Dal 1998 ad oggi, vita dura per le squadre detentrici della Stanley Cup. Vero Boston?

Il campionato Nhl è cominciato da più di un mese e subito appare più avvincente che mai. I Boston Bruins, campioni nel 2011, sono partiti con il freno a mano tirato, riuscendo a conquistare appena tre delle prime dieci gare giocate. Numeri che stupiscono, specialmente se a difendere la porta dei gialloneri vi è Tim Thomas, migliore giocatore dei passati playoff.

Gli orsi del Massachusetts hanno cambiato rotta nel mese di novembre, vincendo tutte le cinque gare giocate e mettendo a segno un netto 7-0 sul campo dei Toronto Maple Leafs, leader nella Northeast Division.

La tardiva partenza dei B’s non è certo una novità per una squadra che ha appena conquistato il massimo torneo di hockey per club del globo. Dal 1998, infatti, una formazione campione in carica non riesce a ripetersi e conquistare di nuovo il titolo. Dati che non fanno certo ben sperare ai tifosi di Boston.

Gli ultimi a riuscire nell’impresa sono stati i Detroit Red Wings di Scotty Bowman, impostisi nel 1997 contro i Philadelphia Flyers e l’anno successivo con i Washington Capitals. In entrambi i casi, vittoria con un netto “cappotto” di 4-0.

Da quel 16 giugno del 1998, sei vittorie di differenti roster del West e altrettante di squadre dell’Est.  Ripercorriamo velocemente il destino dei campioni Nhl dal 1998 alla passata stagione.

Fermati da una Valanga – Le “ali rosse” del Michigan disputano un buon torneo dopo i due titoli di fila. Alla fine dell’anno sono 93 i punti conquistati che fruttano loro la Central Division. La Western Conference va invece ai Dallas Stars, che con 114 si aggiudicano anche il Presidents’ Trophy quale migliore formazione di regular season. L’avventura di Detroit, tuttavia, termina in gara-6 contro i Colorado Avalanche, vincitori della Pacific Conference. Il titolo andrà invece ai neroverdi del Texas, vittoriosi in sei incontri dei Buffalo Sabres.

Per un punto di troppo – Sullo slancio del primo titolo conquistato, Dallas s’impone per il secondo di fila in Division, senza però vincere il Titolo dei Presidenti, che va a un’altra squadra dello schieramento occidentale: i St. Louis Blues. Superati Edmonton, St. Jose e Colorado, la sfida finale è adesso contro i New Jersey Devils. I rossoneri hanno terminato la stagione con 103 punti, uno in più dei texani. Il vantaggio del fattore campo, dopo anni a favore degli Stars nei playoff, va così alla formazione di Newark. Una rete al secondo supplementare di gara-6 di Arnott regala il titolo numero due alla formazione dell’Est.

All’ultimo respiro – La finale del 2001 vede la sfida tra le due migliori formazioni di stagione regolare. I Colorado Avalanche, che con 118 punti sono risultati la squadra più vincente dell’anno, e i Devils detentori del titolo, dominatori del raggruppamento orientale con 111 lunghezze. I rossoblu conquistano di slancio il primo incontro a Denver, perdendo tuttavia il secondo. La sfida si sposta ora sull’Atlantico. Un’altra vittoria a testa riportano la serie in Colorado sul 2-2. Un successo esterno per parte e si va a gara-7, sempre al Pepsi Center di Denver. Sakic e compagni superano i Devils per 3-1 e diventano campioni per la seconda volta della loro storia.

Le ali riprendono il volo – Colorado si conferma la migliore squadra della Northwest Division anche durante il torneo 2001/02, ma il titolo di Conference va a Detroit, che con 116 punti diviene pure la migliore delle trenta in stagione. Come prevedibile, le due formazioni si affrontano nella finale a Ovest e lo spettacolo non manca. La squadra del Michigan riesce a superare i rivali solo in sette gare, giungendo a contendere la Stanley a Carolina. Gli Hurricanes, terzi a Est con 91 punti, cedono il passo in cinque gare. È il decimo trionfo per i biancorossi.

Il titolo torna a Est – Dopo due anni, la Stanley fa di nuovo capolino sulla sponda dell’Atlantico. A conquistarla sono di nuovo i New Jersey Devils, giunti così al terzo e sinora ultimo trofeo. Dopo aver tenuto testa ai Philadelphia Flyers in Division (108 punti a 107), i rossoneri superano i Bruins, gli stessi neroarancio e Ottawa. I Senators, migliore squadra della stagione 2002/03, sono domati a due minuti dalla fine di gara-7 in Canada da Jeff Friesen. Lo scontro decisivo con i Mighty Ducks of Anaheim, la formazione che ha avuto lo scalpo dei Red Wings, sconfitti in quattro secchi incontri. I californiani possono vantare 12 vittorie e 2 solo sconfitte ai playoff prima dello scontro decisivo, ma perdono in sette gare: decide Mike Rupp, al primo centro assoluto in post-season.

