Replicare quanto successo durante lo scorso weekend era pressoché impossibile ma, lasciatemelo dire, le ultime quattro squadre sopravvissute alla stagione NFL ci hanno regalato un paio di partite incredibilmente combattute e, soprattutto, un paio di rimonte particolarmente dolorose da subire.
Iniziamo.

Nella prima partita della nostra scarna domenica i Cincinnati Bengals in rimonta hanno battuto i Kansas City Chiefs 27 a 24 dopo i tempi supplementari: per i tifosi dei Chiefs digerire questa sconfitta non sarà per niente semplice perché ad un certo punto Kansas City sembrava averla in tasca.
L’inizio della contesa è stato di marca Chiefs che dopo aver costretto Burrow e soci ad un rapido three n’ out hanno percorso il campo con maestria, alternando le corse di un indemoniato McKinnon a lanci mai troppo rischiosi di Mahomes, bravissimo a prendersi ciò che la difesa gli concedeva: dopo aver mosso le catene senza alcun genere di difficoltà Mahomes, arrivato in red zone, ha connesso immediatamente con Hill sul fondo della end zone per il touchdown del 7-0.
I Bengals, consapevoli di dover rispondere il prima possibile, hanno orchestrato un buonissimo drive nel quale hanno convertito tre terzi down – due dei quali grazie al sottovalutato Boyd – prima di essere costretti ad affidarsi al glaciale McPherson che con un agevole piazzato da 32 yard ha regalato loro i primi punti della giornata.
I Chiefs, però, non sembravano aver voglia di perdere tempo e ciò lo si è inteso dalla prima giocata del drive successivo, un arcobaleno di 44 yard ricevuto da Hardman sulla sideline; Kansas City, istantaneamente alle porte della red zone, si è catapultata nei pressi della goal line servendosi principalmente di McKinnon: 3&2 sulle cinque dei Chiefs, Mahomes tiene viva la giocata come un Russell Wilson qualunque dando così modo a Kelce di eludere la marcatura avversaria e farsi trovare libero in end zone per la meta del 14 a 3.
Kansas City, questa settimana, non sembra minimamente intenzionata a regalarci una partita competitiva.

Il già decisivo drive di Cincinnati si protrae solamente per cinque giocate e Reid ha già a disposizione un mezzo match point poiché un touchdown getterebbe i Bengals in un baratro dal quale difficilmente potrebbero risalire: questa volta a muovere le catene ci pensano principalmente Edwards-Helaire e Kelce ed in men che non si dica Mahomes è nuovamente ad una manciata di yard dalla terra promessa.
Senza alcuna difficoltà, dunque, i Chiefs si portano sul 21 a 3 grazie a un touchdown di Hardman e ora per Cincinnati si fa veramente dura, anche se con Joe Burrow under center non si ha mai una valida ragione per alzare bandiera bianca, soprattutto così presto: Burrow cerca e trova con una certa insistenza Higgins che con un paio di ricezioni permette loro di superare la metà campo dove, su 2&12, il quarterback cerca e trova Perine per un apparentemente innocuo screen pass che, però, viene abilmente trasformato in un touchdown da 41 yard.

21 a 10 Chiefs, un minuto ci separa della pausa lunga: per Mahomes muovere le catene è dannatamente facile, un paio di ricezioni di Hill permettono loro di portarsi in terra nemica dove fanno razzie senza incontrare alcun tipo di opposizione.
Grazie ad una pass interference fischiata contro Eli Apple KC è ad una iarda da altri sette punti ma attenzione al cronometro: il primo tentativo si spegne con un lancio fuori di Mahomes, restano solamente cinque secondi e Reid non ha a disposizione timeout.
Ecco che si consuma il misfatto: Mahomes decide sciaguratamente di passarla ad Hill dietro la linea di scrimmage, peccato solo che a sbarrargli la strada ci fossero due difensori bramosi di mettergli le mani addosso permettendo così al cronometro di raggiungere i tre zeri senza dare a Butker l’opportunità di aggiungere altri tre punti al bottino.

Un errore simile in una partita del genere è inaccettabile e probabilmente la pausa lunga di Kansas City è stata funestata dal rimpianto di aver gettato alle ortiche un paio di punti sicuri: ai playoff ogni punto lasciato per strada presenterà il conto prima o poi e una squadra esperta come questa lo sa.
Malgrado il totale dominio dei padroni di casa i Bengals sono più che in partita, rimontare undici punti in trenta minuti non è poi così desueto, no?

