Per scongiurare il rischio di essere ridondante e rubarvi tempo, l’idea sarebbe quella di affrontare la free agency con un solo articolo a settimana in modo da permettervi di restare al passo con la National Football League devolvendole solamente un quarto d’ora di vita ogni sette giorni.
Sfortunatamente o fortunatamente, dipende dai punti di vista, nelle ultime due settimane è successo un po’ di tutto e mi sono trovato costretto a imbracciare la tastiera wireless – quella del computer l’ho letteralmente stracciata – e parlarvi di quarterback in partenza, trade varie e una migrazione di talento verso la AFC West senza precedenti di cui io abbia memoria: teoricamente le acque dovrebbero essersi calmate.

Vediamo un po’ cos’è successo in questi ultimi sette giorni, quarterback a parte.


Tyreek?

Definirlo fulmine a ciel sereno rischia di essere un eufemismo, quanto materializzatosi in un paio d’ore mercoledì pomeriggio – ovviamente mentre stavo per finire l’articolo, ovviamente – è assolutamente sconvolgente.
I Miami Dolphins hanno ceduto ben cinque scelte al draft ai Kansas City Chiefs per assicurarsi Tyreek Hill, giocatore che conoscete fin troppo bene per forzarmi a comporre un paragrafo di presentazione.

Tyreek Hill è il ricevitore più letale della NFL, il suo mix di esplosività e pura velocità lo rendono quasi totalmente immarcabile, aggiungerlo a un reparto offensivo che può già contare sui vari Mike Gesicki, Jaylen Waddle, Cedrick Wilson e Davante Parker regala a Tua il miglior arsenale dell’intera NFL: se teniamo in considerazione il netto miglioramento della linea d’attacco, risulta quasi obbligatorio attendersi una stagione da Pro Bowler da parte del buon Tagovailoa.
Dopo essersi trovato a predicare nel deserto dietro una delle peggiori linee d’attacco della lega, l’ex-quarterback di Alabama dirigerà quello che sulla carta è uno dei reparti offensivi più completi e talentuosi del campionato, una – sempre sulla carta – corazzata che non ha alcuna ragione per non metterne a segno trenta a serata: è arrivato il momento della verità pure per lui.

Per quanto riguarda i Kansas City Chiefs… sento una malinconia inspiegabile, soprattutto dopo aver trascorso notti insonni a fantasticare sulla loro caduta: nella mia testa a sciogliere il trio Mahomes-Kelce-Hill ci avrebbe dovuto pensare il ritiro del leggendario tight end, non la volontà di Hill di trasformarsi nel ricevitore più pagato della storia.
Intendiamoci, non credo che il suo desiderio sia sintomo di follia, Hill sa spaccare in due una partita come pochi altri giocatori – chiedere ai tifosi dei Bills -, ma dissolvere la magia dei Chiefs – creata interamente al draft – in nome di qualche milione di dollari in più mi intristisce, anche se già ero al corrente del fatto che la NFL fosse la lega meno romantica del circondario.
Trenta milioni all’anno: i ricevitori sono sempre più i nuovi quarterback.


Miami non si ferma

Dovevano farlo e l’hanno fatto: nella notte fra martedì e mercoledì i Miami Dolphins hanno messo sotto contratto quello che molti hanno definito il miglior free agent disponibile in questa finestra di mercato, il left tackle Terron Armstead, punto fisso della linea d’attacco che ha permesso a Drew Brees di battere un tot di record – prima che questi fossero tutti conquistati da quel mitomane di Tom Brady.

Armstead ha ricevuto un quinquennale da 75 milioni di dollari – di cui più di 43 garantiti – che può salire fino a oltre 87, un ottimo contratto che però non lo trasforma nel left tackle più pagato della lega, tutt’altro: questo lo si deve principalmente al fatto che per un motivo o per l’altro fatichi tremendamente a restare sano.
Dal 2013, anno del suo approdo in NFL, non è mai stato capace di scendere in campo in tutte e sedici le partite che compongono – componevano – una stagione: nel 2016 ne ha giocate 7, nel 2017 e 2018 non è andato oltre le 10 e nel 2021 si è fermato a 8.
Le sue migliori stagioni sono arrivate fra 2019 e 2020 quando, cumulativamente, saltò solamente tre partite.

