L’ho detto nel riassunto di ieri, l’ho ribadito in un paio di inutili post su Facebook e siccome non c’è due senza tre – e banalità varie – mi prendo una riga per ripetermi: quella che abbiamo appena vissuto è stata una delle settimane più belle, emozionanti, intense ed appaganti della NFL.
Fa lo stesso se sabato hanno dominato le stesse difese che domenica, dal nulla, si sono liquefatte imbarcando punti ad un ritmo insostenibile per il nostro cervello, ci è stato offerto tutto quello che noi appassionati sogniamo la notte, ossia partite fondamentali combattute fino all’ultimo secondo.
Possiamo perdere giornate dilungandoci in sofismi tecnico-tattici su come una partita in cui vengono segnati cumulativamente più di settanta punti non sia “spettacolare” perché «ai miei tempi le difese…», ma non prendiamoci in giro: siamo fatti per ricordare ciò che ci emoziona e partite tiratissime decise all’ultimo secondo tendono ad emozionarci giusto un po’.

Fra le tante emozioni provate quella che sta funestando le giornate dei tifosi di Titans, Packers, Buccaneers e Bills è la rabbia poiché ognuna di queste quattro squadre ha visto concludersi prematuramente la propria rincorsa al Lombardi Trophy: questo articolo ormai lo conoscete, perciò permettetemi di iniziare dai Tennessee Titans.

Il football è lo sport di squadra per eccellenza e ciò implica che nell’angolino in basso a destra di una sconfitta od una vittoria difficilmente troveremo la firma di un solo uomo, ma permettetemi di dire che sabato sera contro Cincinnati Ryan Tannehill non abbia in alcun modo aiutato i propri Titans, anche se in realtà due dei tre intercetti lanciati sono a mio avviso diretta conseguenza di brillantissime giocate individuali dei difensori più che veri e propri errori del quarterback.
È difficile digerire una sconfitta del genere dopo una stagione del genere, è orribile realizzare che quel primo seed conquistato con tanta fatica e forza di volontà si sia tradotto in un’umiliante sconfitta davanti ai propri tifosi, ma in realtà ce lo si poteva aspettare in un certo senso: l’attacco titolare dei Titans, quello sceso in campo sabato per intenderci, ha giocato pochissimi snap insieme.
Se alla ruggine del bye week aggiungiamo ulteriore ruggine dovuta al poco tempo trascorso in campo insieme comprendere i perché dietro il flop di sabato è molto più semplice, anche se non credo basti a ridurre il dolore: la trade di Julio Jones a giugno sembrava dover rappresentare l’ultimo tassello mancante per arrivare fino in fondo, non un fuoco d’artificio annacquato da infortuni continui che purtroppo non hanno perseguitato solo lui.
Tennessee ambiva al Super Bowl, o perlomeno alla finale di conference e non è stata in grado di portare a termine il proprio lavoro nonostante gli enormi progressi di un reparto difensivo che ha malmenato Joe Burrow per sessanta minuti: e se fosse questo il punto di partenza per il 2022?

È lapalissiano dire che il futuro sia ancora promettente, ma lo spazio salariale è poco ed i contratti in scadenza sono tanti: non credo che Vrabel sia disposto a rinunciare a gente come Jayon Brown, Rashaan Evans e Ben Jones, non dopo averli cresciuti – non nel caso di Ben Jones – e visti diventare pedine fondamentali del proprio reparto difensivo.
Sarà interessante osservare se dopo il disastro di sabato il front office tenterà di contrattare un abbassamento del salario del proprio quarterback su cui, a questo punto, aleggiano spettri poco incoraggianti: può una squadra guidata da Tannehill arrivare fino in fondo?
Si può vincere il Super Bowl con un quarterback buono-ma-non-ottimo?
Odio quando un giocatore viene messo in discussione dal risultato di una partita, ma è altresì vero che le aspettative fossero ben diverse e siano state ampiamente deluse.

