Ve l’avevo annunciato, ve l’avevo promesso: ad una settimana di distanza dalle più grandi sorprese – ovviamente i Bengals dopo essere stati menzionati nel mio articolo sono andati a perdere contro i New York Jets, giusto così – che la stagione ci ha riservato finora vi parlerò di quelle che a mio avviso sono state le delusioni.
Cos’è, però, una delusione?
In cosa si sostanzia una delusione?
Per “delusione”, in questo articolo, si intendono squadre e giocatori che non hanno rispettato l’hype – capite perché lo odio? – della preseason venendo meno al fondamentale dovere di esprimere appieno il proprio potenziale: per questo motivo, quindi, sarò molto clemente con certi quarterback rookie che, occorre dirlo, non sono stati messi in posizione di aver successo.
Partiamo.

Se si parla di delusione non si può che iniziare da loro, dai Miami Dolphins: che disastro signori, che disastro.
L’anno scorso Miami si era affermata come una delle più esaltanti sorprese del campionato, una squadra dura e ben allenata che trainata da un reparto difensivo di primissimo livello era in grado di giocarsela veramente contro chiunque – tranne contro i Bills nel season finale: per questo motivo, più o meno giustamente, quest’anno ci si aspettava un salto di qualità permesso soprattutto dalle importanti acquisizioni in offseason.
Teoricamente mettere qualche playmaker a disposizione di Tua era tutto ciò che serviva per cementare il proprio status di contender in AFC… peccato solo che raramente quando si parla di football americano ci si riferisca agli uomini di linea come playmaker: al netto di un buonissimo parco ricevitori, Tua è in una posizione estremamente difficile a causa di una linea d’attacco assolutamente incapace di garantirgli una tasca pulita e, soprattutto, un gioco di corse sufficientemente affidabile che possa togliergli un po’ di pressione dalle spalle.
Con l’attacco incapace di sostenere drive prolungati la difesa è spesso e volentieri costretta agli straordinari e ciò, sommato ad una generale perdita di brillantezza rispetto alla versione 2020, li mette spesso nella posizione di dover ricucire importanti strappi già nel secondo quarto di gioco: è difficile pensare di vincere così.

Ciò che più mi lascia senza parola della loro situazione è l’assoluta incapacità di garantire la fondamentale fiducia a Tua che, suo malgrado, si trova sempre al centro di un contorto valzer nel quale il proprio partner di ballo risponde al nome di Deshaun Watson: ogni qualvolta Tagovailoa lanci un intercetto, non converta un terzo down e semplicemente sbagli un lancio, il pensiero, come un’ape su un fiore in un prato primaverile, si posa su Watson e sul capitale da investire per portarlo in Florida.
Non voglio in alcun modo negare l’infinito talento di Watson od affermare che Tua sia meglio di lui, vorrei solo far presente a tanta gente che il quarterback di Houston si trova ancora al centro di un enorme scandalo la cui risoluzione appare ancora lontana e che, per questo motivo, potrebbe essere soggetto a pesantissime sanzioni disciplinari: e poi, qualora le accuse si dimostrassero vere, vi sentireste seriamente a vostro agio nel riferirvi ad un molestatore sessuale seriale come franchise quarterback della vostra squadra del cuore?
Ho sempre difeso l’ex-quarterback di Alabama a spada tratta e non gli volterò le spalle per uno sciagurato record – record tra l’altro figlio anche di un suo infortunio -, ho come l’impressione che questa franchigia, questo front office renda al meglio quando nessuno nutre aspettative nei loro confronti, quando c’è da pianificare per il futuro epurando il roster da ogni forma di talento ma che una volta arrivato il momento di fare sul serio non abbia idea di come comportarsi: il trattamento a cui è sottoposto Tua, perennemente sulla graticola dopo una decina di partite da titolare in NFL, è vergognoso.
Eppure al draft lo hanno selezionato loro dopo averlo sognato per più di un anno.

