Dopo sette settimane – amo scriverlo – di football giocato, ha finalmente senso parlare di crisi per alcune squadre? Facciamo che me lo dite voi nei commenti qua sotto, io mi limiterò a riportarvi i fatti di ieri.

Sono la più grande sorpresa della non più tanto giovane stagione e non sembrano essere fisicamente capaci di perdere partite: con la freddezza che ne ha caratterizzato il cammino finora, i New York Giants sono riusciti a sopravvivere all’ultimo assalto dei Jacksonville Jaguars portandosi a casa la sesta vittoria stagionale grazie a un sudatissimo 23 a 17.
La prima metà è stata scandita da un gradevole botta e risposta coinciso con un 13 a 11 Giants macchiato però da un decisivo – col senno di poi – errore dello spiritato Travis Etienne: il giovane running back di Jacksonville ha infatti perso un sanguinoso fumble a ridosso della goal line avversaria che ha tolto, di fatto, almeno tre punti dal tabellone.

Il rientro in campo, però, ha restituito a Jacksonville quanto tolto poco prima poiché Trevor Lawrence ha personalmente portato il pallone in end zone con un ben pensato sneak: devo tuttavia segnalarvi che l’extra point di Patterson sia stato bloccato da Nick McCloud.
La risposta di New York non si è fatta attendere e dopo un bel drive eccoli nuovamente a ridosso della terra promessa: tuttavia gli dei del football hanno pietosamente deciso di strizzare l’occhio a Jacksonville, uscita indenne da questo drive a seguito di un turnover of downs occorso a un paio di yard dai sei punti.
Pure in questo caso l’errore di una squadra è stato replicato dall’avversaria in quanto Lawrence e compagni hanno visto il proprio drive morire in zona punti proprio per colpa di un turnover of downs: se ci mettiamo a contare i punti lasciati per strada dai Jaguars e li aggiungiamo al punteggio finale ci accorgeremo immediatamente di quanto questa sconfitta debba far male.
I Giants, con il killer instinct che li contraddistingue, percorrono il campo con autorevolezza e anche grazie a un paio di penalità sfondano la resistenza avversaria con un rushing touchdown di Daniel Jones seguito da un altrettanto autoritario piazzato di Gano che fissa il punteggio sul 23 a 17.

A questo punto Lawrence ha la possibilità di aggiungere un interessante paragrafo alla sua finora scarna storia professionale e pazientemente – aiutato da un paio di penalità dei Giants – tiene in vita i suoi mantenendo in moto le catene: il cronometro offre loro una manciata di secondi per guadagnare le 17 yard che li separa dal touchdown del pareggio.
Lawrence riceve lo snap, direziona il pallone con decisione verso Christian Kirk che viene però accolto alle porte dalle end zone dal manesco abbraccio di circa mezza dozzina di avversari che con spietata competenza lo tengono fuori dalla terra promessa: pure questa domenica i Giants hanno trovato modo di vincere una partita negli ultimissimi secondi di gioco.
Jacksonville, a onor del vero, è stata autrice di una buonissima prestazione compromessa da un paio di errori arrivati con perversa puntualità a portata di end zone.

Chi invece sembra trarre piacere da dilapidare vantaggi in extremis è, per una volta, riuscito a invertire il trend portando a termine il proprio lavoro: nonostante i migliori sforzi i Baltimore Ravens sono sopravvissuti ai Cleveland Browns con un prezioso 23 a 20 finale.
L’ottimo inizio dei Browns ha portato in cassa dieci punti in due drive nei quali gli ospiti hanno mosso le catene senza alcun tipo di problema mentre i Ravens prendevano le misure in red zone; i loro primi due viaggi in questa florida parte del campo sono terminati con un paio di deludenti field goal di Tucker a cui ha fatto seguito il sorprendente touchdown del rientrante Gus Edwards, bravissimo a leggere i blocchi e imboccare il tunnel apertogli dalla linea d’attacco.
Il 13 a 10 sul quale si è conclusa la prima metà di gioco è stato immediatamente trasformato in un matematicamente appagante 20 a 10 poiché dopo essersi appropriati del pallone nella metà a campo avversaria – a seguito di uno strip sack innescato da Calais Campbell – i Ravens hanno regalato a Edwards la seconda gioia della sua partita, un touchdown da una iarda che sembrava voler apparecchiare la tavola all’ennesimo psicodramma dell’ultimo quarto.