Possesso immediatamente ai Chiefs, ma la partita si blocca e tre drive consecutivi terminano con un punt: bel modo per bruciare più di metà quarto.
Cincinnati, consapevole di essere totalmente in gioco, mette insieme un buonissimo drive portandosi in red zone dove Joe Burrow viene atterrato per un sack che sabota i loro sogni di gloria: meglio affidarsi a McPherson che da 31 yard non ha problemi a riportarli sotto di un possesso – e una conversione da due punti.
Manca poco più di un quarto, Mahomes dopo un paio di drive infruttuosi scalpita dalla voglia di ricominciare a far correre il contapunti, ma ecco un altro momento chiave: un tentativo di screen mal riuscito permette al massiccio BJ Hill, all’anagrafe defensive tackle, di mettere le mani sul pallone ed intercettarlo regalando così a Burrow una quasi immediata opportunità in red zone.
Il prodigioso sophomore inizia a coinvolgere Ja’Marr Chase che prima muove le catene portandoli sulla linea delle cinque yard di KC e poi, su 3&goal, non viene raddoppiato: un Chase non raddoppiato è un Chase libero, Burrow lo sa e gli alza un pallone che l’ex-compagno di college riceve brillantemente.
Nella seguente conversione da due punti Burrow trova il poco utilizzato Taylor completamente libero nella terra promessa e così, dal nulla, riecco la parità, 21 a 21.

Kansas City non è più in grado di muovere le catene e il loro drive dura giusto tre giocate, due in più di quello seguente dei Bengals funestato da un istantaneo intercetto di Sneed: la palla è già a metà campo, ora i Chiefs non hanno scuse per non mettere a segno punti… three n’ out grazie al secondo sack consecutivo su terzo down di Trey Hendrickson.

La sequenza di azioni successiva è destinata ad essere menzionata ogni qualvolta narreremo la leggenda di Joe Burrow: la totale incapacità della linea d’attacco di garantirgli una tasca pulita lo costringe su due terzi down consecutivi ad improvvisarsi corridore e, in entrambi i casi, malgrado l’asfissiante pressione avversaria Burrow riesce a muovere le catene affidandosi alle proprie sottovalutate gambe.
Cincinnati è oltre la metà campo, un buon guadagno di Higgins li catapulta in zona field goal e McPherson da 52 yard è perfetto: ora i Bengals sono in vantaggio.
La reazione di Chiefs, mai così con le spalle al muro, è rabbiosa e come per magia ricominciano a chiudere down con costanza: Kansas City è in red zone ad un paio di yard dal touchdown del vantaggio, ma il loro tentativo di gestire con intelligenza il cronometro viene frustrato da due sack consecutivi che obbligano Reid ad affidarsi a Butker che da 44 yard regala ai suoi i tempi supplementari.

Il coin toss lo vincono i Chiefs: partita finita dunque?
Neanche per sogno, poiché dopo che una possibile pick six sfugge dalle mani di Eli Apple, Vonn Bell fa suo il pallone per un intercetto che mette i Bengals ad un field goal di distanza dal Super Bowl: la difesa dei Chiefs è sfinita, la combo Mixon-Higgins trascina l’attacco in red zone dove McPherson da 31 yard non ha problemi a mettere a segno i tre punti più importanti della sua vita.
Non ho idea di cosa sia successo ai Chiefs nella seconda metà di gioco, ma per un pomeriggio gli dei del football hanno voluto ricordarci come prima di Mahomes questi fossero consistentemente fra i più sfortunati in postseason: trovare una spiegazione ad sconfitta del genere è quasi impossibile, ad un certo punto sembravano essere in totale controllo e pronti ad avviarsi al terzo Super Bowl in quattro anni, ma non avevano fatto i conti con il reparto difensivo dei Bengals e, soprattutto, con un Joe Burrow a questo punto difficile da descrivere.
Cincinnati è meritatamente ad un Super Bowl che definire inaspettato sarebbe un eufemismo e per il momento non ho altro da aggiungere: chapeau.

