Quanto successo questa notte ci aiuta a capire, una volta per tutte, come sia stato possibile che la NFL sia riuscita a trasformare il draft in uno spettacolo televisivo capace di dominare lo share malgrado la totale assenza di football giocato: mi sono veramente divertito, malgrado sonno e saudade del letto.
Il draft non è la semplice cerimonia che consegna al mondo del professionismo centinaia di giovani atleti, è indiscutibilmente molto di più, e le emozioni di questa notte certificano ulteriormente quanto appena detto: signore e signori, abbiamo assistito a ben nove scambi che non hanno semplicemente rimescolato le carte in tavola ma, se me lo concedete, disintegrato brutalmente il tavolo.

È successo tutto e il contrario di tutto anche se, molto coerentemente con quanto visto finora in offseason, sotto le luci della ribalta abbiamo trovato ancora una volta i ricevitori, veri e propri dominatori degli ultimi mesi: abbiamo visto squadre scalare il tabellone per assicurarseli, abbiamo visto squadre ignorarli – ancora una volta – e abbiamo addirittura visto squadre sacrificare scelte al primo round per mettere le mani su esemplari già in NFL da anni.
Iniziamo a digerire questo primo round provando a individuare i vincitori e i vinti di questa notte.


Chi sale

Baltimore Ravens

Il draft non si vince a poche ore di distanza dalla conclusione del primo giro, ma concedetemela un po’ di atipica esaltazione: il primo round dei Baltimore Ravens mi ha sconvolto. In positivo, ovviamente.
Kyle Hamilton, molto semplicemente, non aveva alcuna ragione di essere ancora disponibile alla numero 14 – in moltissimi draft trovava sistematicamente spazio nella top five – e Baltimore, molto saggiamente, ha deciso di assicurarsi il miglior giocatore disponibile andando così a creare un’accoppiata potenzialmente devastante con il neoarrivato Marcus Williams: poter contare su tandem di safety di primo livello è un lusso spesso sottovalutato nella NFL moderna.
Guardate cos’hanno combinato i Buffalo Bills con Poyer e Hyde.

Se mi avessero detto che con la numero 14 i Ravens avrebbero selezionato Tyler Linderbaum sarei stato genuinamente felice, figuriamoci con la numero 25 – anche se si sta pur sempre parlando di un centro: tanti analisti lo hanno dipinto come uno dei giocatori più sicuri del draft, una sorta di Quenton Nelson pronta a dominare fin da subito.
Il sacrificio di Hollywood Brown è doloroso, il ragazzo mi piace e sono convinto che in un attacco più pass oriented avrebbe accumulato statistiche ben migliori, ma parliamoci chiaro, Baltimore non lo avrebbe mai pagato i soldi che desiderava: Brown a mio avviso non vale i ventieppassa milioni di dollari che sarebbero stati necessari per tenerlo in viola, quindi capisco perfettamente la trade e malgrado la frustrazione di Jackson – i due sono molto amici – approvo e applaudo la mossa.

Chapeau a DeCosta che si è assicurato i migliori giocatori nelle proprie posizioni andando a innalzare immediatamente il livello sia della secondaria che della linea d’attacco.
Svanirà in fretta e ne sono consapevole, ma per oggi lasciatemi gioire.


New York Jets

Per una volta i New York Jets non hanno fatto i New York Jets: quando una squadra riesce a garantirsi ben tre giocatori presenti nella top ten del proprio tabellone risulta difficile non sfoderare termini come “successo” o aggettivi come “clamoroso”.
Sì, sebbene si stia parlando di Jets.

New York ha infuso un’impressionante dose di talento al proprio roster andando a rivoluzionarlo pressappoco ovunque. Saleh può contare su un cornerback potenzialmente capace di togliere dall’equazione il miglior ricevitore avversario – cosa mica da poco in una division in cui militano Tyreek Hill e Stefon Diggs – grazie alla propria fisicità e agonismo, un pass rusher inspiegabilmente scivolato ai margini del primo round e un brillante ricevitore che condivide il cognome con il proprio quarterback.
Quando Wilson metterà a segno un touchdown su passaggio di Wilson ameremo alla follia questa scelta.
Il clamoroso successo dei Jets può essere spiegato mettendo in evidenza il fatto che volessero utilizzare la decima scelta assoluta per mettere le mani su Jermaine Johnson, invece lo hanno preso con la numero 26.

Sono i Jets e troveranno il modo più spettacolare per mandare tutto in fumo e vanificare l’ottimo lavoro svolto in questa notte potenzialmente storica, ma questo è il giorno in cui essere ingenuamente entusiasti è socialmente accettabile.


New York Giants

Ho amato alla follia pure il draft dei New York Giants: New York, per una notte, ha dominato la NFL.
Una frase del genere non la sentivamo da lustri.

Thibodeaux alla cinque non era poi così difficile da pronosticare, Neal alla sette proprio no: figuratevi che in alcuni mock draft, prima che i Jaguars rinnovassero il contratto a Robinson, era dato addirittura come prima scelta assoluta.
Il fatto che abbiano declinato l’opzione per il quinto anno di Daniel Jones non preclude la possibilità che possa essere lui il quarterback del futuro, ma indipendentemente dal suo destino non si può rimanere indifferenti a quanto fatto da Schoen e Daboll: la linea d’attacco dei Giants, dopo interminabili anni di incompetenza, sembra essere pronta al salto di qualità.
Con Thomas da una parte e Neal dall’altra – non sottovalutiamo il fatto che abbia giocato come left tackle, right tackle e left guard – New York potrebbe finalmente essere capace di proteggere il proprio quarterback e pavimentare corsie d’autostrada nel gioco di corse.
Daniel Jones in una notte ha ricevuto più aiuto di quanto gliene abbia mai dato l’ancien regime in tre anni.
Brava tutta la città di New York.


