Prima di riesumare l’azione che ha animato la nostra domenica sera ci terrei a prendermi un secondo per augurare a tutti voi e a tutte voi il miglior 2023 possibile.
Perfetto, con gli auguri fuori dall’equazione possiamo partire.

Nessuno poteva prevedere che andasse così: i San Francisco 49ers hanno avuto bisogno dei tempi supplementari per sbarazzarsi dei Las Vegas Raiders di un commovente Jarrett Stidham. 37 a 34 il punteggio finale di una partita vibrante e nevrotica.
A una settimana dal termine della regular season credo che siano già stati scomodati tutti i superlativi possibili per descrivere il reparto difensivo guidato da Ryans, quindi è particolarmente impressionante constatare che un quarterback alla prima da titolare in NFL sia stato capace di mettere a referto così tanti punti: ci sono ovviamente stati degli errori – tra cui quello che ha permesso a Gould di redimersi e vincerla – ma tutto sommato il bilancio non può che essere positivo, non mi sarei mai aspettato una prestazione del genere. Purdy, dall’altra parte, ha fatto quello a cui oramai siamo abituati coadiuvato da un Christian McCaffrey da più di 190 yard dallo scrimmage.

Quello di Las Vegas è stato un gradevole botta e risposta protrattosi per sessanta minuti abbondanti: figuratevi che dopo il secondo touchdown di Adams Las Vegas era addirittura sopra di dieci punti, 24 a 14.
Con la personalità oramai diventata suo sinonimo, Brock Purdy ha rapidamente messo insieme tre scoring drive – intervallati da uno scambio equo di intercetti – che hanno aiutato San Francisco a rimettere il muso davanti dopo il piazzato del 27 a 24 di Gould. Con metodicità Las Vegas ha ripreso a muovere le catene chiedendo al supereroe Carlson di pareggiarla da 57 yard, potete immaginare come sia andata a finire.
Con quattro minuti rimasti sul cronometro San Francisco oltre che a portarsi a casa punti aveva l’obbligo di prendersi cura del cronometro, bruciandone quanto più possibile: Jordan Mason, ingolosito dall’opportunità, ha realizzato il touchdown del 34 a 27 con più di due minuti rimasti da giocare mettendo così Stidham nella posizione di elevarsi a eroe popolare.

Pareggiarla per Las Vegas è stato un gioco da ragazzi visto che in un paio di giocate si sono trovati sulla goal line avversaria dove Jacobs, letale come lo è stato per tutta la stagione, ha acciuffato nuovamente il pareggio: a rendere possibile il tutto ci ha pensato una ricezione mostruosa di Adams che è riuscito a strappare e proteggere il pallone dall’arrogante suolo. Tutto da rifare per Purdy e compagni, quindi.

 

Un terno provvidenziale di ricezioni di Aiyuk, in realtà, avevano regalato a Gould l’occasione di vincerla con un ragionevole piazzato da 41 yard che, però, si è spento alla destra dei pali: supplementari!
Gli extra time si sono conclusi in un nonnulla visto che dopo l’intercetto di Gipson – reso possibile dalla pressione del solito Nick Bosa – a Purdy è stato chiesto solamente di inginocchiarsi per mettere il pallone in una posizione più congeniale per Gould che, da 23 yard, non ha avuto alcun problema a redimersi.
Che bella partita.

Vittoria tanto importante quanto netta quella dei Green Bay Packers che, più vivi che mai, hanno umiliato i Minnesota Vikings con un 41 a 17 reso più digeribile solamente da un paio di touchdown dei Vikings in garbage time. Minnesota è stata letteralmente massacrata da Green Bay, superiore in tutte e tre le fasi del gioco come testimoniato dal fatto che abbiano messo a segno un touchdown sia su kickoff return che su pick six. Cousins è stato decisamente troppo sciatto – tre intercetti – per tenere in partita i suoi in un atipico pomeriggio no di Justin Jefferson, tenuto praticamente a secco dalla secondaria dei Packers: è molto raro che un fenomeno del genere concluda la propria partita con una misera ricezione. Così come è molto raro che una squadra segni 41 punti malgrado le 150 yard superate a fatica dal proprio quarterback: con una vittoria domenica prossima Green Bay sarebbe ai playoff.

