Sciaguratamente quel mostro del Covid-19 ha deciso di riprendersi le luci della ribalta cominciando a sconquassare nuovamente le nostre esistenze: tranquilli, non voglio – e non ho i mezzi per – lanciarmi in discussioni sociologiche-epidemiologiche in un articolo di football americano, il motivo per cui lo menziono è piuttosto ovvio e coincide con le pesanti modifiche apportate al calendario in questi giorni al fine di garantire a tutte le squadre la possibilità di scendere in campo.
Ben tre partite, infatti, sono state riprogrammate e per questa ragione questo articolo sarà decisamente più breve del solito: avevo pensato di rimandare a mercoledì il vostro articolo del lunedì, ma che articolo del lunedì sarebbe se lo pubblicassi il mercoledì?

La storia, soprattutto in questa lega, la fanno i vincenti e parlare di una “bella sconfitta” può suonare veramente male, ma permettetemi di dichiararmi orgoglioso per quanto fatto dai Baltimore Ravens contro i Green Bay Packers: senza Lamar Jackson e la solita moltitudine di titolari infortunati, Baltimore ha spinto al limite Green Bay uscendo sconfitta solamente di un punto, 31 a 30.
Che potessimo essere testimoni di una partita equilibrata lo si è capito pressoché immediatamente poiché nei primi tre drive della contesa Baltimore ha portato a casa due touchdown, entrambi firmati da un commovente Mark Andrews, arrivati dopo un beffardo turnover of downs nei pressi della goal line che con il senno di poi…
Green Bay, da squadra vera qual è, ha risposto razionalmente al fuoco con un paio di touchdown che hanno spedito le compagini negli spogliatoi sul 14 pari.

Come da tradizione Green Bay è rientrata in campo con l’idea di rompere in due la partita e con un touchdown di Aaron Jones, uno di Marquez Valdes-Scantling ed un comodo piazzato di Crosby è scappata sul 31 a 17: nonostante l’ottimo sforzo, a quel punto la contesa sembrava essere sfuggita definitivamente dalle mani di Baltimore, ma probabilmente nessuno ha tenuto in considerazione l’orgoglio e gli attributi di questa squadra – e di un magnifico Tyler Huntley.
A testa bassa i Ravens hanno cominciato a muovere le catene con facilità, rifacendosi sotto con un touchdown di corsa di Huntley: Green Bay, ad un paio di primi down dalla vittoria, non ha saputo andare oltre il three n’ out, dando così agli avversari un’ultima insperata possibilità di riacciuffare la parità.
Con circa due minuti a disposizione ed una cinquantina di yard da ricoprire il magnifico Huntley si è caricato la squadra sulle spalle conducendola ad un altro touchdown, il secondo consecutivo arrivato grazie alle proprie gambe: analogamente a quanto fatto con gli Steelers, Baltimore ha provato a giocarsi il tutto per tutto con la conversione da due punti – che però non avrebbe messo in ghiaccio la vittoria visto che Rodgers avrebbe avuto a disposizione circa 40 secondi per mettere Crosby nella posizione di vincerla – ma esattamente come contro Pittsburgh il buon Andrews non è stato in grado di acchiappare il pallone.
Con questa vittoria i Packers sono ufficialmente ai playoff mentre Baltimore, inguaiata sull’8-6, dovrà giocarsi il tutto per tutto nelle ultime tre settimane: ammetto che continuare a perdere partite di un paio di punti fa male, ma se si tiene in considerazione il contesto in cui arrivano tali sconfitte mi viene difficile non essere orgoglioso di quanto combinato da un gruppo che compensa continuamente evidenti limiti tecnici con virtù cardinali.

La nostra giornata di football è iniziata nella notte fra sabato e domenica quando i Colts hanno arrestato la corsa dei roventi Patriots con un ottimo 27 a 17: i ragazzi di Reich sono stati encomiabili nello sfruttare ogni singolo errore commesso da New England che, ad onor del vero, è stata capace di rientrare in partita negli ultimi quindici minuti di gioco.
Sotto 20 a 0, infatti, Mac Jones ha condotto il suo attacco a tre scoring drive consecutivi che li hanno riportati sotto di tre lunghezze, ma purtroppo per loro quel fenomeno di Jonathan Taylor ha deciso di indossare il mantello da supereroe nel peggior momento possibile – per New England – rendendosi protagonista di una corsa da vero e proprio MVP nel momento più delicato in assoluto: malgrado un primo down avrebbe di fatto chiuso i giochi, Taylor ha deciso di strafare portando il pallone in end zone a termine di una galoppata da 67 yard che ha reso felici milioni di fantasy owner sparsi per il globo.
Ottima vittoria questa per i Colts: sostanzialmente Indy ha restituito il favore a New England replicando quanto fatto dai ragazzi di Belichick un paio di settimane fa contro i Bills poiché Wentz ha completato solamente cinque passaggi.
Interessante questo 2021, l’anno in cui si è riscoperto il piacere di vincere partite muovendo le catene esclusivamente via terra.

