Hai il privilegio di arrivare primo in una AFC mai tanto folle come quest’anno. Quindi, di giocare in casa sia il Divisional che l’eventuale Conference Championship. Privilegio ottenuto affrontando grandi difficoltà come l’infortunio occorso ad Halloween a Derrick Henry, di gran lunga il miglior giocatore della squadra.

Infortuni hanno colpito anche l’offensive line e altri due giocatori di grande caratura come Julio Jones ed A.J. Brown. Nonostante tutto i Titans sono riusciti a prendersi quel primo seed, anche grazie alle vittorie negli scontri diretti con Bills e Chiefs.

Eppure c’era già chi commentava il fatto che la squadra di Mike Vrabel fosse la peggior compagine della storia ad aver ottenuto il gradino più alto della conference in regular season. Un “riconoscimento” non proprio onorevole e anche fin troppo crudele per una squadra che, come detto, ha dovuto affrontare diverse mancanze. Mancanze che si sono fatte sentire nei momenti meno pensabili, come contro Jets e Texans, dove sono arrivate due sconfitte veramente incredibili.

Fatto sta che, in un modo o nell’altro, i Titans si sono trovati in testa alla AFC, con tutti i benefici che ne conseguono, ma la partita di playoff contro i Bengals ha perfettamente riassunto una stagione alquanto strana e fin troppo altalenante per la franchigia con sede a Nashville.

Il rientro di Henry aveva causato l’esplosione dell’entusiasmo generale, più che giustificato, ma poco attendibile visto che il running back non giocava da più di due mesi e rientrare in ritmo proprio in una partita importante, da dentro o fuori, non è propriamente il massimo, nonostante le parole confortanti che il giocatore aveva espresso nella settimana di avvicinamento alla sfida.

“Il ritorno del Re”, quindi, non è stato all’altezza delle aspettative e, nonostante il touchdown dalla solita situazione di wildcat offense, Henry è decisamente scomparso nei momenti più importanti della gara, mentre in altri gli è stato preferito D’Onta Foreman che ha chiuso con 4 carry e 66 yard per un guadagno medio di 16.5 yard a portata. Ed è proprio qui che sorge la prima domanda: perché non dare la palla a lui invece che al numero 22, palesemente e plausibilmente sotto tono?

Le risposte probabilmente non arriveranno mai, ma il primo tassello della performance tutt’altro che indimenticabile dell’attacco dei Titans è stato posto. Al resto ci ha pensato Ryan Tannehill, quarterback che quando arriva il momento di mettere il turbo e realizzare qualcosa di concreto, si affossa completamente con le sue mani. Come pensi di poter vincere una partita di playoff se ti fai intercettare tre volte, di cui due in maniera decisamente assurda, una in redzone e una a pochi secondi dalla fine, vicino alla metà campo, regalando di fatto la vittoria a Cincinnati?

Domanda retorica, ovviamente, ma se si cercano spiegazioni è difficile trovarne. Mettiamoci poi alcune chiamate non propriamente lucide dell’offensive coordinator Todd Downing ed ecco che la frittata è fatta.

Una prestazione offensiva al limite del terrificante, salvata solo dai catch di Brown (con tanto di touchdown spettacolare), che ha vanificato completamente la, invece, strabiliante performance della difesa, caratterizzata da 9 sack e dal fatto che probabilmente Burrow, nonostante il successo, avrà gli incubi per almeno una settimana, sognando un Jeffery Simmons qualunque che gli è piombato addosso per ben tre volte. La secondaria ha concesso probabilmente un pochettino troppo, ma per il resto poco da dire sulla unit di Shane Bowen a cui va dato il merito di aver portato questo front seven ad essere uno dei più temibili e temuti della lega.

E ora? La domanda è alquanto scomoda, ma trova presto una risposta. Nonostante i consueti e leciti lamenti di tifosi frustrati dall’ennesima delusione che chiamano addirittura allo smantellamento e alla ricostruzione, i Titans presumibilmente cambieranno pochissimo volto durante la off-season. Lo spazio di manovra a livello salariale è veramente minimo. Tennessee ha ben 40 giocatori con contratto garantito per il 2022 e, salvo tagli, dovremmo vederli tutti presenti nella prossima stagione.

Il primo pensiero è proprio quello che il general manager Jon Robinson manterrà questo nucleo per almeno un altro anno, lavorando sui rinnovi di gente come Brown e Simmons, sfruttando al meglio il draft e portando qualche free agent veterano che possa ulteriormente fornire esperienza a questa squadra a cui manca ancora qualcosa per puntare ad arrivare fino in fondo. Un qualcosa che una volta individuato porterà a delle decisioni, mentre qualcuno dovrà sicuramente pagare lo scotto di questa eliminazione prematura. Il candidato numero 1 è certamente Downing che potrebbe salire presto sul banco degli imputati e vedersi tolto il lavoro da sotto i piedi.

Chi non pagherà, invece, saranno i giocatori, soprattutto il tanto criticato Tannehill che ha un mega contrattone difficilmente scaricabile, salvo clamorose trade. La sensazione è che il numero 17 non sia propriamente l’uomo ideale per portare i Titans al Super Bowl e che gli verrà dato un altro anno di tempo per poter smentire tutti gli scettici e i detrattori, ma che una volta scaduto l’ultimatum senza aver ottenuto risultati, verrà esiliato da qualche parte per fare spazio ad un altro quarterback.

Stesso discorso vale per Vrabel, arrivato ormai al suo quinto anno sulla side line della franchigia, ma che continua a convincere poco, specialmente per la mentalità che fornisce alla squadra nei momenti cruciali e per le sue decisioni discutibili sul campo.

Insomma, il 2022 sarà un anno fondamentale per i Titans. Un anno in cui non si potrà fallire, pena un inevitabile ridimensionamento di staff e roster e chissà che questa condizione non possa essere un input mentale positivo, su cui costruire delle grandi motivazioni per raggiungere un obiettivo che sembra essere ancora troppo lontano.

3 thoughts on “L’ennesima delusione dei Tennessee Titans

  1. Beh non sono proprio d’accordo per nulla sul giudizio su Vrabel… se vuoi argomentalo….

    • Vrabel è un ottimo allenatore e su questo non c’è dubbio, ma quando le cose si mettono male sembra non riuscire a dare una scossa alla squadra (vedi sconfitte con Jets e Texans), inoltre a volte vuole strafare e prende decisioni alquanto discutibili. Come è successo contro i Bengals in cui ha deciso di andare per i due punti dopo il primo touchdown e di provare a convertire un 4th&3 in zona field goal a pochi minuti dalla fine. Quattro punti che avrebbero portato alla vittoria i Titans. Anche il suo linguaggio del corpo sulla side line, a volte, appare rassegnato e passivo. Secondo me gli manca un minimo di equilibrio nelle scelte e la squadra ne risente.

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