Fatico a trovare una spiegazione all’imbarazzante sconfitta dei Green Bay Packers.
Per un drive e mezzo i Packers sono stati la corazzata che per il terzo anno consecutivo ha trovato modo di concludere il campionato con tredici vittorie, poi da lì in avanti il buio più totale: la mancanza di Bakhtiari si è fatta indubbiamente sentire, stiamo parlando del miglior left tackle della NFL non chiamato Trent Williams, ma dubito basti a giustificare tale disastro.
Green Bay aveva gli avversari esattamente dove desiderava, un ulteriore touchdown avrebbe permesso loro di mettere all’angolo San Francisco costringendola ad affidarsi ai lanci di Garoppolo, non esattamente ciò che Shanahan aveva pianificato alla vigilia: niente da fare, una pletora di three n’ out ha preceduto una serie di inaccettabili gaffe degli special team che sono finite per costare loro la partita.
Non nascondiamoci dietro un dito, questa squadra era assolutamente in modalità Super Bowl or bust, qualsiasi cosa diversa dal Lombardi sarebbe stata una delusione, perciò proviamo ad immaginarci come debbano sentirsi dopo essere stati eliminati ai playoff alla prima partita giocata: questo è un fallimento totale, un collasso le cui ripercussioni potrebbero ridefinire la NFL.

La situazione Rodgers è tanto enigmatica quanto alcune sue dichiarazioni lo sono al cospetto del buonsenso, nessuno – nemmeno lui probabilmente – ha ancora chiaro cosa succederà l’anno prossimo, l’unica certezza è che l’omeopatico non ha tempo da perdere per ricostruzioni varie ed eventuali e che i Packers del 2022 saranno molto diversi da quelli ammirati negli ultimi mesi visto che andranno in scadenza All-Pro come Adams e Campbell e lo spazio salariale… credo abbiate intuito.
Green Bay si trova davanti ad un bivio, a questo punto credo nessuno abbia ben chiaro cosa possano fare di più per arrivare fino in fondo, probabilmente è finito un ciclo che non ha mai portato ai risultati sperati e, tenendo presente la telenovela della scorsa offseason con protagonista il quarterback, credo vivamente che ripartire da capo possa essere l’unica soluzione ideale: ci hanno provato in tutti i modi ma non ci sono mai arrivati particolarmente vicini.

I Buccaneers hanno perso, Tom Brady è “già” fuori dai playoff: questa è una notizia.
A determinare l’esito della partita di domenica sera credo ci abbiano pensato le assenze, quella di Wirfs in primis: come dico spesso, cari lettori, i tackle All-Pro non crescono sugli alberi e contro il pass rush dei Rams non poter contare sul proprio miglior offensive lineman è una mezza condanna a morte.
Brady e soci hanno faticato immensamente a muovere le catene anche perché al di fuori di Evans e Gronkowski nessuno è stato in grado di salire in cattedra e mettere a disposizione del proprio leggendario quarterback un paio di mani affidabili nei momenti decisivi, soprattutto su terzo down.
Nonostante i generosi tentativi di Los Angeles di farli rientrare in partita, un paio di errori di comunicazione in difesa sono finiti per costare carissimo in quanto con maggior lucidità probabilmente non avremmo visto il touchdown lunghissimo di Kupp – arrivato su 3&20, ricordiamolo – e la ricezione che ha permesso a Gay di calciare il piazzato della vittoria solamente da una trentina di yard di distanza: quelle due giocate hanno definito e deciso la partita e ciò fa male se si considera che solitamente errori del genere questa squadra non li commette.
Tampa Bay, in definitiva, è incappata in un’atipica giornata di sciatteria nel peggior momento possibile.

Analogamente a quanto detto per Green Bay, esprimersi sul futuro dei Buccaneers è molto difficile perché questa è una squadra assemblata esclusivamente in funzione del presente a suon di contratti team friendly: il ciclo di vita di questi Buccaneers dipenderà dalla decisione di Brady in quanto in caso di ritorno il front office, molto probabilmente, tenterà di convincere le pedine più importanti ad accettare contratti un po’ meno sostanziosi nella speranza di poter dare continuità ad un progetto tecnico che ha già portato in dote un anello: speculare adesso sui free agent mi appare quindi inutile.
Tutto dipenderà da Brady, ovviamente… e sì, so che volete la mia opinione sul suo futuro, perciò a voi: credo che Brady giocherà ancora, ha sempre detto che avrebbe smesso nel momento in cui avrebbe iniziato a fare schifo e credo che questo momento sia ancora ben lontano.
Non me lo vedo un vincente come lui ritirarsi dopo essere stato cacciato dai playoff “solamente” al Divisional Round.

