Abbiamo dovuto aspettare fino a luglio, il mese in cui con l’apertura dei training camp la stagione NFL viene ufficiosamente alla luce, ma alla fine abbiamo avuto quello che noi tutti ci aspettavamo, circa: Baker Mayfield è il nuovo quarterback dei Carolina Panthers, o meglio, uno dei quarterback dei Carolina Panthers.
Permettetemi di dire, così di getto, che questa mossa ha sempre avuto senso per entrambe le parti coinvolte. I Carolina Panthers non potevano pensare di presentarsi ai nastri di partenza con una quarterback room composta dal fantasma di Sam Darnold, l’encomiabile ma palesemente inadatto PJ Walker e il rookie Matt Corral, mentre la tenuta di Baker Mayfield ai Cleveland Browns si è di fatto chiusa con il controverso arrivo di Deshaun Watson: per mesi, da bravi analisti da tastiera quali siamo, avevamo associato l’ex-prima scelta assoluta al draft o ai Carolina Panthers o ai Seattle Seahawks, di fatto le uniche due squadre senza un quarterback con le credenziali da titolare a roster.

Il prezzo pagato è stato indiscutibilmente esiguo e non poteva essere altrimenti, Cleveland non aveva alcun tipo di potere contrattuale, Mayfield nel tempo di una trade si è trasformato da possibile salvatore di una franchigia a esubero di lusso potenzialmente in grado di sconquassare lo spogliatoio tramite la sua semplice presenza: una scelta al quinto round che potrebbe trasformarsi in una scelta al quarto è un conto assolutamente ragionevole per un quarterback con le sue caratteristiche tecniche e il suo potenziale.
Mica male se si considera ciò che questi, solamente un anno fa, furono costretti a sacrificare per mettere le mani su Sam Darnold: i risultati di tale esperimento sono, purtroppo, impressi nella memoria di chiunque.

Questa mossa, se non lo avete capito, mi piace: questo non è assolutamente un “mi piace” che ognuno od ognuna di voi rivolgerebbe alla propria dolce metà, è un “mi piace” addolcito – se non addirittura reso possibile – dalla tragicità della circostanza e dal fatto che in un certo senso quanto stiamo commentando fosse l’unico scenario logico per tutte le parti coinvolte.
Mi piace pensare che Baker Mayfield possa dimostrare all’opinione pubblica NFL di avere il necessario per giocare da titolare in questa lega, mi piace pensare che l’abominevole ultima stagione ai Marroni sia stata logica conseguenza di una miriade di infortuni che lo hanno quasi sempre costretto a scendere in campo in condizioni fisiche pietose, se non addirittura inaccettabili, mi piace pensare che i Panthers possano tornare a essere rilevanti con e grazie a Mayfield.

La sua avventura ai Browns è stata sicuramente peculiare, la razionale esaltazione con cui abbiamo archiviato la leggendaria stagione da rookie è stata seguita dal disastro firmato Freddie Kitchens, allenatore assolutamente impreparato alla posizione che si è trovato a ricoprire: il terzo anno, quello della rinascita Marrone, ci aveva messo davanti a un quarterback efficiente che aiutato da un gioco di corse ultra-efficace è stato capace di lanciare 26 touchdown a fronte di soli 8 intercetti e, soprattutto, di mettere in saccoccia ben 11 vittorie impreziosite da un’ottima cavalcata ai playoff arrestatasi al Divisional contro i Kansas City Chiefs.
Purtroppo, come già accennato, il suo 2021 è stato pesantemente condizionato da debilitanti infortuni a spalla e ginocchio che sono finiti per compromettere non solamente la sua stagione, ma pure quella del resto della squadra.

Non voglio in alcun modo dipingere Mayfield come un Rodgers qualsiasi, non credo che sia stato concepito da chi sta lassù – o chi per lui – per deliziare il mondo lanciando un pallone da football americano con una maestria che nonostante tutto oserei definire storica, ma sinceramente non credo che sia il giocatore – o la persona – dipinta dai Cleveland Browns negli ultimi mesi: la squadra che under center vuole “un adulto” sembra essersi dimenticata che il proprio quarterback, da ottimo leader qual è, sia sceso in campo costantemente sfasciato solo per non condannare i compagni a giocare agli ordini di un backup.
Certo, abbiamo avuto modo di vedere che sarebbe stato meglio pressoché qualsiasi backup che un Baker Mayfield con una sola spalla, però fatico tuttora a comprendere l’accanimento del front office nei confronti di un individuo che indipendentemente dalla situazione ha sempre dato tutto per la propria maglia.

