Finalmente!
Dopo mesi in cui parlare di NFC era piacevole e stimolante quasi quanto un giorno medio della mia vita, ora avrò finalmente l’opportunità di concentrarmi sul possibile, sull’etereo, sull’indefinito. Come già detto ad nauseam, quella appena conclusasi – anche se deve ancora concludersi – non è stata una offseason particolarmente esaltante per la NFC, conference indiscutibilmente depauperatasi di talento e il cui livello medio, al momento, sembra essere sensibilmente inferiore a quello della sorella: questo fatto non è obbligatoriamente negativo visto che mette le basi per la proliferazione di piacevoli sorprese – vedasi gli Eagles del 2021 – in grado di pepare notevolmente la stagione e regalarci spunti narrativi da mungere fino alla più asettica banalizzazione.

Partiamo, questa volta senza pubblicità di libri – come si dice dalle mie parti, curta l’è bela, longa la stufa.


NFC NORTH

Chicago Bears

Record nel 2021: 6-11.

Giocatore con più pressione sulle spalle: Viste le circostanze, nessuno.
Indicare Justin Fields sarebbe stato facile per varie ragioni, prima fra tutte la sua posizione, ma non prendiamoci in giro, Fields è stato calato in un contesto disastroso nel quale nessun quarterback nella storia del gioco se la sarebbe cavata meglio di lui: ai miei occhi, non sarà il 2022 l’anno in cui verrà sancito il suo valore.

Cosa ci aspettiamo da loro? Niente.
Qua sarò conciso: i Chicago Bears stanno per iniziare una doverosa ricostruzione procrastinata fino a trasformarla in una – non divertente – barzelletta, aspettarsi qualcosa non ha alcun senso.
Il roster è drammaticamente povero di talento, o meglio, povero di talento “sicuro”, poiché per quanto ci è dato sapere i tanti giovani ai quali sarà data un’opportunità potrebbero tranquillamente trasformarsi in perenni All-Pro: esattamente come nel caso dei Lions del 2021, ogni vittoria sarà un apprezzabile plus che renderà un filo più roseo il loro futuro fornendo al front office preziose indicazioni sui giocatori attorno ai quali costruire le fortune di domani.
A differenza dei Lions del 2021, però, un verosimile candidato al ruolo di franchise quarterback già ci sarebbe.

Grado di realizzabilità: Alto.
Ciò che più mi piace di questo campionato è il fatto che nulla sia veramente impossibile, ma al momento fatico a immaginare i Bears uscire vincitori da più di tre o quattro partite.


Detroit Lions

Record nel 2021: 3-13-1.

Giocatore con più pressione sulle spalle: Jeff Okudah.
A causa di una miriade di infortuni – fra cui la devastante rottura del tendine d’Achille – l’ex terza scelta assoluta al draft è scesa in campo solamente in 10 partite su 33: non è stata colpa sua, ci mancherebbe, ma il 2022 sarà l’anno che definirà la sua carriera in NFL.

Cosa ci aspettiamo da loro? Sette-otto vittorie.
Qua parto in quinta.
Nel 2021 i Detroit Lions, squadra in offseason associata a un per niente blasfemo 0-17, hanno perso cinque partite con uno scarto inferiore-uguale ai quattro punti. Se teniamo conto del pareggio contro i Pittsburgh Steelers – partita riciclata immediatamente come base per meme -, il totale sale a sei: tutto questo per rimarcare che già lo scorso anno i Detroit Lions siano stati più competitivi di quanto potessimo aspettarci.
Con un po’ di fortuna – non capita tutti i giorni che Justin Tucker soffi loro una vittoria grazie a un piazzato da 66 yard – ed esperienza, Detroit dovrebbe trovare modo di portare a casa vittorie in circostanze analoghe a quelle appena delineate.
Il roster è infinitamente più talentuoso di quello dello scorso anno e, Goff a parte, il reparto offensivo ha assunto una forma alquanto interessante: mi sembra ingiusto e prematuro accostarli ai playoff, ma attenzione che potrebbero finire per essere una delle sorprese preannunciate nell’incipit.
Squadra la cui freccia punta fieramente verso l’alto.

