NHL playoff 2013

La statistica è l’unica scienza che permette a esperti diversi, usando gli stessi numeri, di trarre diverse conclusioni. – Evan Esar

 

La storia dell’hockey è divisa in periodi. Una volta c’erano i portieri senza protezioni per il viso, fino a che un giorno Jacques Plante ha pensato che l’idea di diventare cieco non fosse allettante. Allora ha inventato la maschera protettiva resa celebre da Jason Vorheeg, protagonista dei film Venerdì 13.

C’è stato il periodo dell’ufficio di Gretzky, vari periodi dominati da celebri dinastie, la dead puck era. Insomma avete capito.

Questo è il periodo del salary cap. E’ passato quasi un decennio da quando abbiamo perso una stagione intera per via del lockout che ha portato all’introduzione del tetto salariale e di drastici cambiamenti al regolamento sul ghiaccio e fuori che ora prevede innovazioni più o meno felici come il Bettman’s point o la Luongo rule.

E quindi siccome secondo Leonida i numeri non valgono niente, ecco una bella lista di statistiche inutili in vista dei playoff. (NB: in alcune di queste statistiche prendo in considerazione un campione ristretto di 7 anni di playoff, cioè dai primi con il salary cap: 2006. Un pò è ovviamente per pigrizia, un pò è perchè il tetto salariale ha ridotto drasticamente il gap tra le prime posizioni e le ultime qualificate. Basti pensare che nei 10 anni dal 1994, anno in cui si è cominciato a giocare i playoff come conference e non come division, al 2004 quando la lega si è fermata per poi tornare con il salary cap, le prime squadre di ogni conference hanno raggiunto la finale 7 volte, vincendo 5 coppe. Una delle due finali perse era tra Conference Champions, solo Detroit ha perso contro un seed inferiore. Dopo il lockout del 2004 le cose sono cambiate. Continuate a leggere per capire come.)

0: Sono stati i repeat. Nessuna squadra dopo l’introduzione del salary cap si è mai riconfermata. Solo i Red Wings ne hanno avuto l’opportunità.

1: Le rivincite. I Detroit Red Wings vinsero la coppa nel 2008 battendo in finale i Pittsburgh Penguins. La squadra capitanata da Sidney Crosby ebbe l’opportunità di rifarsi l’anno successivo e battè i Red Wings in 7 gare. L’eroe fu Max Talbot con una doppietta nella partita decisiva, ma la storia della serie fu senza dubbio quella di Marian Hossa. Lo slovacco rinunciò alla sua no trade clause alla deadline del 2008 per accasarsi a Pittsburgh con l’intento di vincere la coppa. Dopo la sconfitta in finale rifiutò il rinnovo con i Penguins e per meno soldi e anni di contratto andò proprio a Detroit perchè convinto di avere più possibilità di vittoria finale. Ottima scelta!

Daje e ridaje, il suo nome fu scritto sulla coppa come membro dei Chicago Blackhawks vincitori del 2010, anno in cui il karma era chiaramente occupato altrove. Dicono che le sue prime parole furono “visto che non porto sfiga?”. Dopo l’incontro ravvicinato con Raffi Torres diventarono “sfiga non porto visto che?”. E no, non si è trasformato in un maestro jedi alto mezzo metro e con la pelle di colore verde, ha solo visto Raffi Torres troppo da vicino.

2: le volte che la squadra vincitrice di una delle due Conference ha raggiunto la finale nell’era del salary cap: i Detroit Red Wings nel 2008 e i Vancouver Canucks nel 2011. Entrambe vinsero la Western Conference e il President’s Trophy, ma ahimè le analogie finiscono qui. Detroit portò a casa l’argenteria preziosa, mentre la città di Vancouver fu messa a fuoco e fiamme dai alcuni “tifosi” dopo che i Canucks persero gara 7.

3: Le new entry dell’est. Un ribaltone ha colpito la Eastern Conference, dove si giocheranno i playoff Montreal Canadiens, New York Islanders e Toronto Maple Leafs che l’anno scorso occupavano le ultime tre posizioni. Il salto più grosso l’ha fatto Montreal, che dall’ultimo posto è passata a giocarsi il titolo della Northeast Division.

4: Le squadre sempre presenti. Anaheim Ducks, Detroit Red Wings, Pittsburgh Penguins e San Jose Sharks. Le prime tre hanno alzato la coppa rispettivamente dal 2007 al 2009, mentre San Jose non è mai arrivata in finale nonostante il fatto che la loro serie di presenze consecutive ai playoff duri da prima del lockout. Esattamente come i Red Wings, anche se nel loro caso si va un pò più indietro.

L’ultima volta che Detroit ha mancato i playoff era appena uscito Windows 3.0, Totò Schillaci, Tony Meola e Roger Millà non erano ancora famosi, il Kuwait era un paese pacifico e a governare l’Italia c’era la DC.

5: Gli anni passati dall’ultima apparizione ai playoff dei Minnesota Wild. Era il 2008 e furono eliminati al primo turno dai Colorado Avalanche. Wow. Se questo salto nel passato non è abbastanza, in quella partita giocavano Joe Sakic e Pavol Demitra, Jose Theodore era ancora un portiere.

