Dai, togliamoci dai piedi quest’ultimo riassunto del lunedì.

Sembrava finita, sembrava impossibile, tutto sembrava perduto, e invece…
Con carattere e brillantezza i San Francisco 49ers hanno messo insieme un’epica rimonta che ha permesso loro di battere 27 a 24 i Los Angeles Rams ai tempi supplementari e, soprattutto, garantirsi quel pass per la postseason che ad un certo punto della partita sembrava assolutamente essere fuori dalla loro portata.
Se la si guarda dalla prospettiva dei ‘Niners, la prima metà di gioco non può che essere vista come vero e proprio dramma, un incubo dal quale non sembravano potersi umanamente risvegliare: apparentemente incapaci di muovere le catene con un Jimmy Garoppolo più limitato del solito, San Francisco si è ritirata negli spogliatoi sotto 17 a 3 a seguito di due touchdown di Tyler Higbee.

Vuoi per disperazione o per lucida consapevolezza nei propri mezzi, i ‘Niners sono rientrati in campo rigenerati e grazie a due touchdown consecutivi intervallati da un necessario three n’ out avversario hanno istantaneamente ricucito lo strappo grazie al proprio miglior giocatore, Deebo Samuel: il poliedrico ricevitore di San Francisco ha prima messo a segno un oramai tipico rushing touchdown per poi prodigarsi come quarterback e lanciarne uno al completamente libero Jauan Jennings.
Con le squadre in perfetta parità l’ultimo quarto ha di fatto rappresentato una nuova, decisiva, partita: un apprezzabile scambio di intercetti è stato seguito dal touchdown potenzialmente decisivo di Cooper Kupp – il quale purtroppo non è stato in grado di soffiare a Calvin Johnson il record all-time per yard ricevute in una stagione – che ha dato a Garoppolo un’ultima chance di agguantare la postseason.
Tale drive, però, è deragliato piuttosto velocemente a causa di un sack di Von Miller e Shanahan, molto lucidamente, ha optato per un punt forte dei tre timeout rimasti: Los Angeles non ha saputo muovere le catene per mettere in ghiaccio il risultato e così, costretta al punt, ha messo nuovamente Garoppolo nella posizione di trasformarsi in eroe.

Questa volta Jimmy G è stato perfetto e dopo aver connesso con Samuel per portarsi nei pressi della red zone, ha trovato la parità nelle mani di Jauan Jennings: 24 a 24, si va ai supplementari.
Gli dei del football, impressionati dal loro carattere, hanno deciso di ricompensare i ragazzi di Shanahan dando loro il preziosissimo primo possesso: con un drive da 12 giocate – e più di sette minuti – San Francisco ha trovato “solamente” tre punti, mettendo così il proprio destino nelle mani del reparto difensivo o, se preferite, nelle mani di Ambry Thomas, lo sconosciuto cornerback che con un gesto atletico incredibile ha agguantato l’intercetto che è valso loro vittoria e qualificazione ai playoff.
C’è poco da dire, cari lettori, i ‘Niners non sono in alcun modo perfetti ma hanno senza ombra di dubbio meritato questo soffertissimo pass.

Il successo di San Francisco ha reso “inutile” la buona vittoria dei New Orleans Saints contro gli Atlanta Falcons: il 30 a 20 finale è stato il prodotto di una partita giocata fra una squadra la cui stagione dipendeva da quel risultato ed una compagine che a questo campionato non ha più nulla da chiedere già da diverse settimane.
New Orleans ha fatto quello che doveva fare, ossia controllare il ritmo della partita – quasi 40 minuti di possesso! – ed ottimizzare i viaggi in red zone, ma purtroppo a volte in questo sport per fare strada c’è bisogno anche d’aiuto dall’alto – o meglio, dall’esterno.

Ora, però, concentriamoci un attimo sulla corsa agli ultimi seed AFC.