Grado di realizzabilità: Buono.
Il mix di talento ed esperienza acquisita – unito al fatto che militino in NFC – dovrebbe bastare a metterli nella posizione di raddoppiare il totale delle vittorie del 2021.


Green Bay Packers

Record nel 2021: 13-4.

Giocatore con più pressione sulle spalle: Allen Lazard.
Nessuno si aspetta che produca come Davante Adams, ma “semplicemente” che si elevi a go-to-guy di Aaron Rodgers: ciò, teoricamente, dovrebbe garantire una buona produzione.

Cosa ci aspettiamo da loro? Il solito, ma magari accompagnato da un paio di vittorie ai playoff.
Sentite, in regular season i Green Bay Packers sono collaudati e costanti a livelli oramai svizzeri, non reagiamo sguaiatamente – come ho fatto io per mesi – all’addio di Davante Adams, credo che Rodgers troverà comunque il modo di tenere l’attacco efficiente ed efficace: come già detto in altre sedi, poi, la difesa potrebbe rendersi protagonista di un’esplosione che potrebbe renderli infermabili… in regular season.
Ora però parliamo delle cose serie: in una recente intervista Rodgers ha attribuito parte del merito dietro le sue ultime mostruose stagioni – regolari – a un viaggio in Sud America nel quale ha provato l’ayahuasca, o come piace chiamarla a me “la roba seria”.
Rendiamoci conto, potenzialmente questo qua da un paio sta vivendo un totalizzante trip del quale non è nemmeno cosciente e ciò nonostante ha vinto due MVP consecutivi giocando il miglior football della propria carriera: ritiro tutto l’astio causato dalle ridicole dichiarazioni tetramente alt-right su vaccini e affini, Aaron Rodgers torna di prepotenza a essere il mio eroe e da ora in avanti mi riferirò a lui come “lo psichedelico”, non più “l’omeopatico”.
Il punto di riferimento di cui avevo bisogno.

Grado di realizzabilità: Probabile.
Lasciamo per un attimo perdere i playoff: i Green Bay Packers di LaFleur vincono 13 partite con il cruise control attivato, motivo per cui sono convinto che sopravviveranno tranquillamente alla dipartita dell’insostituibile Adams.


Minnesota Vikings

Record nel 2021: 8-9.

Giocatore con più pressione sulle spalle: Kirk Cousins.
Nel caso ve lo foste perso, il nuovo front office non sembra essere particolarmente entusiasta di Kirk Cousins – e del suo contratto, credo: sbarazzarsene potrebbe essere quasi impossibile, ma non credo che la sua tenuta a Minneapolis si protrarrà per chissà quanto.

Cosa ci aspettiamo da loro? In questa NFC? Una qualificazione ai playoff.
I Minnesota Vikings si trovano in una posizione particolare.
Il cambio di regime coinciso con l’insediamento di un nuovo front office e di un – finalmente – nuovo coaching staff sembra volerci suggerire ricostruzione, ma una veloce cernita del roster ci mette davanti a una verità radicalmente diversa: Minnesota, da anni a questa parte, è troppo talentuosa per essere così ostinatamente mediocre.
Non mi interessa se il roster è ancora troppo dannatamente incompleto per arrivare fino in fondo – linea d’attacco e difesa presentano grossi interrogativi -, una compagine che può contare sul trio Cook-Thielen-Jefferson non può limitarsi a vincere le solite otto pigrissime partite che la faranno fluttuare nell’orbita playoff ma che in nessun caso ci permetteranno di fraintenderli come contender: un attimo, potrei appena aver delineato le loro prospettive per il 2022.
Magari ne vincono qualcuna in più, magari la poca convinzione del nuovo GM nei confronti di Cousins gli permette di compiere il tanto agognato cambio di marcia che chiunque si sarebbe aspettato dopo il suo arrivo a Minneapolis, non lo so, l’unica cosa di cui sono sicuro è che in una NFC così poco profonda Minnesota non può permettersi di mancare l’appuntamento con i playoff.

