ATLANTA FALCONS

Kirk Cousins potrebbe essere scambiato proprio in sede di Draft.

Passare dalla partecipazione al Super Bowl a registrare sette stagioni consecutive con un record perdente è un percorso assai breve, come dimostra la storia recente degli Atlanta Falcons. La franchigia, governata al timone manageriale da un Terry Fontenot che si appresta a gestire il quinto Draft della sua esperienza in Georgia, ha costruito un attacco solido e produttivo aggiungendo un pezzo alla volta, con pazienza e abilità nello scovare i giocatori giusti, ma convive con il latente problema difensivo, mai veramente risolto, trascinando avanti nel tempo delle carenze troppo evidenti per poter essere sottovalutate.

Il sesto miglior reparto offensivo di lega per yard accumulate non è stato corrisposto da una difesa solo ventitreesima per produzione totale, complice il completo vuoto nello specifico settore della pressione, demerito della noncuranza nel ruolo di edge rusher. Tante sono state le decisioni azzeccate nel creare un attacco efficiente e spettacolare, altrettante sono state quelle che hanno minato lo sviluppo difensivo, affondando i Falcons in un baratro che li ha visti sprofondare al penultimo posto Nfl per sack – solamente 31 – alimentando negativamente uno storico che racconta di statistiche non competitive, a causa dei soli 298 sack raccolti nell’ultima decade, e i 606 degli ultimi vent’anni. Per rimpiazzare Matt Judon, ottenuto dai Patriots per un terzo giro in uno scambio del tutto fallimentare, Atlanta ha firmato Leonard Floyd, che non ha certo giocato in maniera tale da aumentare significativamente il rendimento di un intero reparto, individuando quindi la prima necessità di squadra in ordine d’importanza.

Essendoci parecchio da spolpare nella classe attuale di defensive end/edge rusher, non dovrebbe quindi essere un problema trovare una soluzione alla posizione numero 15, a maggior ragione pensando che, a meno di trade down per ri-accumulo di pick, la franchigia non dispone del già citato terzo giro e nemmeno del quinto e sesto, dovendo dunque capitalizzare al massimo le sole cinque munizioni a disposizione. Certo, a meno che non si tenti la trade per Kirk Cousins sperando di ricavarne qualche giro basso da aggiungere all’armamentario, evento che potrebbe accadere prima o in pieno svolgimento di Draft, o addirittura risolversi in un nulla di fatto. Fontenot aveva già provato a porre rimedio alle lacune, chiamando Bralen Trice con il terzo giro dello scorso anno, salvo vederlo saltare la stagione per la rottura del crociato anteriore, trovandosi con un pacchetto di linea assai limitato nelle opzioni, ulteriormente rimaneggiato dalla rinuncia ai servizi di Grady Jarrett, veterano di lunga militanza georgiana.

Potrebbe essere Jalon Walker, peraltro proveniente da Georgia, la cura a questi malanni difensivi? Due le considerazioni da fare: la prima riguarda l’effettiva potenziale disponibilità di un prospetto che potrebbe interessare da vicino anche i rivali divisionali Panthers (che chiamano prima…) mentre la seconda concerne la somma di caratteristiche di un ragazzo che ha giocato in varie posizioni, passando dalla linea alle secondarie, offrendosi quale coltellino svizzero di grande utilità. Le misure, 6’1 per 243 libbre, suggerirebbero più una struttura da linebacker, ingolosendo diversi potenziali acquirenti e allontanandone magari altri, quel che è certo riguarda la natura ibrida del prospetto, che ben si adatterebbe all’idea difensiva del coordinator Jeff Ulbrich, che proprio sulla duttilità vorrebbe gettare i pilastri dei nuovi Falcons. Un altro ragazzo molto interessante è Shemar Stewart, fisicamente costruito in tutt’altra maniera, il quale si propone come edge più puro, e considerazione potrebbe trovarla pure Mike Green, chiacchierato end proveniente da Marshall, ivi trasferitosi da Virginia dopo alcune accuse non esattamente simpatiche ricevute fuori dal campo, ma in possesso, secondo gli scout, di un talento intrigante. Per trovare libero uno dei due ragazzi appena citati, potrebbe anche bastare scendere di qualche pick.