Fra un paio di settimane a dar battaglia ai Bengals troveremo i Los Angeles Rams, finalmente vittoriosi sui San Francisco 49ers: 20 a 17 il risultato finale di una partita incredibilmente chiusa e tirata.
Dopo uno scambio di three n’ out – Garoppolo su terzo down ha mancato un George Kittle completamente libero nel centro del campo – Stafford ha iniziato a muovere le catene con brillantezza trascinando i suoi in red zone dove, però, il tentativo di connettere con Kupp su 3&goal si è trasformato in tragedia quando il pallone è stato deviato e successivamente intercettato da Ward.
Malgrado un paio di giocate esplosive di Aiyuk e Mitchell San Francisco non è stata capace di tenere in vita il drive, ma un ottimo punt ha reso la pillola più facile da digerire perché Los Angeles avrebbe iniziato il seguente drive sulla linea delle proprie tre.
Con maestria e tranquillità assoluta Stafford ha tenuto le catene consistentemente in moto convertendo ben quattro terzi down: il quinto, quello più importante, ha regalato loro i primi punti della giornata dopo che Stafford ha connesso con il solito Kupp per un touchdown da 16 yard su 3&13.
18 giocate, 97 yard, nove minuti e mezzo di possesso: un drive del genere dovrebbe trovare spazio in una mostra d’arte contemporanea.

La risposta dei ‘Niners, però, non si è fatta attendere: 31 yard per Aiyuk, 44 per Deebo Samuel che in quanto Deebo Samuel ha trasformato un innocuo screen in un esaltante slalom conclusosi in end zone.
Sette a sette, abbiamo una partita.
Los Angeles ha preso fiducia, Stafford converte con autorità un paio di terzi down e mette Gay nella posizione di regalar loro punti con un complicato piazzato da 54 yard che però viene spedito abbondantemente fuori dai pali.
San Francisco, consapevole del fatto che portare a casa qualche punto sarebbe fondamentale regala a Gould l’opportunità di continuare ad essere perfetto in postseason con un piazzato da 39 yard convertito senza alcuna difficoltà: 10 a 7 ‘Niners, partita apertissima e indecifrabile.

La seconda metà la iniziano gli ospiti che malgrado un paio di guadagni positivi devono restituire il possesso agli avversari con un punt: Stafford muove le catene con brillantezza ma su 4&1 non trova la iarda che garantirebbe qualche minuto in più in campo ed è turnover of downs.
San Francisco vuole provare a spaccare in due la partita e ci riesce, poiché dopo quasi sei minuti di possesso Garoppolo pesca Kittle per il touchdown del 17 a 7 che regala loro due possessi di vantaggio con poco più di un quarto rimasto da giocare.
Stafford e compagni hanno tempo per continuare a giocare con razionalità ma è tassativo mettere a segno punti e riportarsi sotto di un possesso: detto fatto, Stafford cerca e trova il tight end di riserva Blanton – subentrato all’infortunato Higbee – in due giocate consecutive e su 3&1 sulle 11 di San Francisco arriva il secondo touchdown della giornata di Cooper Kupp, quello del 17 a 14.
San Fran è in palla, in un paio di snap si porta nella metà campo avversaria, ma dopo una corsa di 9 yard di Mitchell la difesa dei Rams inizia ad opporre resistenza e su 3&2 Juszczyk viene fermato prima della linea di scrimmage.
Con sole due yard da guadagnare, nella metà di campo dei Rams, Shanahan codardamente opta per il punt: momento decisivo della partita, a mio avviso.

Una ricezione da quasi 30 yard di OBJ accompagnata da una penalità per unnecessary roughness permette ai Rams di ribaltare il campo, un’altra ricezione di Kupp su terzo down li avvicina alla red zone ma su 3&3 Warner costringe Michel ad una perdita di quattro yard: Gay da 40 yard trova il pareggio, siamo 17 a 17 e mancano meno di sette minuti al termine.
La risposta dei 49ers non arriva poiché incapaci di andare oltre il three n’ out ed ecco che i Rams cominciano a giocare con il cronometro consapevoli che anche tre punti potrebbero bastare per vincerla: Stafford è ancora una volta magistrale nel muovere le catene e convertire i terzi down e così, con meno di due minuti rimasti sul cronometro, Gay da 30 yard regala loro il vantaggio, 20 a 17.

L’attacco dei ‘Niners è scomparso dalla partita, su 3&13 Garoppolo si trova costretto a sfuggire da quel mostro di Donald che indefesso continua ad inseguirlo costringendolo a sparacchiare un lancio che Hasty può solo sporcare permettendo così a Travin Howard di mettere a segno l’intercetto che vale loro un biglietto per il Super Bowl.