I Buffalo Bills riassaporano la serenità garantita da una vittoria sbarazzandosi degli imbarazzanti Carolina Panthers 31 a 14: faccio fatica a prendere seriamente questa partita poiché è sempre più difficile trovare superlativi negativi per commentare l’operato dell’attacco dei Carolina Panthers guidato da Cam Newton.
Non che manchi la buona volontà, per carità, è che pare piuttosto evidente che il braccio destro di quello che un tempo era Superman non sia più in grado di permettergli di praticare l’arte del quarterbacking ad un livello sufficientemente alto per meritare una maglia da titolare in questa lega: per Josh Allen, invece, tre touchdown in un pomeriggio in cui per una volta non è stato quasi mai costretto a strafare.

Hanno sofferto ben più del dovuto ma una vittoria è una vittoria, anche se arrivata contro i Jets: Miami, con un convulso 31 a 24, si è finalmente portata al 50% di vittorie ricandidandosi d’arroganza ai playoff.
Dopo un inizio molto difficile scandito da turnover e three n’ out, Tua e compagni molto lucidamente hanno ripreso a muovere efficientemente le catene mettendo a segno 17 punti consecutivi impreziositi da un paio di touchdown del redivivo Duke Johnson: una pick six lanciata da Tua ha restituito la parità ai Jets ma Miami, da vera squadra, non si è scomposta ed ha trovato il touchdown del sorpasso – e della vittoria – pochi minuti dopo grazie ad una pregevole ricezione del sempre sottovalutato DeVante Parker.

Uno dei risultati più inspiegabili della settimana arriva da Detroit, dove i poveri Lions hanno letteralmente massacrato gli Arizona Cardinals: il 30 a 12 finale non è in grado di rendere l’idea del dominio perpetrato da Detroit per sessanta minuti nei quali, per una domenica, sono stati superiori agli avversari in tutte e tre le fasi del gioco.
Sugli scudi un encomiabile Jared Goff che completando 21 dei 26 passaggi tentati non solo ha messo a segno tre ottimi touchdown, ma ha pure permesso alla propria squadra di controllare senza alcun problema il ritmo della partita e di estromettere dalla contesa degli irriconoscibili Cardinals che, a questo punto, devono guardarsi allo specchio e porsi qualche domanda: quella vista questa domenica è tutto fuorché una squadra da playoff, figuriamoci una da primo seed NFC.

Mi aspettavo che tramite una vittoria avrebbero esibito fieramente il dito medio a quel discutibile individuo che risponde al nome di Urban Meyer, ma sbagliavo: degli ottimi Houston Texans sono riusciti ad imporsi senza troppi problemi sui resti dei Jacksonville Jaguars con il punteggio finale di 30 a 16.
Guidati da un Mills efficiente ed apprezzabilmente affidabile, i Texans hanno giocato una partita ordinata e senza fronzoli nella quale hanno sfruttato la verve di Brandin Cooks, facilmente il ricevitore più bistrattato della lega: il veterano ieri ha concluso con 7 ricezioni per 102 yard ed un paio di touchdown ricordandoci quanto ancora abbia da dare a questo sport – se solo fosse in una squadra seria…
Ancora notte fonda per Jacksonville ma, se non altro, il buon James Robinson ha ritrovato il sorriso con un touchdown da una iarda.

Dubito che la prestazione del loro reparto offensivo entrerà nella storia della disciplina, ma una vittoria è una vittoria: sfruttando l’incredibile momento di forma della difesa, Dallas si è sbarazzata dei New York Giants con un tutto sommato agevole 21 a 6 nel quale a fare la differenza ci hanno pensato i quattro turnover commessi da Glennon e soci.
Neppure ieri il rifornito attacco dei Cowboys si è espresso non mancando di rispetto al proprio potenziale, ma finché l’opportunista difesa continua a generare turnover a questo ritmo…

A proposito di turnover, che dire dell’importantissima vittoria dei Pittsburgh Steelers sui Tennessee Titans?
Malgrado una prestazione tutt’altro che esaltante di Roethlisberger e del reparto offensivo, Pittsburgh è passata 19 a 13 su Tennessee: a determinare il fato dei Titans ci ha pensato una sciagurata serie di turnover – tre consecutivi – tramutati da Pittsburgh in tre piazzati che prima hanno permesso loro di riacciuffare la parità e poi, uno alla volta, di costruire un vantaggio che questa versione dell’attacco dei Titans difficilmente può rimontare.

