Dopo una sola settimana, la situazione s’è già fatta tristerella.
Per restare aggiornato sulla free agency e – provare a – non perdere nemmeno un colpo, ogni tre o quattro ore apro il buon vecchio Rotoworld (ora NBC Sports Edge) e ingerisco quante più player news possibili: capisci che il divertimento stia per finire quando dopo un’intera notte di sonno hai da recuperare solamente due aggiornamenti.
Notti da due firme riguardanti giocatori “di profondità”, non credo servano particolari capacità astrattive per constatare il netto rallentamento della free agency, quindi non so quanto potrò andare avanti con gli aggiornamenti settimanali.
Finché ci saranno almeno un paio di colpi degni di nota, potete stare tranquilli che il giovedì mattina troverete qualcosa pronto.
Vediamo un po’.


L’assurdo caso – e carriera – di Brandin Cooks

Presentarvi Brandin Cooks come caso particolare sarebbe un miope eufemismo.
Dal 2014, anno in cui è approdato in NFL venendo scelto al primo round del draft dai New Orleans Saints, tutto ciò che Cooks ha saputo fare è stato produrre. Sei stagioni su nove oltre le mille yard, innumerevoli big play e mai una parola fuori posto, mai al centro di scandali, mai lontanamente una distrazione per la squadra di turno.

Eppure, dopo essere stato ceduto ai Dallas Cowboys domenica, Cooks ha raggiunto Eric Dickerson in cima alla difficilmente decifrabile graduatoria per maggior numero di trade nelle quali lo stesso giocatore sia stato coinvolto, quattro: non ha nemmeno trent’anni.
Quella dei Dallas Cowboys sarà la quinta casacca diversa da lui indossata. Mi pare doveroso precisare che sia stato in grado di spremere una stagione in quadrupla cifra ai Saints, ai Patriots, ai Rams e naturalmente ai Texans: ovunque lo metterai, lui produrrà.
Nella storia della NFL, solamente Brandon Marshall è stato in grado di fare altrettanto: ciò nonostante Cooks non è mai stato selezionato per il Pro Bowl.

I Dallas Cowboys si sono assicurati un professionista vero, uno dei giocatori più costanti e produttivi – e al contempo meno celebrati – della lega, un ricevitore adeguatamente complementare a CeeDee Lamb, insomma, proprio quello di cui avevano bisogno – soprattutto ora che Dalton Schultz non c’è più.
Durante i playoff abbiamo avuto modo di tastare quanto la dipendenza di Lamb abbia rallentato un attacco potenzialmente incontenibile che però è stato pesantemente limitato dall’ostinazione di Prescott a cercare quasi esclusivamente un solo giocatore: con Cooks la situazione dovrebbe cambiare piuttosto rapidamente.
Non posso che augurargli il meglio, oltre che l’ennesima stagione oltre quota mille yard.


I nuovi Texans stanno cominciando ad assumere una forma

L’approdo del figliol prodigo DeMeco Ryans in panchina ha ufficiosamente dato il via a un necessario nuovo corso per gli Houston Texans, a questo punto costretti a tornare rilevanti.
La combo allenatore e (potenziale) franchise quarterback li pone davanti a un bivio: dopo anni di insopportabile inerzia causata da Deshaun Watson, Houston ha il dovere morale di riabbracciare perlomeno la decenza, o se preferite, semplicemente andare oltre 11 vittorie totali in tre lunghi anni.

Con margine di manovra pressoché infinito, Houston si è assicurata un paio di giocatori interessanti a prezzi da discount tramite ben assestati contratti da un anno che, intuitivamente, obbligheranno chicchessia giocatore a dare il meglio nella speranza di vincere un ben più lauto contratto pluriennale – in Texas o altrove.
Negli ultimi giorni hanno cominciato ad apparecchiare la tavola per il nuovo quarterback aggiungendo Devin Singletary e Dalton Schultz – contratto annuale per entrambi -, tutto ciò dopo aver rinnovato il pilastro Laremy Tunsil con un commovente triennale da 75 milioni di cui 50 totalmente garantiti: mi sembra doveroso mettervi al corrente che nemmeno lui si serva di un agente.
Per favore Laremy, fai qualche seminario sulla nobile arte della negoziazione contrattuale, conosco persone a cui tornerebbe veramente comodo.

C’è ancora bisogno di lavoro, la linea d’attacco resta fragile, il parco ricevitori non straripa di talento e sulla difesa stendo un velo pietoso, ma in linea di massima approvo la loro strategia.
In un anno in cui il mercato non offriva chissà che cosa, molto saggiamente il front office ha optato per non ingolfare il salary cap erogando contratti a caso a giocatori non particolarmente meritevoli: è chiaro che seguendo questa strategia costruire qualcosa che duri nel tempo sia molto difficile, quindi la mia speranza è che, in caso di campionati brillanti, il tirocinio dei vari Singletary e Schultz termini con una più che meritata assunzione a tempo indeterminato.
O quasi.


