Quella appena vissuta doveva essere una domenica contraddistinta da partite più interessanti del solito ma, purtroppo, ho come l’impressione che finiremo per ricordarla quasi esclusivamente per un paio d’infortuni.
Tuffiamoci.

Quanto fatto dai San Francisco 49ers non può lasciarci indifferenti. Contro i lanciatissimi Miami Dolphins, o se preferite la squadra più calda della AFC, San Francisco ha giocato una partita pressoché perfetta terminata su un purtroppo non tondo 33 a 17: tutto ciò con under center Brock Purdy, Mr. Irrelevant dell’ultimo draft. La stagione di Jimmy Garoppolo è ufficialmente finita a causa della rottura del piede sinistro.
Eppure l’inizio era stato così promettente per i Dolphins in quanto per modificare il punteggio avevano avuto bisogno di un solo snap, un preciso passaggio di Tagovailoa al liberissimo Sherfield che sfruttando un paio di buchi – soprattutto per quanto riguarda gli angoli di tackle – della difesa dei ‘Niners ha messo insieme una cavalcata da 75 yard terminata in end zone: da lì in poi monologo 49ers.

Indefessi dalla perdita del quarterback, i ‘Niners hanno continuato a macinare gioco chiudendo la prima metà sopra 17 a 10 principalmente grazie all’impenetrabile reparto difensivo di Ryans che dopo il primo sciagurato snap ha concesso solamente un piazzato e completato il sorpasso grazie a un touchdown a testa di Juszczyk e McCaffrey, entrambi imbeccati dall’ottimo Purdy.
Nella seconda metà il reparto difensivo di San Francisco ha deciso di elevare il livello delle proprie giocate dando prova di incommensurabile forza mentale e opportunismo: se si toglie dall’equazione il touchdown ricevuto dall’incontebile Hill – cavalcata da 45 yard -, la difesa di San Francisco ha concluso i propri drive della seconda metà con tre intercetti, un fumble riportato in touchdown da Greenlaw e un turnover on downs.
Per vincere l’attacco ha dovuto limitarsi a non commettere errori continuando ad aggiungere punti tramite l’affidabile piede destro di Gould che intanto, come spesso successo in questo autunno, a trascinarli alla doppiavù c’avrebbe pensato un reparto difensivo per il quale ho finito i superlativi.

Si ferma così l’esaltante corsa dei Dolphins, ridimensionati dalla miglior difesa della lega che li ha messi davanti al fatto che ci sia ancora tanto margine di crescita. Permettetemi di dire che questa sconfitta non deve in alcun modo delegittimare quanto fatto da Miami finora, una battuta d’arresto in una stagione altrimenti eccellente è assolutamente accettabile, soprattutto se tale sconfitta arriva per mano di quella che è indiscutibilmente la miglior difesa del campionato.
Non saprei delineare le prospettive dei ‘Niners, è difficile pensare che la difesa possa esprimersi su questi livelli ogni domenica ma concedete loro il lusso del beneficio del dubbio: sarà dura fare strada con un quarterback rookie selezionato così in basso al draft ma se c’è un allenatore in grado di aiutare il proprio signal caller ad andare oltre i propri limiti tecnici è proprio Kyle Shanahan.

Prova di forza fondamentale quella dei Cincinnati Bengals, vittoriosi per la terza volta in meno di dodici mesi sui Kansas City Chiefs: 27 a 24 il punteggio finale.
Eccellente la prestazione di Joe Burrow che con Chase nuovamente a disposizione ha vivisezionato la difesa dei Chiefs raccogliendo quasi 450 yard di total offense alternando efficacemente lanci e corse: sugli scudi anche il sottovalutato Perine che con più di 150 yard dallo scrimmage ha tenuto sulle spine il reparto difensivo avversario che non ha potuto concentrarsi esclusivamente su Burrow.

Dopo essere stati sopra anche di due possessi – 14 a 3 all’inizio del secondo quarto – i Bengals sono stati progressivamente rimontati dalla razionale furia offensiva dei Chiefs, bravi a non perdere la lucidità evitando di cercare con insistenza big play che non c’erano. Le mete di McKinnon e Pacheco hanno permesso a KC di mettere davanti il muso: ammetto che dopo il touchdown del 24 a 20 Chiefs segnato da Mahomes su corsa credevo che fosse finita per i Bengals ma con il senno di poi è evidente che stessi sbagliando.
Uno dei momenti cruciali della partita è stato senza ombra di dubbio il fumble commesso da Travis Kelce sul 24 a 20 Chiefs, in quanto l’irreprensibile Burrow ha sfruttato uno dei rari errori marchiati Chiefs con un magistrale drive da cinque minuti concluso in end zone con un touchdown su ricezione di Chris Evans.