7: volte gara 7. I Boston Bruins detengono il record di più gare 7 giocate dal 2006. Sono andati alla gara decisiva almeno una volta ogni partecipazione ai playoff. Curiosamente è sempre stata una gara sfavorevole ai Bruin, date le 4 eliminazioni avvenute nell’ultima partita della serie. Hanno invece dominato gara 7 nel 2011, anno in cui hanno portato a casa la coppa. Al primo turno sconfiggono Montreal all’overtime. Nelle gare 7 valevoli la Conference e la Stanley Cup non concedono nemmeno un gol agli avversari. Dominio totale.

9: Gli anni passati dai Toronto Maple Leafs a guardare la post-season in TV (nel 2005 guardarono i playoff NBA, ovvio). E’ il loro debutto dopo il grande lockout, avvertiteli che dopo 5 minuti di overtime NON si va agli shootout per decidere chi vince!

L’ultima partita dei playoff giocata dai Leafs è stata il 20 aprile del 2004, ovvero quando Michael Phelps non aveva ancora nessuna medaglia olimpica, Fabio Grosso era solo un terzino e Michael Bay non aveva ancora rovinato i Transformers.

10: Il record di vittorie consecutive fuori casa ai playoff di tutti i tempi. Appartiene ai Los Angeles Kings del 2012.

16: I giocatori dei New York Islanders che debutteranno ai playoff.

17: Gli anni passati dall’ultima volta che tutte le Original Six si qualificarono per i playoff nella stessa stagione. E’ la quinta volta che succede. Al 2013 vanno aggiunti i playoff del ’78, ’87, ’94 e ’96. Per due volte una di queste sei ha finito per vincere: i Montreal Canadiens del ’78 e i New York Rangers del ’94.

20: Gli upset al primo round. I più degni di nota sono avvenuti nel 2006, 2010 e 2012.

Nel 2006 tutte le squadre con il vantaggio casalingo della Western Conference sono state battute dalle rispettive avversarie. Per la legge del contrappasso, tutte le squadre con un miglior piazzamento della Eastern Conference hanno vinto il primo round.

Le sfavorite dell’est hanno avuto il loro momento nel 2010 con Philadelphia e Montreal, rispettivamente seed #7 e #8, che si sono giocate il titolo della Conference.

Nel 2012 i Los Angeles Kings hanno cambiato la storia nel percorso che li ha portati alla loro prima Stanley Cup. Sono stati la prima squadra a partire con il seed più basso e vincere il titolo e l’hanno fatto in grande stile: hanno battuto Vancouver, St.Louis e Phoenix, rispettivamente seed #1, #2 e #3 dell’ovest, e infine New Jersey in finale sempre giocando le prime due fuori casa. Il tutto andando in vantaggio per 3-0 in ogni serie, perdendo un totale di 4 gare.

48: Il  totale di gol segnati dal miglior scorer nei playoff dall’introduzione del salary cap. Il record è condiviso da Daniel Briere e Henrik Zetterberg. Entrambi hanno sempre partecipato ai playoff in questo lasso di tempo. Solamente lo svedese ha vinto la coppa e solamente lui potrà puntare a migliorare questo record già quest’anno dato che i Flyers di Briere non si sono qualificati.

77: I punti dei campioni della regular season (Chicago Blackhawks). L’anno scorso furono 111 (Vancouver Canucks) ovviamente in una stagione completa. La media strepitosa dei Blackhawks li proietta a 131 punti sulle 82 partite. Sarebbe stato il record del dopo lockout.

106: Il totale dei punti raccolti dal miglior marcatore: è sempre lui, Daniel Briere. Con i Flyers eliminati, l’uomo in corsa con più punti è Sidney Crosby con 90.

1993: L’ultimo anno in cui una squadra canadese ha alzato la Stanley Cup. Erano, i Montreal Canadiens che sconfissero in 5 gare i Los Angeles Kings. Da allora Vancouver(’94 e ’11), Calgary (’04), Edmonton (’06) e Ottawa (’07) hanno avuto l’opportunità di riportare a casa la coppa. Le tre rappresentanti della Western Conference hanno perso sempre in gara 7, mentre Ottawa si è arresa ad Anaheim in 5 gare.

2006: L’ultimo anno in cui gli Edmonton Oilers si sono qualificati alla post-season. Si parla molto di motivazioni in questo sport, di avere più determinazione dell’avversario. Facendo un rapido calcolo, gli Oilers non giocano una partita di playoff da gara 7 delle finali perse contro i Carolina Hurricanes. Da tifoso di Vancouver, quindi esperto di gare 7 della Stanley Cup perse, posso capire lo stato d’animo. Passare 7 anni con quello come ultimo ricordo di una gara di playoff non è piacevole. Potrebbe andare peggio, potrebbe piovere.

 

E questo è quanto. Il numero più importante ovviamente è una data, 30 Aprile 2013: il giorno del puck drop che inizia i playoff. Posate i rasoi e fornitevi di birra, popcorn e caffeina.

AuthorJovocop for HNC

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One thought on “E’ tempo di playoff, è tempo di dare i numeri

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