Philadelphia Eagles

I Philadelphia Eagles hanno aggiunto al proprio roster l’irresistibile – o meglio, inamovibile – Jordan Davis e A.J. Brown senza sacrificare nessuna scelta al primo round del prossimo draft: seriamente, potevate immaginarlo uno scenario del genere?
Nel giro di mezz’ora sono esponenzialmente migliorati e mamma mia non avete l’idea di cosa provochino in me i pensieri sull’accoppiata Smith-Brown e attenzione, il contratto firmato da Brown non è assolutamente irrazionale, o almeno non in un mondo in cui Christian Kirk prende i soldi che prende.
Criticare Roseman è uno dei miei sport preferiti, ma per una volta non posso che inchinarmi al suo cospetto.


Los Angeles Chargers

A primo acchito spendere la propria scelta al primo round del draft per un offensive lineman è come ricevere sei paia di calzini per Natale.
I calzini non saranno sicuramente il regalo più spettacolare ma, crescendo, si ha modo di constatare l’importanza e il fascino di questo sottovalutato capo d’abbigliamento: tutto questo per dirvi che esaltarsi per la linea d’attacco è difficile, ma con un po’ di lucidità si può constatare senza alcun problema l’imprescindibilità di questo reparto.
Los Angeles sta assemblando una linea d’attacco potenzialmente dominante e non esiste miglior pegno d’amore per il proprio quarterback che impegnarsi seriamente a proteggerlo.
[Se mi regalate calzini lunghi con fantasie avrete un posto nel mio cuore per l’eternità.]


Georgia Bulldogs

Travon Walker, Jordan Davis, Quay Walker, Devonte Wyatt e Lewis Cine: cinque difensori dei Georgia Bulldogs sono stati selezionati al primo round del draft, il 15.6% dei giocatori selezionati questa notte provengono dal reparto difensivo della stessa squadra.
Pazzesco.


I ricevitori

Dico sempre che viviamo nel mondo dei quarterback, però pure i ricevitori non scherzano.
In NFL, nel 2022, sempre più front office sono disposti a fare pazzie per mettere le mani su ricevitori di qualità: quest’ultimo mese e mezzo avrà sicuramente convinto centinaia di migliaia di ragazzini a coltivare il sogno di diventare ricevitori di palloni da football in età adulta.


Chi scende

Green Bay Packers

Occorre mettere in evidenza che quelli universalmente visti come i migliori ricevitori del draft fossero già stati tolti dal tabellone da un pezzo, ma a questo punto stiamo flirtando pericolosamente con lo status di meme: i Packers, molto semplicemente, non spenderanno una scelta al primo round del draft per un ricevitore, indipendentemente da tutto.
Sì, anche se il loro receiving corp per il momento è costituito da Sammy Watkins, Randall Cobb e Allen Lazard, non importa.
Ripeto, in un certo senso comprendo la loro mossa, ma non potevo esimermi dal dovere di spammare contenuto pigro.


New England Patriots

Amo la lingua italiana perché ogni concetto partoribile dalla mente umana può essere espresso mediante una parola: esiste anche uno specifico vocabolo per indicare l’ingiustificato scetticismo su Bill Belichick.
Questo termine si chiama “empietà”: è il migliore di sempre nel proprio lavoro e non ha particolarmente senso criticarlo, ma come già detto questa volta non lo capisco.
Cole Strange va a colmare una lacuna non da poco, ma sorge spontaneo chiedersi se avrebbero potuto pazientare, prenderlo successivamente e devolvere la preziosa scelta al primo round per un linebacker o anche per un cornerback: con la 21 avrebbero potuto prendere McDuffie o Lloyd.
Con la 29 avrebbero potuto prendere Dean.
Non lo capisco, ma Belichick non si discute.


Atlanta Falcons

Salvo che il ricevitore in questione risponda al nome di Calvin Johnson, Randy Moss o Jerry Rice, costruire una squadra attorno a un ricevitore è sicuramente un approccio bizzarro al tanto chiacchierato processo di ricostruzione.
Non metto in dubbio la qualità di Drake London, mi chiedo solo quanto senso abbia investire una scelta così preziosa su un ricevitore per una squadra che versa in una situazione del genere.
Se non altro hanno messo Mariota in una posizione leggermente migliore per avere successo e salvare la propria carriera.


Arizona Cardinals

Ribadisco la mia stima nei confronti di Hollywood Brown, o se preferite Tyreek Hill in provetta – con un paio di mani decisamente più inconsistenti -, ma Arizona si è messa in una brutta posizione pur di compiacere il proprio malinconico quarterback: il prezzo pagato è a mio avviso eccessivo, soprattutto se lo si compara a quanto speso dagli Eagles per il magnifico A.J. Brown, ma non è questo il punto.
Arizona è andata oltre necessità ben più impellenti – pass rusher e cornerback in primis – per un ricevitore che per il momento fatica a trovare un posto nella lista dei migliori trenta e che, soprattutto, fra non troppo batterà cassa per un contratto ben più remunerativo del furto con scasso di Christian Kirk: ahia.
Brown ad Arizona può esplodere definitivamente, ma ciò nonostante fatico a trovare un senso a questa mossa.


Tennessee Titans

I Titans hanno scambiato il proprio miglior ricevitore per garantirsi la possibilità di selezionarne al draft uno molto simile ma che, in quanto rookie, porta in dote un ovvio bagaglio d’incognite.
Capisco che i ricevitori debbano essere in qualche modo rimessi al loro posto, ma gli A.J. Brown non crescono sugli alberi e Tennessee non è sicuramente migliorata dopo questa notte.
Che confusione.


 

One thought on “Chi sale e chi scende dopo il primo round del draft

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