Sorprendente, e impeccabile, la stagione dei Predators fino a questo momento...

Guardare verso l’alto e vedere solo due Original Six (Detroit e Rangers) più Vancouver e St.Louis.

Guardare verso il basso, e avere l’inebriante sensazione di svettare su franchigie con la tradizione e le ambizioni di Pittsburgh, Boston, Philadelphia, Chicago, Washington.

E’ il destino di quest’anno dei Predatori, che stanno insegnando ad apprezzare l’odore del ghiaccio a tutto il Tennessee, mentre i Titans sono a secco di playoff dal 2008. E con il football che non dà soddisfazioni, è naturale che tutto lo Stato si stringa intorno alla compagine della tigre con i denti a sciabola, che a questo punto della stagione, a una manciata di match dalla conclusione della regular season, è una delle due candidate più credibili a rivestire il ruolo di “grande sorpresa” del 2011-2012, insieme ai Blues di Ken Hitchcock.

Ben pochi osservatori avrebbero puntato sia sull’una che sull’altra compagine, alla vigilia. E chi – ahinoi – ad inizio stagione ha messo Preds e Blues in cima alla lista delle preferenze, lo ha fatto sicuramente con un pizzico di naivetĂ©. Forse non soppesando adeguatamente il tiro che avrebbero avuto compagini come Penguins, Chicago e Washington, se non avessero avuto i problemi che hanno avuto.

Il sergente di ferro Barry Trotz ha saputo imprimere un ritmo marziale ai suoi, già galvanizzati dal secondo turno della post season raggiunto l’anno passato, quando cedettero il passo ai Canucks, arrivati poi ad un passo dalla vittoria finale.

E il ruolino di marcia di Nashville, sabato notte si è arricchito con la 36esima vittoria di stagione, solo 8 in meno rispetto al record dell’anno scorso, con 20 match ancora da disputare. A scanso di un crollo verticale degno della parabola “isterica” di Minnesota, questo potrebbe davvero essere l’anno del salto di qualità.

Vittime, questa volta, dell’assalto dei Preds sono stati gli Sharks il cui ko è sintetizzato alla perfezione dal loro coach, McLellan, nel dopo partita: “Due tiri, due goal, due errori. Game Over”.

Alla fine, il risultato parla di un 6-2 che porta la firma di Shea Weber, in primo luogo. Il difensore, che ha una delle “castagne” più potenti di tutta la Nhl, ne ha già messi a segno 14 e mira a diventare la retroguardia più prolifica della stagione.

Trotz si lustra il suo capitano (per quanto si possa parlare di “coccole” in una disciplina come l’hockey…) e ne elogia l’attitudine alla leadership. “He’s got a bomb for a shot”, ha un tiro che è una bomba.

In più, quest’anno Nashville ha la capacità di mettere in riga gli avversari fino dai primi minuti, come capitato agli Sharks con l’uno-due di sabato sera. Per poi controllarne il ritorno fino a chiudere il match. Atteggiamento questo, che consente di risparmiare energie, in vista tra l’altro di una post season che, se tanto mi dà tanto, sarà lunga.

Top scorer rimane il vero professionista del goal a Nashville, colui il quale ha la delega a finalizzare lo sforzo dell’intero team:  il ceco Martin Erat che quest’anno ha già gonfiato il net 14 volte, esattamente lo stesso numero di volte del capitano. In più, l’ala destra ci ha messo 32 assist che proiettano i Preds là in alto, quando mancano solo una manciata di minuti alla fine della regular season.

Se i ragazzi di Trotz dovessero arrivare al big match con Detroit di sabato 10 marzo senza crollare lungo il cammino, negli incroci insidiosi con Los Angeles (due match in una settimana), Carolina, Panthers e Avalanche, questa volta potrebbero davvero andare fino in fondo, magari sognando di giocarsi il tutto per tutto in un rematch con Vancouver, questa volta in finale di Western Conference.

Dalle parti del Tennessee non se ne parla nemmeno, naturalmente, preferendo guardare ai classici 10 centimetri davanti al casco, almeno fino al termine del tour de force di marzo. Mese che si concluderĂ  con quattro partitacce: contro Chicago, St.Louis, ancora Detroit e ancora Chicago.

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