Uno scambio di field goal – fra cui uno da 55 yard di Tucker – hanno pepato la potenzialmente tragica situazione: la parola “tragica” non rappresenta una patetica iperbole, altro non è che un’accurata testimonianza di ciò che è stata finora la stagione dei Baltimore Ravens che, come da copione, permettono agli avversari di rientrare in partita con un touchdown di Kareem Hunt a nove minuti dal termine.
Baltimore è sopra solamente di tre punti.
Per spezzare la maledizione Jackson e compagni decidono di prodigarsi in quella che per anni è stata la specialità di casa, ossia dissanguare il cronometro a suon di corse e, occorre dirlo, il piano sembra funzionare alla perfezione: Baltimore muove le catene con disinvoltura e non è troppo distante dalla red zone, almeno tre punti appaiono ora garantit… fumble di Justice Hill.
Ci risiamo.
Brissett connette immediatamente con Peoples-Jones per 37 yard che li catapultano in zona field goal, ma un paio di penalità offensive complicano ulteriormente la loro esistenza: il pareggio passa dal piede di Cade York che, in un campo storicamente difficile per i kicker, dovrà convertire un proibitivo piazzato da 60 yard. Le mani di Malik Harrison sono più forti del destino e il calcio del rookie viene sporcato quel tanto che basta per non dargli nemmeno l’opportunità di avvicinarsi ai pali.
Questa volta i Ravens sono sopravvissuti e la loro gioia non può che essere amplificata dal fatto di aver gettato nel baratro del 2-5 dei Browns la cui stagione è a questo punto appesa a un filo.

Iniziamo a parlare di upset, so che siete qui per questo.
La trade di Christian McCaffrey sembrava aver aperto con largo anticipo i saldi invernali dandoci la legittima impressione che i Carolina Panthers avessero deciso di staccare la spina a una stagione finora incommentabile: contro i Buccaneers, per quanto impallati questi possano attualmente essere, non avrebbero dovuto aver opportunità, invece si sono portati a casa un impressionante 21 a 3 che apre ufficialmente la crisi per Brady e compagni.
Che per Tampa Bay non fosse giornata lo si è capito pressoché subito quando Evans, completamente libero nei bassifondi della secondaria avversaria, ha clamorosamente cileccato una ricezione di routine che è costata alla sua squadra un touchdown garantito.

Con ordine e lucidità i Panthers hanno sfruttato gli imperdonabili giri a vuoto degli avversari costruendosi un incoraggiante vantaggio di due touchdown grazie a pregevoli giocate di DJ Moore e Chubba Hubbard: in tutto ciò Tampa Bay continuava imperterrita a restituire il pallone agli avversari a causa di un’inesplicabile difficoltà a convertire terzi down – solamente due successi su dodici tentativi.
Al timido piazzato di Succop Carolina ha risposto da grande squadra chiudendo i conti con il secondo touchdown della partita di PJ Walker, bravissimo a trovare il tight end Tremble libero per i sei-punti-più-uno che hanno fissato il punteggio sul 21 a 3 finale.
Questo è indubbiamente il punto più basso dell’avventura di Tom Brady in Florida, farsi umiliare da questa versione dei Carolina Panthers è ingiustificabile e, occorre dirlo, vedere un attacco di Brady faticare in questo modo confonde: ne riparliamo domattina di loro.