Chi invece può finalmente festeggiare la qualificazione ai playoff sono i Tampa Bay Buccaneers, per una volta funzionali e produttivi in attacco: non è stato per niente facile, ma grazie a un ultimo quarto particolarmente ispirato Brady e compagni si sono scrollati di dosso dei buoni Carolina Panthers con un fondamentale 30 a 24. Per spiegare il successo dei Bucs non è sicuramente necessario scavare chissà quanto in profondità: per un pomeriggio, infatti, il reparto offensivo guidato da Brady è riuscito a mettere insieme un paio di provvidenziali big play, quasi tutte firmate da Mike Evans. Il numero 13 dei Buccaneers, oltre che ad aver superato quota mille yard pure quest’anno – è andato in quadrupla cifra in ogni singola stagione da lui giocata -, ha ricevuto tutti e tre i touchdown lanciati da Brady, mete rispettivamente da 63, 57 e 30 yard.
Chapeau ai Panthers che malgrado gli evidenti limiti tecnici se la sono giocata alla pari con una squadra ben più attrezzata che, diciamolo, non aveva alcuna ragione di trovarsi in una posizione simile.

Nessun problema invece per i nuovamente motivati e appropriati Detroit Lions che hanno tenuto in vita le proprie ambizioni di playoff con un perentorio 41 a 10 ai danni dei Chicago Bears. Il povero Justin Fields ha vissuto un pomeriggio da incubo scandito da sack, incompleti e frustrazione: figuratevi che ha dovuto assorbire ben sette sack. Dopo aver concluso il primo drive della giornata con un touchdown Chicago non è più stata in grado di mettere a segno punti: nel mentre Detroit, con metodicità e rabbia, continuava ad accrescere il proprio vantaggio bilanciando alla perfezione corse e lanci. Goff ha concluso con ben tre passing touchdown mentre il duo Swift-Williams faceva razzie via terra raccogliendo più di 250 yard dallo scrimmage impreziosite da tre touchdown totali – doppietta di Swift.

Pure i New England Patriots possono aspirare a un Week 18 emotivamente coinvolgente: a seguito del 23 a 21 inflitto ai Miami Dolphins, New England è a una vittoria contro i Buffalo Bills di distanza dai playoff. A Foxborough è andato in scena un testa a testa di matrice difensiva, deciso a mio avviso dall’infortunio alla mano rimediato da Teddy Bridgewater, costretto a lasciare spazio al rookie Thompson. Pure questa settimana la difesa dei Patriots ha sporcato il tabellino grazie all’oramai abituale pick six settimanale, questa volta realizzata da Kyle Dugger: quella singola giocata, a mio avviso, ha spostato l’inerzia dalla parte di New England che poi è stata letale a chiuderla definitivamente con il touchdown di Jakobi Meyers.

Festa grande a New York, dove i Giants, per la prima volta dal sempre più lontano 2016, possono festeggiare la qualificazione ai playoff: non c’è stata partita, New York ha timbrato il biglietto per la postseason stritolando Indianapolis con un deciso e decisivo 38 a 10. Non ho molto da dirvi, un secondo quarto da 24 punti ha velocemente chiuso ogni discorso, ma permettetemi di affermare che Daniel Jones, con tutti i suoi limiti, meritasse una stagione del genere: i numeri sono quello che sono, ma pure ieri Jones ha guidato il proprio reparto con razionalità e calma andandosi a prendere primi down – e touchdown – anche con le proprie gambe. Sono veramente felice per Daboll, ha compiuto un vero e proprio miracolo e merita indiscutibilmente di giocare partite pure a metà gennaio: non credo siano destinati a fare chissà quanta strada, ma permettetemi di dire che ad agosto immaginarseli ai playoff risultasse impossibile anche al più illuso dei loro tifosi. Questo risultato deve essere celebrato, non è affatto banale.

