E pensare che non troppo tempo fa millantavo un cauto “ritorno alla normalità”…

Il nostro viaggio non può che partire dall’enorme vittoria dei Pittsburgh Steelers sui Baltimore Ravens, un 20 a 19 che aumenta ulteriormente l’epicità di una rivalità che ci ha spesso e volentieri regalato finali da antologia.
Malgrado la netta supremazia nel tempo di possesso, Baltimore ha concluso la prima metà di partita sopra 7 a 3, un punteggio assolutamente incapace di rendere giustizia alla sterilità offensiva dei Pittsburgh Steelers che, però, nel secondo tempo hanno saputo ribaltare completamente l’inerzia della partita nel momento più delicato della loro stagione.
Il terzo quarto, però, ha fedelmente seguito il canovaccio dei primi trenta minuti poiché gli unici punti di cui siamo stati testimoni sono arrivati grazie ad un piazzato del solito Tucker.
Pittsburgh, per l’ennesima volta in stagione con le spalle al muro, ha risalito la china cominciando a muovere con apprezzabile successo le catene fino a trovare il touchdown della potenziale parità con Diontae Johnson: la parità è però rimasta ipotetica in quanto il solitamente affidabile Boswell ha mancato malamente l’extra point, 10 a 9 Ravens.
I due drive successivi non hanno modificato in alcun modo il precario equilibrio della contesa poiché bruciando poco meno di sette minuti le due rivali si sono scambiate un paio di piazzati: 13 a 12 Ravens.

Dopo un mesto three n’ out di Baltimore Pittsburgh ha messo insieme il drive della giornata marciando sulla spossata difesa di Baltimore: una volta arrivati in red zone, con circa due minuti da giocare, i ragazzi di Tomlin per la prima volta in giornata hanno messo il musetto davanti grazie al secondo touchdown dell’incommensurabile Diontae Johnson seguito da una conversione da due punti realizzata da Gentry che ha dato a Pittsburgh un possesso pieno di vantaggio.
Dopo che Boswell ha calciato fuori il kickoff – regalando così un’ottima posizione di campo ai Ravens – Jackson ci ha ricordato come mai a molti di noi piaccia così tanto conducendo il proprio attacco con disarmante autorevolezza alle porte della goal line: con una decina di secondi rimasti da giocare Jackson ha pescato Watkins nella terra promessa per il touchdown del -1.
A quel punto Harbaugh ha deciso di giocare l’all-in lanciandosi in una rischiosa conversione da due punti che, se realizzata, avrebbe regalato loro l’ennesima vittoria da infarto: Jackson, sciaguratamente, ha piazzato il pallone un po’ troppo a destra di Mark Andrews che non ha avuto modo di completare la ricezione.
Questa è una vittoria fondamentale per Pittsburgh che sul 6-5-1 rimane ampiamente in corsa per una wild card, mentre su Baltimore non c’è molto da dire: nelle ultime settimane l’attacco ha girato su livelli inaccettabili e, in un certo senso, una sconfitta del genere era nell’aria.
Non ho nulla da rimproverare ad Harbaugh per aver deciso di provare a vincerla, la chiamata era perfetta: i giocatori, purtroppo, non sono stati in grado di eseguire la giocata.

Non so come vendervi la notizia più sensazionale dell’anno, perciò lasciatemi provare con un po’ di ermetismo e sintassi sincopata: i Detroit Lions hanno vinto una partita di football americano.
I Detroit Lions, dopo aver perso nei modi più dolorosi immaginabili, hanno vinto all’ultimo secondo una partita di football americano.
I Detroit Lions, quindi, non concluderanno la stagione a zero vittorie grazie ad un commovente 29 a 27 sui Minnesota Vikings, un risultato che ci ribadisce ciò che già sapevamo, ossia che i Minnesota Vikings sono la squadra più indecifrabile della lega: tifare Vikings logora.
Dopo un primo tempo dominato dai Lions – 20 a 6 al termine del secondo quarto – Minnesota è rientrata pazientemente in partita fino a portarsi in vantaggio, 27 a 23, grazie ad un touchdown dell’incontenibile Justin Jefferson arrivato nel momento più ideale, ossia a non troppi snap dal fischio finale: l’incomparabile sophomore ieri ha ricevuto 11 palloni per 182 yard e l’appena menzionato touchdown.
Con poco meno di due minuti rimasti da giocare Jared Goff ha ricordato al mondo come mai, non troppo tempo fa, era considerato un franchise quarterback muovendo le catene con glaciale calma e metodicità, fino a regalare al proprio attacco un’ultima, realizzabile, opportunità con quattro secondi rimasti da giocare ed 11 yard da guadagnare: complice una difesa troppo molle – perché non rischiare un blitz contro un quarterback assolutamente incapace di gestire la pressione? – Goff è stato messo nella posizione di connettere con Amon-Ra St. Brown per il touchdown della vittoria.
Finali del genere fanno bene al cuore perché ci ribadiscono l’imprevedibilità della disciplina, ma non posso in alcun modo soprassedere alle responsabilità del coaching staff di Minnesota: il ciclo Zimmer deve per forza di cose essere arrivato al capolinea, è disgustoso che una squadra del genere continui a perdere partite anche a causa dei disservizi di un coaching staff che ha giocato con una sorta di prevent defense lo snap decisivo della partita.
Goff e soci erano ad undici yard dalla end zone, non a cinquanta, perché non pressarlo? Perché?