A proposito di baratro, che dire della terza sconfitta consecutiva dei Green Bay Packers, questa volta puniti dai Washington Commanders guidati da Heinicke? Il 23 a 21 finale è stato figlio dell’ennesima figuraccia di un reparto offensivo clamorosamente spuntato e privo di idee: con un Rodgers così in difficoltà che senso ha dare solamente 12 portate al duo Jones-Dillon?
Il 14 a 3 su cui era volata Green Bay a seguito della pick six di Campbell è stato progressivamente annullato dalla lucida e ineluttabile rimonta dei padroni di casa che grazie a un touchdown di Gibson e McLaurin – abbinati a un paio di piazzati di Slye – hanno costruito un vantaggio a cui questi Packers non sono semplicemente in grado di trovare risposte. La speranza nata a seguito del touchdown di Aaron Jones su ricezione – due mete del genere per il numero 33 di Green Bay – è svanita piuttosto velocemente poiché Heinicke ha mosso le catene un numero di volte sufficienti per condannare gli avversari a cercare il pareggio con una serie di lateral pass che, in realtà, a un certo punto sembrava potesse portare a qualcosa.
Pure in questo caso approfondirò il discorso domani.

Chi invece non ha deluso sono i Cincinnati Bengals, passati 35 a 17 sugli Atlanta Falcons: attenzione che Joe Burrow sta cominciando a ingranare.
Il fantastico quarterback dei Bengals ha messo insieme una prestazione da AFC Offensive Player of the Week guadagnando più di 500 yard di total offense e realizzando quattro touchdown totali – uno su corsa. A dargli manforte ci hanno pensato Boyd – 8 ricezioni per 155 yard e un TD – e il solito Chase – 8 ricezioni per 130 yard e due TD – che con tre touchdown complessivi nella prima metà di gioco hanno scavato un solco dal quale i Falcons non hanno mai avuto una vera opportunità di uscire.
Il punteggio finale, se possibile, non ci restituisce un’immagine nitida del dominio perpetrato da Burrow e compagni, semplicemente superiori sotto ogni punto di vista.

Ottima vittoria pure per i Dallas Cowboys che hanno festeggiato il rientro in campo di Dak Prescott facendo quello che sanno fare apparentemente meglio di qualsiasi altra squadra, ossia indurre gli avversari all’errore: il 24 a 6 finale è stato scolpito su pietra dai cinque turnover commessi da dei Lions che prima di poter essere considerati guariti – o anche solo competenti – hanno ancora tanta strada da fare.
Prescott è stato autore di una partita ordinata e concreta nella quale non gli è stato chiesto di fare molto anche in luce dell’efficienza di un gioco di corse che, cavalcando alla perfezione le diverse caratteristiche di Elliott e Pollard, ha racimolato 140 yard e due touchdown. Detroit, a onor del vero, avrebbe pure avuto le proprie occasioni per rendere il discorso interessante, ma se sotto di quattro punti commetti fumble sulla goal linecredits to Jamaal Williams – molto probabilmente non hai così tanta voglia di vincere partite.

Urrà importantissimo per i Tennessee Titans che grazie a un buon 19 a 10 sui Colts mettono la freccia e guadagnano meritatamente il primo posto in division.
A decidere la partita ci ha pensato una sciagurata pick six lanciata da Ryan – male dopo l’incoraggiante prestazione della scorsa settimana – “a” Andrew Adams: seppur non particolarmente brillante in red zone, Tennessee è stata brava a portarsi consistentemente a casa punti grazie al piede di Randy Bullock, letale nello spedire fra i pali tutti e quattro i piazzati tentati.

Il 16 a 9 sui Broncos che è valso ai Jets la quinta vittoria stagionale è da analizzare sotto diversi punti di vista. New York ha sì vinto una partita importantissima che consolida le legittime ambizioni playoff, ma molto probabilmente dovrà rinunciare ai servigi del prodigioso Breece Hall – autore dell’unico loro touchdown, una cavalcata da 62 yard – per il resto della stagione a causa di quella che dovrebbe essere la rottura del legamento crociato.
Il fatto più triste emerso da questo incontro è la totale mancanza di alibi per i Broncos che non possono nemmeno recriminare per l’assenza di Russell Wilson. Rypien ha apportato alla causa lo stesso – deprimente – contributo offerto finora da Russell Wilson, facendo passare in sordina l’assenza della più grande delusione del campionato. Quella andata in scena in Colorado è stata una guerra di trincea fra due reparti difensivi eccellenti che hanno sopperito all’incompetenza dei propri attacchi tirando giù la saracinesca su terzo down – solamente 7 conversione su 30 tentativi complessivi.
Contro Denver va bene così, ma New York non può credere che sia sostenibile vincere con il proprio quarterback che fatica ad andare in tripla cifra per quanto riguarda le yard lanciate.

