Jeff Carter batte per la terza volta Smith e la difesa dei Coyotes

Dominio assoluto di Los Angeles nel deserto dell’Arizona, che porta la serie sul 2-0 dopo aver sconfitto per 4 reti a 0 i Coyotes alla Jobing.com Arena grazie a una tripletta di Carter e ad un Quick in formato saracinesca.

Chiamateli pure Road Warriors. I Los Angeles Kings vincono e convincono , pareggiando già un record : 7 vittorie esterne di fila nei playoffs, impresa riuscita solamente ai Blackhawks del 2010, agli Islanders del 1982 e 1983. A LA cominciano a sognare , visto che sia gli Hawks e gli Isles conclusero quelle postseason alzando al cielo la Stanley Cup.

Per Dave Tippett era fondamentale cominciare meglio di Gara 1 , dove i suoi Coyotes non sfruttarono il sostegno dei loro calorosi tifosi tutti vestiti a bianco (come vuole la tradizione del Whiteout ) e si fecero schiacciare sin dal primo minuto. I Coyote sembrano aver afferrato il messaggio dell’esperto coach e giocano i primi 10 minuti con grande intensità . Ci prova senza successo Taylor Pyatt( tra i più positivi di Phoenix) che impensierisce Quick con un rovescio dopo aver aggirato la porta difesa dal portiere nativo del Connecticut .

Ma I Kings non stanno a guardare , e aggrediscono puntualmente la zona neutrale. Proprio da un puck recuperato a centrocampo da Capitan Brown , Kopitar serve Williams che però si fa ipnotizzare da un superlativo Smith .

La fisicità e il forecheck dei californiani iniziano ad ingranare e pochi secondi dopo l’occasione di Williams, è il rookie Dwight King al 13esimo minuto a correggere in rete una conclusione dalla blu di Doughty, dopo un’entrata in zona perfettamente orchestrata . Sul finire del primo periodo gli uomini di Tippett hanno un ghiotto Powerplay per pareggiare, ma ancora una volta il Penalty Killing di LA è impeccabile e le squadre vanno negli spogliatoi con il risultato di 1-0 per i Kings.

Nella ripresa , Phoenix si fa vedere dalle parti di Quick, che si fa trovare pronto sui tentativi di Roszival , Klesla e Pyatt . Tuttavia , Doan e compagnia faticano tremendamente a mantenere il disco in zona d’attacco , e il loro carattere e la loro forza di gruppo sembrano non arrivare più . Los Angeles invece , vince ogni battaglia alla balaustra ed è proprio da una di queste che raddoppiano.

Al 5° minuto Penner fa a sportellate con la difesa rossobianca e lascia il puck a Carter che non perdona, 2-0. Sarà una gran serata per l’ex di Columbus, che in questi playoff si era visto davvero poco, segnando solo un goal contro St. Louis.

I Coyotes a questo punto perdono le staffe prendendo una penalità dopo l’altra . Brutta la carica di Shane Doan su Lewis , che costa la partita all’uomo simbolo della franchigia di Glendale ma che non dovrebbe valergli una squalifica data l’improvvisa e ingenua scelta di Lewis, il quale ha dato le spalle a Doan quasi cercando di finire col muso sulla balaustra.

Ignobile è poi il gesto del goalie Mike Smith, che in preda alla frustrazione visto il poco sostegno offertogli dalla difesa colpisce violentemente col bastone il ginocchio del povero Dustin Brown che si deve pure beccare un 2 minuti per diving.

In superiorità numerica i Kings fino a ora non hanno brillato , ma con un 5 contro 3 prolungato era difficile non andare a segno. A un minuto dalla fine del secondo tempo, tiro ravvicinato di Kopitar, deviato da Carter e 3 a 0 .

Terzo periodo che si apre ancora con Phoenix in inferiorità numerica ma che ci prova con un timido tiro di Radim Vrbata , assente ingiustificato della serata. Poi Smith, sente che deve rifarsi dopo la brutta bastonata su Brown e compie una grandiosa parata su Mike Richards. Se non fosse per il goalie arrivato la scorsa estate da Tampa, i Coyote avrebbero subito un passivo ben più pesante.

C’è ancora tempo per un’altra carica e un game misconduct , questa volta per Martin Hanzal che fa ancora peggio del suo capitano : violentissima la botta ricevuta da un immenso Brown, malmenato un po da tutti in questa gara 2, ma sempre capace di prestazioni di cuore e sacrificio .

Il 4-0 finale arriva poco dopo, al 13esimo Jeff Carter è reattivo e al posto giusto su un rimbalzo dopo il tiro di Kopitar in 5 contro 3 . Tripletta per Carter che festeggia e può vantare di essere il primo King a realizzare un hat-trick nei playoff dopo il Signor Wayne Gretzky nel lontano 1993 , finale di conference contro Toronto.

Altra vittoria schiacciante per Los Angeles e serie sul 2-0 . Ora la decisiva gara 3 allo Staples Center , giovedì alle 3 di notte ora italiana.

La serie sembra più che mai aver preso la strada dei Kings , che possiedono un effettivo più tecnico, completo e fisico. A Phoenix nonostante le pochissime note positive delle gare contro LA (si salvano solo Smith sempre capace di grandi parate e Vermette abilissimo in zona faceoff ) non si disperano ancora , ma la storia dice che i Coyotes non hanno mai ribaltato una serie dallo 0-2 .

Ci vorrà un sforzo collettivo immenso per poter raggiungere la finale di Stanley, vista l’assenza di una vera superstar nella squadra dell’Arizona. Ma forse , per i ragazzi di Tippett , essere arrivati fino qui è già un successo…

One thought on ““Kings of the road”, e i Coyotes si inchinano ancora

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.