Ammetto che questa volta ho faticato oltremodo a portare a termine la missione: sì, utilizzo questo lemma perché questi otto pagelloni sono stati vere e proprie imprese erculee, otto spettri che hanno infestato i miei weekend e agitato i giorni feriali, punizione autoimpostami che mi ha spinto a pormi due o più domande sulle mie decisioni, ma alla fine ci sono riuscito.
Arrivato a questo punto dell’offseason, fatico a vendervi ciò che scrivo come qualcosa di nuovo, fresco o che semplicemente valga la pena leggere – ammesso abbia mai scritto qualcosa definibile come tale – perché, circa da marzo, continuo a dirvi le stesse cose: i Jaguars hanno strapagato giocatori buoni ma in nessun universo meritevoli di tali cifre, i Rams hanno più o meno brillantemente difeso lo status quo, i Bears stanno facendo il possibile per sabotare la carriera di Justin Fields, la AFC West è impazzita, i Buffalo Bills hanno tutto il necessario per arrivare fino in fondo, i Carolina Panthers… ah no, scusate, i Carolina Panthers ora un quarterback lo hanno.
Assurdo.

Come sempre, quando finisco una serie d’articoli, mi trovo costretto a ringraziarvi per la pazienza e per aver dedicato prezioso tempo ai miei sproloqui, sono piuttosto esaltato dal fatto che solamente una sessantina di torridi giorni ci separino dal nostro salvifico kickoff: teniamo collettivamente duro, a breve si apriranno i training camp e, come sempre, ci regaleranno ulteriore fumo sul quale speculare per giorni e, soprattutto, infortuni in grado di alterare irreparabilmente la fisionomia di un roster.
Manca poco, veramente, ora però smaltiamo questa NFC South.


Atlanta Falcons

Voto della free agency: NV.

Voto del draft: 8+.

Gli arrivi più importanti: Marcus Mariota, QB (FA); Casey Hayward, CB (FA); Rashaan Evans, LB (FA); Damien Williams, RB (FA); Drake London, WR (draft); Arnold Ebiketie, EDGE (draft); Troy Andersen, LB (draft); Desmond Ridder, QB (draft); Tyler Allgeier, RB (draft).

Le perdite più dolorose: Matt Ryan, QB (trade); Foyesade Oluokun, LB (FA); Russell Gage, WR (FA); Dante Fowler Jr., EDGE (FA); Hayden Hurst, TE (FA); Mike Davis, RB (FA).

Miglioramento? Hanno iniziato una ricostruzione che sarebbe dovuta cominciare almeno tre anni fa.

Analisi: Qui non c’è molto da dire: lo so, mi sarò servito di questo incipit circa una decine di volte per poi ammorbarvi lo stesso con centinaia di parole, ma questa volta sono serio.
Atlanta ha fatto esattamente quello che doveva fare, ossia staccare la spina a un roster che da almeno tre anni non è mai stato particolarmente vicino all’essere competitivo: avevano troppo talento per limitarsi a un paio di vittorie a stagione, ma erano eccessivamente incompleti per ambire a ciò che conta veramente.
Matt Ryan ha dato tutto quello che aveva e credo che sia umanamente impossibile rinfacciargli qualcosa: senza quella rimonta là, quasi sicuramente, l’ultimo lustro di questa franchigia sarebbe stato completamente diverso, ma non ha particolarmente senso concentrarsi su un qualcosa accaduto almeno due ere geologiche fa.

Chi di football ne capisce veramente ha lodato il loro draft e malgrado la decisione di selezionare un wide receiver con una scelta per forze di cose storica – è pur sempre la prima del nuovo ciclo – abbia confuso molti analisti, London dovrebbe essere un fit schematico perfetto per il sistema di Smith: sugli altri giocatori, cari lettori e care lettrici, non ho molto da dirvi, sapete tutti fin troppo bene quanto il draft sia una scienza inesatta.
Hanno forse aspettato troppo a premere il bottone rosso e detonare il roster, ma come dice chi ha poco da dire e comunica quasi esclusivamente a proverbi, meglio tardi che mai: il 2022, quasi sicuramente, sarà molto doloroso.