Un Lampo a ciel sereno –  Playoff all’insegna del totale equilibrio l’anno successivo. I Devils campioni in carica perdono il primo posto nell’Atlantic all’ultima delle 82 gare in programma. Il migliore piazzamento va così ai Flyers, che restituisce lo “sgarbo” subito dodici mesi prima. Una lunghezza che si traduce in tre posizioni nella postseason. Le tre vincitrici di Division, come al solito, occupano i primi tre posti. Si classificano subito dopo Toronto (103) e Ottawa (102), entrambe più vincenti di Philadelphia (101), ma costrette dal regolamento a contendersi una posizione nello scontro tra 4° e 5° posto. New Jersey affronta così i neroarancio e perde in cinque gare. Il titolo andrà ai Tampa Bay Lightning, migliore squadra e Est, che in sette incontri regola i sorprendenti Calgary Flames.

Dopo la sosta, l’Uragano – Il torneo 2004/05 non è disputato per la serrata che costringe la Lega a stare ferma un anno. L’anno successivo i detentori di Tampa non vanno oltre l’ottavo posto, finendo costretti a misurarsi subito con Ottawa, numero uno in Conference. Netto il successo dei Senatori canadesi, che concedono un solo match agli avversari. La vittoria finale va ai Carolina Hurricanes, che in sette gare doma gli Edmonton .

Che papera nel 2007! Gli Hurricanes vanno ben lontani dalla doppietta. Dopo aver conquistato l’unico titolo della loro storia, la formazione di Raleigh fallisce anche l’accesso ai playoff. Quattro le lunghezze dall’ultimo piazzamento utile in Conference, vale a dire i New York Islanders (92). La Stanley Cup andrà agli Anaheim Ducks. Secondi a Ovest in stagione regolare, i paperi sino a due stagioni prima legati alla Disney superano i Senators in cinque gare, dopo averne concesse appena quattro in tre serie.

I Ducks vedono le Stelle – L’anno successivo Anaheim è la terza formazione a Ovest a superare quota cento punti. In tutto quella stagione sono appena cinque  in tutta la Lega. Tuttavia, il secondo posto in Division dietro i San Jose Sharks (108 a 102) impone ai detentori la testa di serie numero 4 dietro i Minnesota Wild, 98 punti, ma con il primato nel Northwest. La serie con i Dallas Stars, appena dietro in Conference e in Division, si trasforma in una sconfitta. Quattro a due e texani avanti. Il titolo andrà ai Detroit Red Wings, che capitalizzano il Presidents’ Trophy con un successo in sei gare contro i Penguins. Ci avviciniamo così agli ultimi anni.

Revenge, frozen revenge – I Red Wings, giunti all’undicesimo sigillo, si ripresentano anche alle finali per il titolo nel 2009. L’impresa riesce anche a Pittsburgh, con un percorso simile in post-season. Primo e terzo turno agevole, secondo all’ultimo respiro: sette gare contro i Capitals di Ovechkin per i pinguini, altrettante contro i redivivi Ducks per Detroit. I Red Wings si aggiudicano entrambi i confronti in Michigan, ma le loro speranze di titolo si raffreddano alla Mellon Arena. I gialloneri vincono i primi due confronti nell’”igloo” di casa, riportando la serie in parità. Detroit sbanca l’ultima gara in Pennsylvania, i Penguins restituiscono il favore a domicilio. Si va così a gara-7. Due reti di Talbot nel secondo periodo consegnano la Coppa a Pittsburgh. A poco serve la rete nel terzo di Ericsson. Terzo trofeo in bacheca per i pinguini con stecca e pattini.

Docce “canadesi” e asce di guerra – I 47 successi della stagione 2009/10 fanno ben sperare ai tifosi di Crosby e compagni. Superati gli Ottawa Senators, i Penguins si ritrovano a confrontarsi con i Montreal Canadiens, formazione più vincente della Nhl, ma a secco dal 1993 e, soprattutto, ottava testa di serie, difesa con le unghie contro i New York Rangers. Tutto facile? Nemmeno per sogno. I rossoblu rispondono colpo su colpo ai successi dei gialloneri. Si va così a gara-7 a Pittsburgh. I tifosi della Pennsylvania saranno poi costretti ad assistere alla disfatta dei loro beniamini, sconfitti cinque a due nell’ultima gara alla Mellon Arena. Curiosamente, Montreal era stata anche la prima formazione a imporsi nello stesso stadio, nel 1967. La Coppa, invece, prende la via di Chicago. I Blackhawks riescono a portarla nella Windy City per la quarta volta della loro storia, sconfiggendo in sei gare i Philadelphia Flyers (88 punti come Montreal…).

La fine del letargo – Il dominio dei Pellerossa dura appena un anno. La stagione passata, complici alcuni infortuni, Chicago termina all’ottavo posto nella Western Conference, trovando al primo turno i Vancouver Canucks. La formazione dell’Illinois, dopo essere andata subito sotto di tre, sfiora il colpo, perdendo solo all’overtime di gara-7. Dello scorso giugno il confronto contro i Boston Bruins, risolto alla settima sfida con la vittoria 4-0 degli orsi del Massachusetts.

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