L’obbligatorio 38 a 20 con cui i Raiders si sono sbarazzati dei Texans è alquanto ingannevole: lo scarto finale sembra volerci suggerire una storia ben diversa da quella raccontata dal campo, questa partita è stata molto più chiusa di quanto potremmo credere limitandoci a guardare il tabellino.
All’inizio dell’ultimo quarto Houston era infatti sopra di tre lunghezze, ma i Raiders erano decisamente troppo consapevoli dell’importanza di questa vittoria per lasciarsela sfuggire: due touchdown di Jacobs e la pick six di Duron Harmon hanno permesso a Las Vegas di mettere la freccia, completare il sorpasso e vincere senza inutili patemi d’animo.
Prestazione fantascientifica di Josh Jacobs che con 143 rushing yard e un tris di touchdown sta costringendo qualche squadra a rompere il salvadanaio per pagarlo in offseason – niente fifth year option per l’ex scelta al primo round che una volta finita la stagione sarà free agent.

La GenoMania conquista pure Hollywood: degli stupendi Seattle Seahawks hanno regolato 37 a 23 gli ancor troppo fumosi Los Angeles Chargers. 
Volati immediatamente sul 17 a 0, i Seahawks sembravano non tenere poi così tanto al proprio vantaggio poiché in un paio di minuti hanno permesso ai Chargers di portarsi sul -3 grazie a un paio di touchdown in rapida successione di Ekeler e Williams: Geno, però, ha chiuso loro la porta in faccia connettendo per la seconda volta in giornata con Marquise Goodwin per il touchdown del 24 a 14.
Con maturità e autorevolezza Seattle ha saputo gestire il vantaggio rendendolo incolmabile negli ultimi minuti di gioco grazie al prodigioso touchdown di Kenneth Walker – 168 yard e due TD per il rookie – che ha di fatto costretto il pubblico di casa ad abbandonare anzitempo lo stadio.
Chi l’avrebbe mai detto che alle porte di novembre i Seahawks sarebbero stati al comando in solitaria in NFC West?

Con una prova di forza a tratti imbarazzante i Kansas City Chiefs hanno triturato dei San Francisco 49ers che dopo essere volati sul 10 a 0 si sono improvvisamente spenti: 44 a 23 il punteggio finale.
Non ho molto da raccontarvi di questa partita, Mahomes e compagni hanno letteralmente ridicolizzato quella che fino a ieri era stata la migliore difesa della lega realizzando touchdown in tutti i modi possibili: non fosse stato per un paio di ben disegnati end-around trasformati in touchdown da Mecole Hardman Mahomes avrebbe potuto lanciare cinque o sei touchdown, anche se non credo che averne lanciati “solamente tre” conditi da 423 yard sia un qualcosa che gli toglierà il sonno la notte.
I Chiefs visti ieri sono semplicemente spaventosi.

Importantissima vittoria per dei Miami Dolphins che grazie a un sofferto 16 a 10 ai danni degli Steelers festeggiano il ritorno di Tagovailoa con una vittoria: 16 a 10 è stato pure il punteggio su cui si è chiusa la prima metà di gioco.
Esatto, quella andata in scena a Miami è stata proprio una di quelle partite.
Credo proprio che Pittsburgh faticherà a digerirla perché a onor del vero le occasioni per vincerla non sono mancate: gli ultimi due drive degli ospiti si sono infatti conclusi con un paio d’intercetti che hanno compensato più che egregiamente ai ripetuti giri a vuoto di un reparto offensivo che nella seconda metà di gioco è totalmente uscito di scena.
Questa è indubbiamente una sconfitta che pesa per Pittsburgh, non sono sicuro dispongano del talento necessario per uscire dal baratro del 2-5 e, soprattutto, non sono andati poi così distanti dal vincerla.

