Era mia abitudine proporvi questo articolo a un mese esatto dal kickoff sciorinandovi le trenta – non venti – cose, persone, squadre e frivolezze varie che più attendevo dalla nuova stagione NFL: questa volta, purtroppo, quando mi sono ricordato dell’esistenza di questo pezzo i giorni che ci separavano dall’apertura dei cancelli erano solamente 29.
Sto scuotendo inconsolabilmente la testa continuando a sospirare e sbuffare, sembro una pentola a pressione abbandonata al proprio destino da un cuoco che ha deciso di ottimizzare il tempo e riordinare la camera da letto mentre le patate si cuociono pazientemente – se ho detto un’eresia scusatemi, ma io la pentola a pressione la uso esclusivamente per cuocere broccoli, patate o fare le zucchine lesse: teoricamente, però, non dovrebbero esserci rischi di esplosione.
Tornando a noi, mi sono trovato costretto a ripiegare, con la coda fra le gambe, su venti cose.

Immagino che anche questa dimenticanza sia da imputare alla terribile monotonia della vita adulta, da quando pago i contributi lavorando i giorni hanno smesso di essere tali trasformandosi in un’indefinita successione di tramonti e albe che hanno di fatto trasformato il mercoledì – giorno della pizza fatta in casa a cena – in un giorno come un altro, tolto al venerdì la sua effervescenza in quanto se ci pensate un attimo il venerdì altro non è che un’unità di misura con la quale calcolare la distanza dal lunedì: se qualcuno di voi lettori o lettrici frequenta ancora le scuole superiori o l’università per favore, vi imploro, fate del vostro meglio per godervi gli ultimi istanti di libertà e imprevedibilità.
Avevano ragione i Blur, è vero che Modern Life is Rubbish.

Bene, digressione finita, datemi cortesemente il permesso di partire con un elenco tanto inutile e melenso quanto rassicurante poiché la sua semplice esistenza implica che possiamo quasi assaporare il ritorno del football americano made in NFL nelle nostre vite.

1) La sacralità della domenica sera

La stagione NFL è un’esperienza così totalizzante da finire inevitabilmente per monopolizzare la mia vita da settembre a febbraio: nessun giorno o evento, però, regge il confronto con la domenica sera.
Dalle 19 in poi, infatti, è come se ci fosse data l’opportunità di mettere in stand-by il mondo reale per essere catapultati in un universo parallelo fatto di touchdown, intercetti, Scott Hanson, pasti fuori orario e nevrosi varie. Inutile specificarlo, ma le diciotto domeniche sera della regular season sono per me la valuta temporale più preziosa in assoluto.

2) Seven hours of commercial free football

Pigro cliché dato che in un modo o nell’altro in articoli del genere dedico sempre qualche riga a Scott Hanson, ma cosa posso farci io se NFL RedZone rappresenta la perfezione, il miglior modo in assoluto per fruire del football americano? Posso forse smettere di adorare pubblicamente Scott Hanson, il vero valore aggiunto della National Football League?
Non credo, non amarlo è come provare disgusto davanti a una cucciolata di gattini, non è umanamente possibile.

3) Il riassuntone del lunedì

Questa sarà la settima stagione – iniziano a essere tante – che “coprirò” su questo sito e dopo seicentoeppassa articoli posso tranquillamente affermare che nessun pezzo riscuote lo stesso, inspiegabile, successo del riassuntone del lunedì: lavoro o meno, vi prometto che in un modo o nell’altro ve lo farò arrivare sui vostri schermi entro le dieci di mattina, come sempre.

4) La AFC West

Decidete voi come definirla: ginepraio, girone di ferro, tonnara, cerchio dantesco, a voi la scelta.
Sia quello che sia, dopo un’offseason che definire spettacolare sarebbe l’eufemismo del secolo, la AFC West si preannuncia essere la division più interessante e convulsa della lega, un’ingarbugliata orgia nella quale l’esito di ogni singolo testa a testa presenterà il conto a fine stagione: va da sé che praticamente tutti gli incroci divisionali troveranno uno spazio nella sezione dedicata alle “partite più interessanti della settimana” nella mia guida. Sì, torna pure lei, ovviamente.

5) Il secondo esordio di Tom Brady…

Se non la butto in caciara nel vano tentativo di essere simpatico non riesco a dormire la notte.
Tecnicamente, in ogni caso, in quanto giocatore uscito dal ritiro il Sunday Night contro i Dallas Cowboys coinciderà con la partita del suo “ritorno”: non le faccio io le regole, mi attengo alle direttive dall’alto.

6) I Buffalo Bills

L’ho detto ad nauseam, lo ripeterò ancora una volta – principalmente per infastidire gli amici dei Bills su Facebook -: questo deve essere il loro anno.
Anche se non è in alcun modo garante di successo, partono con il favore dei pronostici e un roster eccezionale, motivo per cui non vedo l’ora di osservare se saranno in grado di reggere la pressione e spingere all’estinzione la maledizione che li attanaglia.