Il talento è fuori discussione, quando sano Armstead è comodamente fra i migliori left tackle della lega, il problema è e sempre sarà la sua disponibilità domenicale: ciò nonostante credo che Miami abbia fatto più che bene a prendersi questo rischio calcolato, la loro linea d’attacco necessitava disperatamente di un’infusione di talento.
Mi è molto piaciuta la condotta dei Dolphins nelle ultime settimane, hanno messo sotto contratto – senza mai strapagare  – giocatori interessanti come Cedrick Wilson, Raheem Mostert, Chase Edmonds e Connor Williams, onesti mestieranti che teoricamente dovrebbero rendere un pelo più facile l’esistenza a Tagovailoa.

Il 2022 sarà un anno decisivo per la franchigia che ha deciso di mettere alla porta l’unica cosa buona capitatagli nell’ultimo decennio – leggasi Brian Flores – principalmente perché sembra già rappresentare il momento della verità per il malservito Tua: un Armstead in più, teoricamente, potrebbe aiutarlo.
Tutto questo dopo aver già parlato di Tyreek Hill – si vede che ho scritto prima questo paragrafo di quello dedicato a Hill?


Una parola può cambiare tutto

Nei momenti più sibaritici in assoluto adoro far partire la playlist Reggae Classic su Spotify.
Tra le altre canzoni, al suo interno c’è quella che forse sa più rilassarmi in assoluto, Buffalo Soldier di Bob Marley & The Wailers: se la parola “Buffalo” viene però seguita da “Bills” al posto di “Soldier”, le emozioni che provo le si possono trovare nell’altro estremo dello spettro, questi Buffalo Bills sono sempre più terrificanti.
I Bills, cari lettori, stanno assemblando una vera e propria corazzata con un’intelligenza che mi potrebbe costringere a eleggere il GM Brandon Beane come mio nuovo idolo.

Immagino siate ben al corrente dell’innesto di Von Miller, giocatore che ai playoff, esattamente come LeBron James, sembra poter sistematicamente ingranare un’ulteriore marcia che lo rende letteralmente incontenibile: Buffalo, più bramosa di Super Bowl che mai, non si è accontentata di Miller, tutt’altro.
Nell’ultima settimana hanno infatti rimpiazzato la guardia Daryl Williams con il Pro Bowler Rodger Saffold, il principe degli omeopatici Cole Beasley con l’ultra-affidabile ed esperto Jamison Crowder – colpo che ho amato alla follia – e compensato al due di picche di J.D. McKissic con l’innesto di Duke Johnson, uno dei migliori running back da terzo down della NFL.
Per completezza vanno pure citati gli arrivi di O.J. Howard, Tim Settle, DaQuan Jones, Shaq Lawson, Jordan Phillips e Case Keenum, tutti veterani che conferiscono ulteriore profondità a un roster già terrificante.


Ripensamenti vari

Sciaguratamente per me e per i Baltimore Ravens, Buffalo Bills e Las Vegas Raiders hanno rotto il salvadanaio per Von Miller e Chandler Jones a pochissime ore di distanza dal raggiungimento di un’intesa – prettamente verbale – fra il front office di Baltimore e Za’Darius Smith: vedendo i propri colleghi essere ricoperti d’oro, il buon Smith ha legittimamente fatto retromarcia.

Dopo quasi una settimana di silenzio radio, Za’Darius ha firmato con l’altra squadra viola, i Minnesota Vikings: per l’ex-Packers triennale da 42 milioni di dollari che può arrivare fino a 47, un netto miglioramento rispetto al quadriennale da 35 milioni – che potevano schizzare fino a 50 – offertogli dai Baltimore Ravens.
Mi dispiace non poter vedere un giocatore del genere nella mia squadra del cuore? Molto.
Lo biasimo? Neanche un po’, prende quasi il doppio e fino a prova contraria farsi i conti in tasca è un suo inalienabile diritto: l’unica incognita resta quella della salute, Minnesota sta investendo massicciamente su Smith e Danielle Hunter, due giocatori che negli ultimi anni hanno faticato immensamente a eludere gli infortuni.

