A un certo punto credi di averle viste tutte.
Davanti a certi vantaggi anche il più navigato degli appassionati può giungere a un verdetto, dimenticando però che in questa folle lega nessuna fossa sia sufficientemente profonda per farci dichiarare finita anzitempo qualsivoglia partita: quella appena passata è stata la domenica delle rimonte, perciò lasciatemi partire proprio da loro.

La rimonta più importante della giornata è stata senza ombra di dubbio quella che ha permesso ai Miami Dolphins di vincere 42 a 38 contro i Baltimore Ravens: giusto per rendere l’idea della magnitudine della loro impresa mi limiterò a dirvi che l’ultimo quarto si era aperto sul 35 a 14 per i Ravens.
Sì, sono stati in grado di perderla.
Dopo tre quarti nei quali l’attacco guidato da Jackson è apparso pressoché infermabile – tre touchdown con il braccio e uno sensazionale da 79 yard di corsa – Tagovailoa si è trasformato in Drew Brees vivisezionando l’irriconoscibile reparto difensivo dei padroni di casa: a rendere meno pesante il passivo e quindi più digeribile un’eventuale sconfitta avrebbe dovuto pensarci un touchdown lanciato al poco cantato River Cracraft. Quello, però, era solo l’inizio di una vera e propria impresa sportiva.
Jackson, voglioso di chiudere quanto prima i conti, aveva pure ricominciato a muovere le catene, ma su 4&1 nella metà di campo degli ospiti ecco la giocata che cambia la partita: la corsa dell’inarrestabile quarterback viene letta alla perfezione dalla difesa della Florida e come per magia turnover of downs.

Miami, in trance agonistica, ci mette veramente poco a riportarsi sotto di un solo possesso poiché su terzo down Tua connette con Hill per il primo touchdown di Cheetah con la casacca dei Dolphins: l’extra point è una formalità, Miami è vivissima.
La risposta di Baltimore si compendia con un deprimente three n’ out e l’attacco di Miami la pareggia senza troppi complimenti replicando quanto fatto un paio di minuti prima: terzo down, palla in profondità a Hill, sei punti.
Siamo sul 35 a 35, mancano circa cinque minuti.
La reazione dei Ravens questa volta non si fa attendere e con abilità Jackson inanella tre primi down che permettono a Tucker di calciare il piazzato del vantaggio da 51 yard: 38 a 35, ma Miami ha a disposizione ancora due minuti.
Decisamente troppi, soprattutto in una giornata del genere.

In sei giocate Tua e compagni si teletrasportano in red zone dove, dopo aver bruciato sapientemente secondi preziosi, completano il sorpasso grazie al secondo touchdown del pomeriggio di Waddle: 42 a 38 Miami.
Il drive della disperazione dei padroni di casa si conclude in un prevedibile nulla di fatto: con un ultimo periodo da 28 punti Miami è stata capace di mettere le mani su una vittoria che potrebbe cambiare la loro stagione, anche solo a livello di consapevolezza nei propri mezzi.
Quella appena commentata è stata senz’altro la miglior prestazione di Tagovailoa fra i professionisti – 6 touchdown lanciati: chapeau al duo Hill-Waddle che ha racimolato 22 ricezioni per 361 yard e quattro touchdown, numeri da leccarsi i baffi che però espongono la difesa dei Ravens, inesistente negli ultimi quindici minuti – e la secondaria dei sogni?
Non ho assolutamente nulla da rinfacciare a Jackson, se non il rimpianto per aver fallito miseramente un quarterback sneak a inizio partita a causa di un goffo scambio con il proprio centro rookie Linderbaum: arriveranno giorni migliori.

Un’altra rimonta ha avuto luogo a Cleveland, dove i Jets guidati da Flacco hanno strappato il cuore dal petto dei Marroni con un imponderabile 31 a 30.
Eppure, lo giuro, a un certo punto sembrava veramente non esserci più nulla da fare per gli ospiti poiché con poco meno di due minuti da giocare Nick Chubb aveva trovato il terzo touchdown della propria giornata, quello della tranquillità, quello del 30 a 17: Flacco, però, a volte sa essere ancora elite come nei suoi giorni migliori.
Grazie a un pregevole touchdown da 66 yard lanciato a Corey Davis, New York si è riportata immediatamente sotto di sei misere lunghezze a poco più di un minuto dal termine, rendendo però obbligatorio recuperare l’improbabile onside kick: immagino possiate dedurre come sia andata.
Galvanizzati dall’inattesa speranza, Flacco e compagni hanno metodicamente attraversato il campo presentandosi in red zone dove su terzo down l’ex franchise quarterback dei Ravens ha trovato per la seconda volta in giornata il rookie Wilson in end zone: il decisivo extra point è stato convertito senza alcun problema.
Questa vittoria, esattamente come quella dei Dolphins, potrebbe dare una svolta alla stagione dei Jets che se non altro ora avranno la consapevolezza di avere in canna colpi importanti come quello appena raccontato: Joe Flacco che rimonta i Marroni nel 2022, chi l’avrebbe mai detto.