Il risultato più sorprendente della domenica viene da Jacksonville dove i Jaguars hanno massacrato dei troppi-brutti-per-essere-veri Colts: il 26 a 11 finale compendia magnificamente quanto emerso dopo sessanta minuti di gioco, non c’è stata incredibilmente partita.
Trevor Lawrence ha finalmente vissuto quel genere di pomeriggio che molti di noi si sarebbero aspettati vivesse semi-regolarmente: contro la forte difesa di Indianapolis la prima scelta assoluta dell’ultimo draft è stata pressoché perfetta muovendo senza particolari patemi le catene – 7 su 15 su terzo down -, mentre la difesa ha consistentemente pressato lo spaventato Carson Wentz, mai come oggi inefficace ed insicuro.
In tutta onestà mi viene difficile aggiungere altro, un po’ più di freddezza di Jacksonville in red zone avrebbe reso il passivo ancor più pesante, Indianapolis non è semplicemente scesa in campo ed ha pagato questo pomeriggio sabbatico al più caro dei prezzi, venendo eliminata dai playoff: il front office in questi giorni e settimane avrà molto di cui pensare.

Il secondo risultato di cui sento il bisogno di parlarvi è il 16 a 13 con cui gli Steelers sono passati ai supplementari sui Ravens: a Baltimore è andata in scena la partita che chiunque si sarebbe potuto aspettare tra gli Steelers del 2021 e dei Ravens costretti per l’ennesima volta a fare affidamento su Huntley ed una secondaria piuttosto… anonima?
L’episodio decisivo, a mio avviso, lo si può far coincidere con l’intercetto lanciato da Huntley in piena red zone ad inizio del quarto quarto: con un piazzato Baltimore si sarebbe portata sul 13 a 6 e vabbè il risultato finale è sotto i vostri occhi.
Roethlisberger ha fatto quello che doveva fare mettendo insieme due ottimi drive nel momento più importante della partita, prima regalando agli Steelers il vantaggio con un touchdown lanciato a Claypool ad un paio di minuti dal fischio finale – seguito da un piazzato di Tucker che ha di fatto spedito la partita ai supplementari – e poi mettendo Boswell nella posizione di vincerla con un fattibile field goal da 36 yard: nell’ultimo drive il numero 7 degli Steelers ha convertito due fondamentali terzi down e, soprattutto, uno dei quarti down più pesanti della propria lunga carriera.
Per mettersi in tasca l’improbabile qualificazione ai playoff Pittsburgh aveva bisogno che Raiders e Chargers non terminassero in parità il Sunday Night Football e…

…Malgrado ci siano andati veramente vicini, il testa a testa fra Raiders e Chargers ha decretato un vincitore, i Las Vegas Raiders che con un piazzato di Carlson a tempo scaduto durante i tempi supplementari si sono portati a casa un incredibile 35 a 32.
Los Angeles, sotto di 15 con poco più di metà quarto da giocare, ha messo insieme una rimonta furiosamente brillante culminata in un folle touchdown di Mike Williams ricevuto con tre zeri sul cronometro: dopo una rimonta del genere, solo a me il pareggio sembrava il risultato più appropriato?
Evidentemente sì, visto che le due squadre si sono scambiate un paio di field goal che hanno trasformato i successivi punti messi a tabellone in quelli più importanti della stagione di queste due fiere rivali: il primo a segnare si sarebbe qualificato ai playoff.
Las Vegas, con la resilienza – parola che odio da morire ma perfetta per questo contesto – che ha reso leggendaria la loro stagione ha mosso le catene quanto bastava per mettere Carlson in posizione di essere l’hombre del partido: l’affidabile kicker dei Raiders non ha sbagliato il delicato piazzato da 47 yard ed i Chargers, loro malgrado, non scenderanno in campo fino a settembre.
Riassumendo, Raiders e Steelers ai playoff, Chargers beffardamente a casa: dove altro le vivete emozioni del genere?

Perfetto, ora che ci siamo sfogati possiamo pattinare in tutta tranquillità verso la conclusione dell’articolo con il riassunto delle altre, molto meno importanti, partite della settimana.

