È agosto.
Piano piano – troppo – il clima sta rinsavendo rendendo finalmente vivibile un’esistenza non più devoluta quasi interamente alla pirrica battaglia contro il caldo: per la prima volta da mesi abbiamo energie da dedicare al nostro riposo – se siamo in casa – non più monopolizzato da accidiose serate trascorse a letto fra libri, intrattenimento veloce offerto dal telefono e serie tivù.
Possiamo, volendo, rispolverare la nostra console e dedicarle un’oretta del nostro tempo libero: agosto, cari lettori e care lettrici, altro non rappresenta che l’ultimo afoso ostacolo rimasto fra noi e il football americano, quindi perché non catapultarsi nel gridiron virtuale e “fare due lanci” per ingannare l’attesa?

Se come me siete cresciuti con il controller in mano sarete probabilmente arrivati al punto di non ritorno, ossia quello in cui avete cominciato a coltivare pretese nei confronti di alcune case sviluppatrici miliardarie che, a rigor di logica, non possono fregiarsi di alcun tipo di scusa per giustificare i pessimi prodotti con cui hanno alienato un numero non indifferente di videogiocatori, ora più che mai dipendenti dalla creatività di sviluppatori indie che malgrado un budget limitato riescono a rinfrancarci con videogiochi freschi e apprezzabilmente diversi.

Ve lo dico ora e lo ribadirò più avanti.
Non potete immaginare quanto io desideri che Madden NFL torni a essere un bel gioco, perché, come già spiegato qualche anno fa, è stato una parte importante della mia vita e routine e, malgrado stia muovendo i primi passi all’interno di una nuova fase della mia vita, dedicherei più che volentieri qualche ora della mia settimana a uno dei miei giochi preferiti.
Purtroppo, però, come la maggior parte dei giochi della Electronic Arts, Madden NFL è diventato praticamente ingiocabile, la stessa identica cosa riproposta ogni anno con i roster aggiornati, un prodotto senza anima il cui fine ultimo è spennare ingenui ragazzini su Ultimate Team a suon di microtransazioni.

Non credo abbia chissà quanto senso sciorinarvi ogni singola cosa che non va nel nuovo capitolo di una saga che anno dopo anno ignora le richieste della propria comunità riproponendo ad nauseam la stessa rancida minestra riscaldata: non è un gioco realistico, è insopportabilmente animation based – l’input e la bravura dell’utente non hanno alcun peso sul risultato della giocata -, non ha profondità ed è diventato totalmente Ultimate-teamcentrico.
Nell’attesa che 2K immetta sul mercato “l’alternativa arcade a Madden NFL” annunciata agli albori della pandemia – della quale non abbiamo più avuto aggiornamenti importanti – il mio obiettivo è oggi quello di fornirvi un paio di alternative al titolo di EA Sports: quelli che andrò a elencare sono giochi che non hanno i diritti della NFL e, quindi, non ci danno l’opportunità di usare i nostri giocatori preferiti nelle loro case capaci di ospitare 70/80mila persone.

Non credo che nessuno dei titoli proposti possa essere visto come un’alternativa sul lungo periodo ma, di tanto in tanto, potrebbe regalarci qualche oretta di puro divertimento senza spingerci a ponderare se maciullare i controller sul muro, sul pavimento o direttamente sullo schermo.
Sì, ho smesso di giocare a Madden NFL nel momento in cui ho messo definitivamente a fuoco il lapalissiano fatto che giocare a qualcosa che ti fa spegnere la console enne volte più stressato di quando l’hai accesa non avesse alcun senso: vediamo insieme alcuni videogiochi capaci di donarvi meritati attimi di relax.


Retro Bowl

Console: Smartphone (sia Android che iOS) e Nintendo Switch.

Prezzo: gratis su smartphone – esiste tuttavia una versione unlimited a 1.09€ -, 4.99€ su Nintendo Switch.

Sono convinto che almeno la metà di voi già conosca Retro Bowl, gioco diventato in breve tempo un must all’interno della comunità: c’è un motivo se piace così tanto.
L’irresistibile grafica a 16 bit conferisce al gioco quella vibe da Tecmo Bowl – una parte consistente di voi avrà bei ricordi legati a questo titolo -, ma ciò che vi stregherà davvero è la commovente cura nei dettagli di una modalità carriera molto più profonda di quanto avrebbe ragione d’essere.