Non c’è molto da dire, a mio avviso i Rams hanno meritato la vittoria, arrivata principalmente grazie ad un fantastico 11 su 18 su terzo down: Los Angeles ha tenuto il possesso per più di 35 minuti togliendo dall’equazione il gioco di corse di San Francisco che, costretta ad affidarsi a Garoppolo, non è stata in grado di portare a termine il proprio compito e di imporre il proprio ritmo alla partita.
Fatico a nascondere la gioia che provo per Stafford che, finalmente in una squadra competitiva, non ha assolutamente perso tempo ed ha trasformato il primo viaggio utile in postseason in una cavalcata che potrebbe ridefinire la legacy sua, di Sean McVay e dei Los Angeles Rams in generale: nei momenti chiave Stafford ha sempre risposto presente caricandosi la squadra sulle spalle e muovendo le catene con brillantezze.
Dispiace per i 49ers, ma questa volta hanno meritato i Rams.

14 thoughts on “Il riassunto della domenica dei Championship Game del 2021 NFL

  1. Inaspettata sconfitta dei Chiefs.. la fortuna gli ha dato il possesso della monetina…e la sfortuna gli ha ridato l’intercetto..curioso di vedere questi bengals contro l’acerrima difesa dei Rams.
    Mattia , senza nulla togliere ai Rams, se Tartt non droppa quel pallone…la partita era finita…. certo un pò di fortuna non guasta mai.. poi Jimmy G ha fatto la frittatona.
    Rams in casa favoriti ma quest’anno ne abbiamo viste di ogni..

  2. Abbiamo un nuovo Joe Cool sulla scena. L’erede di Brady se il kaliforniano decide di smettere.
    Mahomes piaciuto niente: un paio di lanci moronici quando poteva anche correre (in avanti: all’indietro ha corso un sacco) e una flemma parente dell’arroganza.
    I Bengals erano battibilissimi e invece floppone.
    Dall’altra parte noblesse oblige: Rams squadra all-star, il Superbowl era il risultato minimo. I 49ers han fatto quel che potevano.

  3. Aaron Donald e Von Miller contro la tragicomica OL dei Bengals: tanti auguri a Joe Burrow…

  4. Stafford un vincente vero e un grande giocatore, SB meritatissimo dopo gli anni buttati nel vuoto di Detroit; fortunatamente lui, a differenza del povero Megatron, ha trovato il coraggio di tirarsi fuori dalla palude. McVay, dopo Tampa, continua a fare pasticci sulla sideline…bisogna ricordargli che al SB ogni errore si paga caro.
    Garoppolo era già un intruso ai Divisional, figurarsi al gran ballo…credo che la NFL non sia cosa sua.
    Suicidio dei Chiefs incomprensibile, alla fine ha pesato il mancato FG a fine secondo quarto e un misto di supponenza e sciatteria nel secondo tempo. Burrow mi ha davvero sorpreso, il futuro davanti a lui è roseo. Però tra due settimane davanti a lui ci sono Donald e la linea dei Rams..banco di prova durissimo.
    Buon Superbowl a tutti!

  5. Due gran belle partite ..equilibrate … due close game decisi da inezie come spesso accade alle partite di football.

    L’arroganza e la supponenza non pagano mai anche se sei KC o PM2.
    Il drive finale del primo tempo di KC ne è l’emblema: se il vecchio tricheco e il giovane supereroe avessero avuto rispetto dell’avversario e della partita avrebbero messo 3 punti sicuri e 24-10 non è la stessa cosa di 21-10.
    Poi nella ripresa grande difesa di Cincy: capaci di tenerla aperta per dare a JB e McPerfet la possibilità di riprendersela. E loro l’hanno fatto. Con la fame e la determinazione tipica degli underdogs.