Sempre in ottica trade down, Landon Jackson, James Pearce Jr. e Donovan Ezeiruaku potrebbero rientrare nel discorso, anche se parrebbe realistico trovare almeno uno dei tre al secondo turno di chiamata dei Falcons, il numero 46. Non c’è infatti possibilità che Atlanta ignori la posizione nei primi due giri, inserendo la variabile cornerback per il primo giorno di attività, dato che lo spot di safety pare stabilizzato dopo la firma di Jordan Fuller, lasciando cadere le possibilità che Nick Emmanwori o Malaki Starks vengano presi in considerazione. Qualora Jahdae Barron scendesse inspiegabilmente ci sarebbe poco spazio per le riflessioni fruendo dell’occasione per prendersi l’outside corner del futuro, ma è più probabile che Fontenot debba prendere una decisione qualora fosse disponibile Will Johnson, considerato in alto per la capacità di lettura dei quarterback, e l’estrema fluidità nei movimenti. Shavon Revel, East Carolina, Trey Amos di Ole Miss e Maxwell Hairston di Kentucky restano in lizza per una chiamata al secondo round.

La linea offensiva non è una grossa urgenza, ma merita una riflessione accurata, se non altro per l’alto tasso di usura del veterano Jake Matthews, che si appresta a fornire il dodicesimo anno di servizio, e la voglia stuzzicante di mettere competizione a Kaleb McGary, attuale titolare dello spot di tackle destro. A meno di sorprese, la posizione verrà valutata alla pick 118, quando si potrebbe reperire un prospetto come Logan Brown, tackle di Kansas, o il pari-ruolo Chase Lundt, che a UConn si è fatto parecchia esperienza a destra giocando uno schema a zona, proteggendo più che adeguatamente il quarterback. Un piccolo punto di domanda resta per il ruolo di tight end, nel quale Kyle Pitts sta iniziando l’ultimo anno di contratto dopo aver mostrato saltuariamente un alto potenziale, ma le urgenze sembrano essere altre, e Atlanta potrebbe intanto accontentarsi di rimpinzare un roster che dietro lui possiede ben poco.

CAROLINA PANTHERS

I Panthers sperano di tornare a esultare con costanza, dopo anni di oblio.

La prossima tornata di selezioni sarà particolarmente importante per i Panthers, invischiati da anni in un fango dal quale pare terribilmente difficile uscire, corredato da risultati di squadra assai deludenti. Sono otto gli anni trascorsi dall’ultima apparizione ai playoff, sette gli allenatori – compresi gli interim – avvicendatisi alla guida della sideline, e ricostruire velocemente è stato assai difficoltoso, in particolare per tutte le conseguenze allacciate alla trade up che, nel 2023, Carolina aveva effettuato con i Bears per accaparrarsi il quarterback delle nuove frontiere, Bryce Young. Il primo anno è stato a dir poco terribile, si è persino pensato di aver completamente sbagliato l’uomo a cui affidare l’attacco, con la beffa di poter scegliere non prima della fine del primo giro, lasciando la nuova first overall pick a Chicago. Fortunatamente per la sua carriera, Young ha beneficiato della retrocessione in panchina a favore di Andy Dalton, e al rientro ha lasciato segni di progresso tangibili, gli stessi che i Panthers sperano proseguano in un prossimo campionato dove si punta a migliorare di netto le cinque vittorie del 2024.

L’attacco ha genericamente mostrato passi in avanti sotto le direttive di Dave Canales, l’anno scorso esordiente nella veste di capo allenatore, tant’è che i Panthers hanno tenuto sotto scacco i Chiefs fino agli ultimi secondi, perso contro Tampa al supplementare, e quasi sconfitto gli Eagles, non fosse stato per un drop nell’ultimo minuto di quella gara. Il punto dolente riguarda la difesa, pessima sotto tutti i settori statistici rilevanti, in particolare i 534 punti concessi e un inesistente opposizione alle corse, fattori che permettono di focalizzare agilmente le principali esigenze del Draft che Dan Morgan, ex-linebacker di casa, andrà a condurre. Detentori dell’ottava chiamata assoluta, i Panthers sono stati frequentemente abbinati a Jalon Walker, intrigante prospetto da Georgia, un giocatore molto interessante per le difese ibride, ma che da end puro non figura in cima alla lista dei desideri, non toccando le 250 libbre di peso. Negli ultimi giorni i vari mock si sono spostati sul compagno di squadra Mykel Williams, il quale non ha una produzione scintillante a curriculum, ma possiede tratti fisici e velocità che stanno facendo salivare parecchi general manager, desiderosi di un potenziale outside linebacker coi fiocchi.