7) Squadre come i Detroit Lions, i New York Jets e i Jacksonville Jaguars

Sicuramente ne ho omessa qualcuna, ma credo siate riusciti a trovare il filo conduttore.
Le tre squadre appena menzionate sono reduci da stagioni decisamente deprimenti ma, chi via free agency, chi via draft o chi sia via free agency che draft, sembrano tutte essersi messe nella posizione di vivere un 2022 ben più soddisfacente: non mi aspetto qualificazioni ai playoff – anche se… -, non mi aspetto record positivi o chissà cosa, esigo però netti passi in avanti perché i roster assemblati negli ultimi mesi sono alquanto promettenti e talentuosi.

8) L’attacco dei Miami Dolphins

Era inevitabile, o almeno, loro l’hanno reso inevitabile: poche franchigie hanno vissuto un’offseason movimentata – sia dentro che fuori dal campo – come quella dei Miami Dolphins.
Lasciando perdere la sospensione inflitta all’owner Ross e la confiscazione di preziose scelte al draft, Miami si è messa in una posizione intrigante andando a collezionare talento offensivo con la stessa cupidigia di un raccoglitore di funghi della domenica: Tyreek Hill, Terron Armstead, Connor Williams, Raheem Mostert, Cedrick Wilson e Chase Edmonds dovrebbero permettere a Tua Tagovailoa di compiere un deciso salto di qualità che, qualora avverrà, dovrebbe catapultarli ai playoff.
Odio il fatto che questo sia l’ultimo appello per Tua – ricordiamo, 21 partite da titolare in NFL -, ma è inutile nascondersi dietro un dito fingendo ingenuità, l’imminente stagione rappresenterà il momento della verità per l’ex Alabama.

9) Constatare gli effetti del carosello dei quarterback

Russell Wilson ai Denver Broncos.
Matt Ryan agli Indianapolis Colts.
Carson Wentz ai Washington Commanders.
Deshaun Watson – non si sa ancora quando – ai Cleveland Browns.
Mitch Trubisky ai Pittsburgh Steelers.
Marcus Mariota agli Atlanta Falcons.
Baker Mayfield ai Carolina Panthers.
Drew Lock ai Seattle Seahawks.
Non ho ricordi di una offseason così movimentata nella posizione più importante del gioco e, dal momento in cui viviamo nel mondo dei quarterback, i loro rendimenti con casacche diverse da quelle a cui ci eravamo abituati a vederli ci regaleranno una miriade di spunti narrativi attraverso i quali vivisezionare la stagione: ve lo preannuncio, quella appena delineata sarà una delle chiavi di lettura più importanti per le mie analisi future.

10) Trey Lance

Non saprei dirvi se io sia più esaltato o curioso.
Le circostanze simpaticamente simili a quelle che hanno permesso a Patrick Mahomes di trasformarsi in un fenomeno generazionale mi obbligano ad attendere con atipica ansia il suo “esordio” – ha già giocato da titolare – alla guida di una squadra che l’anno scorso è arrivata a tanto così dal Super Bowl.
Pensateci: entrambi red shirt – circa – il primo anno dietro ineccepibili game manager umanamente fenomenali, entrambi saranno guidati da un genio offensivo in panchina, entrambi giocano in una squadra con la maglia rossa, entrambi militano in una division del West… ok, sto forzando.
Ma avete capito.

11) I ritorni degli infortunati

Qua sarò poco discorsivo.
Non vedo l’ora di vedere nuovamente in campo i vari Jaire Alexander, David Bakhtiari, J.K. Dobbins, Travis Etienne, Za’Darius Smith, Carl Lawson, Christian McCaffrey, Marcus Peters, Ronnie Stanley, Michael Thomas, Brandon Graham e tanti altri che contrariamente ai signori appena menzionati non hanno perso tutta, o quasi, la scorsa stagione.

12) La maturazione di Jalen Hurts

Jalen Hurts, in quanto quarterback corridore, è sempre al centro di dibattiti a mio avviso impregnati di pregiudizi: fortunatamente, però, quest’anno sarà pure al centro di un reparto offensivo che grazie all’innesto di A.J. Brown dovrebbe rendere sostanziosamente meglio rispetto al 2021.
L’abbondanza di scelte al draft in mano agli Eagles lo ingabbia in una posizione delicata, poiché in caso di fallimento Philadelphia potrebbe optare per investire su un nuovo quarterback con una delle suddette scelte.

