggenda e dello staff di Bylsma resta solo Jacques Martin.

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Problema salary cap

Pronti via e il mercato regala subito un colpo di scena, per far posto a grandi colpi ecco che la cessione di James Neal ai Nashville Predators in cambio di Patrick Hornqvist e Nick Spaling, la tifoseria si spacca in 2 correnti di pensiero, da una parte la cessione di un cannoniere importante, dall’altra chi dice che Neal senza Malkin non sarà produttivo come nei Penguins.

La cessione è vista in funzione del salary cap, almeno per trattenere un paio di giocatori ma sarà una mossa improduttiva.

L’elenco dei giocatori di Pittsburgh che se ne vanno non fa certo saltare di gioia un tifoso:

Jussi Jokinen ai Florida Panthers per 16.000.000 dollari

Matt Niskanen firma per 7 anni con i Washington Capitals, operazione da 40.250.000 dollari

Brooks Orpik, il difensore con più presenze nei Penguins imita Niskanen e vola a Washington

Lee Stempniak va ai Rangers, Gibbons ai Blue Jackets

Gli arrivi non sono esaltanti ma spesso il basso profilo può regalare sorprese, arrivano Christian Erhoff, Blake Comeau e il portiere Greiss, non ci sono i soldi necessari per tentare i vari colpi tra i free agent, quindi nessuna speranza di vedere top player come Subban, Gaborik, Callahan, Vanek oppure Ryan Miller in porta, visto che Fleury per la gioia di tutti sarà free agent l’anno prossimo ma che continua, minacciosamente (scherzo Marc) a dire che resterà a vita.

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Di certo in Pennsylvania se ne vedranno delle belle, sopratutto perchè la dirigenza decide di formare un tag team di wrestling niente male mettendo insieme Steve Downie e Dan Carcillo (quest’ultimo invitato al camp, non ufficiale), giocatori definiti “delinquenti prestati alla Nhl”

Manca poco all’inizio della Nhl, ma nessuno più di un tifoso Penguins sogna l’inizio degli scontri per dimenticare la lunga estate calda, speriamo bene.

3 thoughts on “L’estate calda dei Penguins

  1. Bellissimo articolo!
    Speriamo che i Penguins possano regalare nuove gioie, anche se dopo tutti questi cambiamenti sarà dura trovare l’amalgama giusta.
    Di certo saranno molto importanti le spalle di Crosby, Malkin (e Kunitz) e.. Fleury..

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