Henrik Sedin, capitano dei Canucks

Altra carrellata di stelle nella Nhl, si vola verso la Northwest division, casa di Canucks, Avalanche, Flames, Wild e Oilers.

Vancouver Canucks
(2009/10 103 pts 49 W 28 L 5 Ot eliminate dai Blackhawks 4 a 2 semifinale conference)

Acquisti: F Raffi Torres (Buffalo), D Dan Hamhuis (Nashville, Philadelphia, Pittsburgh), F Manny Malholtra (San Jose), D Keith Ballard (Florida), F Jeff Tambellini (NY Islanders), D Ryan Parent (Nashville)
Cessioni: D Willie Mitchell (Los Angeles), F Pavol Demitra, G Andrew Raycroft (Dallas), D Brad Lukowich (Dallas), F Michael Grabner (Florida), F Steve Bernier (Florida), F Matt Pettinger , Kyle Wellwood (Free Agent), F Ryan Johnson (Free Agent), D Shane O’Brien (Nashville),

Non bastano due stagioni a quota 100 per regalare soddisfazioni nei playoff. Neanche la magica cavalcata di Henrik Sedin verso l’Art Ross e Hart Trophy con 112 punti è servita per sollevare la coppa. Vancouver e tutto l’amore verso i Canucks riversa la speranza che la porta della finale venga abbattuta quest’anno dopo tanti passi verso la meta.

Hanno uno dei più forti portieri del campionato, Roberto Luongo (ormai Santo protettore della gabbia canadese), hanno rattoppato la difesa con Hamuis e Ballard dando profondità e talento alle proprie linee, si è aggiunto Manny Malhotra all’attacco, si spera nella crescita di Cody Hodgson interessante prospetto dei Canucks. L’ambizione resta alta pur vedendo che le avventure di Vancouver nella postseason non sono mai andate oltre la semifinale di conference in queste ultime stagioni che li hanno visti dominare la division. Si può pensare ad una sfida con Chicago per la finalissima ma i blackout canadesi insistono che sia meglio un passo alla volta

Colorado Avalanche
(2009/10 95 pts 43 W 30 L 9 Ot eliminati dagli Sharks 4 a 2 primo turno )

Acquisti: D David Liffiton (Columbus), F Daniel Winnik (Phoenix)
Cessioni: D Ruslan Salei (Detroit), D Tom Preissing , F Darcy Tucker (Ritirato), F Marek Svatos (Free Agent), F Stephane Yelle (Free Agent)

Siamo davanti alla rivelazione della scorsa stagione, insieme a Phoenix,grazie ad un gruppo di giovani talenti che hanno incantato la National Hockey League. Matt Duchene terza scelta assoluta del draft 2009 ha dimostrato di essere una stellina emergente, 55 punti siglati da un diciannovenne sono un bel biglietto da visita tra i professionisti.

Il gruppetto dei baldi giovanotti si completa con O’Reilly, Yip Jones e Galiardi svezzati dall’esperto Adam Foote erede della “C”da parte di Joe Sakic e il sempreverde Milan Hejduk, senza dimenticare Paul Stastny altra pedina fondamentale al centro. Il tutto tenendo conto di chi salva i tiri avversari, quel Craig Anderson regalato a Denver solo un anno fa e autore di una stagione da incorniciare. I playoff sono assolutamente alla portata di Colorado, qualsiasi tassello in più rispetto a dodici mesi fa sarà un sogno.

Calgary Flames
(2009/10 90 pts 40 W 32 L 10 Ot 10° posto, fuori dai playoff)

Acquisti: F Alex Tanguay (Tampa Bay), F Olli Jokinen (NY Rangers), F Raitis Ivanans (Los Angeles)
Cessioni: Nigel Dawes (Atlanta), Christopher Higgins (Florida), Eric Nystrom (Minnesota), Jason Jaffray (Anaheim), F Jamal Mayers (San Jose), G Vesa Toskala (Free Agent), F Brian McGrattan (Free Agent), D Andy Delmore (Free Agent)

Altra incompiuta delle ultime stagioni sono i Flames, dopo quattro annate dove l’eliminazione al primo turno dei playoff era una consacrazione del fallimento quest’anno si è direttamente deciso di non disputare la postseason e spegnere ancora una volta i sogni dell’eroe locale Jarome Iginla, il recordman di franchigia, e di Miikka Kiprusoff, altra stella di Calgary con la bocca asciutta nonostante la sua classe.