Vittoria più sofferta del dovuto quella dei Chiefs contro dei Broncos in campo solamente per salvare la faccia: credo che il 27 a 24 finale riassuma piuttosto bene le tribolazioni di Mahomes e compagni, costretti a giocarsela veramente fino all’ultimo. Affrontare un’avversaria divisionale non è mai facile, ma nell’ultimo mese i Chiefs mi hanno dato l’impressione di divertirsi un po’ troppo a giocare col fuoco tenendo in vita partite che una squadra del genere dovrebbe aver chiuso ben prima dell’inizio dell’ultimo quarto. Mahomes ha ritoccato la propria candidatura all’MVP con altri tre touchdown, due dei quali ricevuti dal rigenerato Jerick McKinnon.

Pure i Philadelphia Eagles si sono messi nella posizione di soffrire fino all’ultimo: per assicurarsi il fondamentale primo seed NFC Philly sarà costretta a vincere la settimana prossima contro i New York Giants. Perché? Perché ieri Minshew e compagni sono andati a perdere 20 a 10 contro dei solidissimi New Orleans Saints che, onore al merito, li hanno annullati offensivamente: Philadelphia ha faticato immensamente a muovere le catene – solamente 11 primi down totali – consegnando così il pallino del gioco in mano ai Saints che, con più di 37 minuti di possesso, hanno messo a segno abbastanza punti per garantirsi una vittoria tanto inutile quanto dolorosa per gli avversari visto che la scelta al primo round del prossimo draft di New Orleans è in mano a Philadelphia.

Game over per i Washington Commanders, ma se la sono cercata: a seguito del 24 a 10 rimediato contro i Browns e la vittoria dei Packers sui Vikings, Washington è ufficialmente eliminata dalla corsa playoff. Faccio fatica a commentare questa partita senza accanirmi su Carson Wentz e i suoi indecorosi tre intercetti che hanno di fatto tagliato le gambe a Washington: dall’altra parte c’erano dei Cleveland Browns offensivamente in affanno, non sicuramente i Buffalo Bills, quindi perché non dare continuità a quanto di buono fatto da Heinicke finora tenendolo in campo? Vi giuro, non ho minimamente compreso la decisione di Rivera di riconsegnare a Wentz le redini del reparto offensivo, se Washington è sopravvissuta fino a questo punto della stagione è principalmente merito della rimonta firmata da Heinicke. Che franchigia signori, che franchigia.

Non serviva vincere, ma vincere è sempre bello: si può riassumere così il 31 a 3 con cui i Jaguars hanno concluso l’allenamento con i Texans? Ve lo avevo anticipato nella guida, questo risultato non cambia di una virgola la strada verso i playoff di Jacksonville che, per qualificarsi, avrà comunque bisogno di battere i Tennessee Titans domenica prossima. No contest a Houston, Mills e compagni non sono stati in grado di trovare risposte allo strapotere avversario e, indubbiamente, non aver convertito nemmeno uno dei quattro quarti down giocati non ha aiutato.

A proposito di stagioni finite, niente da fare per i New York Jets: nemmeno il rientro di Mike White è bastato a risvegliare il reparto offensivo di New York, pure ieri impacciato, insipido e indisponente. Per assicurarsi il 23 a 6 finale Seattle non ha dovuto sicuramente sudare le sette proverbiali camicie, il 17 a 6 con il quale si sono approcciati alla seconda metà di gioco rappresentava un vantaggio rassicurante e sufficiente contro questa versione così spuntata dei New York Jets. White ieri mi ha ricordato molto da vicino Zach Wilson completando la metà giusta dei lanci tentati, sparacchiando nel mentre un paio d’intercetti. I Seahawks sono ancora in vita, anche se per qualificarsi alla postseason saranno costretti a sperare in aiuti esterni.

Fossero tutte così le “partite inutili”… L’eccitante testa a testa fra gli Arizona Cardinals di Blough e gli Atlanta Falcons di Ridder è stato deciso da un piazzato di Koo a tempo scaduto che ha scolpito su pietra il 20 a 19 dei Falcons: ci hanno provato, non possiamo rinfacciare nulla a squadre scese in campo combattive e cariche malgrado l’unica posta in palio fosse l’onore. I Cardinals, devo ammetterlo, non mi sono affatto dispiaciuti ma, sfortunatamente, ogni volta che annusavano la red zone qualche meccanismo offensivo s’inceppava costringendoli ad affidarsi a Prater.