Missione compiuta, pur sudando qualche camicia di troppo, per i Tennessee Titans: il 28 a 25 con cui sono sopravvissuti agli Houston Texans vale loro il privilegio del primo seed AFC.
Con una sfuriata da 21 punti nel secondo quarto Tennessee sembrava aver messo in cassaforte il fattore campo durante i playoff, solo che questi non avevano fatto i conti con il carattere – e brillantezza, a questo punto occorre dirlo – di un magistrale Davis Mills: Houston ha messo insieme quattro scoring drive – fra cui tre touchdown lanciati da Mills! – consecutivi, ma Tennessee nel momento più delicato della partita ha trovato il touchdown della serenità grazie alla prima ricezione in end zone di Julio Jones ai Titans.
Chapeau a Vrabel e ad i suoi ragazzi che malgrado un quantitativo folle di infortuni non si sono mai persi d’animo: un’impresa del genere dovrebbe valergli il premio di allenatore dell’anno.

Concentriamoci un attimo sulle partite giocate sabato.
Il secondo seed AFC va invece ai Kansas City Chiefs, passati 28 a 24 sui Denver Broncos dopo quella che passerà alla storia come l’ultima partita di Fangio sulla panchina dei Broncos: il brillante stratega difensivo è stato infatti messo alla porta nella giornata di ieri.
Denver ha dato veramente filo da torcere a Kansas City ma sciaguratamente quello che avrebbe potuto essere il possesso che regalava loro il touchdown della vittoria si è spento con un sanguinosissimo fumble di Melvin Gordon riportato in touchdown da Nick Bolton.

Poco da dire sul decorativo 51 a 26 con cui i Cowboys hanno strapazzato degli Eagles guidati da Minshew e non troppo interessati a questa partita: Prescott, lanciando cinque touchdown, si è appropriato del record di squadra per touchdown lanciati in una stagione (37) rubando così lo scettro a Tony Romo.
Tanti punti, non troppa difesa, molte celebrazioni: per questa volta va bene così.

Chiudono la stagione con un sorriso i Cleveland Browns grazie ad un 21 a 16 su dei Cincinnati Bengals che esattamente come gli Eagles hanno voluto dare ai propri titolari un giorno di ferie pagate scongiurando così il rischio di inutili e beffardi infortuni – per Cincinnati under center c’era Brandon Allen.
Secondo varie indiscrezioni nel 2022 il quarterback titolare dei Marroni sarà ancora una volta Baker Mayfield che, quindi, si giocherà la propria carriera – ed un bel contratto – in quello che sarà a tutti gli effetti un provino di 17 partite.

Ottima, anche se un po’ deleteria vittoria dei Detroit Lions sui Green Bay Packers: nel 37 a 30 finale troviamo soprattutto delle esilaranti trick play con cui i Lions hanno deciso di svuotare il playbook in modo da concludere la stagione con una bella botta di autostima… ma non con la prima scelta assoluta al draft, ora ufficialmente dei Jaguars per il secondo anno consecutivo.
Vale la pena mettere in evidenza che Green Bay ha fatto giocare Rodgers e l’attacco titolare per metà partita, permettendo così all’omeopatico di praticare un po’ di chirurgia estetica alle proprie statistiche e renderle ancora più belle in vista del secondo MVP consecutivo: buon per lui!

A proposito di stat padding, che dire dei Minnesota Vikings e Kirk Cousins?
Passando 31 a 17 sui Chicago Bears Cousins ha avuto modo di imitare l’omeopatico abbellendo le proprie statistiche grazie a tre touchdown – e zero turnover – che ci mettono in una posizione molto difficile: come lo valutiamo un quarterback capace di concludere la stagione lanciando 33 touchdown a fronte di sette miseri intercetti ma, mi tocca ammetterlo, incapace di vincere le partite che più contano?
Non cambiare mai Kirk!