Kansas City, a un drive di distanza dalla vittoria, ha dovuto accontentarsi di un piazzato di Butker che, però, non ha trovato i pali: con tre minuti rimasti sul cronometro e tre punti di vantaggio Cincinnati aveva disperatamente bisogno di un paio di primi down per mettere in ghiaccio l’ennesimo provvidenziale successo sui Chiefs.
Con personalità e grandissima maturità Burrow ha mosso le catene in ben tre occasioni distinte, dimostrando – come se ce ne fosse bisogno – che i Bengals siano ufficialmente pronti a portare a termine quanto iniziato la scorsa stagione: attenzione, sono fra le squadre più lanciate della lega.

Mi attendevo la classica partita da Titans, il thriller settimanale in cui Vrabel trascina negli inferi la squadra avversaria costringendola a vivere un pomeriggio da incubo ma, pure in questo caso, sbagliavo: non c’è stata partita fra Titans ed Eagles, Philadelphia ha triturato l’opposizione con un perentorio 35 a 10 che descrive piuttosto accuratamente l’andazzo di una partita che non è mai stata tale.
Tennessee molto semplicemente non aveva risposte alla potenza di fuoco degli Eagles, stupendi in tutte e tre le fasi del gioco. In attacco A.J. Brown e DeVonta Smith hanno ridicolizzato una secondaria messa alle corde dall’attacco aereo capitanato da un Hurts sempre più in formato MVP, mentre dall’altra parte il profondissimo pass rush di Philadelphia ha divorato il povero Ryan Tannehill con ben sei sack spesso arrivati su terzo down, quando contava di più.

Vale la pena prendersi un secondo per apprezzare la prestazione di A.J. Brown che con 8 ricezioni per 119 yard e due touchdown deve essersi tolto una delle più grandi soddisfazioni della sua carriera: forse Tennessee avrebbe fatto bene a soddisfare le sue richieste economiche.
Spaventoso pure Hurts che con 380 passing yard e tre touchdown ha ribadito, come se ce ne fosse bisogno, quanto brillantemente sia in grado di portare a casa la giornata anche con il proprio braccio destro.

Non credo di aver mai visto una partita giocata peggio da entrambe le squadre, un assolo a quattro mani d’incompetenza, inettitudine e comica inerzia. Seriamente, il 10 a 9 con cui i Ravens l’hanno spuntata sui Broncos potrebbe essere stato il frutto della peggior partita di football americano di cui io abbia memoria: certo certo, l’infortunio che dopo un solo quarto ha estromesso Lamar Jackson dalla contesa ha ovviamente influenzato, ma non è che con l’ex MVP in campo l’attacco di Baltimore stesse facendo fuoco e fiamme.

Riassumo quel che c’è da riassumere. In un pomeriggio in cui le due squadre in campo sono state capaci di convertire solamente 5 dei 25 terzi down giocati, per portarsi a casa l’ottava gioia della stagione a Baltimore è bastato un solo drive, per una volta arrivato nel miglior momento possibile: sotto 9 a 3 con cinque minuti da giocare Huntley ha dipinto football – se così si può dire – con una serie da 16 giocate per 91 yard terminata con una sua sgambata in end zone a circa trenta secondi dal fischio finale. In quel drive Baltimore ha convertito ben due quarti down.
I sogni di gloria di Denver, messa nella posizione di tornare in vantaggio con un piazzato da 63 yard di McManus a tempo scaduto, si sono spenti a un paio di yard dai pali: il calcio dell’affidabile kicker dei Broncos era troppo corto.
Andiamo oltre.

Buonissima vittoria per degli Steelers sempre più in palla, passati 19 a 16 sui mai banali Atlanta Falcons. Pittsburgh ha giocato una partita molto accorta e matura nella quale Pickett non ha commesso alcun genere d’errore, anche se con maggior brillantezza in red zone molto probabilmente non sarebbero stati costretti a soffrire così tanto: l’unico touchdown della loro giornata è arrivato nel secondo quarto quando Pickett ha pescato in end zone il rookie Connor Heyward, fratello di quel Cameron che da anni domina la linea di scrimmage dall’altra lato della palla.
Il 19 a 6 su cui si sono portati all’inizio della seconda metà s’è rivelato essere un margine insormontabile per i metodici e a volte letargici Falcons.