Vittoria netta dei Tampa Bay Buccaneers contro gli Atlanta Falcons: il 30 a 17 finale può quasi essere considerato un risultato bugiardo che non rispecchia in alcun modo lo strapotere di Brady e compagni.
A rendere interessante la partita ci ha pensato una sciagurata pick six di Tom Brady – al quale è stato intercettato un comodo checkdown a Fournette a ridosso della propria end zone – che non deve però in alcun modo intorpidire la bontà di una prestazione altrimenti mostruosa: mettendo in aria il pallone più di 50 volte Brady ha raccolto 368 yard e quattro touchdown, due dei quali lanciati ad un Rob Gronkowski che sembra essersi ripreso più che bene dall’infortunio che lo ha tormentato per parte della stagione.

Continuano a macinare vittorie pure gli Arizona Cardinals che festeggiano nel migliore dei modi il ritorno di Murray ed Hopkins: in un pomeriggio meteorologicamente nefasto Arizona, sfruttando nel migliore dei modi ogni singolo errore di Dalton, è passata 33 a 22 sui Chicago Bears.
Se i numeri apparentemente miseri di Murray vi fanno storcere il naso – 123 passing yard su 15 lanci – vi invito a tenere presente questo: 24 dei 33 punti di Arizona sono arrivati a seguito di un intercetto di Dalton che ha sistematicamente regalato loro un’ottima posizione di campo, dando così a Murray e soci comodi lay up in campo aperto da appoggiare a canestro, non so perché sto parlando di pallacanestro ma va bene così.
Se non altro questa sconfitta avvicina Nagy al proprio licenziamento e ciò, se chiedete ad un tifoso Bears, è l’unico obiettivo di questo finale di stagione.

Buon successo dei Los Angeles Chargers su dei Cincinnati Bengals troppo sciuponi per essere da playoff: il 41 a 22 è stato viziato da quattro turnover di Cincinnati che hanno vanificato l’altresì ottima rimonta di cui si sono resi protagonisti Burrow e compagni, sotto 24 a 0 pochi minuti dopo l’inizio del secondo quarto.
La contesa è stata molto più equilibrata di quanto possa suggerire il punteggio finale poiché, con poco più di un quarto rimasto da giocare, i Bengals erano sotto solamente di due lunghezze: uno sciagurato fumble di Mixon, però, ha cambiato completamente l’inerzia della gara perché Tevaughn Campbell tale fumble non solo lo ha recuperato, ma lo ha pure riportato in end zone per un touchdown fondamentale.
Lo scontro a distanza fra – fenomenali – quarterback sophomore lo ha stravinto Justin Herbert, anche se occorre mettere in evidenza il fatto che il povero Joe Burrow sia stato vittima di un tedioso infortunio al mignolo della mano destra, ad un certo punto non propriamente in asse.

Battere questi Texans, per questi Colts, è stata una mera formalità ed il 31 a 0 finale ne è fedele dimostrazione: non c’è mai stata partita, il divario tecnico – e forse anche motivazionale – fra queste due squadre è difficilmente esplicabile, onore ai Colts per aver gestito da grande squadra una partita che non doveva avere storia e che infatti non l’ha avuta.
Pure ieri, giusto per scrivere un paio di righe in più, Jonathan Taylor è stato il giocatore dominante che ogni fantasy owner meriterebbe di avere nella propria squadra realizzando un paio di touchdown conditi da 143 rushing yard.

Continuano a vincere i Miami Dolphins, passati 20 a 9 sui resti dei New York Giants: grazie a questo successo i Dolphins allungano a cinque la striscia di vittorie e, ora sul 6-7, cominciano a credere con legittimo realismo al sogno playoff.
Miami ha giocato una partita pulita e disciplinata mettendo Tua nella posizione di aver successo con ripetuti lanci corti ad alta percentuale che accompagnati dall’ottimo lavoro del reparto difensivo – che ad onor del vero oggi si trovava di fronte al nulla mischiato con il niente – ci hanno regalato una partita non propriamente emozionante ma sicuramente ben pianificata.