Vittoria e titolo divisionale per i Buffalo Bills: senza particolari patemi d’animo Allen e compagni si sono scrollati di dosso i pestiferi Jets grazie ad un ben assestato 27 a 10 che varrà loro – almeno – una partita in casa ai playoff.
Non ho molto da dire su quanto visto in campo, voglio piuttosto condividere con voi una mia sensazione: notate anche voi un gioco di luci particolarmente suggestivo nella partite in casa dei Bills?
Vuoi per un’inquadratura televisiva diversa, vuoi per il tempo uggioso, quando i Bills giocano in casa nella late window su Orchard Park cala sempre un’atmosfera crepuscolare che aggiunge una nota romantica allo spettacolo – dipende – che sta andando in scena nel rettangolo verde: forse ho straparlato.

Sconfitta indolore, ma su cui dovranno riflettere, per i New England Patriots: dei buonissimi Miami Dolphins – soprattutto difensivamente – si sono tolti la soddisfazione di prendere lo scalpo ai rivali di division con un apprezzabile 33 a 24.
La bontà della prestazione della difesa dei Dolphins può essere compendiata dal fatto che questi siano stati in grado di mettere a segno più di 30 punti malgrado le misere 109 passing yard lanciate da Tua: vediamo se l’anno prossimo riusciranno finalmente a fare 31.

Mi rifiuto di commentare il 22 a 7 con cui Washington ha calpestato la carcassa dei New York Giants.
Nel tweet qui sotto troverete una giocata che riassume alla perfezione l’ultimo lustro di questa franchigia sempre più allo sbando: su 3&9 Joe Judge ha optato per un quarterback sneak al fine di prevenire un turnover che per carità, i turnover in NFL è meglio evitarli, ma… un po’ di orgoglio e coraggio, suvvia, prendete come riferimento i Detroit Lions!
Terzo-e-nove, la tua stagione è finita da un pezzo, non hai più assolutamente nulla da perdere e decidi di chiamare un quarterback sneak?
Buon per te Joe Judge!

Vittoria apparentemente comoda per i Tampa Bay Buccaneers: in realtà, Brady e compagni per aver ragione dei Carolina Panthers hanno dovuto faticare molto più di quanto possa suggerire il 41 a 16 finale – Tampa Bay ha messo a segno 24 dei 41 punti totali negli ultimi quindici minuti di gioco.
Con sei ricezioni per 89 yard Mike Evans è diventato il primo giocatore nella storia a scollinare quota mille yard in otto stagioni consecutive: indipendentemente dal quarterback Evans ha sempre e comunque trovato modo di produrre e, cari lettori, imprese del genere lo avvicinano ad una giacca d’oro che credo meriti sempre di più.
Concludiamo con un sorriso per il nostro amico Gronkowski: Gronk, per assicurarsi un milione di dollari in incentivi, aveva bisogno di ricevere sette palloni per 85 yard.
Ne ha ricevuti sette per 137 yard: quest’uomo non perde veramente mai.

Ultima vittoria per Russell Wilson e Pete Carroll insieme?
Con un 38 a 30 macchiato dal terribile infortunio occorso a Quandre Diggs – uno dei giocatori più ingiustamente sottovalutati della NFL che durante l’offseason dovrà approcciarsi al difficile mondo della free agency – Seattle ha giustiziato Arizona: perché Seattle ha cominciato a giocare così bene così tardi?
Perché Rashaad Penny, dopo anni di nulla, si è magicamente trasformato in uno dei migliori running back della NFL?
Perché il passing game, asettico ai limiti della legalità per lunghi tratti della stagione, ha cominciato a produrre solo ora?
In ogni caso non si può che essere felici per questi Seahawks, le emozioni viste a bordocampo erano così genuine che un osservatore poco attento, per qualche istante, poteva credere che questi avessero appena vinto il Super Bowl: scherzi a parte, buona fortuna Quandre Diggs.
Seattle, per favore, rinnovagli il contratto.

E pure per quest’anno abbiamo finito: grazie di cuore a tutti, veramente.

 

9 thoughts on “Il riassunto della diciottesima, ed ultima, domenica del 2021 NFL

  1. Che partita straordinaria quella dei 49ers!
    Hanno perso tutte ma purtroppo hanno perso pure i Ravens.. john harbaugh rammaricato x non esser riusciti a trovare una giocata vincente nelle ultime sconfitte… bene a questo punto credo che anche il coaching staff debba essere rivisto pesantemente.

