“(If I’m Eller), I’m really mad at player 61, whoever he is, because he passed me the puck in the middle of the rink when I wasn’t looking” Paul “fat walrus” MacLean

“We don’t really care about what that bug eyed fat walrus has to say.”  Brandon Prust

 

Doveva essere la sfida tra il detentore e il possibile successore al Norris Trophy (causa infortunio del primo) ma la rivalità tra Montreal e Ottawa si è trasformata in qualcosa di piÚ strada facendo, aumentando lo spettacolo e adeguandosi agli standard dei playoff. Non ce ne vogliano i palati raffinati e i cultori delle buone maniere.

Karlsson e Subban sono stati sicuramente protagonisti ma analizzando gli eventi salienti la storia si amplia, trascendendo nella spiritualità dell’hockey e nel misticismo del trash talking.

 

C’era una volta…

Montreal contro Ottawa, quarti di finale dei playoff 2013. Seconda contro settima della Eastern Conference.

Montreal ha il favore dei pronostici e conduce gara 1 sul 2-1 a metà del secondo periodo. Ottawa in calo nel finale di regular season è passata nel primo tempo con un gol di Karlsson, ma viene raggiunta da Bourque e superata dal gol in powerplay del rookie Gallagher, Calder Nominee e uno dei migliori dei suoi nella serie.

Tutto sembrava tranquillo, fino al colpo di schiena: ovvero la hit di Gryba su Eller.

Un passaggio di Rafael “#61 whoever he is” Diaz verso il centro del ghiaccio, Eller riceve ma l’intercity targato Gryba non fa fermate. Spalla? Testa? Fatto sta che Eller cade senza potersi proteggere, si rompe il naso sul ghiaccio e giace riverso in una pozza di sangue. Due giornate di squalifica per Gryba, con i saluti di Shanahan.

Il nodo gordiano, la goccia che fa traboccare il vasetto, il casus belli.

Gli animi si accendono e Ottawa cambia marcia nel terzo periodo andando a segno con Silfverberg, Methot(!!) e Latendresse. 4-2 Senators. A dar fuoco alle polveri i commenti nel dopo partita del coach dei Sens, Paul MacLean, ribattezzato il tricheco dal simpatico Brandon Prust. Non molto carino da parte sua, ma il vecchio tricheco (che vanta 6 stagioni da almeno  30 goal e 3 da almeno 40, giusto per buttare due numeri) non sembra aversene e sfrutterà a suo vantaggio le speculazioni.


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Paul MacLean sulla dest…opss!

 

Si ritorna a gara 2 con il presagio della tempesta: i media hanno gettato benzina sul fuoco e tutti sono pronti alla mattanza. Saranno delusi. Karlsson, protagonista in gara 1 con i suoi break nella zona offensiva avversaria, commette un errore grossolano regalando il disco a White che lo spinge quasi inconsapevolmente alle spalle di Anderson. Seguiranno i goal di Gallagher e di Ryder, ancora su ingenuitĂ  della difesa dei Senators, che fanno transitare il disco davanti al loro goalie lasciando praterie sconfinate dove i Canadiens possono scorrazzare indisturbati.

Da aggiungere che Price tiene a galla i suoi quando serve, con delle parate pesantissime durante un powerplay di Ottawa nel secondo periodo. Montreal sembra aver raddrizzato la serie: la carica ad Eller è un ricordo e con essa anche le parole che ne sono seguite. Ma è la calma prima della tempesta.

 

Tra parentesi, sfida nella sfida anche quella tra i due uomini mascherati. Anderson avrebbe vinto a mani basse il Vezina se non si fosse fatto male, subendo meno di 2 goal in metĂ  delle partite giocate (24) tra cui 4 SO per una GAA di 1.69, mentre il suo rivale Price ha stentato parecchio, parando con una SV% di .905 nonostante la squadra sia arrivata prima nella propria division.

Ma sfida nella sfida nella sfida quella dei denti persi, che continuerà con altri protagonisti nella serie. Fatto sta che Anderson getta il guantone di sfida: caricato da Bourque perde la prima zanna. Price in gara 2 non vuole essere da meno e rilancia con una doppietta. Nonostante la buona partita comunque, rimarrà l’unico fattore in cui il goalie dei Canadiens è stato più incisivo (è il caso di dirlo) del suo rivale.


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Pageau S.m. (pl. -geaux) (Itt) pagello.

 

Ma torniamo alla nostra storia. Ah si, giusto, il tricheco. MacLean ha ancora un paio di assi nascosti sotto quei baffoni ed è pronto ad azzannare l’avversario. Va dato il merito al coach dei Senators di aver portato per la seconda volta consecutiva ai playoff una squadra imbottita di giovani e troppo spesso falcidiata dagli infortuni (leggi Spezza ancora out, Anderson, Karlsson per buona parte della stagione).