Grado di realizzabilità: Sono pur sempre i Vikings.
Diciamoci la verità, i Vikings sono diventati la brutta copia dei Falcons di Dan Quinn: analogamente ai volatili della Georgia, questi qua coltivano l’hobby di tirarsi la zappa sui piedi e perdere partite nel modo più coreografico possibile. L’anno scorso hanno perso una partita per un fumble in zona field goal ai supplementari, per un piazzato da 37 yard fallito all’ultimo secondo e contro i Detroit Lions all’epoca ancora a quota zero vittorie: capite di cosa vi sto provando a parlare?


NFC EAST

Dallas Cowboys

Record nel 2021: 12-5.

Giocatore con più pressione sulle spalle: CeeDee Lamb.
Hanno lasciato andare Amari Cooper anche perché a proprio agio con l’idea di promuovere Lamb a WR1: stiamo collettivamente aspettando la definitiva esplosione di un ragazzo che ha tutto il necessario per dominare.

Cosa ci aspettiamo da loro? Che facciano strada ai playoff.
Da almeno un paio d’anni a questa parte i Dallas Cowboys, cari lettori e care lettrici, sono un’ottima squadra di football americano che, apparentemente meglio di tante altre, continua a infondere talento al proprio roster tramite brillanti scelte al draft: Parsons, Lamb, Diggs, Gallimore, Gallup e Schultz rappresentano un minuto campione di pick più che azzeccate nelle ultime primavere.
Ho ritenuto doveroso cominciare con questa premessa per un semplice motivo, ossia che il draft di quest’anno dovrà pagare immediatamente dividendi poiché Dallas a marzo ha salutato un numero impressionante di titolari chiave come Collins, Cooper, Gregory, Wilson e Williams.
Le loro ambizioni, in quanto Dallas Cowboys, sono sempre le stesse e contrariamente a tanti altri casi le rispetto serenamente, anche se il problema sta tutto nel fatto che durante l’era Prescott siano riusciti a vincere solamente una partita in postseason; l’anno scorso, nello specifico, malgrado ottime premesse sono evaporati al Divisional Round contro i 49ers: come possono pretendere, quindi, di fare più strada con un roster nel complesso più inesperto e ricco d’incognite?
I rookie, specialmente Smith, Williams e Tolbert dovranno riuscire a rimpiazzare al più presto la produzione dei dipartiti sopracitati e farsi trovare pronti quando conterà di più, ossia ai playoff: è inutile nascondersi dietro un dito, le loro ambizioni devono riguardare il Lombardi, soprattutto in una NFC non eccessivamente profonda, il giudizio sulla loro stagione sarà espresso pressoché esclusivamente in funzione della loro condotta in postseason.
Sono curioso di vedere se il reparto difensivo darà continuità al prodigioso miglioramento di cui è stato protagonista nel 2021: il materiale umano sicuramente non manca.

Grado di realizzabilità: Incerto.
Per un motivo o per l’altro, una volta ai playoff, Dallas boccheggia e con un presidente impaziente e volubile come Jerry Jones nulla è mai scontato: non vorrei che in caso d’ulteriore debacle a gennaio questa squadra – e non solo – venisse pesantemente rivoluzionata.


New York Giants

Record nel 2021: 4-13.

Giocatore con più pressione sulle spalle: Saquon Barkley.
Puntare il dito contro Daniel Jones sarebbe stato decisamente troppo banale.
Barkley si trova davanti a un bivio e, sebbene il talento non sia mai stato in discussione, nel 2022 l’ex seconda scelta assoluta dovrà dimostrare di riuscire a produrre come nella stagione da rookie eludendo quegli infortuni che lo hanno teletrasportato davanti al sopracitato bivio.