Per la gioia di pastori e bomber, i Philadelphia Eagles di Gardner Minshew hanno vinto 33 a 18 contro i New York Jets: adesso, per qualche settimana, vari umoristi del web tenteranno di scroccare like e reazioni rimarcando il fatto che sopra il proprio labbro superiore Gardner Minshew coltivi un paio di baffi, frivolezza stilistica che per molti è tremendamente comica.
Che bello fare “comedy” nel ventunesimo secolo.
Dopo un inizio di partita pressoché impossibile – sei touchdown nei primi sei drive – la razionalità ha ripreso il controllo delle operazioni ed i poveri Jets, ricordatisi di essere i Jets, non hanno più trovato modo di mettere a segno punti mentre Philadelphia, field goal dopo field goal, incrementava il proprio vantaggio sfruttando la precisione di un ispirato Minshew.

Non si ferma più la corsa di Washington: la squadra di football è riuscita a scamparla pure ieri portandosi a casa un fondamentale 17 a 15 su dei Las Vegas Raiders visibilmente orfani di Darren Waller.
Quella andata in scena a Las Vegas è stata una partita iper-combattuta nella quale nessuna delle due squadre è riuscita ad imporre la propria supremazia sull’avversaria creando così i presupposti per un finale che è quasi certamente costato la vita ad innumerevoli unghie in giro per l’America: dopo uno sciagurato intercetto di Heinicke, Las Vegas, ad un paio di minuti dal termine della contesa, ha assaporato per la prima volta l’inebriante gusto del vantaggio grazie ad un piazzato del solito Carlson che ha però restituito il pallone a Washington con più di due minuti rimasti da giocare.
Con razionalità ed attribuiti il giovane quarterback ha marciato sui Raiders dando così al neo-arrivato Brian Johnson l’opportunità di trasformarsi in eroe convertendo il piazzato della vittoria, un affatto scontato calcio da 48 yard che catapulta in modo ancora più netto Washington nella bagarre playoff.

Nulla da dire sul 37 a 7 con cui i Rams, per un pomeriggio, si sono lasciati alle spalle un mese problematico demolendo i Jacksonville Jaguars: l’unico mio commento riguarda l’inettitudine di Urban Meyer ed arriverà dopo il punto, forse a capo riga.
James Robinson è comodamente il miglior giocatore attualmente a roster per Jacksonville e ciò pare chiaro a tutti, no? Evidentemente no, in quanto dopo un fumble – errore odioso, per carità, ma assolutamente contemplato nel gioco del football americano – quel genio di Meyer ha deciso di punirlo relegandolo in panchina a scapito di un Carlos Hyde che per ripagare la fiducia del proprio allenatore ha commesso un ulteriore fumble: che senso ha punire il proprio miglior giocatore per un errore del genere? Perché privarsi dell’unico individuo in grado di creare qualcosa grazie alla propria brillantezza individuale?
Non ne ho idea sinceramente, l’unica cosa in cui spero è il licenziamento di questa sottospecie di allenatore perché con uno del genere in panchina il rischio che pure Trevor Lawrence venga bruciato è molto alto.

Fra ‘Niners e Seahawks succedono sempre cose strane e, pure questa volta, le nostre aspettative non sono state deluse: malgrado tutto, i Seahawks sono riusciti a vincere 30 a 23 una partita decisa da uno stop sulla goal line che vendica – anche se il contesto era profondamente diverso – quello di Dre Greenlaw di un paio d’anni fa nel season finale.
Entrambe le squadre sono state sciupone e grossolane – tre turnover per parte – e Seattle, in particolar modo, ha gettato alle ortiche drive più che promettenti commettendo inaccettabili turnover nei pressi della goal line, zona di campo che però si è rivelata funesta pure per i 49ers in quanto, a seguito di un ben eseguito drive, Garoppolo ha portato i suoi a tempo pressoché scaduto ad un paio di yard dal pareggio: dopo che Mitchell è stato fermato su primo e secondo down, Jimmy G non è riuscito a trovare le mani di Sherfield in due occasioni consecutive per il touchdown che con ogni probabilità avrebbe spedito la contesa ai supplementari.
Sconfitta dolorosa questa per i ‘Niners che perdono una ghiotta occasione di consolidare la propria candidatura ad una wild card in NFC, anche se a questo punto del campionato il 6-6 su cui stazionano non preclude loro assolutamente nulla.

