Signori ci siamo.
No, mancano ancora parecchi mesi al prossimo kickoff “ufficiale” – la preseason non conta, anche se come ci insegnano dei compianti compagni la parola “ufficiale” oggigiorno non può più vantare un significato ben preciso – ma, in un mondo d’astinenza e dolore, l’ingenua eccitazione che precede l’apertura della free agency è ciò che più si avvicina all’irraggiungibile serenità d’inizio settembre quando si va a dormire con la consapevolezza che per circa mezza dozzina di mesi la nostra esistenza sarà scandita dalla National Football League.
Non ho ancora ben presente come mi organizzerò, al momento l’unica cosa di cui sono sicuro è che non leggerete più “Eligibles” ché mi sono un po’ stufato del titolo, credo opterò per qualcosa di più incisivo, tipo “Riassunto della settimana x di free agency 2022”: l’idea sarebbe quella di confermare il giovedì come giorno di pubblicazione e, in caso di affari particolarmente importanti, spolverare la settimana con ben piazzati articoli ad hoc dettati dalla contingenza.

Nelle 52 ore di legal tampering – ossia il momento in cui ai front office sarà riconosciuto il diritto di flirtare con i giocatori- che precedono l’ufficiale apertura della free agency si concretizzeranno un numerose firme – che saranno formalizzata mercoledì – e, di conseguenza, è alquanto appropriato affermare che i cancelli si aprano proprio oggi, lunedì 14 marzo.
Prima di potermi concentrare sulla free agency, ho però dovuto chinarmi al cospetto dell’indomabile necessità di parlarvi degli scambi che hanno animato gli ultimi giorni poiché volevo assolutamente dirvi la mia – e sentire la vostra – sulle trade che hanno portato Carson Wentz ai Washington Commanders, Khalil Mack ai Los Angeles Chargers e Amari Cooper ai Cleveland Browns: le probabilità che fra l’ultima battuta di questo articolo e la sua effettiva pubblicazione vadano in porto altri scambi non è trascurabile e, non me ne vogliate, in tal caso ne riparleremo fra qualche giorno, presumibilmente giovedì.


Carson Wentz ai Washington Commanders

Washington riceve: Carson Wentz, una scelta al secondo round del 2022 e una scelta al settimo round del 2022.

Indianapolis riceve: una scelta al secondo round del 2022, una scelta al terzo round del 2022, una scelta al terzo round del 2023 (che diventerà una scelta al secondo round se Wentz giocherà almeno il 70% degli snap nel prossimo campionato).

Tantissima gente si è indignata – e continua a farlo – per cambi di nome infestando i vari social network di deliranti assoli di tastiera sull’estetica delle parole e, sciaguratamente, sulle implicazioni che tali cambi di nome comportano sulla libertà di pensiero dell’homo sapiens: fossi in voi, cari tifosi di Washington, preferirei riservare l’indignazione delle feste per l’oramai sempre più comica incompetenza del front office – al netto del fatto che il nome Commanders sia oggettivamente triste.

Negli ultimi anni Washington si è dovuta puntualmente accontentare delle briciole affidando il proprio attacco a free agent come Case Keenum, Ryan Fitzpatrick e, dulcis in fundo, Carson Wentz: sia chiaro, Wentz è una spanna sopra gente come Keenum e Fitzpatrick, ma non saprei dirvi se una delle società più disfunzionali dell’intero panorama sportivo mondiale sia il luogo ideale dove riabilitare, ancor prima del quarterback, un essere umano in palese difficoltà.
Di grazia, nemmeno gli ottimi Indianapolis Colts del mentore Frank Reich sono riusciti a rimettere in sesto la carriera di un giocatore che, a questo punto, molto probabilmente non sarà mai più accostato al premio di MVP come nel 2017.

Statisticamente parlando l’avventura di Wentz ai Colts è stata un mezzo successo, il numero di turnover si è sensibilmente abbassato, la percentuale di completi è aumentata e, in generale, ha giocato indubbiamente meglio rispetto alle ultime due stagioni ai Philadelphia Eagles, ma nel momento più delicato della stagione – le ultime due partite – si è completamente sciolto capitolando contro i buoni Raiders e i pessimi Jaguars finendo tragicomicamente per restare fuori dai playoff: quando Indianapolis ha avuto veramente bisogno di lui Wentz si è gettato al suolo in posizione fetale cacciandosi in bocca il pollice della mano destra, non esattamente una condotta da franchise quarterback.

Non ho ragioni per preventivare una resurrezione in una squadra oggettivamente meno talentuosa dei Colts ed è assai triste che una franchigia disperatamente in cerca di una direzione abbia dovuto accontentarsi di un Carson Wentz qualsiasi in quello che dovrebbe essere l’anno zero di una rivoluzione culturale il cui fine ultimo è smettere di essere lo zimbello della National Football League.
Non escludo che lo abbiano preso esclusivamente come ponte per permettere a un quarterback che selezioneranno al draft di godere di un prezioso anno di apprendistato in panchina, ma al momento se non in funzione delle skill umane di Ron Rivera fatico a pronosticare chissà quali successi, anche se spero sinceramente che un giorno non troppo lontano Carson Wentz possa tornare a essere uno dei quarterback più divertenti della NFL, proprio come la sua versione del 2017.