Firme deludenti

Vi fermo immediatamente. Per “firme deludenti” si intendono gli autografi dei vari giocatori su contratti che non rispecchiano in alcun modo il loro valore sul campo.
Tutti gli individui che sto per elencarvi avrebbero, a mio avviso, meritato contratti ben più onerosi.

  • Chauncey Gardner-Johnson ai Detroit Lions (annuale da 8 milioni di cui 6.5 garantiti). Ero convinto che CGJ avesse fatto vedere abbastanza per meritare il contratto della vita, non ce ne sono tanti di giocatori capaci di intercettare almeno un passaggio in cinque partite consecutive – sei in cinque uscite -, ma è lapalissiano che le offerte finora ricevute non fossero di suo gradimento e che sia convinto di poter vincere il contratto della vita la prossima primavera. Se resta in salute – dieci partite perse nelle ultime due stagioni – non avrà problemi a trovare qualcuno capace di esaudire il suo ben motivato desiderio.
  • Isaac Seumalo ai Pittsburgh Steelers (triennale da 24 milioni). Altro giro, altro Eagles. Pure in questo caso gli infortuni hanno giocato un ruolo determinante in quanto fra 2020 e 2021 è sceso in campo solamente in 12 occasioni, ma lasciatemi dire che 8 milioni l’anno per un giocatore esperto e affidabile come lui rappresentano un vero e proprio furto con scasso degli Steelers che hanno messo a segno un colpo pazzesco.

  • Mike Edwards ai Kansas City Chiefs (annuale da 3 milioni). Con il resto del caffè alla macchinetta i Chiefs hanno colmato la lacuna creata dalla dipartita di Thornhill aggiudicandosi un titolare esperto e incredibilmente solido. Altro bel colpo di quel falco di Veach.
  • Julian Love ai Seattle Seahawks (biennale da 12 milioni). Quattro giocatori menzionati finora, tre safety. Potete trarre le vostre conclusioni.
  • Chase Edmonds ai Tampa Bay Buccaneers (annuale da circa un milione). Vi ricordate quando Chase Edmonds era uno dei running back più elettrizzanti della NFL? Solamente un anno dopo aver firmato un onesto biennale da 12 milioni con i Miami Dolphins il povero Edmonds si è dovuto accontentare di un contratto pressoché minimo da veterano, eppure a mio avviso ha ancora molto da offrire, soprattutto se usato come running back da terzo down.

Ditemi le vostre nei commenti, per favore.


La nuova difesa dei Seahawks

Assodato che il 2022 dei Seattle Seahawks rientri per forza di cose nella categoria “miracolo”, erano necessari massicci miglioramenti lungo il versante difensivo: vada come vada, non potremo sicuramente rinfacciar loro di non averci provato.
Se dell’innesto milionario di Dre’Mont Jones vi ho già ampiamente parlato, permettetemi di dire due parole sulla fiumana di firme con le quali stanno rivoluzionando la difesa.

Per fortificare il front seven il GM Schneider si è rivolto a Jarran Reed e Devin Bush. Per il primo hanno scucito un biennale da quasi 11 milioni, mentre all’ex scelta al primo round degli Steelers hanno dato un contratto annuale che prima di tutto dovrà salvargli una carriera che, purtroppo, non sta riuscendo a decollare.
Firme del genere sono a mio avviso estremamente intelligenti perché, nel caso di Bush, un cambio di scenario potrebbe sortire effetti miracolosi e permettergli di tornare ai livelli a cui ci aveva abituati al college. Ricavare una stagione di livello a un prezzo bassissimo è ciò che contraddistingue i front office di livello da quelli mediocri.

I colpi più interessanti, però, vengono dalla secondaria.
Dopo aver appiccicato in fronte a Ryan Neal un tag concettualmente simile a quello usato dai Ravens con Lamar Jackson – i Seahawks prima di perderlo avranno l’opportunità di pareggiare ogni offerta da lui ricevuta -, Seattle ha rincarato la dose togliendo dal mercato il sottovalutato Julian Love, uno dei difensori più consistenti dei miracolosi New York Giants. Oltre che per il valore dei giocatori coinvolti, queste firme mi intrigano perché ora Seattle può vantare quattro safety titolari – se teniamo in considerazione i già presenti Quandre Diggs e Jamal Adams: non è che queste mosse arrivino in preparazione di un’eventuale trade di Jamal Adams, attualmente il terzo safety più pagato della lega dopo Derwin James e Minkah Fitzpatrick?
Non lo so, ma siete al corrente di quanto io ami la flessibilità: con un paio d’innesti di livello al draft – hanno quattro scelte nelle prime 52 – questo reparto dovrebbe compiere un tanto importante quanto necessario salto di qualità.