A ribadire quanto l’estetica della vittoria sia un sofismo sopravvalutato ci hanno pensato anche i Cincinnati Bengals, capaci di portarsi a casa un “orribile” 15 a 10 a spese dei Denver Broncos: quella andata in scena in Colorado è stata una partita tutt’altro che entusiasmante e divertente nella quale a fare la differenza ci hanno pensato la freddezza di McPherson – magistrale nel convertire un paio di piazzati da più di 50 yard – ed una big play di Boyd che ha di fatto consegnato la vittoria a Cincinnati, brava poi a contenere i timidi tentativi di rimonta degli avversari.
Fortunatamente le condizioni di Teddy Bridgewater, trasportato all’ospedale dopo una terrificante collisione testa-contro-suolo, sembrano essere buone e lo sfortunato quarterback dovrebbe aver evitato infortuni seri: non farci prendere questi spaventi, Teddy.

Tutto facile per i lanciatissimi 49ers che liquidano senza troppi problemi i poveri Atlanta Falcons: credo che il 31 a 13 finale sia in grado di restituirvi buona parte del dominio perpetrato dai ragazzi di Shanahan, autori di un’ottima prestazione su entrambi i lati della linea di scrimmage.
Autorevole la prova di Jeff Wilson, finalmente capace di superare quota 100 yard di corsa: chiamato a sostituire Mitchell, l’affidabile veterano ha guadagnato 110 yard su 21 tentativi togliendosi anche lo sfizio di realizzare il primo touchdown del suo 2021.

Concludiamo la nostra esile rassegna con un risultato molto particolare, ossia il 9 a 0 con cui i New Orleans Saints si sono confermati essere la bestia nera dei Tampa Bay Buccaneers di Tom Brady: da quando è svernato in Florida il più grande di sempre non è mai stato capace di imporsi sui Saints in regular season.
A condizionare la partita ci hanno pensato gli infortuni occorsi a Mike Evans e Chris Godwin, infortuni che di fatto hanno privato Brady delle proprie migliori armi: deve impressionare il fatto che Brady non sia mai riuscito a guidare in red zone il proprio reparto offensivo, anche se contro una difesa solida come lo è quella dei Saints è molto difficile fare bene lanciando ad un paio di ricevitori da practice squad.
Non leggeteci troppo fra le righe, malgrado la sconfitta sia tanto clamorosa quanto umiliante sono convinto che tra non molte settimane quando Brady e soci staranno dominando ai playoff nessuno si ricorderà di questa debacle.

15 thoughts on “Il riassunto della quindicesima domenica del 2021 NFL

  1. RAVENS :
    Nota Positiva : nonostante tutto stanno dimostrando di essere una squadra tosta da battere, e Huntley sta dimostrando di essere un buonissimo back up.

    Nota Negativa : Qualcuno spieghi a Harbaugh che esistono anche i tempi supplementari..
    Rimanevano 40 secondi a favore dei Packers ma perchè non avere fiducia della propria difesa che ha giocato una buona partita?
    Il lancio ad Andrews per i 2pt credo che ormai sia più che telefonato .. ed infatti….

    Premesso che siamo tutti allenatori …la mia vuole essere solo uno spunto per un confronto di idee

    • Secondo me il buon John ai playoff non vuole andare. Oltre ai supplementari esistono i fumble forzati, i kick-off recuperati, le jumbo-formation…

      Nota teNNica per l’autore: il protocollo-KOvid delle leghe Usa è una demenzialità ordita da Fauci per dimostrare di avere ragione (nonostante abbia cambiato versione già 3 volte) a dispetto degli ultimi studi clinici. Siccome i commissioners sono tutti di area DEM gli vanno dietro come burattini. C’è da sperare che non decidano i playoff.

        • Che Harbaugh possa non volere i playoff riesco a capirlo solo se si scherza. Secondo me se i Ravens sono in giornata possono giocarsela con tutti, soprattutto dopo aver visto i risultati sorprendenti che stanno caratterizzando la stagione.
          Mattia, secondo te Huntley è solo un buon back-up? E’ solo una partita, ma ho visto che ha i numeri: visione scatto e corsa come Lamar, e un braccio veloce e potente.
          Ma non sarà che questo tra un paio d’anni si candida a prendere il posto di Jackson?