Voto finale: 6,5. Sufficienza abbondante di incoraggiamento: scherzi a parte, mi è piaciuto il loro draft e qualora Ridder dovesse mostrarci qualcosa in futuro…


Carolina Panthers

Voto della free agency: 4,5 che tuttavia, dopo la trade di Baker Mayfield, diventa un bel 7.

Voto del draft: 7+.

Gli arrivi più importanti: Baker Mayfield, QB (trade); Austin Corbett, OG (FA); Xavier Woods, S (FA); Johnny Hekker, P (FA); Matthew Ioannidis, DT (FA); Bradley Bozeman C/OG (FA); Rashard Higgins, WR (FA); Ikem Ekwonu, OT (draft); Matt Corral, QB (draft); Brandon Smith, LB (draft).

Le perdite più dolorose: Stephon Gilmore, CB (FA); DaQuan Jones, DT (FA); Haason Reddick, EDGE (FA); Matt Paradis, C (FA); A.J. Bouye, CB (FA); Cam Newton, QB (FA).

Miglioramento? Direi di sì.

Analisi: Cari Carolina Panthers, so che non taggandovi non leggerete mai quanto sto per digitare – li taggassi leggerebbero, ovviamente – ma lasciatemi esprimere la mia sincera e genuina gratitudine con un semplice grazie: grazie.
Grazie per l’ottimo tempismo, grazie per avermi fornito qualcosa di nuovo con cui animare queste pagelle, grazie per avermi risparmiato l’ennesimo «buon lavoro ma finché non c’è un quarterback ogni loro mossa perde automaticamente valore»: grazie.

Come vi ho già detto, dubito fortemente che Baker Mayfield trasformerà i Carolina Panthers in una della favorite al trono della NFC, ma dopo anni d’orrore firmato Cam Newton (o meglio, il suo spettro), Kyle Allen, Will Grier, Teddy Bridgewater e Sam Darnold, l’ex-Browns è comodamente il signal caller più talentuoso su cui Rhule abbia potuto contare durante la sua tenuta a Charlotte: calando Mayfield nel contesto offensivo di Carolina, tutte le mosse dell’offseason guadagnano gusto e significato.
Il pesante restauro della linea d’attacco, che potrà contare su ottimi veterani come Corbett e Bozeman oltre che al promettentissimo rookie Ekwonu, dovrebbe garantire a Mayfield una protezione perlomeno adeguata e permettere a McCaffrey – salute permettendo – di sostenere la produzione alla quale ci ha abituati: il set di mani a disposizione di Baker, poi, è di primo livello in quanto oltre che verso il già citato McCaffrey potrà direzionare il pallone a uno dei ricevitori più sottovalutati della lega, D.J. Moore, nonché a un deep threat di tutto rispetto come Anderson.
La difesa, se supportata da un attacco capace di sostenere drive da più di tre giocate, dovrebbe tornare a esprimersi sui livelli visti durante le prime tre partite – tutte vittorie – della scorsa stagione: questa è una squadra che per funzionare non ha sicuramente bisogno di un reparto offensivo esplosivo come quello dei Chiefs di Patrick Mahomes, è chiaro che gli eventuali successi passeranno quasi esclusivamente dalle mani della difesa ma – ovviamente c’è un ma – ciò sarà possibile solo nel caso in cui l’attacco risulterà perlomeno competente.
Spero vivamente che Mayfield possa resuscitare la propria carriera e garantirsi almeno un contratto importante in NFL, soprattutto perché un altro fallimento oltre che a costare parecchi soldi a lui costerebbe molti posti di lavoro lungo tutto il front office e la sideline.

Voto finale: 7. Non so se abbia particolare senso associarli ai playoff, l’unica cosa di cui sono sicuro è che scorrendo il roster non è difficile inciampare in incoraggianti dosi di talento: tanto, se non tutto, dipenderà dal rendimento di Baker Mayfield.


New Orleans Saints

Voto della free agency: 7,5.

Voto del draft: 7,5.

