Gira la testa, cari lettori.
In due settimane siamo stati costretti a processare una fiumana di movimenti nella posizione più importante del gioco e, a differenza di altri anni, questa volta i protagonisti di tali transazioni non sono stati esponenti del proletariato come Ryan Fitzpatrick e Andy Dalton, ma membri dell’alta borghesia come Russell Wilson, Deshaun Watson – anche se… – e Matt Ryan.
Poi Rodgers ha rinnovato lanciando nel mentre la propria candidatura allo status di miliardario, poi Brady è uscito dal ritiro più patetico e adolescenziale della storia, poi Cousins ha aggiunto un’altra cifra spropositata di milioni al proprio conto corrente: insomma, sono successe così tante cose che in un certo senso mi trovo costretto a farvi un riassunto.

Di Aaron Rodgers, Deshaun Watson, e Russell Wilson ve ne ho già parlato approfonditamente in altre sedi, perciò concedetemi il diritto di saltare a piè pari questa parte dopo un velocissimo condensato.
Rodgers ha rinnovato con i Packers in barba alle voci di ultimo ballo, Wilson è migrato in Colorado regalando così ai Denver Broncos il primo vero franchise quarterback dal Peyton Manning della prima metà del 2014 e, alla faccia di etica e valori morali, i Cleveland Browns hanno impacchettato e spedito la propria anima e futuro al draft agli Houston Texans in cambio di Deshaun Watson.

La mossa che più mi ha divertito, se così si può dire, è stata quella dei Washington Commanders – il nome è quello che è, accettatelo – che, immediatamente dopo che i Denver Broncos si sono assicurati Russell Wilson, hanno premuto il bottone rosso del panico raffazzonando frettolosamente una trade che ha portato Carson Wentz nella capitale: ebbene sì, dopo mesi di annunci in pompa magna sull’imminente arrivo di un individuo che avrebbe permesso loro di girare definitivamente pagina come franchigia, ecco qua Carson Wentz.
Con il senno di poi avrebbero potuto e dovuto aspettare.

Gli Indianapolis Colts, ad esempio, sono riusciti a tramutare Carson Wentz in Matt Ryan e un’apprezzabile scelta al terzo round nel 2023 che potrebbe trasformarsi in scelta al secondo round qualora Wentz dovesse giocare almeno il 70% degli snap: mica male, no?
Non saprei dirvi se Matt Ryan possa essere la risposta che questa franchigia cerca disperatamente dal ritiro di Andrew Luck, ma mi sento a mio agio ad affermare che Matty Ice possa già essere visto come il loro miglior quarterback post 24 agosto 2019 – chi sa, sa.

Se supportato adeguatamente, Ryan molto difficilmente costerà partite a Indianapolis come Carson Wentz, è un veterano ultra-affidabile che teoricamente condurrà un attacco efficiente e bilanciato, anche se mi piace pensare che il front office farà il possibile per mettergli a disposizione qualche altro ricevitore di qualità.
Il fatto che nel contratto di Ryan non figurino denari garantiti permetterà a Indianapolis, in caso di ulteriore fallimento, di tagliare immediatamente i rapporti senza incappare in dead money: ovviamente la loro speranza è che Ryan non si trasformi nell’ennesimo caso di one and done, ma avere flessibilità in questa lega è oggi più che mai importante.

Questa, tutto sommato, è una mossa che mi è piaciuta, Indy si è assicurata la miglior opzione possibile – esclusi Wilson e Watson, ovviamente – e potrebbe addirittura decidere di selezionare un quarterback al draft al quale regalare un tirocinio gratuito alle spalle di un veterano che sa giusto un paio di cose su questa lega.
Ripeto, questa è e rimane una toppa – non ho idea di quanto voglia ancora giocare – ma permettetemi di affermare che ne ho viste di ben peggiori.

Una delle mosse più sorprendenti in assoluto, se si parla di quarterback, riguarda i Pittsburgh Steelers che sorprendendo pressappoco chiunque hanno deciso di affidarsi al buon Mitch Trubisky per il post-Roethlisberger.
Pure in questo caso non escludo che il front office opti per l’aggiunta di un quarterback al draft, ma tutto sommato scommettere su Trubisky ci mette davanti ad un tipico caso di low-risk, high-reward: il biennale da 14 milioni – che a seconda del rendimento potrà quasi raddoppiare – non compromette in alcun modo il futuro di Pittsburgh, assolutamente nella posizione di abortire l’esperimento senza ripercussioni già dalla prossima offseason.

