Carissimi lettori, manca solamente una settimana al draft – vi preannuncio una pioggia di articoli, mi implorerete di smetterla – e per questa ragione mi trovo costretto, mio malgrado, a constatare il decesso della free agency: no, la free agency va avanti e come Tom Brady non morirà mai ma, per ovvi motivi, questo non può che essere l’ultimo episodio della rubrica settimanale sulla free agency.
Non le faccio io le regole, purtroppo, e in una lega molto più veloce di quanto si possa credere come la NFL appare chiaro che rimuginare ulteriormente sulle firme di un mese fa non abbia più senso.
Il draft è alle porte e oramai gli accordi che vedono protagonisti giocatori di un certo spessore si contano sulle dita di una mano… in un mese.

Analogamente a quanto fatto dodici mesi fa, per chiudere “in bellezza” – fortuna che è il più soggettivo dei concetti – ho pensato di riproporvi questo format: sostanzialmente premierò squadre e giocatori che negli ultimi trenta-e-passa giorni hanno saputo sorprendermi, sia in positivo che in negativo.
Senza tergiversare ulteriormente…


Premio per la miglior firma

Vincitore: Allen Robinson ai Los Angeles Rams.

Credo di avervene già parlato in lungo e in largo, ma non mi capacito ancora di come un giocatore eccellente come Allen Robinson sia stato tolto dal mercato “solamente” con 15 milioni a di dollari a stagione.
Un contratto del genere, occorre precisarlo, non è in alcun modo da prendere alla leggera ma visti i prezzi che circolavano altrove fatico a non premiare i Los Angeles Rams per l’ottimo lavoro svolto: in un attacco normale Robinson sarebbe il chiaro WR1, nell’attacco dei Rams è un’ulteriore fonte di mal di testa per i defensive coordinator avversari che ora dovranno trovare un modo per neutralizzare lui oltre che al solito sospetto Kupp.

Sono contento per tutte le parti coinvolte, Stafford avrà a propria disposizione uno dei ricevitori più sottovalutati di questa generazione, un artista delle contested catch capace di prenderla in testa veramente a chiunque, mentre il buon Robinson per la prima volta in carriera potrà ricevere palloni da un quarterback di livello.
Un filino dispiaciuto per l’uomo dietro il giocatore, credo vivamente che il suo valore di mercato sia stato compromesso da un 2021 funesto ai Chicago Bears, ma forse dispiacersi per individui con milioni di dollari sul conto corrente non è particolarmente sensato.
Complimenti a tutti.

Candidati al premio: J.C. Jackson ai Los Angeles Chargers; Alex Cappa ai Cincinnati Bengals; Jordan Whitehead ai New York Jets.


Premio per la peggior firma

Vincitore: Christian Kirk ai Jacksonville Jaguars.

Mi offendo se pensate veramente che potesse vincerlo qualcun altro.
Contratto irragionevole e scriteriato che ha – forse – irrimediabilmente compromesso il mercato dei ricevitori.

Candidati al premio: inserire qualsiasi altro contratto nella stratosfera di putridume nel quale galleggia quello di Christian Kirk è troppo anche per me.


Premio per il colpo più clamoroso

Vincitore: Tyreek Hill ai Miami Dolphins.

Ho barato e ne sono consapevole in quanto non si può considerare quello di Tyreek Hill, approdato in una nuova squadra via trade, come “colpo della free agency”, ma siccome lo scambio è andato in porto nei giorni più caldi in assoluto della free agency… concedetemelo!
Non premio questa transazione solamente per il valore del giocatore coinvolto e per il potenziale contributo che darà alla sua nuova squadra, qui bisogna assolutamente tener presente come si sia arrivati all’accordo.