Gli arrivi più importanti: Tyrann Mathieu, S (FA); Marcus Maye, S (FA); Jarvis Landry, WR (FA); Andy Dalton, QB (FA); Jameis Winston, QB (rinnovo); Chris Olave, WR (draft); Trevor Penning, OT (draft); Alontae Taylor, CB (draft).

Le perdite più dolorose: Terron Armstead, OT (FA); Marcus Williams, S (FA); Kwon Alexander, LB (FA).

Miglioramento? Anche se le perdite di Armstead e Williams sono state incredibilmente dolorose, direi di sì.

Analisi: Quella dei Saints è stata sicuramente un’offseason strana che, tuttavia, ogni giorno che passa trova modo di intrigarmi un po’ di più rispetto al giorno prima.
Il “ritiro” – fidatevi, tornerà a breve – di Sean Payton ci lasciava presagire a una ragionevole ricostruzione – ricordiamo che solamente un anno fa pure Brees si è ritirato -, tuttavia il GM Loomis ha deciso di dare continuità a un progetto tecnico di fatto apertosi con il leggendario draft del 2017: ovviamente le dipartite di Armstead e Williams peseranno, ma era chiaro che “la squadra perennemente nell’inferno salariale” non potesse soddisfare le legittime ambizioni contrattuali di entrambi.
Ciò che mi è veramente piaciuto della loro offseason è stata la precisione con cui hanno sopperito alle perdite appena menzionate, in quanto hanno rivoluzionato l’ultima linea di resistenza difensiva aggiungendo Mathieu e Maye – giocatori che se in salute potrebbero dar vita al miglior tandem di safety della lega – mentre per rimpiazzare Armstead hanno aggressivamente scalato il tabellone per mettere le mani su Penning, chiaramente l’offensive tackle che desideravano e la cui esistenza ha permesso loro di lasciar svernare il buon Armstead in Florida.

Il corpo ricevitori, problematico e inadeguato nel 2021, è stato rinvigorito dagli innesti di Olave e Landry che con un Michael Thomas sano potrebbero andare a formare un receiving corp di primo livello: certo, la probabile sospensione di Kamara potrebbe creare gli stessi problemi causati dall’assenza di Michael Thomas nelle ultime due stagioni, ma è fuori questione che Jameis Winston si trovi a operare in un contesto ben migliore rispetto a quello dello scorso campionato.
A proposito di Jameis Winston, lasciatemi dire che ritengo sensata la decisione del front office di rinnovargli la fiducia, anche se a un certo punto questi sembravano essere in pole position nella scabrosa gara per Deshaun Watson: nel ridotto campione di partite giocate nel 2021 Winston si è lodevolmente preso cura del pallone – fatto mai banale quando si parla dell’ex-prima scelta assoluta – e malgrado avesse a disposizione quasi esclusivamente ricevitori da practice squad, ha messo insieme buonissimi numeri e vinto partite.
Il contratto da lui firmato non compromette in nessun modo il futuro dei Saints che, intelligentemente, vogliono capire se liberato dal giogo dei propri vizi – leggasi “turnover a caso” – sia in grado di trasformarsi nel franchise quarterback che un giocatore così talentuoso può assolutamente diventare.
Una delle squadre più boom or bust del prossimo campionato.

Voto finale: 7,5. Ero seriamente convinto ripartissero da capo, invece hanno rimescolato le carte assemblando un roster assolutamente competitivo che, però, potrebbe non riuscire a sopravvivere all’assenza di Sean Payton in panchina. Payton è quell’allenatore che nel 2019 trovò modo di vincere cinque partite su cinque con Bridgewater titolare.


Tampa Bay Buccaneers

Voto della free agency: 40.

Voto del draft: 7,5.

Gli arrivi più importanti: Tom Brady, QB (resurrezione); Russell Gage, WR (FA); Akiem Hicks, DT (FA); Logan Ryan, CB (FA); Shaq Mason, OG (trade); Logan Hall, EDGE (draft); Luke Goedeke, OT (draft); Rachaad White, RB (draft); Cade Otton, TE (draft); Ko Kieft, TE (draft).