La rimonta più clamorosa è forse quella che ha avuto luogo a Las Vegas, dove i Cardinals hanno preso lo scalpo ai Raiders ai tempi supplementari: sotto 20 a 0, Arizona ha risalito la china fino al 29 a 23.
Per Arizona i primi due quarti sembravano essere il mesto sequel di domenica scorsa: svogliati, imprecisi e sciupati Murray e compagni non sembravano essere umanamente in grado di chiudere un down e tenere in vita un drive per più di tre giocate, ma evidentemente durante la pausa lunga deve essere successo qualcosa in spogliatoio, perché i Cardinals scesi in campo nei secondi trenta minuti non avevano assolutamente nulla a che fare con quelli incapaci di sporcare il tabellino nei primi due quarti.
Con metodicità Arizona ha cominciato a mettere insieme drive fruttuosi che, abbinati alla catalessi del reparto offensivo guidato da Carr, hanno permesso loro di portarsi sotto di un possesso e una conversione da due con circa cinque minuti rimasti da giocare.

Con pazienza Arizona ha percorso il campo e, anche grazie a una holding difensiva sul decisivo quarto down, ha messo a segno a tempo scaduto il touchdown del -2 a seguito di una magistrale fuga di Kyler Murray conclusasi in end zone: la conversione da due punti, miracolosamente, è stata assicurata dalle mani di A.J. Green.
Supplementari.
Il primo drive dei Cardinals si è concluso con un nulla di fatto, ma il gelido attacco di Las Vegas – relegato in panchina per più di mezz’ora! – non è stato in grado di cogliere la palla al balzo: altrettanto non si può dire di Byron Murphy che a seguito di un fumble di Renfrow si è avventato sul pallone riportandolo in end zone per il touchdown della vittoria.
Una sconfitta del genere non può che dilaniare il cuore dei tifosi di Las Vegas e, ovviamente, gonfiare di speranza quello di Arizona: dopo sei quarti di football putrido Murray e compagni hanno dato un importantissimo segnale a sé stessi e il resto della lega mostrando carattere e razionalità.

Il 27 a 7 con cui San Francisco si è sbarazzata di Seattle non verrà sicuramente ricordato per il risultato finale, ma purtroppo per quanto successo al povero Trey Lance: il futuro dei San Francisco 49ers si è rotto la caviglia e, sciaguratamente, la sua stagione è già ai titoli di coda.
Speculare sulle ripercussioni di questo infortunio è al momento impossibile, l’unica fortuna – se così si può chiamare – è che non troppo tempo fa Lynch sia stato in grado di estendere il contratto di Garoppolo, chiamato ancora una volta a condurre l’attacco di Shanahan: non è sicuramente uno scenario ideale, ma è fuori questione che Jimmy G sappia cosa fare per tenere competitiva la propria squadra.
Forza Trey.

Buonissima vittoria quella dei Patriots sugli Steelers, un 17 a 14 arrivato al termine di una vera e propria guerra di trincea fra due reparti difensivi di prima fascia.
La notizia non può che essere il clamoroso uovo sotto la voce “sack” per Pittsburgh: la O-line di New England ha dominato la linea di scrimmage tenendo pulita la tasca per Jones che, supportato da un gioco di corse nuovamente convincente, si è preso cura del pallone limitandosi a lanciare un ragionevole intercetto – anche se Sutton ha commesso un drop folle che due minuti dopo ha avuto modo di presentare il conto.
Come sempre l’attacco degli Steelers è stato putrido, inetto in egual misura nelle corse e nei passaggi, eppure se Sutton avesse intercettato quell’invitante pallone…

Veramente poco da dire sull’eloquente 24 a 0 con cui i Jaguars hanno liquidato la pratica Colts: Ryan e compagni, pure questa settimana, sono stati inesistenti.
Lawrence, onore al merito, ha messo insieme la sua miglior prestazione fra i professionisti completando più dell’80% dei passaggi tentati per due touchdown e zero turnover, ma è ovvio che a rubare l’attenzione ci pensi la deprimente insipidezza del reparto offensivo guidato da Matt Ryan: l’ex MVP, costantemente sotto pressione, ha lanciato tre intercetti mettendo in evidenza le dolorose lacune di un corpo ricevitori incapace di creare qualsivoglia genere di separazione.
C’è ovviamente tempo, ma l’inizio di stagione di questi Colts è stato perlomeno inquietante, anche se in un certo senso difficoltà del genere erano prevedibili: perché si ostinano a non investire sui ricevitori?