C’è veramente poco da dire sui Buffalo Bills: hanno perso perché ai playoff non esiste il pareggio e perché una monetina ha deciso di sorridere ai Chiefs qualche anno dopo aver trafitto il loro cuore in modo analogo.
Mi aspettavo che la miglior difesa della regular season imbarcasse 42 punti? No, certo che no, ma contro Mahomes e compagni chiunque ne può prendere 42, anche i migliori in assoluto: lo so che certi puristi storceranno il naso, ma può capitare anche ai migliori di doversi inchinare al cospetto dei Kansas City Chiefs di Patrick Mahomes e Andy Reid.
Buffalo ha giocato una partita splendida che non meritava in alcun modo di perdere e per questa ragione chiuderei qua l’analisi della loro sconfitta perché, a mio avviso, c’è veramente poco da analizzare: shit happens, anche se a Buffalo un po’ troppo spesso sciaguratamente.

Come nel caso di ogni altra squadra presa in analisi in questo articolo, lo spazio salariale è poco ma la situazione qua è ben più intrigante poiché fra i futuri free agent spiccano Mario Addison, Jerry Hughes e Vernon Butler, ossia l’intera defensive line, circa: tenteranno di rinnovarli o li rimpiazzeranno dando maggior spazio a giovani come Epenesa, Basham e Rousseau?
Gente come Sanders e McKenzie potrebbe accettare contratti relativamente umili per dare continuità a uno dei migliori reparti offensivi della lega, anche se immagino che aggiungeranno qualcuno al draft.
Non ho quasi nulla da rimproverare a questa povera squadra, la direzione intrapresa è quella giusta e non fosse stato per un paio di marziani con la maglia rossa si giocherebbero l’accesso al Super Bowl davanti ai propri tifosi: lo ripeto, shit happens, Buffalo non ha molto da rimproverarsi anche se ho l’impressione che tenteranno di migliorare quanto più possibile il reparto difensivo per scongiurare il rischio di ulteriori quarantelli nella partita più importante della stagione.
Anche se, diciamocela tutta, contro questo Mahomes c’è veramente poco da fare.

10 thoughts on “NFL: lo stato di salute delle perdenti al Divisional Round Weekend 2021

  1. Io a questo punto fossi in Brady cercherei di vincere il SB con la terza squadra in carriera ..
    Penso a cosa sarebbe Indianapolis con TB12 under center … o Denver !!

    • Brady è in Florida anche per il clima (dopo i 40 anni aiuta moltissimo) e le tasse. Chiuderà la carriera lì in una squadra e un front office tutto al suo servizio. Vincente o perdente (se potrà mai stare la parola perdente nella stessa frase con TB) dipenderà anche dagli altri team: mica gioca da solo.

      Delle 4 l’unica squadra davvero spacciata è Green Bay.
      Immaginate i Titans con Rodgers, per dire…
      I Bills invece sono ancora futuribili, devono solo evitare Mahomes prima della finale di Conference.

      Se Aronne si leva spero di vederlo ai 49ers. Purtroppo è più facile altrove….

  2. Fantasticando credo che Brady rimanga a Tampa.
    Discorso differente per Rodgers. Sappiamo che Pittsburgh e New Orleans (non so esattamente dello spazio salariale) hanno disperatamente bisogno di un QB.. e non credo al suo ritiro…Vediamo cosa riserverà il mercato

  3. Credo che Brady a Tampa non abbia molte speranze di vincere jn altro titolo, secondo me. Se vuole vincere deve cambiate e andare in una di quelle squadre che sono ad un QB dal vincere

  4. È sempre bello leggere i tuoi articoli, la passione che ci metti completa lo spettacolo che si vede in tv, rendendo questo sport affascinante…ma altrettanto crudele per un tifoso dei Bills come me… bravo Mattia

  5. Secondo me Vrabel ha sbagliato a dare tante portate a Henry, lontano dalla condizione. Sarebbe dovuto andare piú con Foreman.

  6. Immaginare Rodgers agli Steelers con quel genio di Mike Tomlin… ok, sto sognando… ora mi sveglio!

  7. Io ti ringrazio per la tua valutazione sui Bills! Purtroppo faccio fatica a non storcere il naso su quei sciagurati 13 secondi ed anche sugli altri 33!
    Una domanda su DIGGS! È stato l’assente della partita oppure ha fatto il suo portando via uomini a favore dei compagni?

    • Credo vivamente che la partita di Gabriel Davis sia diretta conseguenza del fatto che KC abbia costruito il proprio gameplan attorno a Diggs!

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