Le perdite più dolorose: Jordan Whitehead, S (FA); Ronald Jones, RB (FA); Alex Cappa, OG (FA); O.J. Howard, TE (FA); Jason Pierre-Paul, EDGE (FA); Ndamukong Suh, DT (FA); Richard Sherman, CB (FA); Rob Gronkowski, TE (ritiro, finché non ritorna); Ali Marpet, OG (ritiro).

Miglioramento? No e non ne avevano bisogno: non sono peggiorati, esattamente quello che desideravano.

Analisi: Dopo decenni di purgatorio, sconfitte, incompetenza, inettitudine, intercetti di Jameis Winston e ancora sconfitte, i Tampa Bay Buccaneers sono stati baciati in fronte da Gesù Cris… ehm, Tom Brady e dal suo arrivo, come potete facilmente immaginare se avete seguito la NFL negli ultimi due anni, nulla è stato come prima.
Il suo ritiro, però, sembrava potenzialmente essere capace di rigettarli nelle sabbie mobili della mediocrità e si è pressoché immediatamente iniziato a parlare di ricostruzione e, giusto perché siamo nel 2022, Deshaun Watson: Brady, probabilmente dopo aver visto Cristiano Ronaldo urlare «SIUUUUM» tre volte contro il Tottenham, è tornato senza essersene mai andato e pressoché automaticamente i veterani hanno cominciato a rinnovare contratti a un ritmo che oserei quasi definire fordista.

Le brutte notizie sono arrivate principalmente dal fronte ritiri, Marpet e Gronkowski hanno avuto ruoli centrali nella cavalcata al Super Bowl di una ventina di mesi fa, e non devo essere sicuramente io a farvi presente che un Hall of Famer come Gronk non cresca sugli alberi, ma molto intelligentemente hanno utilizzato il draft per trovarne il possibile erede – oltre che a rimpolpare offensive line e pass rush.
Il roster rimane ancora sufficientemente esperto, talentuoso e profondo per ambire al Lombardi e in una NFC così disastrata non fatico a catapultarli pressoché automaticamente al Divisional Round: certo, arrivati lì dovranno vedersela coi pesi massimi della conference, ma sappiamo fin troppo bene che una volta ai playoff prendere lo scalpo a Brady è difficile quasi come estrapolare da Gabriele Bianchi una frase di senso compiuto in lingua italiana.
Sì, ho visto l’episodio di Un giorno in pretura dedicato al caso dei fratelli Bianchi e vi posso tranquillamente affermare di non aver mai assistito a qualcosa di simile: altroché la banalità del male, altroché.
HO FINITO IL PAGELLONE!

Voto finale: 8. Otto d’ufficio a una squadra che per il terzo campionato consecutivo si presenta ai nastri di partenza con uno dei migliori roster della lega e, ovviamente, il miglior quarterback di tutti i tempi.


 

2 thoughts on “Il pagellone definitivo dell’offseason NFL 2022: NFC South

  1. Buongiorno Mattia, intanto grazie per questi enciclopedici pagelloni nel deserto della lunghissima offseason nfl.
    Rileggendo, ci si rende conto che qualcosa di buono c’è anche dal lato NFC, meno scontata di quanto mi sembrasse.
    C’è spazio per un po’ di incertezza nella griglia dei playoff.
    I Saints in particolare sono una delle squadre più incredibili. In offseason partono sempre un miliardo di dollari sopra il cap, e puntualmente chiudono la offseason non solo senza sbaraccare, ma mettendo insieme ogni volta un roster da playoff. Thomas sarà finalmente sano e Winston sarà pronto per giocare dalla prima domenica?

  2. Questa è la division delle 3 sedotte e abbandonate da Deshaun Watson; in particolare i Panthers sono passati da una serie di soluzioni a breve termine nella speranza di arrivare a Watson . Mi sembra che nei pronostici i Bengals siano sottovalutati, in attacco sono in grado di salire di livello come poche, sono pure migliorati, molti forse si aspettano di rivedere i vecchi Bengals.

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