Buona vittoria quella dei Giants sui Panthers, un 19 a 16 arrivato principalmente grazie al piede destro della sentenza Graham Gano.
Non è stata la partita più spettacolare della giornata, ma queste due squadre hanno dato vita a un testa a testa molto fisico e nevrotico deciso, a mio avviso, dall’obbrobrioso 2 su 12 su terzo down dei Panthers: pure ieri il reparto offensivo guidato da Mayfield è stato insopportabilmente fumoso e discontinuo, faticando clamorosamente a sostenere drive e muovere le catene con disinvoltura.
New York, sebbene non spettacolare, ha capitalizzato ogni singolo errore avversario facendo tutto il necessario per portarsi su un insperato 2-0 che non può che dar loro morale.

Fra Tampa Bay e New Orleans succedono sempre cose strane, sempre: nonostante nervosismo generale, risse e tre quarti d’inefficienza, Brady e compagni sono riusciti a portarsi a casa un prezioso 20 a 10 contro i mai banali Saints.
Con il risultato inchiodato sul 3 a 3, cinque minuti di follia nell’ultimo quarto hanno consegnato la vittoria agli ospiti: inizialmente Brady ha trovato Perriman in end zone per il primo touchdown della contesa, poi un intercetto di Dean ha permesso a Succop di portare a due possessi il vantaggio e infine, un paio di snap dopo, una pick six di Edwards ha definitivamente messo in ghiaccio la vittoria.
Prestazione complicata quella di Brady e compagni ma contro i Saints mai nulla è storicamente facile: per oggi va bene così.

Buonissima vittoria quella dei Lions sui Commanders, anche se a mio avviso avrebbero potuto risparmiarsi qualche patema d’animo, soprattutto dopo essersi presentati al terzo quarto sul 22 a 0: 36 a 27 il risultato finale.
Detroit ha condotto dall’inizio alla fine permettendo però, questo va detto, a Washington di rientrare in partita: fortunatamente per loro la brillantezza individuale dei vari Amon-Ra St. Brown e D’Andre Swift è bastata a scrollarsi di dosso i pestiferi Commanders che a più riprese sono stati in grado di ridurre il passivo a numeri di una singola cifra.
Prestazione fantastica del rookie Hutchinson, costantemente nel backfield avversario: tre sack per la seconda scelta assoluta.

Tornano a vincere i Rams, ma che fatica: sotto 28 a 3 i Falcons hanno provato a esorcizzare i propri demoni imbastendo una rimonta furiosa spentasi però con un intercetto di Jalen Ramsey che ha scolpito nella pietra il 31 a 27 finale.
Prestazione in chiaroscuro quella dei Rams, a tratti dominanti e a tratti arraffoni, ma contro avversarie del genere ciò non sempre equivale a una condanna a morte: Stafford, però, deve limitare quanto prima gli errori poiché non è accettabile che i campioni in carica permettano a dei Falcons qualsiasi di rientrare in partita in questo modo.
Pure qua, per oggi va bene così.

Una vittoria è una vittoria, per carità, ma questi Denver Broncos hanno ancora tantissima strada da fare prima di poter vedere una contender allo specchio. Il 16 a 9 finale con cui si sono sbarazzati dei Texans è arrivato a termine di un’altra partita incredibilmente frustrante nella quale Wilson e soci hanno faticato immensamente a tramutare viaggi in red zone in touchdown. La difesa ha giocato come ci si sarebbe aspettati, altrettanto non si può dire di un Wilson impreciso e fumoso che fino a questo punto non ha dato quel quid che ha spinto il front office a sacrificar per lui il proprio futuro: arriveranno senza dubbio giorni migliori, ma il fatto che non sia stato in grado di completare nemmeno il 50% dei propri lanci contro la tutt’altro che proibitiva difesa dei Texans è incredibilmente inquietante.