Cosa ci aspettiamo da loro? Che prendano delle decisioni.
In una conference del genere c’è spazio per ogni tipo di sorpresa, anche una apparentemente bizzarra come i New York Giants che sgattaiolano ai playoff, ma il fine ultimo della loro stagione non credo si misurerà in vittorie – ovviamente ogni forma di successo sarà accolta con speranzoso entusiasmo, ma non è questo il punto.
I Giants si stanno approcciando all’inizio di un nuovo ciclo procrastinato dalle malefatte dell’ancien regime che, di fatto, ha ingolfato lo spazio salariale a suon di contrattoni-salva-poltrona: Schoen e Daboll hanno finora fatto un buon lavoro esclusivamente affidandosi al draft e sono convinto che il loro prossimo passo sarà quello di utilizzare il 2022 come anno di audizioni per numerosi giocatori.
Nessuno si aspetta molto da questi Giants, motivo per cui mi sento di affermare che il loro obiettivo principale sia quello di capire una volta per tutte cosa fare coi vari Daniel Jones e Saquon Barkley, trovar loro – o meno – un possibile ruolo nei Giants di domani, insomma, individuare i pilastri attorno ai quali costruire una squadra che può già contare su un buon numero di intriganti giovani – lungo la linea d’attacco brilla la coppia di tackle Thomas-Neal, due scelte al primo round che dovrebbero risolvere finalmente parte degli annosi problemi di protezione che hanno di fatto sabotato la carriera a Daniel Jones mentre nel pass rush i giovani Thibodeaux e Ojulari potrebbero terrorizzare i quarterback avversari almeno per un lustro.

Grado di realizzabilità: Sicuro.
Magari prenderanno decisioni sbagliate, ma credo ci sia una certa unità d’intenti su ciò su cui ci si deve concentrare in una stagione di vera e propria transizione.


Philadelphia Eagles

Record nel 2021: 9-8.

Giocatore con più pressione sulle spalle: Jalen Hurts.
Il front office ha fatto i compiti per casa e gli ha sapientemente confezionato un attacco nel quale, teoricamente, dovrebbe aver modo di affermarsi come soluzione sul lungo termine.

Cosa ci aspettiamo da loro? Un ulteriore passo in avanti rispetto al sorprendente 2021.
Sfruttando un calendario tutto sommato benevolo, Philadelphia ha a sorpresa strappato un pass per la postseason salvo poi essere brutalmente ridimensionata dai Tampa Bay Buccaneers: il massacro perpetrato da Brady e soci ha messo in chiaro l’incontrovertibile fatto che gli Eagles non avessero particolari ragioni di trovarsi ai playoff e che quindi il roster avesse bisogno di una bella rimescolata.
Detto fatto.
Entrambi i reparto sono stati massicciamente rinvigoriti da un consistente numero d’innesti che, a mio avviso, li catapultano in una nuova stratosfera che rende quasi obbligatoria la qualificazione ai playoff: sebbene le certezze in NFL si contino sulle dita di una mano – e un paio d’esse rispondano al nome “Tom Brady” – coltivare ben motivate aspettative su di loro ha nuovamente senso.
Compendiare l’intera stagione attorno ai progressi di Jalen Hurts mi sembra miope, il roster allestito ha il potenziale per compensare a ogni possibile incidente di percorso del proprio “controverso” – aggettivo che mi trovo costretto, purtroppo, a usare quando si parla di un quarterback in grado di muovere le catene con le proprie gambe così da non offendere i rumorosi puristi della posizione- signal caller: in questo attacco, dietro questa linea d’attacco e con questi skills player a disposizione l’ex Oklahoma dovrebbe – a rigor di logica – compiere un deciso passo in avanti nella propria maturazione.
Non credo che al momento possano essere considerati superiori ai favoriti Dallas Cowboys, ma reputo altresì corretto affermare che abbiano colmato parte del gap esistente con gli odiati rivali texani.

Grado di realizzabilità: Buono.
Il rischio che l’esperimento Hurts dia come risultato un clamoroso fallimento non è trascurabile, ma il livello medio del roster dovrebbe scongiurare il pericolo di inspiegabili regressioni rispetto al 2021.


Washington Commanders

Record nel 2021: 7-10.

Giocatore con più pressione sulle spalle: Carson Wentz.
Questa è l’ultima chiamata per un quarterback che stando a quanto mostratoci negli ultimi anni non dovrebbe trovarsi al comando – visto il gioco di parole? Eh? – di un attacco NFL: non so se siano più disperati i Commanders o lui.

