Qua la situazione è parecchio fiacca, quando quel qualcosa che succede è quantificabile come “poca roba” possiamo ritenerci fortunati perché stiamo attraversando delle settimane in cui è il “niente” a farla da padrone.
Il flusso della free agency si è quasi completamente arrestato e malgrado sia al corrente della vostra fame di football, non sono intenzionato a farvi perdere tempo con il dispaccio delle firme di poveri mestieranti che quasi sicuramente non sopravviveranno al training camp.
Come potete vedere, quindi, la speculazione sul passato è il nostro unico orizzonte e, volenti o nolenti, tutto ciò che abbiamo al momento sono effimere riflessioni – che fra non troppi mesi saranno ridicolizzate – sugli affari andati in porto finora e visto che la settimana scorsa ho parlato dei migliori colpi, credo di essere obbligato a parlarvi di quelli che ritengo essere stati i peggiori.


Christian Kirk ai Jacksonville Jaguars

Contratto: quadriennale da 72 milioni di dollari (dal valore massimo di 84 milioni)

«Vivi e lascia vivere» è la singola frase che più mi ricorda la mia adolescenza in quanto, in un tempo in cui gli stati non erano appannaggio dei boomer, era l’insopportabile massima che un numero spropositato dei miei contatti su Facebook condivideva con maggior assiduità: non tifando Jaguars, sostanzialmente, non dovrei avere ragion alcuna per scagliarmi contro la loro scriteriata scelta di ricoprire d’oro un ricevitore buono ma che in nessun universo meriterebbe un contratto del genere.

Purtroppo, però, letteralmente ogni singola azione in NFL provoca un numero imprevedibile di reazioni e la firma di Christian Kirk, cari lettori, ha completamente rivoluzionato il mercato dei ricevitori: le trade – e di conseguenza i contratti – di Davante Adams e Tyreek Hill molto probabilmente sarebbero andate in porto anche senza questa firma, ma è indubbio che il contratto di Kirk abbia conferito legittimità alle loro velleità contrattuali.
Il ragionamento di base con cui decine di ricevitori free agent si approcceranno alle negoziazioni contrattuali da oggi in poi sarà «Perché Kirk sì e io no?»: considerando il valore assoluto di Kirk come giocatore, molti di loro avranno tutte le ragioni del mondo per pensarla in questo modo.

Esattamente come il contratto di Laremy Tunsil qualche anno fa aveva rovinato il mercato dei left tackle, la mancanza di giudizio dei Jacksonville Jaguars gonfierà di parecchi succulenti milioni i contratti di ricevitori di fascia media che non avrebbero alcun motivo di ambire a 16-18 milioni di dollari a stagione.
Vi consiglio questa lettura per farvi un’idea un po’ più precisa di quello che sto provando a dirvi.


Deshaun Watson ai Cleveland Browns

Contratto: quinquennale da 230 milioni di dollari totalmente garantiti

Da qualsiasi lato la si guardi questa resta una situazione che mi dà la nausea.
Deshaun Watson è indubbiamente un grandissimo quarterback, non credo di poter umanamente trovare una combinazione di parole presente nella lingua italiana in grado di veicolare l’idea che i Cleveland Browns non siano una squadra migliore dopo questa trade, ma semplicemente non riesco a separare il giocatore da ciò di cui potrebbe essere stato capace l’essere umano.

Totalmente consapevole che fino a prova contraria Watson sia innocente – anche se 22 donne e un tot di messaggi conferiscono giusto un po’ di gravitas alla situazione -, fatico a commentare senza cadere nell’iraconda critica il contratto datogli dai Marroni che, sostanzialmente, non si sono limitati a percorrere il miglio extra per strapparlo alla concorrenza, ma hanno corso un’intera maratona per battere in volata i più quotati Falcons e Saints.

Una delle società più maledette e perseguitate dalla sfortuna dell’intero panorama sportivo americano ha coscientemente e aggressivamente barattato la propria anima per un franchise quarterback – d’indubbia qualità, questo va detto – al centro di vicende extrasportive che anche solo trovassero un parziale riscontro nella realtà sarebbe… vabbè, ho già parlato altro di queste implicazioni.
Questa franchigia è disposta letteralmente a tutto pur di vincere qualche partita in più.


Will Dissly ai Seattle Seahawks

Contratto: triennale da 24 milioni di dollari

Will Dissly ha avuto i suoi momenti, per esempio nelle prime sei partite del 2019 – prima di rompersi il tendine d’Achille – ricevette più di 250 yard e quattro touchdown dimostrando di non aver particolari problemi a trovare i sei punti: nelle due stagioni che hanno seguito l’infortunio, in 31 partite totali, ha ricevuto per meno di 500 yard, numeri da tight end di riserva.
In parole povere, Seattle ha deciso di ricompensare con 8 milioni di dollari a stagione – yearly average superiore a quello di Darren Waller! – un discreto run blocker capace di ricevere il pallone pur avendo già l’ottimo Noah Fant a roster.

Non ho nessun problema con la scelta di rinnovargli il contratto, il ragazzo ne ha passate così tante che merita di un po’ di serenità economica, ma sono fermamente convinto che potessero tenerlo a una cifra sensibilmente inferiore, anche se credo l’abominevole contratto dato dai Carolina Panthers a Ian Thomas avrà avuto modo di influenzare le negoziazioni.
Seattle è in ricostruzione dubito fortemente che sarà questo il contratto che costerà loro la possibilità di raggiungere una competitività che quasi sicuramente esisterà, ma credo potessero fare molto di meglio.