Chiudiamo la nostra rassegna con il mesto 22 a 9 dei Kansas City Chiefs sui Denver Broncos, risultato che ha preso a schiaffi le mie ambizioni da titolo al fantasy football in quanto Mahomes e Hill… lasciamo perdere.
Pure in quest’occasione a consegnare la vittoria ad Andy Reid ci ha pensato l’encomiabile lavoro di un reparto difensivo che dopo una prima metà di stagione incommentabile è progressivamente salito di giri fino ad arrivare a soffocare qualsivoglia tipo di opposizione: l’unico touchdown dei Broncos è arrivato a circa cinque minuti dal fischio finale.
Nel momento in cui Mahomes e compagni ritroveranno la voglia di mettere a segno tanti punti e giocare un football che non manchi di rispetto alla “tradizione” instaurata durante la tenuta del numero 15, i Chiefs potrebbero essere semplicemente infermabili per chiunque: chapeau all’intero reparto difensivo per l’incredibile cambio di marcia.

10 thoughts on “Il riassunto della tredicesima domenica del 2021 NFL

  1. Ravens : Matteo Pella di Dazn sull’ultimo lancio che avrebbe dato vittoria ai Corvi ha detto che il lancio non era di facile presa, ma ha anche attibuito ad Andrews in parte la colpa del drop. Detto questo , Humphries rotto per il resto della stagione, ed al netto degli infortunati non mi sento di muovere troppe critiche a questa squadra.
    Vedendo i prossimi incontri, oltre le sfide divisionali ci sono anche i packers e Rams…
    Cmq in AFC ne vedremo delle belle

  2. Ho cercato dati sulla % di conversione da 2 punti in questa stagione ma non ne ho trovati: forse scelgo le parole inglesi sbagliate da digitare su Google.

    Però ho trovato il dato di tutti i tempi (aggiornato a non so quale settimana) e mi dà 48.2% in totale, ma solo 43.4% su lancio. Numeri alla mano, non conveniva tentare.

    • Ho seguito il finale e ti dico che sono anche io rimasto sorpreso dalla decisione..Tucker era già corso in campo..però comprendo John Harbaugh poichè ha dichiarato che aveva problemi alla secondaria e voleva vincerla . In effetti ci sono andati vicinissimo..

      • Posso capire i vostri punti di vista ed in parte sono d’accordo, ma tenendo presente l’inerzia della partita secondo me ha fatto bene a provare a chiuderla con la conversione da due, ai supplementari Pittsburgh li avrebbe presi a pesci in faccia.
        Mi sarei arrabbiato se avessero provato una sorta di HB dive, ma dal momento che avevano un asso nella manica hanno fatto bene a giocarlo, peccato solo che sia stato “mal eseguito”.
        È un peccato, ma a Baltimore sta sconfitta serviva.

  3. Ciao Mattia!! Vedi, te lo avevo detto che la squadra di football aveva ingranato, soprattutto in difesa! Avevo un po’ paura dell’attacco di Las Vegas e invece… Bene, la corsa ai playoff si fa interessante anche nella NFC, mentre in AFC siamo a livelli hitcockhiani!!! (Occhio a New England!!)
    Buona serata e stammi bene!!

  4. Comunque la partita con questi Steelers era da vincere. Sembra quasi che i Ravens abbiano giocato a gatto col topo, compresa forse la decisione finale di Harbaugh. Lamar mi è sembrato ostinato e poco lucido in certe giocate, esponendosi a sack.
    L’attacco è sterile, prevedibile, i Ravens dovrebbero coinvolgere meglio i running backs, magari utilizzando anche Duvernay.

    • I Ravens stanno giocando di merda da un mese ma per un motivo o per l’altro sono riusciti a portarsi a casa vittorie a mio avviso immeritate come quelle contro Cleveland e Chicago, una sconfitta del genere era nell’aria e in un certo senso era pure giusta.
      A mio avviso non siamo una squadra da playoff, o almeno, non lo saremmo in un anno normale, ma vediamo: mi basterebbe solo che riprendessero a giocare a football americano.

  5. Ciao Mattia,
    come hai detto più volte in stagione, gli Steelers hanno grossi problemi in attacco, ma trovano il modo (in una maniera o nell’altra) di vincere i match.
    Ieri sera è andata proprio così, solo perchè non avete “ucciso” prima il match (ed anche per una buona dose di fortuna e di ..centimetri)
    Partita emozionante, immagino ti deluda la sconfitta, ma avete davvero un ottimo team (anche se Averett.. ne ha combinate parecchie)

    • Gli Steelers hanno problemi – e seri – ma Baltimore, evidentemente, ne ha di più!

      • Hai voglia.. tanti di quei problemi che non so neanche da dove iniziare
        Per le prossime stagioni, i vostri rivali saranno i Bengals e i Browns, mi sa

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