Se in Europa tutti i paesi si stanno preparando per l’imminente inizio delle stagioni hockeystiche, ad ovest dell’Oceano Atlantico si sta vivendo un momento di stallo.

Con le notizie di una possibile espansione a partire dal 2017 e a poco meno di quaranta giorni dall’avvio della stagione 2014/’15, come ogni anno il mese di Agosto offre pochi movimenti di mercato degni di nota.

Indi per cui, è un buon momento per intavolare una conversazione sui vincitori e non del mercato estivo appena passato.

WINNERS

Tampa Bay Lightning

Da quando nel ruolo di GM c’è Steve Yzerman, quindi dal 2010, i Bolts non sbagliano un mercato, che sia estivo o di transizione stagionale. Che poi i risultati siano altalenanti, tra apoteosi e cataclismi nel giro anche di una stagione, la leggenda vivente dei Red Wings cerca sempre di abbinare innesti a visioni future.

Di perdere pezzi importanti non gli interessa, ormai lo sappiamo, ma per far quadrare i conti fa questo ed altro. Quest’anno è stato il turno dei pesanti contratti di Sam Gagner (preso dagli Oilers e subito girato ai Coyotes) e Teddy Purcell (Oilers); a malincuore non ha rinnovato un Ryan Malone tormentato dagli infortuni e tradeato il grintoso e fondamentale Nate Thompson (Ducks).

Molte partenze del terzo offensivo, per fare spazio a contratti pesanti nel reparto difensivo : Jason Garrison (4,6M$ a stagione, fino al 2018) e Anton Stralman (4,5M$ a stagione, fino al 2019).

In attacco riesce a confermare Ryan Callahan (36,8M$ fino al 2020), oltre alle ottime prese dei comprimari Brian Boyle (6M$ per le prossime 3 stagioni) e Brenden Morrow (1,55M$ per il 2014/’15).

A difesa della gabbia, come back-up di Ben Bishop, riesce a firmare il veterano Evgeni Nabokov (singolo anno alla stessa cifra di Morrow : 1,55M$).

Potranno tornare a fallire, come nel 2012/’13, o bissare il secondo posto di Conference della passata stagione, questo non lo sappiamo, ma una cosa è certa : anche se oltre il tetto salariale, Tampa Bay si è mossa ancora bene sul mercato.

(Salary : 70,9 M$; Libertà salariale : – 1,9 M$)

Dallas Stars

In poco meno di 14 mesi, il GM Jim Nill è riuscito a portare ad un livello medio-alto una franchigia che dal lontano 2008 viveva in un oblio, tetro e fatto di poche prospettive. Se il colpo dell’anno scorso (Tyler Seguin) farà le fortune della squadra fino al 2019 (5,75M$ a stagione), nel mercato di quest’anno Nill si è superato.

E’ riuscito a firmare l’ambito Jason Spezza, per un anno con un onestissimo contratto (7M$), per dare ad una seconda linea un centro in grado di sostenere la prima.

La vera miccia del mercato potrebbe essere stata la firma di Ales Hemsky, a 4M$ per le prossime tre stagioni, oltre a quella di un Patrick Eaves che sperano ritorni il comprimario prezioso che era ai Red Wings.

A difesa della gabbia hanno preso un buon back-up a Lehtonen, che troviamo nella figura del 26enne Anders Lindback (ex Bolts, un anno a 925.000$). L’unica partenza rimarchevole è quella del D Aaron Rome, nonostante in quel di Dallas non sia mai stato in grado di essere quello che dava solidità e punti con i Canucks.

A conti fatti, contando che hanno ancora 5M$ abbondanti di libertà nel salary cap, gli Stars hanno messo delle buone basi per non essere solamente delle comparse nella prossima post-season

(Salary : 63,6 M$; Spazio salariale : 5,4 M$)

St.Louis Blues 

Una franchigia che da tre stagioni sembra pronta ad alzare la Stanley Cup, ma dopo delle stagioni regolari perfette perde il passo e fallisce in post-season.

Poche mosse, ma precise : aggiunto Carl Gunnarsson (5,8M$ in due anni) in una difesa che era già a livelli altissimi; Paul Stastny (28M$ nei prossimi 4 anni) per avere un centro di primo livello e il finlandese Jori Lehtera, proveniente dalla KHL, con quest’ultimo che andrà quasi sicuramente in linea con l’ex compagno di squadra Tarasenko.

Molte uscite : Polak (Maple Leafs), Miller (Canucks), Sobotka (Omsk, KHL), Morrow (Lightning) e Roy (Predators).

(66,2 M$; Libertà salariale : 2,8 M$)

LOSERS

Calgary Flames

Se tralasciamo la finale del 2004, la compagine canadese si potrebbe catalogare come i Clippers della massima lega hockeystica : siamo vivi, giochiamo, ma alle alte cariche interessa solo il profitto.

I Los Angeles Clippers, non sappiamo nemmeno il motivo a dirla tutta, sono stati in grado di cambiare volto, mentre per i Flames la luce oltre il tunnel è ancora un sogno.

Ennesimo mercato dove, se anche arrivano firme buone (Hiller, Raymond e, principalmente, Setoguchi a cifre bassissime), è presente sempre un motivo per stroncare la dirigenza : 8,7 M$, per tre anni, a Deryk Engelland? Uno che giocava in terza/quarta linea ai Penguins?
Senza senso e senza un programma per il futuro.

Alla volontà di ricostruire non ci crede nessuno, visto il periodo buio che prosegue da decenni.

(Salary : 53,2 M$; Libertà salariale : 15,8 M$)

Florida Panthers

Un’altra franchigia che, come i Flames, non sembra avere un progetto per il futuro. A differenza dei canadesi, i ragazzi del profondo sud degli States non hanno una libertà salariale che almeno possa andare a giustificare dei piazzamenti così pessimi.

In questa sessione estiva hanno sì messo sotto contratto l’ottimo Dave Bolland, ma alla faraonica cifra di 5,5 M$ a stagione fino al 2019. “Leggermente” esagerato come il contratto offerto a Jussi Jokinen (16M$ fino al 2018), che viene da un’egregia stagione con i Penguins ma prima aveva creato grossi grattacapi in una franchigia dal medio livello come gli Hurricanes.

Esagerati anche i 9,5 M$, per due anni, offerti al veterano difensore Willie Mitchell.

Una squadra che finalmente vede scadere Ed Jovanoski, ma riesce ugualmente a mettersi nei guai. Destino?

(Salary : 63,4 M$; Libertà salariale : 5,6 M$)

Washington Capitals 

Una franchigia che potrebbe finalmente puntare alla Stanley Cup, ma che viene criticata per i soldi offerti a due ex difensori dei Penguins.

Il primo, Matt Niskanen, viene da una straordinaria stagione, ma in passato non aveva fatto qualcosa che potesse confermare la cifra offerta (5,75M$ ad anno, fino al 2021); il secondo, Brooks Orpik, è un veterano di 34 anni con una carriera in declino, quindi i 5,5M$ fino al 2019 sembrano una bella e chiara (auto)rapina. Lasciano andare Halak e Grabovski agli Islanders.

Tra i losers più per le cifre offerte che per i colpi in se. Ne riparleremo fra 12 mesi, contando anche che non hanno minimamente sforato il tetto salariale.

(Salary : 67,9 M$; Libertà salariale : 1,1 M$)

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.