jagr6565Una notte leggendaria, cosi si può riassumere quella dell’11 novembre al Prudential Center di New Jersey.

In un colpo solo i tifosi dei Devils hanno esultato per la leggenda che si aggiorna e non ci mette poi molto ad essere scritta, basta attendere un minuto e mezzo che Jaromir Jagr prende il disco, s’invola e segna, non un gol qualsiasi quello contro i Nashville Predators, ma la rete che vale il suo punto numero 1.700 in carriera, primo europeo a riuscirci e ottavo nella classifica marcatori di tutti i tempi.

Non contento Jagr ha confezionato anche un assist per Travis Zajac, al suo gol numero 100 in carriera, e tutti hanno poi ammirato l’ennesimo shutout della meravigliosa ed epica carriera di Martin Brodeur, alla partita numero 123 chiusa a reti bianche.

Nashville ha fatto ben poco per combattere la storia, Brodeur ha dovuto respingere solo 15 tiri e il 5 a 0 del tabellino finale spiega una supremazia dei Diavoli che a Newark, in casa, sognavano da un po’.

A Jagr son state consegnate le chiavi delle speranze Devils dopo l’addio di Kovalchuk e nonostante l’età si conferma un cecchino che ha una visione di gioco superiore a tanti giocatori che potrebbero essere suo figli.

Ne ha fatta di strada quel giovanotto che ha il 68 sulla maglia in ricordo dei nonni scomparsi nella primavera di Praga e arrivato a Pittsburgh con i capelli da indiano e un accento che faceva sorridere e divertire, tanto da fargli commentare le previsioni del tempo nella sua nuova città.

Jagr e Brodeur hanno in comune anche quel draft 1990 quando la prima scelta fu Owen Nolan verso i Nordiques, Petr Nedved ai Canucks e Keith Primeau ai Red Wings sul podio, poi quinta scelta l’attaccante di Kladno nato il 15 febbraio 1972, poi al numero 20 ecco il portierone che ancora oggi guida i Devils e che sta riscrivendo il libro dei record per i goalie in Nhl.

Per raccontare le tappe della leggenda della Repubblica Ceca ci sarà tempo, se, come ha confermato Jaromir, questa sarà la sua ultima avventura hockeistica il posto nella Hall of Fame di Playitusa non glielo toglie nessuno, se poi Jagr, a maggior ragione, è il primo amore di chi scrive, non si dovrà attendere più di tanto.

Ricapitolando a grandi linee la sua carriera si può dire che 2 Stanley Cup 1991/92 con i Penguins rappresentano l’apice pur essendo esordiente e ancora acerbo, “Mario jr” cosi chiamato a Pittsburgh esplode definitivamente quando raccoglie l’eredità e il vuoto lasciato da Lemieux, quando nel post lock out del 1995 (lo si vede anche in Italia con la maglia del Bolzano) segna 1.085 punti in 716 partite con i Penguins vincendo l’Art Ross Trophy ininterrottamente dal 97 al 2001 più il primo vinto nel 1994/95.

È oro alle Olimpiadi di Nagano 1998, quelle dove la Rep.Ceca schierava lui in attacco e Dominator Hasek in porta.

Il ritorno di Lemieux nel 2000 sancisce la rottura del binomio Jagr-Pittsburgh, la poca stabilità finanziaria dei Penguins fa il resto e Jagr decide di approdare ai Washington Capitals con un mega contratto di 7 anni e 11 milioni a stagione.

L’avventura Capitals però si chiude dopo appena tre stagioni avare di successi cosi a metà del 2003/04 la nuova avventura si chiama New York Rangers sino al secondo lock out che lo riporta in Europa, nella sua Kladno dove, a parte essere proprietario della squadra di hockey, è un vero e proprio Re.

Il giocatore cicciottello che rientra in Nhl fa sorgere qualche dubbio a tutti gli addetti ai lavori a cui Jagr risponde con una fantastica stagione 2005/06 chiudendo con 54 gol e 69 assist per 123 punti, vincendo il Lester B. Person.

Anche la stagione successiva è ottima, in totale con i Rangers si ferma a 289 punti in 245 poi a sorpresa non rinnova e lascia la Nhl, sentendo di non avere più il fuoco per competere a grandi livelli.

Rientra cosi in Khl, all’Avangard Omsk per chiudere la carriera e disputando una buona Olimpiade a Vancouver si accorge, e gli fanno notare, che lui in Nhl può ancora far la differenza.

La corte più spietata è quella di Mario Lemieux e dei suoi Penguins, Jagr sembra il veterano che può far fare l’ennesimo salto di qualità alla banda di Crosby, quando si svincola dalla Khl il countdown per i Penguins è lanciato, tutto sembra pronto per il nuovo approdo in Pennsylvania, per chiudere la carriera dove aveva iniziato.

Jaromir Jagr è tutto tranne che scontato, in Pennsylvania approda si, ma in maglia dei Philadelphia Flyers, un po’ come se Kakà ritornando in Italia sceglie l’Inter.

A Pittsburgh la notizia è presa come un vero e proprio tradimento, quindi tanta è la rabbia quando proprio Jagr e i suoi Flyers eliminano i Penguins ai playoff.

Non arriva però la Stanley Cup, cosi Jagr inizia un girovagare che dopo i Flyers lo fa approdare ai Dallas Stars salvo poi passare a metà stagione con i Boston Bruins, rivedendo la Stanley Cup, sfiorata ma sollevata dai Chicago Blackhawks proprio contro i Bruins.

Cosi da svincolato ecco la firma con i New Jersey Devils dove segna il 7 ottobre il primo gol con la nuova maglia, ventitre anni dopo la sua prima marcatura Nhl.

Per ora è a 1.701, guarda caso davanti a se ha Mario Lemieux a quota 1.723 al settimo posto, Jagr fa spallucce è dice che senza gli anni in Khl sarebbe a quota 1.900, c’è da credergli, un po’ come quando dice che questa è la sua ultima corsa in Nhl.

Ricordatevi che Jagr, il cecchino Ceco, è tutt’altro che prevedibile.

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