Pot-pourri di firme

Ogni settimana vi riporterò a fine articolo una carrellata di firme con un giudizio sintetico:

  • Jalen Mills ai New England Patriots (annuale dal valore massimo di 6.1 milioni). Pochi giorni dopo avergli mostrato la porta, i New England Patriots hanno ingaggiato nuovamente Jalen Mills. La free agency, quaggiù in NFL, è una cosa strana.
  • Mack Hollins agli Atlanta Falcons (annuale da 2.5 milioni). Reduce dalla miglior stagione della propria carriera, quella di Hollins è una firma più che intelligente da parte di una squadra che nelle ultime settimane non ha sbagliato (quasi) nulla.
  • Adam Thielen ai Carolina Panthers (triennale da 25 milioni). Gli concedo il beneficio del dubbio ché condividere l’attacco con Justin Jefferson non è facile, ma il Thielen che ho visto negli ultimi due anni ha poco a che vedere con il mattatore capace di eguagliare il record per il maggior numero di partite consecutive concluse con più di 100 yard di ricezione.
  • Drue Tranquill ai Kansas City Chiefs (annuale da 3 milioni). Altra firma fantastica dei Chiefs che si sono garantiti un ulteriore titolare in difesa a un prezzo ridicolo. Erroraccio dei Chargers a lasciarlo andare.

  • Gardner Minshew agli Indianapolis Colts (annuale da 3.5 milioni totalmente garantiti + 2 in incentivi). Veterano con inestimabile esperienza da titolare, esattamente ciò che desideri dal tuo backup quarterback.
  • Mecole Hardman ai New York Jets (annuale da 6.5 milioni). La continuità lo ha finora eluso, ma è fuori questione che Hardman possa aggiungere fosforo a qualsiasi attacco della NFL con un’esplosività fuori dal comune. Le armi a disposizione di Aaron Rodgers iniziano a essere tante e variegate, ora manca solo Aaron Rodgers per completare l’opera.
  • Damien Harris ai Buffalo Bills (annuale da 1.7 milioni di base). Un running back fisico come Harris abbinato a James Cook potrebbe risolvere definitivamente l’annoso problema che puntualmente sabota le avventure ai playoff dei Bills.
  • O.J. Howard ai Las Vegas Raiders (annuale, non si sanno ancora le cifre). L’erede di Darren Waller a un prezzo molto più abbordabile di quello di Darren Waller. Spero vivamente che possa tornare a essere rilevante.
  • Austin Hooper ai Las Vegas Raiders (annuale, non si sanno ancora le cifre). Quanto sopra. Hooper, a differenza di Howard, ha dimostrato di poter giocare titolare.
  • Sean Murphy-Bunting ai Tennessee Titans (annuale da 5 milioni). Cornerback spesso sottovalutato apparentemente consapevole del proprio valore che potrà usare la propria esperienza ai Titans per alzare le proprie quotazione in vista della prossima free agency. Buonissima firma pure questa.

 

4 thoughts on “Aggiornamenti dalla free agency NFL 2023 – Primo Episodio

  1. Che Minshew vada ai Colts serenamente per sedersi in panchina lo credo poco.
    Già agli Eagles è stato capace di andare a parlare con l’allenatore per chiedere (lamentare?) del fatto che non fosse il titolare rispetto ad Hurts. E gli Eagles andavano alla grande.
    Per me lui va ai Colts convinto di sparecchiare la tavola dalla concorrenza (che al momento non pare nemmeno irresistibile, visto che sarà un rookie), e prendersi quello che a Phila non gli hanno dato.
    Che poi quando ha giocato titolare, pur avendolo in grande simpatia, devo dire che non è che sia stato proprio impeccabile.
    Insomma direi più sicurezza in se stesso, al limite dell’arroganza, che concretezza e risultati. Però rimane giocatore del tipo pistolero, uno che quando gioca vale sempre la pena stare a guardare.

  2. Ciao Mattia, domanda secca da tifoso dei 49ers, ma non credi che avrebbero dovuto prendere al volo l’occasione con Chauncey Gardner-Johnson per colmare quella che, credo oggettivamente, sia l’unica vera lacuna della difesa? A me sembra che sottovalutino da almeno un paio di anni questa mancanza (nonostante l’arrivo di Ward)….
    Grazie come sempre per i tuoi articoli!!!

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