Cosa ci aspettiamo da loro? Un miracolo.
I destini di Carson Wentz e dei Washington Commanders sono indissolubilmente legati al punto da rendere sensato e narrativamente interessante quello che a mio avviso altro non è che un matrimonio forzato da circostanze disastrose: entrambe le parti coinvolte sono disperatamente alla ricerca di riscatto, entrambe le parti coinvolte sono reduci da anni inspiegabilmente difficili nei quali quasi mai le cose sono andate per il verso giusto ed entrambe le parti coinvolte necessitano disperatamente di una stagione proficua.
Carson Wentz ha assoluto bisogno di rilanciare la propria carriera – questa potrebbe essere verosimilmente l’ultima chiamata per la vita da titolare in NFL – tanto quanto Washington ne ha di un quarterback perlomeno decente, uno che non li metta nella posizione di perdere e che di tanto in tanto costituisca il delta fra una risicata vittoria e una demoralizzante sconfitta.
L’anno scorso ero ingenuamente esaltato dalle loro prospettive, credevo che il reparto difensivo potesse trascinarli in una posizione rilevante nelle gerarchie della NFC ma, come tutti avrete ancora negli occhi, le cose non sono andate particolarmente bene, motivo per cui ora mi muovo con estrema cautela: il potenziale per fare bene, pure questa volta, non manca.

Grado di realizzabilità: Mi piace pensare che questo sia l’anno in cui sia Wentz che i Commanders cambiano marcia.
Provate ancora a darmi del pessimista, vi sfido.


NFC WEST

Arizona Cardinals

Record nel 2021: 11-6.

Giocatore con più pressione sulle spalle: Marquise Brown.
Dire che l’avventura di Brown ai Cardinals sia partita con il piede sbagliato sarebbe un eufemismo – è stato arrestato per eccesso di velocità (altro eufemismo): Hollywood sarà chiamato immediatamente a non far rimpiangere l’assenza dell’imprescindibile Hopkins, squalificato per le sei prime giornate.

Cosa ci aspettiamo da loro? Che maturino definitivamente.
Ricordate quel magico periodo del 2021 nel quale gli Arizona Cardinals sembravano essere una vera e propria contender?
Si sa, ottobre è il miglior mese dell’anno – se dopo un’estate del genere non siete d’accordo con me chapeau alla vostra resistenza fisica – ed è facile innamorarsi di qualcuno o qualcosa salvo poi rinsavire a novembre, mese che con la sua crudezza riporta noi tutti con i piedi per terra.
Non saprei delineare le prospettive di questa squadra, non sono particolarmente sicuro che il roster sia migliorato rispetto a quello del 2021 – non sicuramente in difesa – e se il collasso di fine stagione ci ha insegnato qualcosa è proprio che senza DeAndre Hopkins l’efficacia del reparto offensivo scema a livelli che flirtano con la pura mediocrità: sì, è arrivato Hollywood Brown, Murray è teoricamente sereno grazie al rinnovo et cetera et cetera, ma siamo sicuri che si affaccino al 2022 in una posizione migliore rispetto a quella dello scorso anno?
Indipendentemente da tutto, quest’anno esigo quel tipo di consistenza su cui una coppia allenatore-quarterback arrivata al quarto anno di convivenza dovrebbe obbligatoriamente poter contare.

Grado di realizzabilità: Imprevedibile.
Se prendiamo questa offseason come campione constateremo un inquietante fatto: gli Arizona Cardinals stanno nel bene o nel male diventando la franchigia più imprevedibile della NFL.


Los Angeles Rams

Record nel 2021: 12-5.

Giocatore con più pressione sulle spalle: Cam Akers.
Prima del terribile infortunio rimediato circa dodici mesi fa, Akers sembrava essere un running back destinato a grandissimi numeri in un sistema offensivo perfetto per esaltare le sue caratteristiche tecniche: quest’anno, con un’offseason intera alle spalle, potrebbe concretizzare le esaltate previsioni di fior d’analisti.