Pomeriggio estremamente tranquillo per Justin Herbert e i Los Angeles Chargers, passati 31 a 10 sui resti dei Los Angeles Rams. Non c’è stata partita a Los Angeles, la squadra di Staley è stata decisamente più esplosiva e cinica di quella di McVay portandosi a casa i sei punti a seguito di tutte e tre le incursioni in red zone. Sugli scudi il criminalmente sottovalutato Austin Ekeler che con più di 150 yard dallo scrimmage e due touchdown – fra cui una cavalcata da più di 70 yard – ci ha ricordato quanto scandalose siano le procedure di votazione per il Pro Bowl: se non altro avrà aiutato milioni di giocatori a vincere la finale della propria lega fantasy.

Partita omologata quella andata in scena fra Ravens e Steelers. Punteggio basso, difficoltà offensive e un bel touchdown in extremis a sancire la sconfitta dei Ravens: non è la prima volta che sentite qualcosa del genere, vero? Non ho molto da dirvi sul 16 a 13 con cui Pittsburgh ha prorogato i propri sogni di playoff, ha indubbiamente meritato la vittoria finale e anzi, vi dirò di più, è in un certo senso sorprendente che sia stata costretta a soffrire così tanto per assicurarsi l’ottava doppiavù stagionale. L’attacco guidato da Pickett è risultato particolarmente efficace via terra guadagnando quasi 200 rushing yard contro un front seven solitamente arcigno. A mettere a segno la meta della vittoria ci ha pensato Najee Harris che a meno di un minuto dal termine ha ricevuto un lancio di Roethlisbergiana memoria di Pickett, bravissimo a tenere in vita la giocata con le proprie gambe.

14 thoughts on “Il riassunto della diciassettesima domenica del 2022 NFL

  1. Certo che Wentz è un grande affondatore di squadre (le proprie). Dopo gli ultimi anni agli Eagles, i Colts, ora i Commanders (con gentile concorso di Rivera).
    Strano finale di stagione questo dei Ravens, dominato dal grande assente Lamar e dalla possibilitá che l’anno prossimo sia altrove. Intanto prepariamoci a una comparsata ai playoff.

    • Sconto lions packers interessantissimo
      Ravens che dire… nulla
      In NFC Io do ancora credito alle aquile chiaramente senza il baffuto

  2. Al momento, le due squadre favorite per il Super bowl sembrerebbero Kansas City e San Francisco, ma mi chiedo quanto il loro cammino sia stato agevolato dall’aver affrontato squadre molto deboli: San Francisco ha la strenght of schedule più bassa della lega, Kansas City la 29^.

    Kansas City ha perso i due scontri diretti per la vetta Afc con Buffalo e Cincinnati. È riuscita a battere San Francisco, ma a ottobre, quando i 49ers erano tutt’altra squadra. Quindi possiamo dire che la squadra più forte che sono riusciti a battere sono i Los Angeles Chargers.

    San Francisco idem: la squadra più forte che sono riusciti a battere sono i Chargers. Delle 12 vittorie, 7 sono arrivate contro squadre che attualmente hanno un record negativo, 4 contro squadre che attualmente stanno 8-8, 1 sola contro squadre dal record positivo.

    Sono curioso di vedere cosa combineranno queste due squadre ai playoff, quando dovranno affrontare compagini più solide.

    • Kansas City ha già sprecato la sua occasione, Bills (salute permettendo) e Bengals superiori nelle partite combattute.
      I 49ers avranno pure avuto i favori del destino ma sono in credito colla fortuna e hanno un McCaffrey in più nel motore. Il tutto mentre gli Eagles perdono pezzi. Di sicuro non si battono da soli: i Raiders di Stidham hanno impressionato.
      I playoff imprevedibili comunque sono più divertenti… Adesso vediamo chi ci arriva.

  3. come volevasi dimostrare i miei dolphins si sono liquefatti come un cubetto di ghiaccio in un forno a microonde. alla fine della fiera il record è lo stesso dell’anno scorso nonostante un tyrek hill , un mostert e un armstead in più. certo con una OL ammazza QB non si va lontano.