Dal nulla, un anonimo mercoledì pomeriggio timidamente primaverile, lo schermo del cellulare inizia a intasarsi di notifiche: i Kansas City Chiefs potrebbero valutare una trade con al centro Tyreek Hill che “vuole diventare il ricevitore più pagato della lega”.
Pochi minuti dopo: Jets e Dolphins i favoriti.
Un’ora – e una doccia – dopo: Tyreek Hill è stato scambiato ai Miami Dolphins in cambio di questo e quell’altro e ha firmato un contratto quadriennale da 120 milioni di dollari.
In un paio d’ore è andata in porto una trade che può ridefinire giusto un paio di equilibri nell’ingarbugliata AFC.

Candidati al premio: Von Miller ai Buffalo Bills.


Premio per il miglior affare

Vincitore: James Daniels ai Pittsburgh Steelers.

James Daniels non è in alcun modo considerabile una superstar, ma non serve esserlo per vincere questo premio: Pittsburgh si è assicurata un giovane – 25 anni a settembre – con immensi margini di miglioramento a una cifra più che ragionevole, specialmente in una offseason nella quale le cose sovente sono state buttate in caciara.
Può ricoprire tutte e tre le posizioni da interior lineman, è estremamente fisico e solamente il 33% del suo contratto è garantito: 8.8 milioni di dollari garantiti in tre anni per un giocatore del genere sono una vera e propria miseria.

Molto intelligentemente Pittsburgh ha deciso di investire sulla propria linea d’attacco, ma non potendo contare su chissà quanto spazio salariale è stata costretta a ricorrere alla creatività: direi che in questo caso pensare fuori dagli schemi li abbia aiutati, poiché toglierlo dal mercato pagandolo così poco sembra quasi rappresentare una mancanza di rispetto nei confronti del giocatore.
Ci sono squadre che parcheggiano un furgone portavalori nel garage dell’oggetto dei loro desideri, ci sono squadre che sanno condurre una trattativa sensata e sfruttare il prestigio del proprio nome per sedurre giovani incerti sul proprio futuro: ottimo lavoro, Pittsburgh Steelers.

Candidati al premio: Jordan Whitehead ai New York Jets; Casey Hayward agli Atlanta Falcons; Andrew Norwell ai Washington Commanders; Bradley Bozeman ai Carolina Panthers.


Premio per i soldi spesi male

Vincitore: Jacksonville Jaguars.

Pure in questo caso prenderei sul personale qualsiasi vostro dubbio o esitazione.

Candidati al premio: vale quanto detto sopra discutendo sul caso Kirk.


Premio alla squadra maggiormente migliorata

Vincitore: Miami Dolphins.

Non saprei come definire la filosofia dei Miami Dolphins, parlare di win now mi sembra sciocco: ecco, credo che l’etichetta corretta sia understand now.
La missione dei Miami Dolphins versione 2022 non sarà “semplicemente” quella di vincere partite, ma piuttosto riuscire a farsi un’idea sul valore assoluto di Tua Tagovailoa finalmente in un contesto competente, teoricamente: se nel frattempo dovessero riuscire a vincere una dozzina di partite immagino che nessuno se ne lamenterebbe, sia chiaro.

Miami ha circondato il proprio giovane quarterback di talento migliorando sensibilmente la linea d’attacco, vero punto debole di una squadra che nel 2021 è stata incapace di proteggerlo, e i giocatori a cui direzionare il pallone: un parco ricevitori formato da Hill, Waddle, Wilson e Gesicki dovrebbe metterlo nella posizione di avere successo trasformando l’asetticità dell’ultimo biennio in un terribile ricordo di vita vissuta.
Il terzo anno sarà quello della verità sia per lui che per i Dolphins, e malgrado il rancore che provo per questa franchigia per il terribile trattamento di Brian Flores mi risulta impossibile non premiarli per l’impressionante lavoro svolto a marzo.

Candidati al premio: Los Angeles Chargers; Cincinnati Bengals, Buffalo Bills; un po’ tutta la AFC.