Lo ammetto, ho paura che i Carolina Panthers possano finire per costargli la carriera, stiamo pur sempre parlando della franchigia che negli ultimi anni si è trasformata in un cimitero ambulante di quarterback, però oggi ho un’inspiegabile – e atipica – voglia di essere ottimista: la linea d’attacco è stata pesantemente rinforzata negli ultimi mesi, la difesa è fra le più promettenti della lega e il supporting cast può vantare individualità di livello come Christian McCaffrey – se sano, ovviamente –, D.J. Moore e il perennemente inopportuno Robby Anderson che negli ultimi mesi ha a più riprese minacciato il ritiro in caso di arrivo di Baker Mayfield.
A certi giocatori andrebbe tolto l’accesso ai social network, o almeno, dovrebbe esser garantito loro l’aiuto professionale di un social media manager.

Se Baker Mayfield si gioca tanto, Matt Rhule e i Panthers si giocano veramente tutto: reduci da quattro stagioni concluse con record puntualmente negativo – fra cui spuntano tre campionati consecutivi da cinque vittorie – questi necessitano disperatamente di un salto di qualità che possa dare all’impaziente David Tepper motivo di perseverare con Rhule a bordocampo.
Ci hanno provato in tutti i modi, dando l’opportunità a gente come Teddy Bridgewater e Sam Darnold di resuscitare le proprie carriere, scommettendo su sconosciuti come Kyle Allen o addirittura riportando a casa l’ombra di Cam Newton, giocatore sciaguratamente arrivato ai titoli di coda già da qualche anno.
Anche se la concorrenza non rende in alcun modo epica l’impresa, Baker Mayfield è il quarterback più talentuoso su cui questi Panthers potranno contare dal 2018 a oggi e se abbiniamo ciò a un roster tutto sommato talentuoso – soprattutto in difesa – comprendere le ragioni dietro l’ottimismo di cui vi parlavo qualche paragrafo fa non è poi così difficile.

Carolina ha disperatamente bisogno di trovare una parvenza di stabilità nella posizione più importante del gioco, non escludo che in caso di ulteriore fallimento Tepper possa detonare l’intero front office che malgrado scelte al draft puntualmente alte ha sempre e comunque provato a risolvere la grana quarterback spulciando nel mesto cesto delle offerte della free agency o esplorando trade che con il senno di poi… ho detto abbastanza.
L’incapacità di garantirsi un franchise quarterback tende, oggi più che mai, a costare lavori.

Non voglio fare il democristiano come sempre e augurare il meglio al giocatore per essere educato e stucchevolmente positivo come un Jovanotti qualsiasi, in questo caso tifo genuinamente per Baker Mayfield perché intrigato dal giocatore e dall’essere umano e, giusto perché sono saltati gli schemi e sono arrivato a quel punto dell’articolo in cui i pensieri iniziano a essere più sconnessi del solito, non posso che ridere ripensando al draft del 2018, il “draft dei quarterback”. Quanto è esilarante il fatto che a oggi gli unici quarterback a militare nella stessa squadra che li ha selezionati al draft siano solamente Josh Allen e Lamar Jackson, quelli universalmente considerati “meno pronti” al football americano professionistico?
La carriera di Josh Rosen è ufficialmente finita, quella di Sam Darnold segue in scia e Baker Mayfield si trova davanti a un bivio che potrebbe condannarlo a entrare nel poco raccomandabile club di Darnold e Rosen: che comicità le analisi pre-draft, che comicità.

Concluderei allargando per qualche riga il focus provando a delineare le ripercussioni di questa transazione sull’intera lega, in particolare su due entità, Jimmy Garoppolo e i Seattle Seahawks: che ne sarà di Garoppolo, a questo punto?
Dubito che i ‘Niners lo scaricheranno a una rivale divisionale, così come dubito che i Seahawks preferiscano affidarsi a lui piuttosto che dare un’opportunità all’incompiuto Drew Lock, credo che lo scenario più plausibile sia quello di un Sam Bradford 2.0, ossia una trade a ridosso del kickoff a una squadra il cui titolare ha sofferto uno sciagurato infortunio: con tutti i suoi limiti, Garoppolo è un quarterback esperto e apprezzabilmente affidabile che sa gestire un attacco NFL, esattamente ciò che una squadra privata del proprio faro cerca in un rimpiazzo plug and play.
Povero Jimmy, meriterebbe di meglio.

3 thoughts on “Baker Mayfield ai Carolina Panthers: l’analisi a caldo

  1. Solo un commento ma non è rischioso per Cleveland aver il solo Watson a rischio squalifica? Vista la miseria del corrispettivo non capisco per quale ragione non abbia tenuto Mayfield.

  2. Credo anche io che a Cleveland avrebbe fatto comodo tenerselo, viste le indiscrezioni sulla squalifica di Watson, tanto più che comunque pagheranno loro gran parte dello stipendio della prossima stagione.
    Però i rischi di spaccare lo spogliatoio (come successo a metà stagione con Beckham, molto amato dai compagni) erano molto maggiori dei vantaggi.
    Mi chiedo anche se non sarebbe stato meglio per i Panthers il buon Jimmy G, che per me è più bravo e più uomo squadra?
    Perché Mayfield mi sembra superagonista e coraggioso, ma molto poco umile e molto spigoloso. E certamente non è Rodgers o Wilson, per poterselo permettere.

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