    Che prima o poi sarebbe successo era nella logica delle cose: dopo uno 0-6 prima o poi i Rams e Sean McVay avrebbero battuto i Niners di Kyle Shanahan. Lo fanno nella partita che conta di più grazie ai tanti loro giocatori mostruosi: Kupp OBJ e Stafford da una parte e Donald Miller e Ramsey dall’altra.
    I 49ers quello potevano fare: giocarsela fino alla fine contro una squadra superiore e quello hanno fatto.
    Non condivido il giudizio di “codardo” a Kyle Shanahan per il mancato tentativo sul 4to. Sei avanti sei a meta campo hai una difesa ottima vai al punt e provi a riprenderla con calma … E se Tartt non drappa una palla che gli è arrivata nei numeri gli riesce pure.
    Tra l’altro toccava pure invertire il giudizio sui QB e i loro lanci nei momenti decisivi…

  6. Credo che i Bengals siano la squadra meno forte ad aver raggiunto il Super bowl da quando io seguo il football: complimenti alla loro tenacia, tra due settimane tiferò per loro :).

    • Negli ultimi 25 anni ho visto squadre molto piú deboli addirittura vincere il SB (tipo i NYGiants nel SB XLVI). Dopo i miei amati Broncos ho sempre simpatizzato per Cincy. Con un Burrow cosí elettrizzante tutto è possibile. I Rams nella gara precedente han rischiato di perderla per mancanza di coraggio (inutili corse conservative per mangiare minuti), ho la sensazione che questa pavidità potrebbe far perdere loro il SB.

      ps: al netto di alcuni errorini in fase di scrittura, bell’articolo Mattia.

  7. “un Chase non raddoppiato è un Chase libero“ Mattia registra i diritti sulla frase e farai milioni in mechandising😀 fantastica

  8. Secondo me la sconfitta di ieri sera peserà e anche tanto in quel di Kansas, ritengo la sconfitta di ieri sera ben peggiore di quella patita al SB l’anno passato.
    Le partite vanno chiuse senza se e senza ma e da una squadra come la loro, che è da 4/5 anni al top non mi aspetto debacle simili.
    Detto ciò, onore ai Bengals, perché se l’avversario sbaglia tu devi saperne approfittare, bravi.
    Complimenti anche ai Rams, vero che non la squadra che hanno allestito hanno raggiunto l’obbiettivo minimo, ma è altresì vero che in finale bisogna arrivarci.
    Ora attendiamo la decisione di TB12, ma direi che il futuro della lega, lato quaterback è in buonissime mani.

  9. Da grande tifoso dei Bengals adoro che ci date tutti per sconfitti e qualcuno anche senza il dovuto e meritato rispetto.

    Ci vediamo Domenica13 su questi canali ed intanto Vi Saluto con affetto con un : PERCHÉ NOI NO? 😘

    • Tifo per i Bengals dalla wild card, sono migliorati partita dopo partita fino al capolavoro/suicidio KC ieri sera. Burrow è una macchina, preciso come pochi. Nonostante simpatizzi e tiferò sicuramente per loro tra due settimane credo che questo SB sia già scritto per LA considerando, squadra e anche fattore casa (tipo TB lo scorso anno). Se fosse arrivata KC in finale ci sarebbe stata una partita più equilibrata ma credo che non ci sarà molto da fare (anche se spero vivamente di sbagliarmi). Resta il fatto che Cincinnati il capolavoro lo ha già fatto arrivando al SB

  10. Non pensavo che la scelta di Reid poco prima dell’ intervallo avrebbe avuto ripercussioni cosí pesanti sulla sua squadra nel resto della partita.
    Finora nessuno ha avuto una risposta al duo Chase-Higgins.
    Bravi i Bengals, giovani, talentuosi e inconsapevoli, Vrabel e Reid tuttavia c’hanno messo del loro.

  11. E già ragazzi, incredibile vedere le tigri al SB (ancora di più per chi come me è tifoso di Cincinnati dagli anni ’90). Capisco perfettamente i dubbi dei tifosi “neutrali” (assolutamente corretti) su come possa una squadra con oggettivi limiti arrivare fino a qui ma faccio una considerazione più “generica”…una squadra che va a vincere in casa dei primi di conference e la settimana dopo nella bolgia dei secondi (tralasciando il come e gli errori di presunzione soprattutto di Kansas) fatemi dire che si merita questo palcoscenico.
    Magari poi la bolla si sgonfierà sul più bello (e chi segue i Cincinnati da decenni sa cosa intendo) ma è lecito sognare con il talento che oggi abbiamo in squadra e poi gli dei del football sembrano aver preso la franchigia in simpatia….sarà forse per le oltre 3 ultime decadi di storia sciatta??
    Per cui a questo punto (senza slanci ottimistici fantascientifici) WHY NOT US??

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