Mason Graham, Michigan, andrebbe invece a riempire spazi importanti nel ruolo di defensive tackle, coprendo una necessità non altrettanto impellente ma andando sul puro talento; il problema è semmai l’alta stima di cui gode il giocatore, che potrebbe farlo sparire ben prima del turno dei Panthers. Un altro settore difensivo oggetto di attenzione è il reparto safety, che Morgan sta rifacendo daccapo partendo dalla firma di Travis Moehrig, più adatto a giocare nel box, lasciando scoperta la necessità di schierare un defensive back in grado di coprire ampie porzioni di campo. Dato che nessun safety vale una posizione così alta, viene naturale abbinare la chiamata al secondo giro, nel quale potrebbe essere disponibile Xavier Watts, che a Notre Dame occupava uno spot ibrido tra safety e linebacker, intercettando 13 palloni nelle ultime due stagioni collegiali. Un’alternativa potrebbe essere Billy Bowman Jr., Oklahoma, i cui tre intercetti riportati in meta nel 2024 evidenziano qualità da playmaker; per i due migliori prospetti, Starks ed Emmanwuori, si resta al primo giro, ma in quel caso solo per mezzo di una trade down, o un rientro nel tardo primo giro sacrificando il secondo round.

Un’incognita particolarmente stuzzicante riguarda la posizione di wide receiver, già curata l’anno passato con Xavier Leggette, ma bisognosa di ulteriore talento e gioventù in considerazione delle 34 primavere di Adam Thielen. Varrebbe dunque la pena di non lasciarsi scappare Teteiroa McMillan? Le versioni degli esperti sono discordanti, in particolare dopo che il ragazzo si è lasciato sfuggire pubblicamente l’avversione allo studio dei filmati, ma fisico e naturalità per giocare la posizione sembrano essere da top ten. Non resta che interpretare i messaggi lasciati da Canales ai media, nei quali sosteneva che sicuramente arriverà un giocatore offensivo in grado di fare la differenza, lasciando intendere di valutare considerevolmente il dinamismo del prospetto, una caratteristica che Tet, a volte in difficoltà nello staccarsi dal marcatore, non possiede, per quanto prenda tutto ciò che gli si recapiti nelle vicinanze. Guardando a ragazzi più scattanti emerge il nome di Luther Burden III, spesso paragonato a Deebo Samuel per duttilità e fisico, probabilmente ma non certamente reperibile al secondo round, così come Emeka Egbuka, il quale difficilmente passerà le prime 32 chiamate.

Nei giri più bassi potrebbe trovare considerazione anche la posizione di tight end, per la quale Morgan effettuerà consone valutazioni per Elijah Arroyo, Miami, e Mason Taylor, LSU, e di certo si penserà a rinforzare il pacchetto di cornerback e la rotazione dei defensive tackle, in virtù della doppia chiamata al terzo round e dei tre quinti giri di cui la squadra dispone.

NEW ORLEANS SAINTS

Qualche nuvola si è assestata sul futuro di Derek Carr a New Orleans, dopo le ultime notizie.

I Saints sono la squadra più discussa del momento, in quanto la notizia del protrarsi del recupero di Derek Carr dall’infortunio alla spalla ha sconvolto le previsioni sulle reali necessità di New Orleans. La squadra della Louisiana era partita forte, vincendo di netto le prime due gare prima di vedere le prospettive calare con il passare delle settimane, in particolare dopo aver messo assieme una striscia negativa di ben sette sconfitte, che aveva pressoché determinato l’andamento generale di un campionato terminato a quota 5-12. Diversi gli spazi che potrebbero presto essere riempiti con un’infornata di nuovi giovani, al di là della posizione in regia: ci sono lacune offensive per quanto riguarda la parte destra della linea, mancanza di ricevitori capaci di restare in salute, preoccupazioni per l’età incalzante di Alvin Kamara, una rotazione precaria di defensive back, e si sa, trovare elementi difensivi d’impatto immediato può sempre sconvolgere i piani.

La prima considerazione va al ruolo più importante della questione. Alcuni insider ritengono che la pubblicità emersa sulla possibile operazione chirurgica a carico di Carr, che ne metterebbe in pericolo il 2025, sia un’astuta mossa giocata dal quarterback stesso nei confronti della franchigia, per capire quali direzioni stanno prendendo i Saints da quel punto di vista, ben sapendo che prima o poi un sostituto arriverà. Carr era stato titolare in tutte e cinque le vittorie registrate l’anno passato, in un attacco che ha vissuto un netto calo di rendimento soprattutto in fase aerea a seguito del subentro di Spencer Rattler, il quale ha terminato la regular season con un bilancio di 0-6, 4 passaggi da touchdown e 5 intercetti, pur con la condizionale di essere stato gettato nella mischia presto, e privo di tanti compagni importanti infortunati. La maggior parte dei mock, prima dei singoli pro day, aveva frequentemente abbinato il nome di Will Johnson alla nona posizione assoluta, pensando alla perdita di Paulson Adebo e analizzando le possibilità di trasformazione dell’ex-Michigan in uno shutdown corner fatto e finito anche a livello professionistico, portando a New Orleans statura, agilità, e una produzione collegiale nientemeno che eccellente.