Ah sì, quasi dimenticavo: è vero che Indianapolis non dovrà pagargli lo stipendio ma questi disgraziati sono nuovamente, loro malgrado, alla disperata ricerca di un quarterback.
L’eterno ritorno…


Khalil Mack ai Los Angeles Chargers

Los Angeles riceve: Khalil Mack.

Chicago riceve: una scelta al secondo round del 2022 e una scelta al sesto round del 2023.

Questa è una trade che adoro e che capisco: cari lettori, esiste qualcosa di più elettrizzante della consapevolezza di aver capito i processi mentali di un general manager NFL?
Partiamo da Chicago.

I Chicago Bears, volenti o nolenti, sono ben lontani dal poter competere e con quello che potrebbe essere un franchise quarterback under center in Justin Fields, la loro priorità deve essere quella di metterlo nella miglior posizione possibile di avere successo in modo da farsi un’idea precisa sul suo valore assoluto: attenzione, in questo caso successo non si traduce in numero di partite vinte, ma piuttosto in tangibili miglioramenti rispetto a quanto visto nel 2021.

La linea d’attacco di Chicago è stata disastrosa e sopravvivere in NFL dietro tale abominio è pressoché impossibile, quindi capisco perfettamente la scelta del nuovo GM Poles di decongestionare un po’ di spazio salariale nella speranza di poter mettere sotto contratto un paio di veterani capaci di garantire a Fields una protezione adeguata: Mack ha 31 anni e non si merita assolutamente di sprecare gli ultimi anni del suo prime in una squadra in totale ricostruzione.
Forse hanno ricevuto meno di quello che credevo, Mack è pur sempre uno dei migliori difensori della NFL, ma l’infortunio al piede che gli è costato buona parte della scorsa stagione ne ha indubbiamente abbassato il valore di mercato: l’importante, in ogni caso, era disfarsi del suo contratto e sotto questo punto di vista missione compiuta.

Dall’altra parte Los Angeles ha messo le mani su un vero e proprio campione che con Joey Bosa darà vita a quella che non ha alcuna ragione di non trasformarsi nella miglior coppia di pass rusher della lega, anche se classificare Mack come semplice “pass rusher” rischia di risultare blasfemo: Mack è un vero e proprio playmaker, un’entità in grado di spaccare in due la partita a proprio piacimento – andiamo collettivamente oltre il numero tutto sommato “umano” di sack messi insieme durante la sua permanenza in Illinois.

I Chargers hanno buttato nel cestino una comoda qualificazione ai playoff a causa della patologica mollezza di un front seven assolutamente incapace di opporre resistenza ai giochi di corsa avversari, quindi mettere le mani su un’arma di distruzione di massa come Khalil Mack ha decisamente senso, anche se il restauro della linea difensiva non può ancora considerarsi ultimato.

Conscio dell’importanza di sfruttare nel migliore dei modi il contratto da rookie di quel fenomeno di Justin Herbert, il GM Tom Telesco ha optato per una calcolata e motivata aggressività che lo ha portato, di fatto, a privarsi solamente di una scelta al secondo round e di una scelta durante il terzo giorno del draft, pedina di scambio sacrificabile senza doverci perdere il sonno la notte.
L’incognita della salute di Mack è da tenere in considerazione, ma qualora dovesse restare sano Los Angeles potrà dire di aver fatto un grandissimo affare, affare in un certo senso necessario in una division del genere: per battere Mahomes, Wilson e Carr è necessario mettere loro quanta più pressione possibile.
Letteralmente.


Amari Cooper ai Cleveland Browns

Cleveland riceve: Amari Cooper e una scelta al sesto round del 2022.

Dallas riceve: una scelta al quinto round del 2022 e una scelta al sesto round del 2022.

Questa, invece, può essere vista come una mossa in un certo senso prevedibile: già da settimane, infatti, si parlava con sempre maggior insistenza di un imminente taglio di Amari Cooper da parte dei Dallas Cowboys.
Dallas ci ha invece rimediato una scelta al quinto round del prossimo draft sacrificando un giocatore rivelatosi decisivo per la carriera di Dak Prescott poiché il suo innesto, nel 2018, rivoluzionò completamente l’attacco dei Dallas Cowboys fino a quel punto della stagione non particolarmente brillante.