Nelle ultime settimane, fra le altre cose, abbiamo assistito giusto a un paio di ripensamenti in quanto oltre che a Smith pure Deshaun Watson, apparentemente dal nulla, ha optato per quei Cleveland Browns che sembrava aver escluso per primi, J.D. McKissic ha rifiutato i Bills per rimanere a Washington, Randy Gregory ha mandato su tutte le furie Jerry Jones scegliendo i Denver Broncos nel momento in cui il rinnovo sembrava essere cosa fatta: probabilmente la lista è destinata ad allungarsi e anzi, non escludo che già io mi possa essere dimenticato qualcuno.

Come si suol dire, shit happens.


Reparti migliorati: dove trovarli

Tramite il primo elenchino puntato della settimana, permettetemi un attimo di parlare dei reparti che, secondo me, sono più migliorati in questi primi giorni di free agency:

  • Linea d’attacco dei Cincinnati Bengals: non che fosse molto difficile, chiariamoci, ma aver aggiunto La’el Collins, Alex Cappa e il versatile Ted Karras eleva immediatamente la linea d’attacco di Cincinnati. Non credo sia in alcun modo, per il momento, definibile come la miglior O-line della lega, ma l’incompetenza dovrebbe essere ufficialmente storia del passato;
  • Linea d’attacco dei Miami Dolphins: ve ne ho già parlato;
  • Defensive line dei Los Angeles Chargers: so che vi starete chiedendo come mai abbia scritto “defensive line” e non “linea difensiva” quando sopra, consecutivamente, ho scritto “linea d’attacco”: perché suona male, cari lettori. Non credo di dovermi dilungare troppo su questo punto, quando aggiungi Khalil Mack e Sebastian Joseph-Day alla tua rotazione difensiva i superlativi non possono che essere positivi;
  • Quarterback room dei Denver Broncos: permettetemi di essere simpatico, o perlomeno di provarci;
  • Corpo ricevitori dei Miami Dolphins: Tyreek Hill è la definizione vivente di game-changer, ma non sottovalutate l’acquisizione di Cedrick Wilson;
  • La secondaria dei New York Jets: i Jets finora si sono mossi veramente bene e aver aggiunto senza strapagare i vari Jordan Whitehead e D.J. Reed è un ottimo inizio, anche se sarà fondamentale muoversi bene al draft.

Colpi che mi sono piaciuti

E da qui alla fine, Dolphins permettendo, si va di elenchino puntato:

  • Allen Robinson (WR) ai Los Angeles Rams, triennale da 46.5 milioni di dollari. Dispiace tantissimo che questa firma abbia di fatto messo alla porta Robert Woods, ma garantirsi un vero WR1 a poco più di 15 milioni l’anno quando si può già contare su Cooper Kupp è un colpo da fenomeni;
  • Andrew Norwell (OG) ai Washington Commanders, biennale da 10 milioni di dollari. Non è più l’All-Pro dei tempi di Carolina, ma garantirsi una guardia titolare ultra-esperta a cinque milioni di dollari l’anno è un qualcosa che merita di essere narrato in queste righe;
  • Austin Hooper (TE) ai Tennessee Titans, annuale da 6 milioni di dollari. Ve ne ho già parlato qualche giorno fa, Hooper è un tight end completo che colma una lacuna enorme nel roster dei Titans;
  • Juju Smith-Schuster (WR) ai Kansas City Chiefs, annuale da 3 milioni di dollari dal valore massimo di 10.75 milioni di dollari. Ovviamente prima che Kansas City spedisse in Florida Tyreek Hill;
  • Bradley Bozeman (OG/C) ai Carolina Panthers, annuale da 2.8 milioni di dollari. Bozeman si è comportato veramente bene da centro e pagare meno di tre milioni un individuo che può ricoprire competentemente due posizioni è un vero e proprio affare. A questa cifra Baltimore non poteva rinnovarlo?
  • Casey Hayward (CB) agli Atlanta Falcons, biennale da 11 milioni di dollari. Ovviamente per quello che sono diventati i Falcons dopo la trade di Ryan inserire una loro firma qua dentro suona come una presa in giro, ma pagare così poco un veterano brillante come Hayward è stato un affarone. Attenzione alla coppia Hayward-Terrell, attenzione.


Colpi che non mi sono particolarmente piaciuti

Ultimo e poi stacco, indipendentemente da cosa accadrà nelle dodici ore che mi separano dalla pubblicazione dell’articolo.