11 thoughts on “Il riassunto della settima domenica del 2022 NFL

  1. Brady rischia di fare una fine “ingloriosa” per il suo palmares quest’anno e anche Rodgers deve state in campana..Aggiungo (anche se infortunato) Russell Wilson per definire le 3 + grandi delusioni di questo campionato.
    Ravens: nonostante i’insita capacità di fare regali a chiunque, spero riescano a prendere lo scalpo a TB 12 nella prossima partita.No dobbins no problem grazie al ritorno di Gus Edwards

  2. Appurato che Russell Wilson è il pacco dell’anno (o del decennio: solo D. Watson potrebbe batterlo ma se non inciampa sul pisello farà fatica a produrre meno), ormai è certo che i nuovayorkesi passeranno un buon natale grazie alle difese.
    Al pacco si aggiunge la beffa: Geno Smith promosso da ex-giocatore a MVP è roba da Hollywood.
    Brady ha preferito divorziare nonostante certe figure sul campo: ‘sta Gisella deve avere un carattere davvero insopportabile…
    A parte Bills e Chiefs (che si accartocceranno nei playoff) le favorite ai blocchi di partenza al momento fanno pietà: Burrow vince e convince ma prende ugualmente un sacco di botte.

  3. Guardando i Packers ieri, ho pensato che forse Gutekunst non aveva tutti i torti a pensare al post Rodgers tre anni fa (mi riferisco al progetto complessivo di squadra).
    I mali degli Steelers risalgono al passato, nel senso che sono almeno 2 anni che si sa che la linea offensiva è mediocre.
    Poi forse il QB per il post Roethlisberger andava preso prima. Per i franchise quarterback si rischia di ipotecare il futuro.
    Ai Ravens è andata bene coi Browns, questione di un paio di episodi.
    Per il futuro dei Ravens sono moderatamente ottimista: calendario abbordabile e pass rush sopra le attese.

  4. I falcidiati 49rs continuano a perdere pezzi, anche nella tanto osannata difesa. A questo innegabile fatto, aggiungiamo che sono una della squadre più fallose della NFL, non ho i numeri ma dalle penalità che prendono ad ogni gara, credo siano abbastanza in alto.
    Ieri gli è costato un touchdown almeno.
    Poi sappiamo dei limiti di Garoppolo, quando c’è da approfittare in modo spietato degli errori altrui.
    Insomma, non possono essere una contender, a meno dell’ennesima rimonta….

  5. Da buon tifoso di una squadra che per oltre 20 anni non ha avuto un qb decente (Miami), davvero non riesco a credere nel Russel Wilson che vedo adesso (e che avrei sempre voluto nella mia squadra). E’ un crollo inspiegabile, sembra giochi con la cataratta e il braccio ingessato! Inspiegabile! Pensavo fosse la svolta per Denver invece finora è un disastro, anche se la linea davanti a lui non è così malaccio! Per Brady credo sia un declino inevitabile ormai, io onestamente lo criticavo già negli ultimi due anni a Boston. Attenzione: è stato un grandissimo, forse il più grande, però voglio dire che i suoi anni migliori li ha passati da un pezzo (mi permetto di dire che anche nella stagione vinta coi Buccaneers, fino ai playoffs non aveva esattamente incantato, salvo poi esplodere!) e ha bisogno di un cast di supporto sempre più consistente! Evidentemente i Bucs di quest’anno hanno problemi sia a proteggerlo che nel parco ricevitori e quindi….lui è più in difficoltà! Su Rodgers non aggiungo molto: dopo tutta la bega infinita del rinnovo dovrebbe solo vergognarsi di come sta giocando e di come ha distrutto lo spogliatoio, la squadra e la tifoseria di Green Bay. Il suo egoismo trasuda da ogni suo poro e forse i compagni non sono più disposti a “morire” per lui. Sicuramente la linea che deve proteggerlo è pessima (non una novità a Green Bay ultimamente….), ma anche io credo che sarebbe stato meglio rinunciare a lui e pensare a rifondare.