Cosa ci aspettiamo da loro? Confermarsi fra i protagonisti.
Vincere un Super Bowl è difficilissimo, figuriamoci vincerne due di fila: no, in caso di mancata riconferma la stagione dei Los Angeles Rams non sarebbe sicuramente da bollare come fallimento.
Eccezion fatta per gli addii di Hekker e Miller, i Rams sono usciti dall’offseason ragionevolmente intatti e, addirittura, si sono tolti gli sfizi di aggiungere due pezzi da novanta come Bobby Wagner e Allen Robinson, gente che non dovrebbe aver problema a inserirsi in un contesto del genere.
Credo che questo roster sia stato costruito per sostenere successo nel tempo e, principalmente per questa ragione, non fatico minimamente a inserirli nell’immateriale podio di conference con il quale mi sto orientando nella stesura di questo articolo: non pretendo vincano di nuovo, affinché la loro stagione possa essere definita un successo “basterebbero” una dozzina di vittorie e una sempre apprezzabile – e plausibile – doppiavù ai playoff.
Non si può vincere ogni anno, soprattutto in NFL.

Grado di realizzabilità: Alto.
I protagonisti sono rimasti al loro posto – eccezion fatta per Von Miller – e ciò che deve incoraggiare è il fatto che Matthew Stafford, al secondo anno in California, dovrebbe essere teoricamente più a proprio agio con il sistema di gioco di McVay.


San Francisco 49ers

Record nel 2021: 10-7.

Giocatore con più pressione sulle spalle: Trey Lance.
Lo so, si sta pur sempre parlando di un quarterback de facto rookie, ma considerato il background, il prezzo pagato da San Francisco per assicurarselo e la presenza di Jimmy Garoppolo non credo che molta gente sarà disposta a valutarlo con pazienza e oggettività.

Cosa ci aspettiamo da loro? Forse troppo.
L’inimmaginabile rimonta dei San Francisco 49ers è stata senza ombra di dubbio fra le più affascinanti storie del 2021 che, in un certo senso, rischia di inflazionare le aspettative che dovremmo nutrire nei loro confronti: visto che nella NFL l’unica direzione accettabile è “avanti”, molti pretendono che i ‘Niners portino a termine quanto iniziato lo scorso autunno arrivando al Super Bowl.
Il problema è che a guidarli, quest’anno, ci sarà un quarterback con a curriculum solamente due partite da titolare e che probabilmente necessiterà di qualche mese per acclimatarsi alla velocità della NFL – anche se memori dell’esplosione di Patrick Mahomes (avvenuta in circostanze simili) non credo possiamo precludergli la possibilità di dominare fin da subito.
San Francisco è costantemente una buona squadra – quando non è falcidiata dagli infortuni – condotta da un brillantissimo allenatore che, in un modo o nell’altro, riesce sempre a tenerli competitivi massimizzando ogni singola goccia di talento presente nel roster, quindi non fatico a pronosticare l’ennesimo campionato brillante, le mie uniche preoccupazioni risiedono nelle enormi aspettative che il buon Trey Lance si troverà a fronteggiare fin da subito.
Se sommiamo il sorprendente esito dell’ultima stagione agli sforzi profusi per scalare il tabellone e assicurarselo al draft del 2021, il risultato potrebbe essere ingiusto nei suoi confronti: riprendiamo l’abitudine di essere pazienti con i giovani quarterback, per favore.

Grado di realizzabilità: Sicuro.
Ho 26 anni e sono cresciuto nell’era dell’iper-connessione, è veramente difficile vedermi/ci con il Wi-Fi o con i dati del telefono spenti, ma giuro che mi rifugerò nell’irreperibilità digitale nel momento in cui Lance “romperà l’Internet” lanciando il primo intercetto o commettendo un errore decisivo per l’esito di una partita: ripeto, diamogli tempo.


Seattle Seahawks

Record nel 2021: 7-10.

Giocatore con più pressione sulle spalle: Jamal Adams.
Il “pezzo mancante per riportarli a competere sul serio” ha finora deluso, o meglio, non ha mai giustificato l’esorbitante esborso dei Seahawks, motivo per cui sarebbe è chiamato a tornare a produrre quanto prima a livelli da All-Pro.