Non voglio prendere in giro i tifosi degli Steelers e comparare il possibile impatto di Trubisky a quello di Brees sui New Orleans Saints, ma credo altresì che non avendo nulla da perdere Pittsburgh abbia fatto bene a dare un’opportunità a quello che non troppi anni fa era considerato un prospetto in grado di rivoluzionare una franchigia: sarebbe stato difficile per chiunque eccellere nella disfunzionalità dei Chicago Bears.
Per dargli un’opportunità legittima il front office avrà il dovere di metterlo dietro una linea d’attacco perlomeno competente in quanto, malgrado l’atrofizzazione del braccio destro di Roethlisberger, nessun quarterback nel 2021 avrebbe potuto farcela dietro una linea d’attacco del genere.

Immaginavo percorressero la pista Mariota, ma non mi viene difficile capire perché abbiano optato per Trubisky.
Sarà interessante osservare se l’anno trascorso ai Buffalo Bills dietro Josh Allen abbia contribuito, in qualche modo, a riabilitarlo soprattutto da un punto di vista mentale.

L’appena menzionato Mariota, a pochissime ore di distanza dalla trade di Ryan, è stato messo sotto contratto dagli Atlanta Falcons: per l’ex-Titans si parla di un biennale da circa 19 milioni di dollari che, di fatto, altro non è che un annuale da meno di 7 milioni.
La posizione del povero Mariota è tutt’altro che invidiabile in quanto tornerà a essere un quarterback titolare in NFL in una squadra in totale ricostruzione: al momento l’attacco dei Falcons è composto da Kyle Pitts, Cordarrelle Patterson e nessun ricevitore.
Seriamente, non sto scherzando, al momento i ricevitori a roster rispondono al nome di Olamide Zaccheaus, Frank Darby e Chad Hansen, o se preferite 81 ricezioni complessive in NFL.

Mariota deve essere visto come il classico esempio di quarterback ponte, una vittima sacrificale che avrà l’ingrato compito di trascinare la propria squadra fino alla linea d’arrivo in una stagione nella quale le vittorie si conteranno quasi sicuramente sulle dita di una mano: non mi sento di precludere partite di qualità, ma sono umanamente dispiaciuto per lui, questa potrebbe essere la sua ultima audizione per una maglia da titolare in NFL e il fatto che sia costretto a giocarsela in un contesto del genere è tutt’altro che ideale.
In ogni caso, non gli si può che augurare ogni bene possibile.

Fra le ramificazioni della trade di Ryan troviamo anche la conferma “forzata” di Jameis Winston, rimesso sotto contratto dai New Orleans Saints con un buon biennale da 28 milioni – di cui 21 garantiti.
Nelle partite giocate prima dell’infortunio l’ex-prima scelta assoluta non si è affatto comportato male, ha tenuto il numero di intercetti atipicamente basso malgrado la bassa percentuale di completi viziata anche dalla totale assenza di ricevitori di livello: in un attacco povero di talento Winston ha giocato un buon football e ciò non è per niente banale.

Chiedendogli di fare meno Winston ha paradossalmente fatto di più e credo che l’idea di dargli un’altra opportunità sia corretta, anche se dettata più dalla necessità che dalla volontà: non prendiamoci in giro, l’obiettivo dei New Orleans Saints era Deshaun Watson, Winston altro non è che un premio di consolazione che, si spera, possa prima o poi trovare modo di capitalizzare il proprio enorme potenziale.

Ovviamente con Watson under center New Orleans andrebbe annoverata fra le favorite per il trono della NFC, ma se non altro, a differenza dei Browns, non hanno barattato la propria integrità in nome di qualche vittoria: certo, qualora Watson avesse deciso di portare il proprio talento in Louisiana dubito fortemente che questi si sarebbe opposti, ma permettetemi di cercare una silver lining, suvvia!

La quasi totalità delle tessere di questo perverso domino ha oramai abbracciato il suolo, ne rimangono in piedi solamente due, quelle raffiguranti gli stemmi di Seattle Seahawks e Carolina Panthers.