Vittoria sorprendente quella dei Cowboys, il 20 a 17 con cui l’hanno spuntata sui Bengals ci mette davanti a un interrogativo piuttosto problematico: Cincinnati è in Super Bowl hangover?
Esattamente come la settimana scorsa contro gli Steelers, la linea d’attacco non è mai stata capace di proteggere Burrow – sei sack per lui – mentre l’attacco avversario, seppur limitato, continuava ad aggiungere punti al proprio bottino. Ovviamente con un fenomeno come Burrow under center non è mai finita, quindi non c’è da sorprendersi del fatto che abbia riacciuffato ancora una volta l’insperata parità, ma ieri il miracolo è riuscito solo a metà poiché il drive della possibile vittoria si è spento con un mesto punt al quale Dallas ha risposto con un clamoroso piazzato da 50 yard di Maher.
Con una difesa del genere nulla è impossibile per questi Dallas Cowboys.

Li aspettavamo, eccoli.
Una settimana dopo il tracollo con i Vikings riecco i Green Bay Packers, vittoriosi senza particolari patemi d’animo sui Chicago Bears: 27 a 10 il risultato finale di una partita controllata senza problemi da Rodgers e compagni.
Prestazione monumentale di Aaron Jones che ha letteralmente trascinato l’attacco di Green Bay alla vittoria finale: 170 yard dallo scrimmage e un touchdown per il running back di Green Bay, mentre Rodgers ha lanciato due efficienti touchdown completando quasi l’80% dei lanci tentati.

4 thoughts on “Il riassunto della seconda domenica del 2022 NFL

  1. Complimenti alla secondaria dei Ravens per le 2 dormite COLOSSALI che hanno riportato a 14 punti ai delfini. Perdere partite cosi può costare caro a fine anno…

  2. Al di là della colossale goduria (perdonami Mattia…) nel rimontare una partita così, i miei Delfini mi hanno fatto vedere qualcosa di veramente inaspettato! In particolare Tua! Dopo 3 anni miserabili, dopo l’ennesimo avvio di campionato caratterizzato da incertezze e da 5-10 yds a ripetizione, finalmente ha fatto vedere qualcosa di buono sul profondo e in termini di leadership. La partita è stata molto particolare, sempre dominata da Baltimore senza nemmeno bisogno di grandi corse di Jackson fino alla fine del terzo quarto. Lì c’è stata la super corsa da 75 yds del buon Lamar e tutto sembrava chiuso (35-14). Invece no. Nel quarto finale, Tua è stato memorabile e Waddle e Hill hanno massacrato la secondaria di Baltimore. Credo che Harbaugh avesse preparato la difesa per tutto tranne che per un bombardamento simile sul profondo: lì tra errori madornali e impotenza totale rispetto alla velocità del duo Waddle-Hill, si è decisa clamorosamente la partita coi 4 TD. Hill e Waddle non sono novità. La novità è sapere che possono essere innescati da Tagovailoa. E’ stata una partita esaltante (per Miami), ma da archiviare in fretta. Adesso però, anche se Tua di errori ne farà ancora parecchi, l’intera Nfl e l’intero popolo dei Dolphins fans dovrà rivedere la sua opinione sul nostro attacco. E’ un’ottima notizia dopo mille perplessità (in primis le mie…) circa il potenziale del nostro Qb. Sorpresa lamorosa comunque e shock colossale per tutti. Speriamo bene.

  3. Finito or ora di vedere le sintesi sul canale You tube della Nfl. Purtroppo, anche quest’anno stanno facendo casino coi montaggi: per esempio, si son persi per strada il primo touchdown dei Raiders (il punteggio era 0-0 e d’improvviso me lo ritrovo sul 7-0).

    Sui Ravens non so cosa dire, se non che forse Harbaugh rischia un po’ troppo sui quarti down: quando hai il miglior kicker della lega, forse qualche volta dovresti andare per i pali.

    Sui Browns dico che se Chubb si fosse inginocchiato a una yarda dalla endzone la partita sarebbe finita. Anche se era impossibile immaginare quella sequela di assurdità che ha portato alla vittoria dei Jets: extra point fallito, touchdown veloce, onside kick ricoperto, nuovo touchdown, intercetto sull’ultimo possesso Browns.

    Sui Cardinals dico che Murray mi è piaciuto!

    Comunque da una settimana all’altra cambia tutto: le squadre che più m’avevano dato una sensazione d’impotenza la prima giornata erano state i Jets e i Patriots, che poi questa settimana sono andate a imporsi in trasferta.

    • Meno squadre ” materasso” ci sono e più il campionato diventa interessante.
      Ti dico ad esempio che si dalle ultime giornate della scorsa stagione simpatizzo x i Lions.

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