Premio alla squadra che si è maggiormente indebolita

Vincitore: Chicago Bears

Qua non c’è molto da dire, il nuovo front office dei Chicago Bears sta depurando il roster dalle tossine dell’ancien regime ma, come già detto la scorsa settimana, c’è un grandissimo e dolorosissimo “ma”: il possibile franchise quarterback lo avrebbero già a roster e il poveretto risponde al nome di Justin Fields MA con un roster del genere il rischio di bruciarlo smette di essere tale trasformandosi, purtroppo, in certezza.
Con la più permissiva e mite linea d’attacco della lega sensibilmente peggiorata, un corpo ricevitori che ha perso il proprio punto di riferimento e ora pure una difesa ricolma d’incognite e povera di talento, questo poveretto non ha alcun tipo di possibilità di farcela.

La prima fase di ogni ricostruzione che si rispetti prevede esattamente questo, ma non posso che provare una sincera pena per Justin Fields, quarterback che potrebbe passare alla storia come vittima delle circostanze.

Candidati al premio: Green Bay Packers; Dallas Cowboys.


Premio al trend che mi ha già stufato

Vincitore: Giocatori che per chiedere un contratto nuovo eliminano le cose sui social.

Non voglio fare la paternale a gente della mia età, non voglio passare come quello diverso dagli altri che punta il dito contro questi fantomatici “altri” perché sotto sotto vorrebbe essere uno di loro – giocatore NFL? Magari -, ma quand’è troppo è troppo.
Negli ultimi anni ha preso piede la tediosa moda di eliminare ogni riferimento alla propria squadra sui social network in modo da spingere qualche buontempone a confezionarci sopra una notizia et voilà, ecco a voi che si apre una disputa sul futuro del giocatore in questione che altro non vuole che un rinnovo.
Vuoi un rinnovo contrattuale ma non sai come chiederlo? Elimina un po’ di post su Instagram.

Lo hanno fatto Kyler Murray, A.J. Brown e Deebo Samuel e in tutta sincerità non ne posso più, capisco perfettamente il loro desiderio di essere pagati, il mio problema risiede tutto nella modalità: certi problemi vanno affrontati con conversazioni e confronti – che per quanto mi è dato sapere possono anche già aver avuto luogo – non con l’atteggiamento più passivo-aggressivo possibile, emblema di una generazione che ha deciso di comunicare i propri stati d’animo e fastidi esistenziali esclusivamente tramite storie di Instagram.

Si può e si deve fare di meglio, non ne posso più di trovare nel mio feed articoli in caps lock nei quali mi viene riportato che giocatore X ha smesso di seguire squadra Y su Instagram dopo aver eliminato tutte le foto nelle quali sfoggiava simboli e colori di suddetta squadra.
Dai, si può e si deve fare di meglio.

Candidato al premio: no!


Premio ai migliori lettori che conosca

Vincitori: voi.

Pure quest’anno è finita, pure quest’anno la rubrica sulla free agency ha fatto il proprio sporco lavoro tenendovi compagnia per un mesetto abbondante, pure quest’anno il numero di letture non ha avuto alcun senso: grazie.
Grazie che continuate a perdere tempo leggendomi, grazie per i commenti – anche se a volte… ma no, si scherza -, grazie per chiedere pareri a uno che non ha idea di cosa stia dicendo su cose di cui non sa poi così tanto, grazie per le letture che sono così tante che poi vado a vantarmene con le ragazze che voglio impressionare – PlayLover Academy, guarda e impara.

Sto trovando sempre più pace nel coltivare ‘sta cosa della scrittura come hobby e il motivo siete ovviamente voi, cari lettori – che poi dico sempre lettori, ma nel caso in cui ci fossero anche lettrici mi scuso, è che mi pare altamente improbabile – che mi date molto più di quanto meriti e di questo vi sarò eternamente riconoscente.
Visto che il ringraziamento è sempre quello, direi che sia arrivata l’ora di mettere l’ultimo punto e iniziare a pensare ufficialmente al draft che, nel caso non ve ne foste accorti, arriva giusto fra un paio di giorni.
Grazie ancora.

Candidati al premio: loro?


 

One thought on “I premi della free agency NFL 2022

Leave a Reply to Enrico RaisiCancel reply

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.