Ora il discorso potrebbe cambiare, in base o meno al fatto se Carr stia dicendo o meno la verità, magari cercando di forzare una trade che, a quel punto, porrebbe la regia quale primissima necessità da ricoprire. E, dato che Shedeur Sanders pare stia scendendo di considerazione, potrebbe essere lui l’uomo giusto da abbinare? O si tratta della solita gettata di fumo per non far intuire agli altri i propri programmi? Nel caso i Saints decidano di mettere mano prima alla difesa, il secondo round potrebbe comunque proporre delle soluzioni interessanti per l’attacco, nel caso Sanders, ottimo distributore di palloni con doti atletiche sotto la media, fosse già stato prelevato dalla concorrenza, che nel ruolo è ogni anno più disperata. Jaxson Dart è la prima, anche se farà gola a tante squadre che scelgono precedentemente, vista la capacità naturale di leggere le tracce e creare il big play anche in profondità, un aspetto che, schierando Chris Olave e Rasheed Shaheed, farebbe collegare con naturalezza i puntini; c’è discreto interesse anche per Tyler Shough, Louisville, che probabilmente tra tutti i colleghi di posizione è quello più pronto per giocare in Nfl, un lanciatore pulito, ordinato, intelligente, i cui dubbi insistono solamente sulla cronistoria infortunistica. Chiunque dovesse arrivare, beneficerà comunque della presenza di Kellen Moore, alla prima esperienza da capo allenatore, che da coordinator ha sempre creato attacchi produttivi.

A proposito di infortuni, le commozioni cerebrali ripetute di Olave e la rottura del menisco di Shaheed rendono il Draft di Loomis ancora più incerto. Teteiroa McMillan potrebbe quindi essere in gioco per la nona posizione assoluta, se non altro per le caratteristiche fisiche (6’4 per 219 libbre) che ne farebbero un complemento naturale per il resto della batteria, che al momento non ha un wide receiver strutturato fisicamente per recarsi nel mezzo e assorbire colpi proibitivi, oltre al fatto che la sua potenziale produzione potrebbe aumentare non poco la pericolosità di un attacco che ha grosse potenzialità per risollevarsi. L’urgenza con cui si provvederà invece alla linea offensiva è direttamente proporzionale alla preoccupazione per il rendimento di Trevor Penning, considerato il punto debole del fronte a cinque, tant’è che se ne discuteva lo spostamento a guardia. Pare improbabile che il general manager Mickey Loomis faccia pazzie troppo presto – a meno che l’eventuale presenza di Armand Membou, Missouri, possa far tremare le gambe a qualcuno – pertanto è possibile che siano il terzo o quarto giro i luoghi ideali per inserire la giusta competizione nello spot di right tackle. Tale territorio potrebbe rivelarsi ideale per dare la caccia a prospetti da sviluppare come Cameron Williams, che a Texas ha giocato in maniera molto robusta, con agilità e potenza mischiati assieme coerentemente, nonché con un bisogno di rifinirsi tecnicamente che a New Orleans farebbe parecchio comodo. I giri più bassi potrebbero portare a rifornimenti in pass rush, come pure un running back agile e scattante, adatto per situazioni di distanza particolari o semplicemente per un cambio di ritmo, come potrebbe divenire Devin Neal, Kansas, adatto a ricevere e non troppo possente per caricarsi il maggior numero di portate.

TAMPA BAY BUCCANEERS

I Bucs potrebbero cercare il sostituto della colonna Lavonte David molto presto.

I Bucs hanno mantenuto un discreto ritmo di marcia dopo la fine dell’era Brady-Arians, mantenendo aperta una striscia di cinque partecipazioni consecutive ai playoff. La gestione, poi trasmessa nelle mani di Todd Bowles, è stata soggetta a diverse osservazioni critiche, ma ha vissuto di piccoli progressi annui che hanno portato Tampa a essere una squadra da 10 vittorie nel 2024, grazie a un reparto offensivo profondamente migliorato per innegabile merito del contributo di Baker Mayfield, conducendo a un’amarissima uscita alla Wild Card contro Washington, con il famoso calcio che Zane Gonzalez spedì dapprima sul palo, e poi all’interno dell’area valevole i tre punti decisivi della contesa. Di fatto, l’unica squadra della Nfc a presenziare così tanto ai playoff negli ultimi cinque anni, è proprio Tampa Bay.