Dallas doveva obbligatoriamente liberare del prezioso spazio salariale, la mia unica perplessità risiede nel fatto che questi – per il momento – sembrino totalmente a loro agio a dare quasi venti milioni a Zeke Elliott invece che darli a un ricevitore che, seppur a tratti inconsistente, ha sempre timbrato il cartellino come go-to-guy di Dak Prescott.
Il contratto di Cooper, diciamolo, non è mai stato fra i “migliori” della lega poiché il front office, un paio di primavere fa, si trovò costretto a pagarlo più di quanto valesse principalmente in funzione dell’importanza assoluta che hanno i ricevitori di qualità in questo momento storico: nel 2021 Cooper è stato il ricevitore più pagato della lega e, al momento, per il 2022 si piazza al sesto posto della medesima classifica.
È Cooper uno dei migliori cinque ricevitori della NFL? A voi la risposta.

Cleveland, di contro, si è assicurata un ottimo route runner consistentemente in grado di liberarsi del marcatore sfruttando una tecnica superiore alla media che, in un attacco che ha disperatamente bisogno di mani di qualità, si erige immediatamente a WR1: l’esperienza di Odell Beckham in Ohio sembra volerci suggerire che tale responsabilità in questo sistema di gioco non automaticamente si tradurrà in una decina di target settimanali, ma credo sia nel miglior interesse di tutte le parti coinvolte sfruttare quanto più possibile il suo talento.

Il rischio preso dai Browns è minimo poiché il contratto di Cooper non prevede denaro “garantito” per il 2023, dunque in caso di matrimonio fallimentare Cleveland non ci perderebbe assolutamente niente a mostrargli la porta, ma il fatto che l’aggiunta di Cooper possa comportare la partenza di Jarvis Landry ci mette davanti ad una mesta verità: questo corpo ricevitori ha bisogno di ancora tantissimo lavoro e presumibilmente il front office spenderà una scelta molto alta al draft per aiutare ulteriormente un Baker Mayfield giunto all’anno della verità.

I Cowboys si sono indeboliti, i Browns si sono rafforzati e la contropartita ricevuta dai texani non è affatto impressionante, ma dal momento che sarebbe quasi sicuramente stato tagliato credo non abbiano molto di cui lamentarsi.
Sacrificare una scelta al quinto round per un anno di Amari Cooper è totalmente accettabile, quindi in definitiva credo che indipendentemente da tutto questo doloroso sacrificio dei Cowboys sia stato un affare per i Browns.


 

10 thoughts on “L’analisi delle trade degli ultimi giorni in NFL

  1. Mi ha sorpreso la trade che ha portato Mack ai Chargers, ma razionalmente come hai prontamente evidenziato anche tu ha un senso.
    Piuttosto, vogliamo parlare di Tom che ci ripensa e ritorna a giocare ?

  2. Bosa e Mack, se integri, in AFC West troveranno la più alta concentrazione di nobili terga da accompagnare a terra. Sulla carta una division sempre più tosta.
    E mi sa che è solo l’inizio, viste un paio di notizie del weekend, con Brady che ha resistito pochino come pensionato ai giardinetti col cane. E con Watson che non finirà in galera, cosa che nella penuria di top QB è sufficiente a far trascurare le sue (sospette fino a prova contraria) disfunzioni nella sfera sessuale e scatenare un’asta a suon di prime scelte

    • Caro Mattia, credo che sarai costretto dagli eventi ad abbreviare la cadenza del prossimo articolo. Adams e Jones ai Raiders, in AFC West ci ritroviamo 4 contender dichiarate. In AFC forse solo Jets e Texans sarebbero una sorpresa ai playoff, in NFC potrebbero esserci le stesse 7, col resto un po’ mediocre…

  3. Secondo voi quale dovrebbe essere a questo punto il miglior qb da cercare di prendere x i colts? Spazio salariale ne hanno molto! Houston scambierebbe watson con una diretta rivale di division? Dubito 🤔

  4. Brady ha ancora qualche cartuccia da sparare e viene da una buona stagione.
    Onestamente non pensavo tornasse e sono curioso di vedere che squadra avrà a disposizione. Sarà un altro anno avvincente

  5. Aggiustamenti cosmetici.
    Piuttosto, perchè Brady annuncia il ritiro per cambiare idea? Che continui non è per nulla una sorpresa ma risulta misteriosa la ratio della prima decisione. Si è accorto di aver allevato (anzi, lasciato allevare) degli stronzi? Boh.

  6. Ravens piuttosto attivi in free agency, malgrado il salary cap ridotto: Williams (non me l’aspettavo), Moses, forse Goldman. DeCosta dovrá ristrutturare qualche contratto.

  7. Forse sul tema ricevitori c’è un disaccordo di fondo tra Harbaugh e DeCosta.
    Il primo è della tua linea, cioè avere un ricevitore vero, provato, magari con qualche anno d’esperienza. Il secondo è piú per lo sviluppo interno di un gruppo di giovani, cosa che non è storicamente la specialitá della casa..
    Tra l’altro abbiamo un corpo ricevitori con caratteristiche simili.

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