Fatto sta, si va a Ottawa per gara 3 ed è la svolta decisiva. Si inizia con il goal del capitano Alfredsson, cui risponde prontamente Renè Bourque. Poi il game-breaker che non ti aspetti.

Appena 9 gare in NHL, Jean-Gabriel Pageau gira la partita: 2 gol che portano i Senators avanti, e il sigillo finale per l’hattrick personale. Il pagello francese non è sembrato per nulla un pesce fuor d’acqua.

3G e 1 dente rotto: per non farsi mancare niente.

Il buon Dwayne Johnson deve aver fatto gli straordinari durante questa serie.

In mezzo a tutto questo: 2 goal in un minuto per i Senators e 236 (duecentotrentasei) minuti di penalità, con una line brawl come non si vedeva da un po’ e gente che perde la testa. Vedi PK Subban che assale Kyle Turris, o White che (deliberatamente o meno) cerca di fare il cecchino scagliando un disco dalla zona difensiva sul corpo degli avversari. 10 giocatori allontanati e con la panchina praticamente disabitata e con l’inedito duo difensivo svedese Karlsson-Alfredsson, il colpo finale, MacLean, tanto per irritare ancora un po’ i giocatori di Montreal, chiama un timeout a 7 secondi dalla fine. Sul 6-1. Scelta discutibile che ha fatto storcere il naso ai Canadiens e anche al buon Don Cherry, secondo il quale invece questo avrebbe solo favorito gli avversari.


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Dwayne Johnson aka la fatina dei denti

 

“The last time I had a 40-year-old play defence, it was Chris Chelios,” Paul MacLean on Alfie playing defence

 

Gara 4. Tutto quello che Montreal deve fare è mantenere la calma, ma dopo i trichechi e la fauna ittica, un altro animale selvaggio importuna i Canadiens: gli arbitri.

Subban e Galchenyuk (l’altro Gal-rookie di Montreal) portano avanti la loro squadra nel secondo periodo, tutto sembra andare per il verso giusto per riportare la serie in parità, quando un assist verso la crease di Chris Neal, trova a 1cm dalla porta il piede sinistro di Zibanejad, segnando un gol di rapina degno del miglior Pippo Inzaghi. Lo so, associare un cognome arabeggiante con il termine rapina di questi tempi potrebbe far allarmare qualcuno: tranquilli, si parla sempre di hockey!

Comunque, altro episodio decisivo che cambia l’inerzia della sfida. Ottawa pareggia con l’ennesimo rookie della partita, Conacher, e porta Montreal in overtime. Nessun dente rotto questa volta ma Price si fa male davvero e lascia il posto al backup Budaj, complice con il già citato #61 sul goal partita di Turris. Turris mattatore degli OT in gara 4 evidentemente, per lui 2 su 2 dopo quello dell’anno scorso contro i New York Rangers. 3-1 Senators e Montreal con l’acqua alla gola.

 

“There are hockey gods and I guess they were on our side tonight.” Cory Conacher on game 4

 

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Gara 5 si apre con funesti presagi per i Canadiens. Budaj tra i pali, Price non ce la fa; fuori anche Eller, Gionta (operato), Prust e Pacioretty gioca con una spalla scassata.

Ottawa passa dopo 3 minuti con Zack Smith, poi raddoppia con Conacher. E’ ancora Subban a illuderli (per lui comunque 2G e 2A in 5 gare) ma poi Anderson tira già la saracinesca e con l’aiuto dei pali tiene a galla Ottawa che si ritrova sul 3 a 1 a metà del secondo periodo grazie a un gol in shorthand di Turris, con la complicità di Budaj che fa rimpiangere Price anche da infortunato. Serie stregata per i Canadiens che capitolano ancora nel terzo periodo, con Alfredsson, Conacher (doppietta) e Condra (1G e 2A per il p-killer di Ottawa) che mettono il sigillo sulla partita e sulla serie.

“We’re kind of desperate to win a playoff series. We haven’t done that, at least since I’ve been here.” Paul MacLean

 

Montreal sfortunata ma che, come traspare anche dalle dichiarazioni di Markov e compagni, non può far altro che accusare sè stessa per non aver gestito a dovere i momenti chiave delle partite.

Ottawa vince la prima serie di playoff sotto la guida di coach Walrus MacLean, cui vanno i meriti di aver saputo rivoluzionare una squadra, donando una fisionomia e soprattutto compattando un gruppo di giovani e giovanissimi sopperendo agli infortuni dei giocatori chiave. Senators squadra di overachievers con un goaltending fenomenale: cose da non credere se si guarda indietro all’anno della finale del 2007.

 

Per il secondo turno avremmo voluto potervi raccontare della sfida agli antipodi tra il tricheco e i pinguini, o di quella tra i pachidermi contro gli orsi di Boston magari, ma forse l’albero dei playoff dirà che si andrà a New York (sponda Rangers) o Washington. Ad ogni modo, sarà tutta un’altra storia.

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