          • Alessandro!
            Non ho idea di come risponderti, soprattutto per la dualità del Jackson visto nel 2021: il Jackson della prima metà stagione lo voglio nella mia squadra per il resto della mia vita – non troppo allora -, mentre il Jackson visto nell’ultimo mese… ne farei anche a meno.
            Huntley nelle ultime partite ha surclassato il Jackson dell’ultimo mese e mezzo, mentre compararlo con quello d’inizio stagione sarebbe ingiusto: la situazione è interessante, sono rimasto impressionato da Huntley e dalle sue intangibles, ma non mi sento di dirti che lo preferisca a Jackson.
            Però…

  2. Non sarai stato troppo generoso con i Ravens, trascinato dal tuo cuore? Dà fastidio perdere di 1 punto, ma in altre occasioni quest’anno hanno vinto loro all’ultimo gioco all’ultimo secondo.
    Domanda: perchè Harbaugh si ostina con queste conversioni da 2 punti tipo “o la va o la spacca?”
    Riguardo ai Titans, non sarebbe il caso di ridimensionare Tannehill? Secondo me sta dimostrando di essere un buon QB, affidabile, ma non uno che ti fa fare il salto di qualità e soprattutto che riesce a giocare sopra le difficoltà (leggi: infortuni dei ricevitori e di Derrick Henry).
    Ultima cosa: attenzione ai 49ers che zitti zitti…

    • Per me Tannehill è un QB normale e purtroppo i Titani hanno perso il loro miglior giocatore..poi anche julio jones non è sano come un pesce..
      Riguardo la domanda che poni su Harbaugh credo ci possano essere diverse motivazioni personali.. io non credo non voglia i playoff.. credo da neofita che non abbia avuto fiducia della sua squadra difensiva….ma sono tutte congetture e fantasticherie..
      Vorrei sapere cosa ne pensi

  3. Segnalo che l’attacco di Carolina è stato fortemente condizionato dall’assenza del kicker, infortunatosi durante il riscaldamento. Non dico che col kicker avrebbero vinto, ma se in due o tre situazioni, invece che tentare quarti down (e fallirli), avessero preso i tre punti, la partita sarebbe stata molto più equilibrata. Infatti, da tifoso dei Bills, non sono molto soddisfatto.

    Siccome è già la quarta o quinta volta che quest’anno una squadra perde perché si ritrova senza kicker, mi chiedo se non sia il caso di avere un kicker di riserva a roster, o quantomeno allenare il punter a calciare. Non si dice che il punter la metta da 50 yard, ma perlomeno che la metta da distanza di extra point.

  4. Penso che Harbaugh sia andato per la conversione da 2 con Steelers e Packers perchè non si fida della sua attuale secondaria.
    “Questi (Big Ben / Rodgers) con 3 /4 lanci vanno dall’altra parte del campo”.
    Riguardo Huntley sará interessante vedere gli sviluppi. Non ha il fisico e l’esplosivitá di Lamar, però la tecnica di lancio credo sia leggermente migliore. Mi sembra anche piú freddo in certe situazioni di gioco.
    Ho letto potrebbe avere interessamenti da parte delle varie squadre in cerca di qb.

  5. Andare con la conversione da due significa rinunciare ad un punto quasi sicuro e cercarne due meno sicuri. Per riuscire dovresti avere più varietà di schemi anziché sempre lancio su Andrews. Pareggiare e poi fidarsi del cuore della squadra avrebbe dato ad Harbaugh almeno una vittoria in più.

  6. Per me Tannehill è un buon Qb, ordinato e che sa fare il suo, non ha un grandissimo talento, non è un super atleta, non è un cecchino nei passaggi, ma ha dimostrato solidità e non occorre un QB fenomenale per vincere il Superbowl, solo che, se a un certo punto ti ritrovi senza il tuo giocatore più forte e determinante e un parco di ricevitori malmesso, perdi fiducia e voglia, è come se una squadra NBA perdesse di colpo un giocatore da 30 punti a partita, come lo sostituisci? impensabile. Con questo non voglio dire che i Titans avrebbero vinto il titolo col loro RB titolare, ma almeno potevano provarci e, anche il buon T., mi sa che ha capito che la stagione è andata a sud.

    • Sui Titans il tuo discorso non fà una piega. Nel football conta ogni singolo elemento x arrivare fino alla fine e debbo dire che loro quest’anno sono stati sfortunati

  7. Nel mio isolamento sociale da unico amante dell’NFL del mio circondario, oltre a ringraziare Mattia, mi chiedo: ieri nel guardare come solito gli highlights ero nuovamente sconcertato dalla mancanza di “voglia” di Cam Newton e Trevor Lawrence. Cam he’s not back ed è quanto di più fastidioso possa vedere già dal piccolo periodo Patriots. Trevor pensavo desse una scossa all’ambiente. ok la squadra. ok sei rookie. ok tutto ma non pensavo una delusione cosi grossa. Mi lascia attonito il suo essere di ghiaccio. magari sarà la sua forza in futuro. Lo spero per lui.

    • Lawrence a naso sconta l’hype di sentirsi ‘stocazzo non avendo ancora combinato nulla. Non un bello spettacolo, ma di rookie deludenti ce n’è. Vediamo se gli migliorano il supporting cast.
      Newton è sempre stato un minchione. Prima però aveva il fisico, adesso è un imbarazzo ambulante.

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