Jonathan Toews, capitan futuro (e presente) di Chicago

Jonathan Toews, capitan futuro (e presente) di Chicago (Resolute, Wikimedia Commons)

Si respira brezza di successi nella Windy City. I Blackhawks sono partiti meglio di tutte le altre squadre della Lega: dieci vittorie su tredici gare. Non basta: le tre sconfitte sinora rimediate sono giunte sempre dopo la fine di regolamentari e supplementari, agli shootout, per dirla con un termine americano.

Entrambi i risultati sono entrambi record stagionali, che si uniscono a un importante fatto. Solo due squadre nella Lega hanno sin qui disputato appena tre gare in casa: i Los Angeles Kings, campioni in carica e sospesi nel limbo della Western (meno cinque dalla zona playoff, ma più uno da Colorado fanalino di coda); i Chicago Blackhawks che comandano Conference e Lega a più tredici dai “Re”, sconfitti nella gara d’esordio allo Staples Center. Battesimo davvero amaro per i neroviola dopo la conquista della prima Stanley.

Trasferta dolce trasferta

Los Angeles, Phoenix, Dallas. I rossoneri hanno fatto visita a tre storiche rivali nei primi road games, chiudendo con un bilancio di altrettante vittorie, con quattordici reti segnate contro le otto subite. I successi interni contro St. Louis e Detroit, intervallati dalla vittoria di Columbus, hanno consegnato un bilancio di 6-0 per la squadra condotta da Joal Quenneville, alla quinta stagione sulla panchina dell’Illinois (bilancio di 642 vittorie, 382 sconfitte “secche”, 157 all’overtime).

Registrati i primi due stop contro i Minnesota Wild (sorpresa d’inizio stagione) e i Vancouver Canucks, Chicago ha di nuovo ingranato la marcia, sbancando i palazzetti di Calgary, San Jose, (di nuovo) Phoenix e Nashville. Con i Predators è giunto il primo shutout stagionale, sesto in carriera per Corey Crawford. Il portiere viaggia con il 93,5% di salvataggi, terzo valore in Lega – tra i goalie con più di cinque gare – dopo quelli di Craig Anderson (94,9) di Ottawa e Roberto Luongo (94,3) di Vancouver.

Sono tre, invece, le gare sin qui disputate da Ray Emery. Novantadue parate su cento e, soprattutto, tre vittorie su tre.

Numeri che fanno ben sperare i tifosi degli “Indiani”, che meno di tre anni fa vedevano la loro squadra conquistare il trofeo più ambito dell’hockey americano, se non mondiale.

Dopo la prima sconfitta interna (sempre all’overtime, stavolta con Anaheim), gli Hawks giocheranno altre sette partite allo United Center contro team come gli Sharks (due volte), i Kings e i Canucks, prima di chiudere la serie contro Blue Jackets (altro bis) e Oilers.

Se riusciranno a fare bene come i diciotto punti ottenuti nelle dieci trasferte, allora Chicago potrà avanzare una seria candidatura per il premio di miglior squadra della regular , il Presidents’ Trophy.

Team spirit

Venti, tredici, dodici, dodici. Ovvero, Patrick, Jonathan, Marian e Patrick. È questo il bottino di punti realizzato sinora da Kane, Toews, Hossa e Sharp, primi quattro marcatori stagionali dei Blackhawks.

Il numero 88 è testa a testa con Sid Crosby, protagonista della rinascita dei Penguins a Est, e distante appena tre lunghezze da Thomas Vanek, dei Buffalo Sabres, leader del torneo.

L’anno scorso il bilancio complessivo era stato di 23 reti e 43 assist, su un totale però di 82 gare. Il 24enne di Buffalo potrebbe migliorare il record precedente nonostante la serrata; soprattutto, sta andando in rete (25,7% di realizzazione) con una facilità notevole, risultando anche un riferimento per i compagni (nove reti, undici assist).

Equilibrio anche nelle prestazioni del capitano, il 24enne di Winnipeg che guida la squadra come un veterano, con i suoi sei centri e sette passaggi determinanti. Giunto a Chicago una stagione dopo Kane, Toews ha un impatto superiore in termine di plus/minus. Statistiche alla mano, la sua presenza sul ghiaccio ha fruttato dieci reti in più (in situazioni di parità o inferiorità numerica) di quelle subite.

Si tratta del miglior valore stagionale di franchigia, ancor meglio di quello di Marian Hossa, ala slovacca che di anni ne ha dieci in più ma che ancora fa sentire il proprio contributo on ice, viaggiando alla media di quasi un punto a partita (sei reti, altrettanti assist).

Proprio come l’“altro” Patrick, Sharp. Il numero 10, anch’egli di Winnipeg, ha regalato ai suoi compagni dieci reti, secondo assist-man stagionale dopo Kane. Dovesse continuare con questa percentuale, potrebbe cadere il record personale di 41 assistenze in campionato, realizzato in una stagione della lunghezza “naturale”, non in una dal formato ridotto.

Guidati dai quattro, Chicago ha messo a segno 44 reti in stagione – miglior attacco a Ovest e terzo nella Lega dopo Tampa Bay (46) e Pittsburgh (45) – concedendone 28. Solo Boston e Vancouver (25), Nashville (26) e Ottawa (27) hanno fatto meglio.

Stessa “quota” concessa dai New Jersey di Martin Brodeur, che a quarantadue anni ha deciso che non è ancora giunto il momento di smettere la casacca dei Devils, che indossa dalla stagione 1991-1992, unico anno in cui la sua percentuale di parate è stata inferiore al 90%.

L’anno scorso MB è giunto sino alle Finali per la Stanley, perdendo in sei gare contro L.A. Un percorso che Chicago desidera seguire, possibilmente raggiungendo la cima.

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