James Neal è il segreto del successo dei Penguins in questo inizio di stagione

Non c’è persona più flemmatica di Dan Bylsma sulla faccia della Terra. E ci vuole davvero un grande sforzo di fantasia per immaginarlo a sbroccare, intento a mangiarsi il cappello, come un novello Rockerduck.

Ma quello che non verrebbe bene al coach, sicuramente è riuscito perfettamente ai supporters dei Penguins nella notte tra lunedì e martedì, quando hanno visto l’eterno Jaromir Jagr infilarne due contro Toronto, mettendo a segno le prime due segnature in Nhl da tre anni a questa parte, da quando aveva lasciato la Lega a stelle e strisce per tornarsene in Europa.

Richiamato negli Usa, ha preferito Philadelphia alla sua casa naturale di Pittsburgh, quella franchigia che gli ha dato le soddisfazioni più grandi e che gli ha permesso di alzare due volte la Stanley Cup. Uno smacco incredibile per la tifoseria giallo-nera dei Pinguini, uno scotto che, come prevedibile, sarà rivissuto tutte le volte che Jagr sarà decisivo in una partita di Phila. Come appunto avvenuto lunedì.

Ma la settimana dei Pinguini, oltre ad avere riportato sul ghiaccio Malkin, assente in gran parte dei match precedenti per i postumi dell’operazione subita, ha confermato che Pittburgh è un’ottima squadra anche senza Sid the Kid, ben assemblata, con rincalzi e giovani di grandi potenzialità.

E’ stata la settimana del crollo verticale di Boston – la sconfitta di giovedì dei Campioni con Montréal porta a 6 le sconfitte su 9 disputate -, è arrivato il primo stop di Washington dopo 7 vittorie consecutive, c’è stata la progressione di Edmonton che riassapora gli antichi fasti dopo anni di anonimato.

Abbiamo visto Winnipeg abbandonare il ruolo di “cenerentola” a tambur battente e arrivare allo show down del sabato sera un punto avanti in graduatoria generale rispetto agli stessi Bruins.

Forse tutte queste entusiasmanti (o deludenti, a seconda dei punti di vista) novità hanno un po’ messo in secondo piano un dato incontrovertibile: quest’anno Pittsburgh ha una squadra che se la gioca con tutti e a viso aperto. Pure senza le sue stelle.

Le 5 vittorie di seguito – con Minnesota, Montréal, New Jersey e due volte con gli Islanders – hanno solo confermato cosa può dare a questa squadra James Neal. Il 24enne ex Stars dà l’idea di non volersi fermare: sono 9 le marcature finora segnate che, se sommate agli assist portano il punteggio personale dell’Ala di Withby a quota 10.

Gli stessi goal del coetaneo Phil Kessel, che a Toronto sta facendo visibilie. E, anche un po’ inaspettatamente, il match di sabato tra le due squadre è stata anche la “partita nella partita” dei due giovani che più hanno impressionato in questo avvio stagione.

Tutto questo preambolo per giungere alla conclusione che l’injury report micidiale di questo inizio stagione, che avrebbe messo al tappeto chiunque, potrebbe avere invece rinforzato la fiducia in se stesso del gruppo agli ordini di Bylsma.

Sicuramente quando il team tornerà a pieno organico avrà un Neal in più, Staal e Kunitz che sono ancora una volta delle garanzie, Orpik di nuovo in campo a presidiare la difesa. E un Malkin finalmente ritrovato con continuità dopo che è tornato a saggiare il net, regalando la vittoria agli SO contro New York.

Certo, la lista degli infortunati è ancora lunga, con Tyler Kennedy che ha tutti i sintomi della commozione cerebrale, con cause tuttora ignote. In attesa di appurare se a questo punto il colpo alla testa lo ha rimediato cadendo dal letto o altro, Washington da parte sua non può certo dormire sonni sereni.

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