Cosa ci aspettiamo da loro? Non molto.
Posizione interessante quella dei Seattle Seahawks.
Malgrado abbiano appena detonato il roster chiudendo ufficialmente il miglior ciclo nella storia della franchigia, credo che a roster ci sia decisamente troppo talento per puntare all’involontario tanking – in questa disciplina il tanking non esiste, o meglio, non in campo: senza Wilson al comando la regressione è inevitabile, ma sia attacco che difesa possono ancora vantare nomi di qualità che potrebbero aiutarli a vincere più partite di quante possiamo credere.
L’entusiasmo, naturalmente, svanisce nel momento in cui si mette a fuoco il mesto fatto che a succedere Russell Wilson ci sarà uno fra Drew Lock e Geno Smith, ma sono più che convinto che Seattle vivrà una stagione sì anonima ma non incompetente: vuoi mai che nell’improbabile caso in cui Lock dovesse… no dai, sto esagerando ora.
Un paio di giocatori che terrò d’occhio con particolare attenzione? Rashaad Penny, Kenneth Walker, Noah Fant, Charles Cross, Poona Ford, Jordyn Brooks e Quandre Diggs.

Grado di realizzabilità: Certo.
Questo per loro sarà l’anno zero, vediamo cosa ne viene fuori.


NFC SOUTH

Atlanta Falcons

Record nel 2021: 7-10.

Giocatore con più pressione sulle spalle: Nessuno.
Certo, il 2022 rappresenta il momento della verità per Marcus Mariota, ma non prendiamoci in giro, mettere pressione a qualcuno in particolare in una squadra che ha appena completato l’allestimento del cantiere per la ricostruzione non ha alcun senso.

Cosa ci aspettiamo da loro? Anche se apparentemente offensivo, niente.
Dopo anni di insopportabile inerzia, gli Atlanta Falcons hanno finalmente deciso di ripartire da zero: la cessione di Matt Ryan ha decretato la fine di un’era sciaguratamente costellata di rimpianti e occasioni perse.
Il mio “niente” non è in nessun modo sinonimo di una stagione da zero vittorie, tuttavia presa visione del roster fatico a stabilire qualsivoglia tipo di aspettativa, anche se vi confesso di essere estremamente curioso di vedere Marcus Mariota all’opera: l’ex seconda scelta assoluta al draft a mio avviso meritava un’altra opportunità di dimostrare il proprio valore e rilanciarsi, peccato solo che sia stato calato in un contesto nel quale avere successo è pressoché impensabile.
Vediamo chi emergerà.

Grado di realizzabilità: Certo parte seconda.
Non è obbligatorio scrivere centinaia su centinaia di parole quando c’è veramente poco da dire.


Carolina Panthers

Record nel 2021: 5-12.

Giocatore con più pressione sulle spalle: Baker Mayfield.
Se solo questo disgraziato avesse chinato la testa dinanzi a quel maledetto infortunio alla spalla: Baker, non è obbligatorio morire per poter saltare una maledetta partita di regular season.

Cosa ci aspettiamo da loro? Un miglioramento e, magari, una risposta nella posizione più importante del gioco.
Le tre vittorie consecutive con cui hanno aperto la scorsa stagione ci avevano illuso, non solo credevamo che i Carolina Panthers fossero tornati a essere rilevanti, ma ci eravamo addirittura illusi che Sam Darnold potesse essere un quarterback vincente in NFL: ah, il football di settembre…
Al momento non è ancora stato dichiarato il quarterback titolare, ma è lapalissiano che l’idea sia quella di vedere cosa Baker Mayfield possa fare a comando di una squadra che a mio avviso avrebbe anche le basi per fare bene, soprattutto in difesa.
Se c’è qualcuno che non può più fallire sono proprio loro – e ovviamente Baker Mayfield -, non credo che Tepper sia disposto a tollerare un’altra stagione da cinque vittorie e competitività pressoché inesistente, quindi staremo a vedere: credo che la difesa, se supportata adeguatamente da un reparto offensivo perlomeno competente, potrebbe aiutarli a uscire vincitori da otto-nove partite, ma solo adesso mi rendo conto che un discorso del genere poteva risultare valido pure per la loro versione 2021.

Grado di realizzabilità: Plausibile.
Per me Baker Mayfield è un quarterback che ha tutto il necessario per godere di una carriera lunga e soddisfacente fra i professionisti: ai Panthers si trova davanti a un inquietante bivio che mi ricorda molto da vicino quello che sta per imboccare la sua nuova franchigia.