Ogni stagione sarà preceduta da un piccolo draft nel quale selezionare giocatori che, in quanto rookie, hanno enormi margini di miglioramento. Per esempio, il running back che selezionerete al primo round avrà bisogno di tempo per realizzare il proprio potenziale e, in caso di prestazioni positive, il miglioramento sarà sensibilmente più veloce: ogni giocatore ha quattro caratteristiche tecniche – nel caso del running back sono catching, strenght, speed e stamina – che progredendo con i livelli potranno essere potenziate.
Come concetto non è molto distante da quello dei Pokémon, se può aiutarvi ad avere le idee un po’ più chiare.

Queste caratteristiche, contrariamente a Madden NFL, si riflettono sul campo in quanto un running back con strenght al massimo romperà sistematicamente tackle: qualora ci si concentrasse esclusivamente sulla forza trascurando, che ne so, la stamina il giocatore in questione dopo dieci yard rallenterà sensibilmente la propria corsa finendo inevitabilmente per essere placcato.
Tutto ciò è estremamente soddisfacente.

La semplicità è la vera forza di questo titolo in quanto per padroneggiarlo basteranno un paio di ore di gioco: a quel punto, per tenere la situazione pepata, potete alzare la difficoltà al massimo e noterete immediatamente l’estinzione del touchdown da 70 yard su ricezione, salvo giocate fenomenali.
Retro Bowl è soddisfacente, ha una curva d’apprendimento pressoché nulla e riesce a regalarvi discrete soddisfazioni, soprattutto se come me, dopo aver vinto una decina di titoli con i Baltimore Ravens, portate il vostro talento a New York sponda Jets dove con estrema pazienza metterete insieme una vera e propria corazzata capace di portarsi a casa quindici trofei consecutivi.

Un aspetto centrale di cui non ho ancora parlato è quello manageriale in quanto potrete migliorare lo stadio, le training facilities e il centro medico spendendo le monete che guadagnerete vincendo partite: ovviamente uno stadio all’ultimo grido attirerà più tifosi, delle training facilities all’avanguardia permetteranno ai vostri giocatori di maturare più velocemente e, infine, un centro medico di livello ridurrà al minimo il rischio infortuni.
Dovrete inoltre prestare attenzione all’utilizzo dei vari giocatori poiché ignorare un certo ricevitore farà sì che il suo morale si abbassi e, ovviamente, il rischio fumble aumenta quando c’è di mezzo un giocatore demoralizzato.

Questo gioco deve obbligatoriamente trovare spazio sul vostro smartphone, è semplicemente troppo divertente per non meritare un’opportunità e, qualora dovesse piacervi, vi consiglio di fare l’upgrade sganciando l’eurino: a quel punto, fra le altre cose, potrete rinominare i giocatori della vostra squadra e riportare Brady e Gronk ai New England Patriots.


Sunday Rivals

Console: PC Windows.

Prezzo: 16,79€ su Steam.

Sunday Rivals è un gioco indie sviluppato da una sola persona, Ryan Kamins e solo per questa ragione meriterebbe immediatamente i nostri soldi.
La prima cosa che balza all’occhio è la grafica: i giocatori sono stati realizzati servendosi di modelli 3D low poly e ciò, cari lettori e care lettrici, li rende irresistibili restituendo all’occhio un’immagine che trasuda divertimento e spensieratezza.

Qua si sta parlando di un gioco palesemente arcade che non ha alcuna intenzione di restituire all’utente un’esperienza realistica o verosimile, se installi Sunday Rivals lo fai per mettere a segno 70 punti a partita e sacrificare il futuro dei tuoi giocatori con tackle così violenti che risulterebbero eccessivi pure per l’hit stick di Madden NFL – negli ultimi anni in cui ho sprecato la mia vita dedicando tempo alla punta di diamante di EA Sports era diventato pressoché impossibile ricevere un pallone nella parte centrale del campo senza concludere lo snap con il più predeterminato dei fumble.