I Carolina Panthers, poveri loro, sono ontologicamente incapaci di trovare un franchise quarterback: non importano le offerte, la bontà degli intenti e la disperazione del front office, questi per un motivo o per l’altro non riescono a sedurre professionisti del lancio di palloni di primissimo livello.
Togliendo dall’equazione il draft – non considerato durante la stesura di questo articolo – gli unici due nomi verosimili rimasti sul mercato sono quelli di Baker Mayfield e, forse, Jimmy Garoppolo: Garoppolo, lo ripeto, è da accostare a un gigantesco “forse” in quanto al momento non è ancora chiaro cosa vogliano fare i 49ers.

L’aggiunta di Watson ha di fatto marcato la fine dell’epopea di Mayfield in Ohio che, arrivato al quinto anno fra i professionisti, si trova dinanzi a un bivio: il 2022, ci dirà molto, se non tutto, del suo futuro in questa lega in quanto sarà la sua ultima stagione giocata sotto contratto come rookie.
Avrebbe senso che i Carolina Panthers provassero a dargli un’opportunità, anche se dubito fortemente possa avere successo in una squadra del genere e secondo vari report sembra che ci sia un poco incoraggiante disinteresse reciproco.

Il discorso Seahawks è alquanto strano, non riesco a capire quali siano i loro obiettivi in vista del 2022, l’unica cosa di cui posso definirmi sicuro è che presentarsi ai nastri di partenza con Drew Lock titolare è troppo anche per una squadra in ricostruzione: Mayfield?
Non saprei dirvi, è altamente probabile che questi ricorrano al draft per colmare una voragine che Lock non può che limitarsi a guardare da vero e proprio umarell.
Indipendentemente da tutto, sono portato a pensare che la prossima squadra di Baker Mayfield sia una di queste due, anche se come già detto non è da escludere che entrambe spendano una scelta al primo round proprio per un quarterback.

Il discorso Garoppolo, prima di concludere, è diverso.
Al momento San Francisco non sembra avere alcuna fretta di metterlo alla porta, la loro priorità è – giustamente – capire se Trey Lance sia pronto o meno e procederanno esclusivamente in funzione di questa variabile: ora come ora non mi sento di scartare a priori l’ipotesi che a settembre, ancora una volta, il quarterback titolare dei San Francisco 49ers possa essere il bel Jimmy.
Garoppolo, vista l’esperienza, potrebbe diventare una preziosa pedina di scambio ad agosto durante i training camp in caso di infortunio di qualche titolare in giro per la lega: i suoi limiti tecnici sono sotto gli occhi di tutti, ma, qualora una contender dovesse perdere il proprio quarterback titolare, fare affidamento a un veterano come lui non sarebbe sicuramente la peggiore delle idee.

4 thoughts on “NFL: il carosello dei quarterback è quasi terminato

  1. Ed io la butto li….. ma se cleveland non cedesse Mayfield e lo tenesse per l’ultimo anno come assicurazione vista la probabile lunga squalifica di Watson? E se il buon Baker giocasse libero da pressioni invece che andarsi a infilare in un contesto poco funzionale come phanters o seahawks, millantando che lui lo fa per amore della citta e balle varie? Magari fa una decina di partite buone e il prossimo anno trova una squadra con un progetto serio che ci crede?
    Oppure si brucia, ma lo farebbe comunque in un contesto peggiore dei browns.

  2. Cleveland ha scaricato il buon Baker e Indy ha preso Ryan (pensavo proprio che Indy fosse un buon landing spot per Mayfield). Quindi a mio parere il buon Baker può e deve ambire ad andare a Seattle. Meglio Seattle che Carolina. Altro non gli è rimasto mi pare.
    Altrimenti non gli resta che sperare davvero che in California qualcuno voglio silurare Garoppolo per prendere lui, però!

  3. Non credo che i Panthers, dopo averci provato con Darnold, facciano una mossa simile con Mayfield. Ci sarebbe Seattle che però, dopo la trade Wilson e il taglio di Wagner, sembra aver preso la strada del rebuilding.
    In realtá sia Panthers che Seahawks possono draftare un qb.

    • Lo spero per i seahawks perché con geno smith non vanno da nessuna parte.
      Cmq pure se non c’entra nulla hill dai Kansas a miami è sconvolgente. Di mezzo guarda un po ci sono un sacco di dollaroni.. che hill ha rifiutato dai chiefs per prenderne di più ai dolphins..

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