New Orleans Saints

Record nel 2021: 9-8.

Giocatore con più pressione sulle spalle: Michael Thomas.
Di fatto, non gioca da circa due anni: che sia ancora fra i migliori ricevitori della NFL?

Cosa ci aspettiamo da loro? Una sfacciata competitività e, perché no, una qualificazione ai playoff.
La nonchalance – che spesso sfocia in spavalderia – del front office dei Saints mi ha ormai conquistato e, mio malgrado, sono diventato un fervente sostenitore di un modus operandi che incarna con spaventosa precisione l’animo del loro innesto più prestigioso, Tyrann Mathieu: ai New Orleans Saints non interessa assolutamente nulla del nostro parere, loro continuano ad agire con una determinazione e unione d’intenti che a questo punto non possono più lasciarci indifferenti.
Lo ammetto, credevo che, dopo aver resistito alle sirene della ricostruzione una volta ritiratosi Brees, fossero obbligati a ricominciare da capo dopo l’improvviso addio – temporaneo – di Payton: niente di tutto ciò, questi vogliono vincere e vogliono farlo il prima possibile.
Fanno bene a dare un’altra opportunità a Wintson – che fino all’infortunio non mi era affatto dispiaciuto – che quest’anno potrà contare su un arsenale molto più completo e pericoloso, a patto che Michael Thomas riesca a restare in campo e Olave produca immediatamente – non dimentichiamo che hanno aggiunto pure uno dei giocatori più consistenti della nostra generazione, Jarvis Landry.
La difesa, seppur un anno più vecchia, dovrebbe confermarsi come una delle più arcigne della lega e qualora gli innesti di Maye e Mathieu pagassero dividendi, muovere le catene via aria contro di loro si complicherebbe esponenzialmente: mica male considerando che il front seven dal 2018 a oggi ha sempre concluso la stagione nella top five per minor numero di rushing yard concesse.
Squadra interessantissima che potrebbe sorprendere chi vuole lasciarsi sorprendere.

Grado di realizzabilità: Alto nella mia testa.
Analogamente ai Ravens, nel 2021 i Saints hanno dovuto fare i conti con una pletora di infortuni che ha finito per dirottare quella che per la prima metà era stata una stagione promettente: l’addio di Payton peserà, ma il roster potrebbe essere più effervescente di quello dello scorso anno.


Tampa Bay Buccaneers

Record nel 2021: 13-4.

Giocatore con più pressione sulle spalle: Joe Tryon-Shoyinka.
L’ex scelta al primo round dovrà rimpiazzare il dipartito Jason Pierre-Paul, veterano che ha dato veramente tanto alla causa Buccaneers.

Cosa ci aspettiamo da loro? Il solito campionato dei Buccaneers di Tom Brady.
Siamo arrivati a un punto in cui parlare dei Tampa Bay Buccaneers è tremendamente noioso perché sappiamo benissimo cosa aspettarci da loro: vuoi per una division non particolarmente complicata o per un roster completo ed esperto, questi sono perennemente fra gli indiziati numero uno per il Lombardi.
Il recente infortunio di Jensen, unito agli addii delle guardie titolari, getta qualche nube sulla linea d’attacco, reparto che negli ultimi due anni ha garantito una protezione pressoché impeccabile a Tom Brady: se ho imparato qualcosa dall’esperienza di Brady ai Patriots – di cui ho parlato in “Dinastie”, evviva, ho marchettato – è che il più grande di tutti i tempi analogamente al più banale dei gatti sa sempre cadere in piedi. A inizio campionato potrebbero boccheggiare, ma con il passare delle partite non dovrebbero aver problemi a macinare vittorie e difendere senza eccessivi patemi d’animo il posto nell’Olimpo NFL che spetta alla squadra che può contare sul quarantacinquenne più cocciuto del mondo.

Grado di realizzabilità: Tranquillo.
I Buccaneers la regular season l’hanno finora affrontata con il pilota automatico, non escludo però che i cambiamenti degli ultimi mesi implichino un periodo di rodaggio che coinciderà con qualche sorprendente sconfitta.


 

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