Anche in una stagione assolutamente disastrosa i Packers tengono in vita una delle più fortunate tradizioni dei nostri tempi, ossia il totale dominio sui Chicago Bears. Con un ultimo quarto pressoché perfetto, Green Bay ha trovato modo di imporsi su Chicago grazie al 28 a 19 finale reso possibile dalle solite big play di Christian Watson che dopo aver trovato i sei punti su ricezione ha fatto il bis con una corsa da 46 yard che, a meno di due minuti dal termine, ha portato Green Bay sopra di due possessi. Con questa vittoria Green Bay si porta al primo posto in solitaria nella classifica all-time (vittoria numero 787) relativa alle doppievù staccando i Chicago Bears inchiodati a quota 786.

Dominio totale degli inarrestabili Lions sui Jaguars, anche se credo che Jacksonville non possa essere più di tanto triste per la sconfitta vista la piega innaturale che ha preso la gamba – e l’intero corpo – di Trevor Lawrence poco prima della pausa lunga fra primo e secondo tempo: 40 a 14 il punteggio finale di una partita difficilmente definibile come tale.
Impressionante la prestazione di un Jared Goff sempre più convincente: l’ex franchise quarterback dei Rams ieri ha completato 31 dei 41 passaggi tentati per 340 yard e due touchdown privi di turnover. Favoloso pure questa volta Amon-Ra St.Brown che con 11 ricezioni per 114 yard e due touchdown ha ripetutamente fornito a Goff soluzioni negli snap più delicati.

Nonostante la vittoria, è lecito definire deludente l’esordio di Deshaun Watson ai Cleveland Browns? L’apporto del nuovo franchise quarterback dei Browns sul punteggio finale è stato pressoché nullo in quanto ogni singolo punto realizzato dai Marroni è arrivato grazie alla difesa o agli special team: 27 a 14 il punteggio finale di una partita in cui Cleveland ha segnato su punt return, pick six e fumble recuperato. Watson è apparso arrugginito e fuori ritmo e sebbene per imporsi contro la peggior squadra della lega gli è bastato mettere il cruise control e affidarsi agli altri due reparti, non credo che tale modello di successo possa essere sostenibile sul lungo termine: arriveranno giorni migliori, credo.
Anche perché peggio di così è veramente difficile.

Perdere una partita nella lega con il minor margine d’errore nel mondo dello sport è sempre difficile da digerire, ma credo che dopo ieri i tifosi dei Jets possano coricarsi con la consapevolezza di aver trovato un quarterback per il resto della stagione. Il 27 a 22 con cui i Vikings sono sopravvissuti ai Jets è arrivato al termine della tipica partita da Vikings dei Vikings, squadra apparentemente incapace di portarsi a casa vittorie senza sottoporre i propri tifosi a una sfiancante corsa sulle montagne russe.

A un certo punto sopra 20 a 3, Minnesota s’è fatta progressivamente rimontare da dei buonissimi Jets che hanno mosso la palla senza particolari problemi ma che, una volta arrivati in red zone, finivano per schiantarsi contro un vero e proprio muro venendo costretti ad accontentarsi di avvilenti piazzati: Zuerlein ieri ha convertito ben cinque field goal. Fa male perdere una partita in cui s’è concluso con un touchdown solamente uno dei sei drive arrivati in red zone; fa malissimo perdere una partita in cui malgrado il turnover on downs sulla goal line avversaria a un minuto e mezzo dal termine si ha avuto a disposizione un’altra chance per vincerla pochissimi secondi dopo: a consegnare la decima gioia stagionale ai Vikings ci ha pensato l’intercetto di Bynum su 4&10 in piena red zone.
New York ieri ha guadagnato 199 yard di total offense in più degli avversari che, semplicemente, sono risultati incomparabilmente più cinici in red zone.

Fra i possibili risultati contemplati nel football americano c’è pure il pareggio: a ribadirci questo non sempre lapalissiano fatto c’ha pensato il 20 a 20 fra Commanders e Giants.
Quella andata in scena a New York è stata una partita estremamente combattuta e ben giocata da entrambe le squadre che, però, dopo il touchdown del 20 pari firmato dal rookie Dotson a un minuto dal termine hanno a mio avviso avuto troppa paura di perderla per vincerla. A seguito dei quattro punt che hanno scandito i tempi supplementari, Gano ha provato a trasformarsi in eroe con un piazzato da 58 yard a tempo scaduto scaduto che, sciaguratamente, ha terminato la propria parabola a un paio di yard dai pali: pareggio che a fine stagione presenterà il conto.