Bowles e il general manager Jason Licht si presentano ai nuovi nastri di partenza dovendo sistemare soprattutto esigenze difensive, dato che sono aumentati i punti al passivo e diverse posizioni sono rimaste con la coperta troppo corta, sia per infortuni, sia per contratti non rinnovati. L’head coach ha fatto intendere di non avere un’idea troppo chiara circa l’utilizzo della pick numero 19, dal momento che, per sua stessa ammissione, molto dipenderà dai giocatori disponibili in quel momento, senza necessariamente escludere di poter aggiungere un importante pezzo offensivo rimandando ai giorni successivi la sistemazione della profondità difensiva. Discorsi che, come sempre, possono significare tutto e niente; quel che è certo riguarda la necessità di inserire un giovane inside linebacker che possa prendere le future redini di Lavonte David, il quale non ha certo calato il rendimento ma ha pur sempre 35 anni, così come si valuterà l’aumento delle soluzioni a disposizione per le secondarie e, come per tante altre squadre, si vedrà di migliorare la pass rush esterna, al di là delle firma di Haason Redick.

Valutando l’urgenza, dunque, verrebbe da ipotizzare un primo round impostato sulla difesa, nello specifico ruolo di linebacker, dato che edge e corner presentano un’ampia vastità di ragazzi di talento che potrebbero essere presi nei giri successivi. L’abbinamento più naturale, nonché quello più gettonato dai media, conduce dritto ad Alabama, dove Jihaad Campbell ha innalzato il suo valore in ottica professionistica in qualità di atleta superiore alla norma, capace di chiudere gli angoli alla svelta, buona istintività, e fiuto per trovare il portatore di palla. Ragazzo molto versatile, che sta ancora imparando come blitzare efficacemente, potrebbe farsi una preziosa esperienza dietro a una colonna come David, affinando i tecnicismi fino a svilupparsi in un giocatore di qualità simili al leggendario veterano di Tampa. Le variabili sono fornite dalla possibile presenza di un edge rusher di qualità, e torniamo a scrivere i nomi di Mike Green, Marshall, James Pearce Jr., Tennessee, e Donovan Ezeiruaku, Boston College, tutti papabili per una chiamata nella parte medio-bassa del primo giorno, a meno che Licht non scovi qualche talento dormiente più tardi, come peraltro è già riuscito a fare in passato. In tale caso, bene annotarsi i nomi di Oluwafemi Oladejo, Ucla, atleta molto versatile ed esplosivo nel primo passo, potenzialmente utile per l’enfasi schematica che Bowles ripone nello specifico ruolo, oppure quello di David Walker, Central Arkansas, sotto dimensionato ma capace di generare giocate, e di adeguarsi a una posizione specialistica.

Se davvero i Bucs volessero eseguire valutazioni offensive, migliorando ulteriormente un reparto già ottimo, la numero 19 potrebbe essere una posizione corretta per categorizzare il valore di Matthew Golden, Texas, che aggiungerebbe un’altra dimensione a uno schieramento comprende Evans (31 anni), Godwin e McMillan. A istinto, tuttavia, le urgenze di Tampa sono differenti, per quanto un’eventuale scelta per l’attacco condurrebbe alla potenziale valutazione successiva di difensori come Demetrius Knight Jr., South Carolina, linebacker interno che ha molta esperienza da capitano della difesa ed è consistente nei blitz, pertanto il pensiero è che il primo giro di Licht sarà effettivamente un lancio di monetina tra linebacker e edge rusher, a meno che non venga voglia di tentare la sorte su Emmanwuori o Starks, nel caso uno dei due fosse sorprendentemente disponibile, aggiungendo playmaking al ruolo di safety, altro bisogno da coprire per la difesa vista la poca efficacia della reunion con Jordan Whitehead.

C’è infine da attendersi una, forse due, selezioni di cornerback per round di mezzo, pensando alla filosofia non scritta del football, la quale sostiene che non c’è mai un numero sufficiente di buoni defensive back, in particolare oggi, dove le retrovie utilizzano più uomini che in passato. Il terzo round potrebbe essere territorio di caccia per Nohl Williams, California, che con 16 passaggi difesi si è classificato primo in tutta la Acc aggiungedovi pure 7 intercetti; il quinto invece potrebbe offrire Zy Alexander, bell’atleta da Lsu, di buona statura e capacità in marcatura, e Zah Frazier, Utsa, in possesso di una buonissima combinazione tra velocità, altezza e tempismo. Un’altra possibilità è rappresentata da Darien Porter, Iowa State, ex-ricevitore che ha meno esperienza dei colleghi in difesa ma possiede un fisico intrigante, e potrebbe rappresentare una scommessa per i round nel mezzo.

 

 

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