Randy Gregory ai Denver Broncos

Contratto: quinquennale da 70 milioni di dollari (di cui 28 milioni garantiti)

In questo caso il talento è fuori discussione, Randy Gregory ha tutti i mezzi tecnici e atletici per trasformarsi definitivamente in uno dei pass rusher più letali della lega, le preoccupazioni sono altre e, purtroppo, ben motivate.
Dal 2015, anno in cui è stato selezionato al draft, Gregory ha preso parte solamente a cinquanta partite di regular season, non riuscendo mai a scendere in campo in tutti e 16 – o 17 – gli incontri di un campionato: il suo anno migliore è stato il 2018, quando si vestì per “ben” 14 partite.
Nel 2017 e 2019 fu sospeso per tutto il campionato per uso di sostanze proibite, anche se in tutta sincerità trovo comico che la marijuana sia ancora considerata sostanza dopante, ma tant’è.

Ripeto, il talento è fuori discussione, ma siamo sicuri che una squadra in win now mode come Denver non potesse investire in modo più sicuro?
Solamente 28 dei possibili 70 milioni saranno garantiti, ma personalmente fossi stato nel front office dei Broncos avrei optato per qualche opzione più affidabile, anche se con meno upside.


Zay Jones ai Jacksonville Jaguars

Contratto: triennale da 24 milioni di dollari (dal valore massimo di 30 milioni)

Zay Jones è genuinamente una buona persona, è uno dei pochi esseri umani per il quale è semplicemente impossibile non tifare, quindi sono veramente contento che dopo una carriera piuttosto tribolata sia stato capace di firmare il contratto della vita, ma pure in questo caso Jacksonville ha pagato troppo un ricevitore che non vale assolutamente quei soldi.

È comico pensare che per rendere la vita più facile a Trevor Lawrence il front office di Jacksonville abbia deciso di investire cento milioni di dollari sulla combo Kirk-Jones, letteralmente ricevitori con il quale riempire un receiving corp, non attorno a cui costruirne uno.
Guardate il video nel tweet, capirete come mai mi stia così simpatico.


Marcus Mariota agli Atlanta Falcons

Contratto: biennale da 18.75 milioni di dollari

Esattamente come nel caso di Zay Jones, qui si sta parlando di un giocatore per cui faccio il tifo principalmente in funzione di una forte simpatia nei confronti della persona nella vita reale: penso che in nessun meandro dell’Internet sarete in grado di trovare qualsivoglia tipo di commento negativo su Marcus Mariota l’essere umano.
Il motivo per cui odio questa firma è quindi intuitivo e coincide proprio con la simpatia di cui vi ho appena parlato: odio che un talento come Mariota, che per varie circostanze si è trovato ai margini della NFL-da-titolare, si giochi la propria ultima opportunità di rientrarci in questa versione degli Atlanta Falcons.

Quasi sicuramente rimpingueranno la batteria dei ricevitori al draft, ma al momento nella depth chart sotto la voce “starter” figurano nomi come Olamide Zacchaeus, Auden Tate e Damiere Byrd: nemmeno il migliore Tom Brady avrebbe un’opportunità in un contesto così disastroso.
Spero che in qualche modo possa rilanciare la propria carriera, ma vi confesso di essere già amareggiato per quello che non può che essere un disastro annunciato.


La strategia degli Indianapolis Colts

Ho criticato a più riprese i Jacksonville Jaguars per essere apparentemente incapaci di trattare un contratto – probabilmente quando contattano l’agente di un giocatore dicono immediatamente di sì indipendentemente dalla richiesta – e propensi a rendere milionaria gente che non lo meriterebbe poi così tanto, ma all’altro estremo dello spettro troviamo gli Indianapolis Colts, la squadra più passiva della NFL.

La trade di Matt Ryan mi è piaciuta, l’innesto di Ngakoue pure, ma poi?
Perché la squadra con più spazio salariale a disposizione si rifiuta categoricamente di provarci?
Carson Wentz ha avuto indubbiamente le sue colpe, ma sono convinto che il front office potesse regalargli qualche ricevitore in più, non fare affidamento esclusivamente sulla maturazione di Campbell e Pittman accompagnata dalla riconferma di un T.Y. Hilton che oramai cade a pezzi: certo, questa strategia permette loro di non privarsi dei talenti selezionati al draft e cresciuti con pazienza, ma credo che un paio di investimenti mirati avrebbero potuto giovare.
Snobbare la free agency a priori non mi sembra la migliore delle idee, anche se hanno ancora tempo e modo per rimediare.


 

3 thoughts on “I peggiori colpi (finora) della free agency NFL 2022

  1. Chi sei…dio….se x la giustizia usa watson è noncolpevole…….x te si….beh.. sta volta hai cannato in pieno…..ma chi sei davigo

    • E’ una questione religiosa della quale non è dato discutere in questa sede. Va così.
      Comunque resta il fatto che strapagare un unico giocatore se la squadra non è già top non è mai un affare.

  2. Se vuoi fare del football un lavoro, dovresti astenerti da giudici etici formulati in quel modo. Su Watson, sempre che venga confermato dal processo, hai ragione eticamente ma non puoi ripeterlo per 10 righe in ogni articolo. E se stai analizzando la sua firma, basta fare continui riferimenti a quel fatto. E’ chiaro. Punto.
    Sulla marijuana, ma perchè dare un giudizio così? E’ una droga, benchè non la peggiore ovviamente, e altera comunque le prestazioni. Quindi è vietata. Anche qui devi essere tu il giudice? Lo stupro è sbagliato, sbagliatissimo. ma anche il consumo di marijuana (non in pari misura, ma se guidi drogato sei comunque pericolosissimo quanto uno stupratore), almeno finchè lo stabilisce la legge.
    Marco, esperto di comunicazione

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