    • Harbaugh quest’anno i playoff non li voleva fare e ci è riuscito, a botte di 2PC mancate.

      17 partite saranno belle per appassionati e tifosi ma tutti i record vanno scritti coll’asterisco. Prima o poi arriveranno a 18 e tanto vale che a Londra costruiscano uno stadio dedicato.

      • Nick fammi capire perché harb remi contro la propria squadra..
        A questo punto dovrebbe dimettersi.. o vuole farsi cacciare? Io le escludo entrambe ma vorrei capire meglio il tuo pensiero.

  2. diavolo,ma non è possibile vedere i raiders,ancor più in pienissima notte,sempre col defibrillatore a portata di mano.
    p.s. : “resilienza – parola che odio da morire”…siamo in due 😉

  3. Che spettacolo!

    Rams – 49ers e Raiders – Chargers credo siano state le due più belle partite dell’anno.

    Le ultime due in classifica vincono: credo sia oramai appurato che in Nfl il tanking non esiste.

    Una squadra già eliminata (Jacksonville) ne fa fuori una dai playoff.

    Altre due squadre già eliminate (Miami e Cleveland) fanno perdere una posizione a due squadre nei playoff (anche se per Cincinnati aver perso una posizione potrebbe persino essere un vantaggio).

    Adesso gustiamoci i playoff: quattro partite sono impronosticabili, altre due (Buccaneers-Eagles e Chiefs-Steelers) sembrano segnate, ma quest’anno abbiamo visto come davvero non ci sia nulla di scritto.

    P. s. Viva l’atmosfera crepuscolare di Orchard Park!

    • Una ipotetica green bay vs stampa è già una finalissima purtroppo anticipata a semifinale

  4. Mi sono divertito a ricostruire come sarebbe stata la griglia playoff senza la 17^ gara aggiunta quest’anno: naturalmente non ho depennato i risultati dell’ultima domenica, ho depennato la partita aggiuntiva che ogni squadra ha affrontato durante l’anno contro una compagine della conference opposta.

    In Afc, Cincinnati avrebbe sopravanzato Buffalo e Indianapolis avrebbe soffiato l’ultimo posto a Pittsburgh:

    1- Tennessee 12-4
    2- Kansas City 12-4
    3- Cincinnati 10-6
    4- Buffalo 10-6
    5- Las Vegas 10-6
    6- New England 10-6
    7- Indianapolis 9-7

    In Nfc, New Orleans avrebbe soffiato l’ultimo posto a Philadelphia, issandosi addirittura al sesto posto davanti a San Francisco.

    1- Green Bay 13-3
    2- Tampa Bay 12-4
    3- Dallas 12-4
    4- Los Angeles 11-5
    5- Arizona 10-6
    6- New Orleans 9-7
    7- San Francisco 9-7

    • Scusate, ho sbagliato a scrivere: Tennessee e Kansas City sarebbero state 11-5. Comunque non cambia il posizionamento :).

  5. Personalmente l’mvp lo darei a Cooper Kupp, che ha giocato una stagione da marziano e mi sta pure piú simpatico dell’attuale Rodgers.
    Si chiude nel peggiore dei modi la iellata stagione Ravens: una sconfitta in casa cogli odiati Steelers, che vanno ai playoff.
    Harbaugh stravolto prende subito la via degli spogliatoi. Anche ieri Marquise Brown non pervenuto. Ha avuto un’occasione per segnare ma non l’ha sfruttata.
    Dopo di che (se non ricordo male) Huntley ci ha provato con Andrews ma gli Steelers lo aspettavano.
    In queste ultime sconfitte forse Bateman e Duvernay potevano essere utilizzati di piú, magari anche Watkins in red zone.
    Forse Harbaugh si aspettava una giocata che potesse svegliare Brown.
    D’altra parte Harbaugh è uno che preferisce non rivedere le gerarchie dei WR in corsa e questo finisce per essere un limite.
    Visti gli infortuni e l’etá avanzata di diversi difensori è ipotizzabile una mezza rifondazione per i Ravens nella post session.

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