  • Il rinnovo di Rashaad Penny (RB) con i Seattle Seahawks, annuale da 5.75 milioni di dollari. Considerando la cartella clinica di Carson, avere un’alternativa di livello è una scelta saggia, ma sostanzialmente Seattle ha dato soldi seri a un giocatore che ha azzeccato solamente mezza dozzina di partite in quattro anni: potrebbe smentirmi e, sinceramente, spero per lui che lo faccia;
  • Il rinnovo di Eli Apple (CB) con i Cincinnati Bengals, annuale da 4 milioni di dollari. Non m’interessano cifre e valore del giocatore, Apple è uno degli individui più disprezzati della lega, un caratteraccio che stride con quello della squadra che in un mese ha rapito il cuore di tutti;
  • Il rinnovo di Leonard Fournette (RB) con i Tampa Bay Buccaneers, triennale da 21 milioni. Non sono un po’ troppi per un running back che non riesce a restare sano?

 

3 thoughts on “Riassunto della prima settimana della free agency NFL 2022

  1. Hill va da un sistema vincente ad uno che lo deve ancora dimostrare.
    I soldi alla fine contano molto + di altre cose e comunque una nuova scommessa dopo 5 anni nel missouri può essere
    accattivante. Curioso di vedere questi nuovi dolphins.
    Rimango in attesa del WR per i Ravens

  2. Ho sempre paura quando i miei Dolphins aprono il portafoglio in free agency…., in passato la cosa non ha mai pagato per un motivo o per l’altro. Però questa volta era ora di farlo davvero! Le scelte agli ultimi due draft sono state buone (soprattutto nell’ultimo con Waddle, Phillips e Holland), ma ci sono stati anche molti errori e in generale serviva una bella scossa nella free agency. La scossa c’è stata. La difesa è pressochè la stessa che negli ultimi due anni ha fatto molto bene (non so se uno tra Xavien Howard e Byron Jones verrà ceduto adesso per riconquistare qualche scelta al primo giro del draft 2022; in ogni caso, sulla carta manca solo qualcosa a livello di middle linebackers….). L’attacco è finalmente completo con running backs di livello (Moster se sta bene è un flagello…) e una batteria di ricevitori e tight end siderale. La linea d’attacco è nettamente migliorata con Collins e Armstead a sx, ma il lato dx (lato cieco per Tua e quindi punto più delicato in assoluto) resta ancora un buco totale. Per Tua questo è l’anno dell’ “all-in”: o dimostra di essere da Nfl o chiude la sua carriera da starter a livello professionistico. Coach Mc Daniel ha tutte le carte per bilanciare finalmente il gioco d’attacco e quindi non ci saranno più scuse per Tua: se il braccio non ce la fa e continua a selezionare male le scelte di lancio….non avrà più altre occasioni! Dopo più di venti anni senza un QB decente, a Miami nessuno chiede a Tua miracoli (non gli si chiede di essere un Burrow o un Herbert…purtroppo!) però gli si chiede di essere quanto meno un average Nfl Qb. Questo sì! E finora lo ha dimostrato raramente. Chiudo con Flores: è stato un coach davvero strano! Ha portato ordine, motivazione e disciplina nello spogliatoio, ma non ha mai legato davvero con nessuno, staff e dirigenza inclusi. In campo poi si è rivelato per quello che è sempre stato: un ottimo defensive coordinator, ma a livello offensivo il suo apporto è stato zero in tre anni. Probabilmente tutto si è guastato nella prima sua stagione (2019-2020) quando pare abbia avuto dissidi con la dirigenza circa il presunto “tanking”…. Sono fiducioso circa la prossima stagione. Speriamo di lasciarci un po’ di mediocrità alle spalle…

  3. L’affaire Hill mi sorprende più lato Dolphins che Chiefs. Mi sorprende vedere Miami cosí aggressiva su un wr (fuoriclasse).
    Per i Chiefs meno, sia per ragioni di salary cap che per ragioni tecniche. Nel senso che Reid, per rilanciare Mahomes, pensa di ridefinire schemi e corpo ricevitori, con innesti di free agent/draft e dando più spazio a Hardman.

Leave a Reply to deoloneCancel reply

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.