Un minuto dopo il Super Bowl inizia il calvario di ogni appassionato di Nfl; la festa e l’esaltazione per la partita dell’anno, infatti, lasciano rapidamente spazio alla malinconia provocata dalla consapevolezza che per rivedere i propri idoli all’opera occorrerà attendere la fine dell’estate.

La lunga off-season, però, porta con sé le tipiche attività a cui commentatori o appassionati si dedicano in attesa del ritorno della palla ovale, come i bilanci di fine stagione relativi alle singole squadre o le previsioni future di vario genere: le più popolari, naturalmente, sono quelle relative alle firme del mercato dei free agents o l’ordine dei giocatori scelto nel tanto atteso draft, momento cardine del football non giocato.

Rientrando nella categoria di quelli che la prima domenica dopo il Super Bowl vengono avvolti da un velo di nostalgia, mi dedico anche io ai bilanci tipici di fine stagione, cogliendo però l’occasione per evidenziare come proprio l’off-season, se caratterizzata da buone scelte da parte delle dirigenze, possa essere il modo migliore per ribaltare completamente le prospettive future di una franchigia e renderla competitiva all’interno della lega.

In questo caso l’annata dei Jacksonville Jaguars è perfetta per trattare il tema, in quanto prima squadra nella storia a vincere una gara playoff dopo aver concluso la stagione precedente con il peggior record della lega (nel caso specifico, le stagioni concluse con il peggior record, e quindi con la prima scelta al draft, sono addirittura 2).

In generale, il criterio su cui è basata la NFL è la possibilità che le squadre che abbiano ottenuto i risultati peggiori, attraverso una serie di strumenti, possano ribaltare completamente la situazione, cambiando del tutto le gerarchie di forza del campionato e garantendo competitività ed emozioni a cui ormai il pubblico è felicemente affezionato.

Quello principale è il draft; in particolare, il fatto che l’ultima classificata scelga per prima e la prima per ultima diventa uno strumento essenziale per il “riequilibrio” della lega (a questo punto, poi, subentra chiaramente la capacità di ogni dirigenza di sfruttare la possibilità ed individuare il giocatore giusto o con più talento disponibile, da aggiungere al roster).

Un ulteriore vantaggio garantito dal sistema a tutela delle squadre tecnicamente meno attrezzate è quello del salary cap, ovvero lo spazio massimo salariale disponibile per ogni squadra e uguale per tutte. Il criterio attraverso cui quest’ultimo viene organizzato incentiva le squadre ad avere giocatori giovani in rosa, vista la netta differenza economica dei contratti firmati dai giocatori quando sono ancora rookie e quelli firmati successivamente.

Questo vantaggio economico, introdotto successivamente all’esperienza negativa della matricola Sam Bradford con i Rams che ha appunto modificato la regola ed imposto l’attuale limite per questo tipo di contratto, permette alle squadre di avere ampio spazio salariale per affiancare, ai giocatori alle prime armi Nfl scelti al draft, giocatori di qualità ed esperienza tramite il mercato dei free agents.

A questo punto, risulta chiaro come, utilizzando bene le alte pick possedute e lo spazio salariale, ci si ritrovi a buon punto nella costruzione di un ottimo roster per gli anni a venire.

Jacksonville ha saputo, infatti, sceglier bene in questi due anni, rimediando alle due stagioni concluse con il peggior record della Nfl, sfruttando l’occasione per rilanciare le proprie ambizioni di franchigia e tornando, infine, a giocare una gara di playoff.

Il primo dei due draft consecutivi in cui i Jaguars hanno avuto la prima scelta assoluta fu quello del 2021, utilizzato per prendere il quarterback ex Clemson Trevor Lawrence, autore di una prima stagione Nfl non esaltante, e insieme a lui altri giocatori che si riveleranno tuttavia importanti nel corso del tempo come la safety Cisco, il cornerback Campbell e soprattutto il runningback Etienne.

La stagione, però, sarà fallimentare esattamente come quella precedente, motivo per cui la squadra della Florida avrà la possibilità di scegliere nuovamente per prima.

Parte in causa di questo “back to back”, che ha visto Jacksonville essere per 2 anni di fila la squadra con il peggior rendimento del campionato, è sicuramente stato l’ex head coach Urban Meyer. L’ex capo allenatore anche di Ohio State è stato fortemente criticato per i metodi utilizzati, che hanno pesantemente minato la sicurezza della squadra, e dunque sostituito da Doug Pederson, protagonista in side line del successo dei Philadelphia Eagles, ottenuto nel Super Bowl LII ai danni dei New England Patriots.

Anche la stagione della first pick di Pederson non è stata esaltante, il puss rusher Walker, ex Georgia, infatti conclude la stagione con soli 3 sack e mezzo.

Discorso completamente diverso per il resto della squadra, che vince la AFC South grazie all’apporto dei giocatori al secondo anno, su tutti Lawrence, presente tra gli unici 9 giocatori ad aver lanciato almeno 4000 yards nella passata regular season, ma soprattutto al supporto di quelli acquisiti durante la free agency.

Il lavoro fatto in estate dal front office, avente a disposizione il secondo spazio salariale più ampio della lega, è più che buono.
Tra gli innesti effettuati dal punto di vista difensivo, sicuramente non possiamo non citare il linebacker Oloukun che, seguito dal veterano Jenkins e dalla matricola Lloyd, guida il reparto per tackle messi a segno.

Per quanto riguarda l’attacco, oltre agli innesti di Engram e Scherff, una pedina fondamentale è stata senza ombra di dubbio Christian Kirk, leader della squadra per yards e touchdown ricevuti.

Oltre dunque alle numerose aggiunte, la crescita di Lawrence ed Etienne è stata forse il motivo principale per cui, a fine stagione, il reparto offensivo si è posizionato 10° per yards lanciate e 14° per yards corse, nulla a che vedere con la stagione di Meyer in cui Jacksonville appariva 22° in entrambe le categorie.

La stagione non è iniziata nel migliore dei modi, solo altre 2 squadre nella storia, infatti, sono state in grado di accedere ai playoff dopo un record di partenza pari a 2 vittorie e 6 sconfitte.

L’impresa è stata realizzata grazie alla netta inversione di tendenza avvenuta dopo la 14° settimana, in cui la vittoria contro i Titans, rivali divisionali, ha aperto la strada ad una striscia di 5 vittorie consecutive, conclusa proprio con un altro successo ai danni della franchigia di Nashville, che ha sigillato il titolo divisionale.

Anche la corsa nei playoff non si apre nel migliore dei modi, visto che i Chargers, avversari nel wild card round, si portano avanti 27 a 0. I Jaguars ribaltano la partita nonostante i 4 intercetti lanciati da Lawrence e approdano ai Divisional Round, diventando, quindi, la prima squadra a vincere una gara playoff dopo aver concluso la stagione precedente con il peggior record.

La sconfitta contro i Chiefs, futuri campioni, ferma la corsa della squadra di Pederson, che ha però dimostrato quanto gli strumenti messi a disposizione dal sistema possano essere efficaci a mantenere la competizione tra i 32 team quanto mai viva. Dunque, attraverso le proprie decisioni, giuste o sbagliate che siano, ogni franchigia resta comunque padrona del proprio destino.

Alte scelte e ampio spazio salariale, però, non sono di per sé garanzia di successo o di resurrezione; la componente più importante, infatti, rimane l’operato delle varie dirigenze, uniche in grado di utilizzare ciò che gli viene messo a disposizione nel modo più opportuno, riequilibrando la situazione e garantendo infine a noi spettatori lo spettacolo che, con pazienza, aspettiamo durante queste lunghe off season.

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