13) La seconda possibilità di Josh McDaniels

L’ultima volta che il protetto di Bill Belichick è stato messo nella posizione di gestire un coaching staff non è andata particolarmente bene: per non farsi mancare niente, parecchi anni dopo, ha cambiato idea sull’altare nonostante un accordo con gli Indianapolis Colts, quindi comprenderete senza alcun problema l’importanza assoluta della sua nuova avventura ai Raiders.
Non ho alcun problema a dire che McDaniels si stia giocando la reputazione.

14) Che Patrick Mahomes dimostri al mondo cosa significhi essere Patrick Mahomes

Ne ho lette veramente di tutti i colori sul buon Mahomes e, mio malgrado, devo constatare che molti si siano dimenticati di che fenomeno generazionale si stia parlando.
Con o senza Hill, Mahomes rimarrà uno dei quarterback più letali e divertenti da vedere.

15) Capire se Davis Mills possa essere la soluzione o meno

Durante l’ultimo mese della scorsa regular season Mills è stato fra i quarterback più intriganti – e brillanti! – della lega, sono estremamente curioso di vedere se riuscirà a dare continuità a quanto di buono fatto vedere affermandosi così come realistica soluzione sul lungo termine per i Texans: immaginatevi se Caserio con la sua prima pick da GM di Houston si fosse assicurato in sordina il successore di Deshaun Watson.
Tifo appassionatamente per lui.

16) L’esito della competizione fra Geno Smith e Drew Lock

Passare da Russell Wilson al vincitore del testa a testa fra Smith e Lock… non era un’altra la lega del where amazing happens?
Andando oltre il sarcasmo, sto per ammettere un qualcosa di cui mi vergogno da morire: Drew Lock, a mio avviso, avrebbe il potenziale per fare bene, sta a lui sfruttare o meno l’ultima opportunità per tenersi stretto il proprio futuro in NFL.

17) Il riscatto dei Baltimore Ravens

Nessuno è stato più sfortunato e infortunato della mia squadra del cuore, perciò almeno per ora lasciatemi la presunzione di essere ottimista e aspettarmi una stagione da undici-dodici vittorie e qualche urrà pure ai playoff.
Dimenticavo, Lamar Jackson è il loro quarterback e l’Internet mi ha sguaiatamente spiegato che con Lamar Jackson under center – solamente prima dello snap – non si possa fare strada a gennaio: perdonatemi il grossolano lapsus.

18) Gli sviluppi della battaglia fra Donald, Garrett e Watt

Gira e rigira il Defensive Player of the Year è oramai diventato una competizione a tre fra veri e propri mostri sacri: dopo anni di mancato riconoscimento Watt è stato finalmente in grado di mettere le mani sul tanto agognato premio, vediamo come risponderà Garrett, giocatore che secondo alcuni avrebbe meritato il premio in quanto più “raddoppiato” del fratellino di Justin James.
Donald, in quanto Donald, deve essere sempre e comunque inserito nella discussione in quanto omettere il suo nome sarebbe troppo empio anche per me.

19) La definitiva consacrazione di Joe Burrow e Justin Herbert

Forse sbaglio perché Joe Burrow si è già abbondantemente affermato, ma in ogni caso mi attendo un ulteriore salto di qualità da due giovani che potrebbero dare vita a un qualcosa di simile alla rivalità Brady-Manning: direi una castroneria affermando che secondo me l’MVP andrà a uno di loro di due?

20) Scott Hanson

Lui per me è il volto – e la voce – della National Football League e non credo esista persona più adatta per condurre un programma del genere.
Se amo in questo modo il football americano è anche grazie alla passione con cui domenica dopo domenica ci accompagna nei meandri della regular season.

7 thoughts on “Venti giorni al kickoff: le 20 cose che più stiamo aspettando della NFL

  1. e cosí dopo mesi di previsioni, valutazioni, commenti arriverá tra poco la week 1 che come una tempesta di fuoco spazzerá via molte delle nostre previsioni, valutazioni…

  2. Un grazie sincero e anticipato per il riassuntone del lunedì. Non è una pretesa ma mi è veramente necessario. Grazie!

    • L’unico ringraziamento è a tutti voi che per motivi che non riuscirò mai a comprendere leggete così tanto quell’articolo.

      • Se ti può consolare (o mettere più in crisi): circa 7-8 anni fa, per un breve periodo della mia vita ho “finto” di tifare per i texans (belle maglie eh…) e di interessarmi di football americano, pur non capendone effettivamente nulla. In realtà non mi è mai interessato troppo, tantomeno ora. Però da circa 8 anni leggo tutti i tuoi riassunti del lunedì e quasi ogni giorno vengo su playitusa.com/nfl (direttamente, senza passare dalla home) per vedere se hai scritto qualche nuovo articolo. Grande Mattia, #goTexans

        • Se tifi Texans non posso accettare il complimento perché è chiaro che io non abbia fatto abbastanza per salvarti da te stesso e, ovviamente, mi sento in colpa :)
          Scherzi a parte, grazie mille, davvero

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