L’identità sfacciatamente arcade lo rende incredibilmente veloce e nevrotico – non è un caso che non sia stato nemmeno dedicato un tasto allo sprint, i giocatori corrono al massimo automaticamente -, il gioco perfetto per trascorrere un’ora di disimpegnato divertimento segnando a ripetizione: malgrado ciò il gameplay resta incredibilmente soddisfacente.
Proprio come Retro Bowl – e il prossimo titolo – l’alta customizzazione stimola la comunità online a creare mod che se installate vi permetteranno di giocare con i giocatori “veri” della vostra “vera” squadra del cuore: non aspettatevi di vedere riprodotto il taglio di capelli di Patrick Mahomes o tutti i tatuaggi di Odell Beckham Jr., vi dovrete accontentare di un nome associato a un numero su maglia apprezzabilmente “ufficiale”.

Il singolo aspetto più impressionante di questo gioco è la grafica ambientale: stadio, pubblico e meteo sono curati nei minimi dettagli e conferiscono alla partita un’atmosfera paradisiaca o apocalittica a seconda delle condizioni meteorologiche.
Se provate a giocare durante una tempesta di neve la visibilità sarà notevolmente ridotta e temerete che da un momento all’altro il cielo si apra per permettere al creatore o chi per lui di scendere in campo e unirsi alla festa: se siete dei cultori del Romanticismo vi consiglio di giocare almeno una partita al crepuscolo.

Intuitivo, sfacciatamente arcade e graficamente irresistibile: ve lo consiglio.


Legend Bowl

Console: PC Windows.

Prezzo: 20,99€ su Steam.

Legend Bowl è un vero e proprio miracolo.
Analogamente a Sunday Rivals questo gioco è stato creato esclusivamente da uno sviluppatore che, esasperato dall’impossibilità di dilettarsi con un videogioco di football americano definibile come tale senza mancare di rispetto alla disciplina, ha deciso di farsene uno da solo: il risultato è sensazionale.

A differenza di quanto possa suggerire la grafica palesemente cartoon, Legend Bowl è un gioco molto serio nel quale l’intelligenza artificiale vi darà seriamente filo da torcere. Sognatevi di mettere a segno trilioni di touchdown con lo stesso, pigro, schema poiché l’adattabilità dell’IA vi costringerà a scervellarvi nel tentativo di trovare nuovi modi per aggirare l’arcigna resistenza del reparto difensivo avversario.
Il creatore, King Javo, si è pressoché inventato un nuovo sistema di comandi che vi obbligherà a dedicare parecchi minuti a un vero e proprio training camp il cui fine ultimo è quello di mettervi velocemente nelle condizioni di giocare.

Qualora la grafica dovesse disorientarvi e farvi perdere l’interesse a priori, vi inviterei comunque a dargli una possibilità in quanto il gameplay è a mio avviso molto più simulativo di quanto lo sia quello di Madden: ripeto, l’intelligenza artificiale degli avversari è incredibilmente sviluppata e vincere una partita a livello massimo è tutto fuorché una formalità.
Potrete toccare con mano il valore dei giocatori in campo, percepirete senza alcuna difficoltà le differenze fra uno che supera il novanta e un corpo caldo da practice squad che a fatica va oltre il sessanta.
Come spiegato nel video, i playbook sono incredibilmente profondi e verosimili e ciò conferisce un’ulteriore dimensione di realismo a un’esperienza di gioco radicata nel reale, malgrado la grafica.

Esattamente come nel caso di Sunday Rivals, l’instancabile lavoro della comunità online vi garantirà l’opportunità di giocare con le vere squadre della National Football League e rimarrete sorpresi a constatare la velocità con cui le ore di gioco si accumuleranno.

Se volete giochi con “la grafica più simulativa” potreste provare Axis Football – malgrado l’encomiabile sforzo non mi ha particolarmente entusiasmato: non perdiamo la speranza, le alternative a Madden NFL – seppur fantasiose – non mancano e mentre aspettiamo indefessi l’uscita del titolo arcade di 2K, il mix fra Retro Bowl sui mezzi pubblici e un’oretta qua e là di Legend Bowl dovrebbe garantirci del tutt’altro che banale divertimento.


 

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