#WhyNotUs

E’ stato questo l’hashtag che ha accompagnato la stagione degli Avalanche da Natale (più o meno) in poi. Già, perchè se all’inizio della regular season potevano essere una sorpresa, un fuoco di paglia, un qualcosa che tanto non durerà, a fine anno solare si sono ritrovati ancora la’ davanti e hanno iniziato a fare paura, a prendere consapevolezza del loro valore, a crederci.
I ragazzi terribili di coach Roy hanno messo in piedi una stagione da record. 52 vittorie, come quel 2000/2001 che poi ha portato la Stanley Cup a Denver), 41 di queste sono merito di Semyon Varlamov che ha superato il record di franchigia detenuto da quello che ora è il suo coach, una leggenda. Al draft avevano la prima scelta e hanno pescato bene. Niente Seth Jones, ma Nathan MacKinnon capace di ripagare la fiducia di Sakic con 63 punti a soli 18 anni e che gara dopo gara si è guadagnato il salto di linea dalla terza, alla seconda, alla prima. Potrei stare a scrivere per ore su tutti i singoli componenti di questa squadra che un paio di innesti giusti nelle prossime stagioni potrebbe diventare una delle franchigie da battere.

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Con la stagione regolare alle spalle e con il titolo di campioni della Central Division, gli Avalanche si apprestano ad affrontare i loro playoff negl’ultimi quattro anni con il seed numero 1. Il primo turno è contro Minnesota, gli eterni rivali delle divisioni passate, arrivata alla post season con un buon finale di stagione ma con una wild card guadagnata solo nelle ultime giornate. I favori dei pronostici sono tutti per la squadra di Denver, ma mai previsione fu tanto nefasta.

Si comincia bene con gara1 e gara2 al Pepsi Center che sono uno spettacolo. Il gioco messo sul ghiaccio da coach Roy è tutto velocità, tecnica e fantasia. Due gare che hanno visto la prima linea MacKinnon – Stastny – Landeskog mettere a segno un totale di 16 punti e il solo MacKinnon con 7 si è permesso di registrare l’ennesimo record come il rookie più prolifico della NHL nelle prime due gare di playoff. Sembrava quasi che la colpa delle prime due sconfitte fosse di Bryzgalov, l’ennesimo innesto tra i pali su cui hanno puntato i Wild per la sua esperienza in post season. Ma non era lui l’anello debole, era l’attacco di Colorado che martellava con precisione l’intera catena di Minnesota.

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Sembrava una serie in discesa. Le quotazioni dei bookmakers sul passaggio del turno di Colorado sono crollate. Scommetterci non faceva guadagnare più niente. Ma qualcosa è cambiato in gara3. Forse tutto è cambiato in gara3.

Mike Yeo, coach dei Wild, ha tirato fuori dal cilindro l’arma vincente andando ad attaccare il tallone d’Achille degli avversari: il forechecking. Asfissiante. Costante. Continuo. Implacabile. Minnesota in gara3 non ha fatto vedere il disco agli Avalanche e quelle poche volte che riuscivano a conquistarlo il possesso non durava che pochi secondi. Una tragedia per una squadra che ha il suo punto debole nel possesso del puck. Un successo per Minnesota che con 46 tiri in porta (contro i 22 degli avversari) e con un Mikael Granlund che segna l’unico goal dell’incontro all’overtime accorcia le distanze nella serie. Ma come? 46 tiri con 22 e vincono solo 1-0 ai tempi supplementari? A quanto pare con i giocatori di movimento sotto pressione, a tenere viva la gara ci ha pensato il solito Varlamov. Bravo, ma non può fare tutto lui.

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Visto che il forecheking aggressivo ha funzionato in gara3, anche in gara4 il copione è sempre lo stesso con 32 tiri in porta dei Wild contro i 12 (dodici!) degli Avalanche. Anche il risultato ovviamente non cambia: vittoria di Minnesota con un solo goal di scarto e serie pareggiata. Si gioca al meglio delle 3.

Ma a giocare è solo la squadra di St.Paul. Iniziano i primi cedimenti psicologici per Colorado con capitan Landeskog che non riesce a giocare e la butta sulla rissa con tutti. Una cosa mai vista che lo estromette dal gioco da qui in avanti e per tutta la serie sarà un fantasma. Con Minnesota avanti 3-2 ad un minuto e mezzo dalla fine di gara5, Parenteau caccia in rete il disco del pareggio e MacKinnon viene eletto ad eroe dopo il goal vincente, ancora in overtime. Vittoria poco meritata ma tant’è che il primo match point è di Colorado.

Gara6 è l’esatto opposto di gara5, con gli Avalanche che ritrovano Matt Duchene, che riescono finalmente a giocare il loro hockey (approfittando dello sfinimento di Minnesota che nelle ultime 3 partite ha corso come ne avesse giocate 6), che meritano la vittoria, ma che sul finale di gara vengono messi alle corde dalla premiata ditta Parise (2g 2a) – Granlund (1g) – Koivu (2a). Serie sul 3-3. Si giocherà gara7 a Denver.

Gara7 è forse la partita più strana di tutte. Goal a parte, sinceramente non è una bella partita. I Wild riescono a mettere in pratica il loro forechecking aggressivo, ma solo a sprazzi, solo quando sono sotto nel punteggio. E funziona. Colorado si porta in vantaggio 4 volte e per 4 volte viene ripresa. L’ultima, la più dolorosa arriva dal difensore Spurgeon che insacca uno slapshot alle spalle di Varlamov a soli 2 minuti dal termine e porta la partita all’overtime. Ancora. E’ il quarto overtime in 7 gare (un record per Minnesota).

Overtime che dura solo 5 minuti. Il tempo che serve a Nino Niederraiter di metter il disco in rete e di segnare il goal vincente. Il goal che manda avanti Minnesota e che manda Colorado a giocare a golf, il goal che fa strappare un sacco di schedine agli scommettitori,  il goal che mi fa tagliare la barba dopo 15 giorni in cui ho rischiato il divorzio per le levatacce a notte fonda.

Onore e merito ai Wild che sono sempre stati in partita e che hanno saputo trovare le giuste contromisure dopo le prime due sconfitte. A loro il gravoso compito di affrontare Chicago al secondo turno.
Per quanto riguarda gli Avalanche… onore anche a loro. Una sconfitta all’overtime di gara7 fa male, ma non può cancellare una stagione indimenticabile giocata da protagonista assoluta. Era il primo anno di Roy come coach, il primo anno di MacKinnon in NHL e il primo anno di Varlamov come top-goalie. Potrebbe essere l’inizio di una bella avventura. L’importante è averci provato, così… fin da subito senza nessun timore.

#WhyNotUs 
#BecauseMinnySaidNo

Risultati serie

Gara1 : Minnesota @ Colorado 4-5 OT
Gara2 : Minnesota @ Colorado 2-4
Gara3 : Colorado @ Minnesota 0-1 OT
Gara4 : Colorado @ Minnesota 1-2
Gara5 : Minnesota @ Colorado 3-4 OT
Gara6 : Colorado @ Minnesota 2-5
Gara7 : Minnesota @ Colorado 5-4 OT

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