  4. Per noi tifosi Commanders la partita di ieri è stata veramente frustrante! Ma da un lato eravamo preparati, ogni singolo anno vengono prese decisioni sbagliate e talvolta incomprensibili fin dal draft, ultima in serie la decisione di ieri di partire con Wentz. La franchigia è arrivata ad un punto di non ritorno e perciò mi auguro , per quanto mi dispiaccia e stimi umanamente Rivera, Turner, Dal Rio, che il loro tempo a Washington sia terminato. Non per ultimo spero più che mai che Snyder venda il team!
    Detto ciò, vedere il volto di Heinicke durante il match ogni volta che lo inquadravano mi ha fatto veramente male, un vero peccato dopo tutto ciò che ha dato, nel bene e nel male, non aver dato fiducia a questo ragazzo che da tutto se stesso in campo!
    #takecommand

  5. Ciao a tutti, posso chiedere il vostro parere sul la stagione e sul percorso di Pickett a Pittsburgh?
    Può essere intravisto il potenziale per costruirci intorno una squadra da titolo?

    • Hai fatto una domanda troppo difficile: non saprei proprio rispondere!

      Un’altra stagione da titolare, comunque, proverei a fargliela fare.

    • Sta migliorando molto secondo me, soprattutto in queste ultime partite, e a giudicare dalle dichiarazioni dei propri giocatori è molta la fiducia che la squadra ha nei suoi confronti. Detto questo, è difficile capire se Pittsburgh possa diventare da titolo con lui QB, stiamo pur sempre parlando di un classe 98 al primo anno in NFL, ma personalmente vedo più luci che ombre nel futuro di Pittsburgh

    • Ciao Black! Mi sembra ancora troppo presto per fare un bilancio definitivo, ma per me ha fatto quello che doveva fare ossia mostrare miglioramenti settimana dopo settimana. Il problema dell’attacco degli Steelers, oltre alla solita linea d’attacco, è l’offensive coordinator, quindi credo che qualora dovessero mandare via Canada la vita di Pickett migliorerà parecchio.
      In ogni caso, per me, ha dimostrato abbastanza per godere di una vera opportunità nel 2023: poi si vedrà.

  6. I miei Packers sono caldissimi se vanno ai playoff saranno duri duri da battere. Dopo aver sentito nel corso della stagione paragonare TB all’ultimo Drew Brees (bestemmia) che bello vederlo ancora lanciare per 60 yards. Che bella partita San Francisco Las Vegas e McCaffrey è una bestia.

  7. I miei Colts l’anno scorso hanno perso i playoff per colpa di Carson Wentz e quest’anno la stessa cosa è accaduta ai commanders, direi che la sua ora sia decisamente arrivata
    per rispondere alla domanda degli steleers credo che sia solo un fuoco di paglia, non penso abbiano il potenziale per vincere nei prossimi 2 o 3 anni
    forza Colts e speriamo di avere un ottimo head coach l’anno prossimo

  8. Che Wentz fosse disastroso ne eravamo tutti a conoscenza, primo di tutti Rivera. Ci saranno state di sicuro ragioni che non conosciamo che hanno provocato la scelta scellerata. Ma qualsiasi esse siano, considerato che Heinicke è sano come un pesce, non giustificano il fatto che ciò che si è deciso è contro lo spirito del gioco. Una domanda: esistono i raccomandati in NFL?

    • Non riesco a trovare una risposta alle vostre domande, l’unica cosa che mi viene in mente è qualche obbligo contrattuale – anche se è improbabile visto che di solito più un giocatore gioca più è facile che la squadra che l’ha acquisito debba “pagare” di più visto che vanno molto di moda ste conditional pick. Indubbiamente a talento Wentz è meglio di Heinicke, solo che a quanto pare il suo talento si manifesta tutto in un lancio a partita perché il resto del tempo è abbastanza deludente – eufemismo. Heinicke non può essere la risposta sul lungo termine, ma visto quello che ha fatto non ha avuto alcun senso tirarlo fuori così, senza motivazioni eccessivamente solide. Non capisco, veramente.

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