Hanno indubbiamente sofferto più di quanto avrebbero avuto ragione di fare, ma una vittoria è una vittoria: la GenoMania riparte da Los Angeles dove i Seahawks sono passati 27 a 23 su dei commoventi Rams.
Colossale la prestazione del grande ex di giornata, Bobby Wagner, che ha provato a sabotare i sogni di gloria della squadra di cui è diventato bandiera con 7 tackle, un paio di sack e un rabbioso intercetto: sfortunatamente per lui e per i suoi Rams Geno ha messo il punto all’ennesimo game winning drive della sua sorprendente stagione connettendo in end zone con Metcalf a 36 secondi dal fischio finale.
Seattle ha tutte le ragioni del mondo per sognare, ma faticare così tanto contro i Rams non può lasciare sereni per il futuro.

Stagione potenzialmente compromessa per i Los Angeles Chargers, incappati in una sconfitta che non potevano permettersi: il 27 a 20 con cui i Raiders hanno dato continuità al buon momento di forma fa “sprofondare” – se così si può dire – i Chargers sul 6-6, record che in questa AFC li condanna a un finale di stagione pressoché perfetto per ambire ai playoff.
A spaccare in due la partita c’hanno pensato un paio di touchdown in rapida successione del solito Adams, che ha aperto le danze con una meta da 31 yard arrivata dopo un atipico fumble di Ekeler per poi ripetersi con una da 45 a seguito di un piazzato sbagliato da Dicker.
I Chargers ieri mi sono apparsi senz’anima, mentre quanto fatto dai Raiders nelle ultime settimane potrebbe bastare a salvare il posto a McDaniels.

Partita peculiare quella andata in scena a Dallas dove i Cowboys si sono imposti sui Colts con un roboante 54 a 19 che ci ha regalato un sempre apprezzabile scorigami: il risultato, però, è alquanto bugiardo poiché 33 dei 54 punti segnati da Dallas sono arrivati negli ultimi quindici minuti di gioco.
Quindi, per tre quarti, c’è stata eccome partita fra due squadre agli antipodi per quanto concerne forma e ambizioni.
Fondamentale, inutile dirlo, il lavoro del reparto difensivo dei Cowboys che con cinque turnover ha condannato Ryan e compagni all’ennesima partita di passione.

6 thoughts on “Il riassunto della tredicesima domenica del 2022 NFL

  1. Gli Steelers hanno un quarterback, i Lions una squadra, i Chiefs da preoccuparsi: sirena d’allarme in Missouri.

  2. Domanda per qualche storico della Nfl: era mai successo che una squadra segnasse 27 punti senza neanche un touchdown dell’attacco?

    Felice che i Bills siano passati nel giro di una settimana dalla testa di serie n. 5 alla testa di serie n. 1, anche se, visto il calendario, temo che sia dura mantenerla: noi abbiamo quattro partite con squadre dal record positivo a una sola con una squadra dal record negativo; i Chiefs, al contrario, ne hanno quattro con squadre dal record negativo e una sola con una squadra dal record positivo (che sarebbe Seattle, quindi tutt’altro che imbattibile).

    Adoro i pareggi. Io, addirittura, abolirei il supplementare nella stagione regolare: si salvaguarda la salute dei giocatori e si limita il fattore fortuna (monetina). I Giants non ne pareggiavano una da un quarto di secolo!

    • Non sono 27 ma la prima partita che mi è venuta in mente è questo capolavoro dei Texans contro gli Steelers nel 2003: 24 punti (tutti difensivi e un piazzato) con 47 yard di total offense.
      Roba seria!

  3. Trovato il video su Yt (lì dice 2002): fantastico! Salvato nel mio archivio delle partite storiche Nfl.

    Grazie per la dritta!

  4. Mamma mia i ravens , involuzione assurda…e noia mortale.
    Sara l ultimo anno di jackson?
    Dispiace a morte per groppone, Sf non merita questa jella.
    A questo punto eagles tutta la vita per la vittoria finale

    • I Cowboys faranno fuori gli Eagles ai Play offs e andranno a vincere il Vincent Lombardi Trophy!!!!! VAIIIIII DALLASSSSSSSSS

Leave a Reply to NickCancel reply

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.