Per migliorare le statistiche del 2010 si è puntato sul ritorno di Olli Jokinen dopo la sua nefasta parentesi con i Rangers e di Alex Tanguay di nuovo al Pengrowth Saddledome in Alberta dopo la le annate con Canadiens e Lightning. La cattiva gestione del salary cup si aggiunge al problema di non aver mai trovato una valida alternativa a capitan Iginla sempre troppo solo nel salvare una nave che ha iniziato ad affondare già da parecchio. Non si può parlare di playoff in una squadra che per rinnovare punta su esperimenti (forse) già sulla via del fallimento come Jokinen senza una prima linea ben definita e senza ambizioni verso il futuro, il che è un peccato visto che si sprecano i due talenti che parano e segnano senza soddisfazioni.

Minnesota Wild
(2009/10 84 pts 38 W 36 L 8 Ot 13° posto, fuori dai playoff)

Acquisti: F John Madden (Chicago), F Eric Nystrom (Calgary), F Matt Cullen (Ottawa), F Brad Staubitz (San Jose), Jose Theodore (Capitals)
Cessioni: Derek Boogaard (NY Rangers), F Andrew Ebbett (Phoenix), F Andy Hilbert (NY Islanders), F Owen Nolan (Free Agent)

Per l’allenatore Richards non sarà facile iniziare una corsa senza avere i cavalli. I Wild si presentano ai nastri di partenza con le novità Madden e Theodore, col portiere che farà riposare Backstrom ogni tanto e che non avrà il posto da titolare. Le uniche note decenti del roster dei Wild sono Koivu e Cullen, se non altro per l’impegno che ci stanno mettendo per regalare qualche figuraccia in meno in una stagione che si presenta come la peggiore salita da fare.

Nicklas Backstrom quest’anno sarà impegnato nel dare il meglio di se per regalare alle statistiche la percentuale dell’1% alle possibilità che essere nei Wild può significare giocare i playoff. Martin Havlat può rappresentare la risposta alla postseason ma ancora nessuno a Minnesota ha fatto la domanda del perché si è investito sull’ex Blackhawks, si andrà avanti verso nuovi orizzonti, si, ma quali?

Edmonton Oilers
(2009/10 62 pts 27 W 47 8 Ot 15° posto, fuori dai playoff)

Acquisti: F Taylor Hall (draft), F Jordan Eberle (AHL), F Magnus Paajarvi-Svensson (AHL), D Shawn Belle (Montreal), D Kurtis Foster (Tampa Bay), D Jim Vandermeer (Phoenix), F Colin Fraser (Chicago),
Cessioni : F Ethan Moreau (Columbus), F Patrick O’Sullivan (Phoenix, Carolina), F Mike Comrie (Pittsburgh), F Fernando Pisani (Chicago), Ryan Potulny (Chicago), Robert Nilsson

Quando una squadra vince 27 gare su 82 non esistono aggettivi per definire la sua stagione. Quando quella squadra è la stessa che con sua maestà Gretzky ha dominato la Nhl ormai trent’anni fa si ha l’idea della frase “è finito un ciclo” o “il ciclo non è mai iniziato a Edmonton”.

La magia della mentalità negli sport americani si vede con gli Oilers, oltre che con tutte le ultime squadre degli Usa. Il discorso “Abbiamo fatto pena quest’anno? Bene, magari la prima scelta è nostra” si ripropone cosi ad una tifoseria che dovrebbe essere vicina alla depressione e si ritrova a coccolare la prima scelta Taylor Hall, uno che nelle leghe minori ha messo a referto 196 punti nelle ultime due stagioni, il che non significa di essere di fronte al nuovo Crosby ma di avere una speranza in più per il futuro, con Eberle e Brule che si uniscono alla voce “giovani promesse.

Whitney e Hemsky sono ancora in grado di trascinare una squadra, con Khabibulin che rimanda la pensione ad altri anni, senza contare che esiste sempre Sheldon Souray. La prospettiva di migliorare c’è, anche perché far peggio dell’ultima stagione sarebbe assurdo, i playoff sono ancora una chimera, ma nella Nhl non si sa mai.

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