  6. Le figuracce rimediate da Brady e Rodgers fanno più rumore, ma trovo altrettanto sconfortante la prestazione dei Chargers. Continuo a pensare che con quel qb e quel roster sia quasi impossibile fare peggio e probabilmente le responsabilità risiedono su chi questa squadra la allena.

    Ravens bene la W, ma prestazione tutt’altro che scintillante. Sbaglierò, ma io vedo meglio (o meno peggio) la difesa rispetto all’attacco, e da anni aggiungo

  7. Non ci sto capendo nulla…

    – Nel pronosticone di settembre, avevo messo Seattle come peggior squadra della lega, sul 2-15: ne ha già vinte il doppio.

    – Pensavo che i Chargers avessero scavalcato i Chiefs nelle gerarchie della Afc West e che sarebbero stati i grandi avversari dei Bills nella conference: invece perdono in casa con Jacksonville e Seattle.

    – Sul boom delle newyorkesi è anche inutile spendere parole.

    – Pensavo che per Detroit sarebbe stata una buona stagione e che avrebbero lottato per una wild card: stanno andando più o meno come lo scorso anno.

    – Credevo che Philadelphia avrebbe chiuso attorno al 50% di vittorie: è ancora imbattuta.

    – Ecco, avevo azzeccato Denver ultima nella division, ma anche qui in maniera diversa: pensavo che in una Afc West fortissima, avrebbero trovato tre squadre più forti di loro, invece è un gioco al ribasso.

    L’unica cosa che so per certo è che non bisogna mai dare Brady per morto: la division è debole e la vincerà Tampa Bay. Poi ai playoff lui risorgerà. Credo ci siano buone possibilità che si porti a casa l’ottavo “Super bowl”!

    • No Nick vai piano su Brady. La division sarà pure debole ma arrivare fino in fondo è un altra cosa.
      Gli Eagles non sono male e se hanno vinto con Foles, non vedo perchè non possa succedere con Hurts.
      Per me l’unica certezza sono i Chiefs ed i Bills.
      Considerando che una delle 2 sarà eliminata, vedo il titolo in AFC.
      Poi magari mi sbaglio…

      • Spero che tu abbia ragione: in primis perché tifo Bills; in secondo luogo perché non riesco a odiare i Chiefs, nonostante siano due anni di fila che ci buttano fuori… voglio troppo bene a Andy Reid e se lui vince io sono contento.

        Però sono anni che sento dire che Brady è morto. Ho iniziato a seguire la Nfl nel 2011 e già all’epoca i telecronisti di Sportitalia (Gandini e Gotta) parlavano di un possibile tramonto di Brady, perché erano già sette anni che non vinceva più. Poi ne ha vinti altri quattro. Non vedo ostacoli insormontabili in Nfc: la Nfc West non convince, Green Bay è in crisi, Minnesota e Dallas sono forti ma non mi sembrano squadre da titolo, Philadelphia boh… magari mi sbaglio, ma non credo regga sino alla fine. Non dico che Tampa è la favorita della Nfc, ma per me se la gioca!

        • Se la NFC eleggerà Tampa Bay per il gran ballo, allora il Lombardi è già destinato. Certo ha ragione Mattia quando sostiene quanto quest’anno sia indecifrabile, l’NFC ne eleggerà una tra: Rams, 49ers, Cowboys, Vikings o Eagles. Per Giants e Galline di Mare il traguardo è solo arrivare alla postseason.
          Tutto questo al netto degli infortuni, soprattutto…… quindi SF è già spacciata 🥺

  8. Prossimo week end tornano Minnesota e Cousins spero sia l anno buono per Vikings

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