Mi aspettavo tantissimo da loro e, francamente, fatico a trovare un senso alla loro stagione: Washington sta deludendo ed ora, inchiodata sul 2-6, sembra essere definitivamente tagliata fuori dalla corsa playoff.
Nei confronti dell’attacco non nutrivo aspettative irrealistiche, ero convinto che le definitive esplosioni di Gibson e Thomas coadiuvate dagli innesti di Samuel e Brown avrebbero permesso loro di vantare un reparto perlomeno competente, ma sbagliavo, anche se non è questo il problema primario di questa squadra.
La difesa, l’esaltante difesa trascinata dalla terrificante defensive line di cui tanto avevo parlato in estate, è regredita sotto ogni punto di vista ed i quarterback, terrorizzati ed impotenti un anno fa, ora vivono puntualmente il miglior pomeriggio della propria stagione contro di loro: malgrado il dominante – sulla carta – pass rush, Washington concede circa 290 passing yard a partita ed il rapporto touchdown/intercetti è pari a 5:1, numeri da ultimi della classe.
Tutto ciò è inaccettabile per una squadra che sarà sì priva del quarterback titolare – anche se Fitzpatrick non è un difensore – ma che dispone comunque di troppo talento per giocare in questo modo: forse le aspettative nei loro confronti erano esagerate, stiamo pur sempre parlando di una franchigia al secondo anno di un progetto di ricostruzione iniziato solamente nella primavera del 2020, ma credo che con tutto questo talento a roster pretendere di più sia legittimo.

Va premesso che forse non esista squadra più perseguitata dalla sfortuna, ma il 3-4 su cui stazionano i San Francisco 49ers mi delude, soprattutto in luce della stima che nutro per alcuni giocatori e l’allenatore: ripeto, sono spesso più infortunati di qualsiasi altra squadra, ma Shanahan negli anni ci ha abituati così bene che dopo aver testimoniato vittorie arrivate con una versione glorificata della practice squad in campo ad un certo punto abbiamo iniziato ad essere insensibili agli infortuni.
Ciò che apprezzo dei ‘Niners è la consistenza di Shanahan che aveva dichiarato a più riprese che il quarterback titolare nel 2021 sarebbe stato Jimmy Garoppolo e, con rara coerenza, ha mantenuto fede alla parola data rigettandolo nella mischia appena recuperato dall’infortunio al polpaccio: ciò nonostante credo che la telenovela Garoppolo-Lance terrà banco fino a fine anno e ciò, in un certo senso, era inevitabile.
La difesa – complici gli infortuni – imbarca più punti del previsto e l’attacco fatica a trovare la consistenza necessaria per emergere in una division così complicata: non credo che la loro stagione sia definitivamente compromessa, ciò che sono sicuro è che mi aspettavo qualcosina di più da una squadra che negli anni mi ha sempre e comunque stupito.

Non mi sento particolarmente a mio agio a definire deludente Sam Darnold per molteplici motivi, ma dopo il promettente inizio coinciso con tre vittorie dei suoi Panthers avevo cominciato a credere che fosse aggiustabile, che tutto ciò che non è andato per il verso giusto nei primi anni di carriera dovesse essere imputato ai soliti, pessimi Jets, non al ragazzo: forse sbagliavo.
Nelle ultime cinque partite, infatti, Darnold è spaventosamente regredito ritrasformandosi nel giocatore visto nella Grande Mela e come per magia Carolina ha cominciato a perdere partite settimana dopo settimana: i numeri sono impietosi, e credo ve li sciorinerò dopo il punto in modo da darvi l’opportunità di prepararvi mentalmente a ciò che state per leggere.
Nelle ultime cinque partite Darnold ha lanciato quattro touchdown a fronte di sette intercetti completando solamente il 56% dei lanci tentati e, soprattutto, raccogliendo la miseria di 185 yard ad allacciata arrivate grazie a lanci che in media hanno viaggiato 5.58 yard: insomma, il buon Sam si è trasformato in una macchina da checkdown che malgrado l’intrinseca semplicità della giocata continua ad avere serie difficoltà a completare più della metà dei passaggi.
Numeri del genere, malgrado incapaci di raccontare tutta la verità su di lui ed i Panthers, non solo non rappresentano numeri da starter NFL, ma numeri da persona che non ha alcun motivo di trovarsi in NFL.

A volte un cambiamento di scenario è tutto ciò di cui un giocatore ha bisogno per ritrovare se stesso e la retta via: quando questo cambiamento di scenario ha come destinazione i Detroit Lions raddrizzare la propria carriera diventa utopia.
Goff, occorre dirlo, è stato calato in una situazione disastrosa in una squadra priva di talento ed in totale rebuild e che, complice un numero ingiustamente alto di infortuni, non ha gli strumenti tecnici necessari non solo per permettergli di esprimersi al meglio, ma molto spesso per restare in partita nella seconda metà di gioco: con un parco ricevitori costituito esclusivamente da T.J. Hockenson e dalla brillantezza di Swift nel ricevere il pallone fare bene è pressoché impossibile, anche se occorre mettere in evidenza una certa rassegnazione del giocatore evincibile dal linguaggio del corpo sempre e comunque rassegnato, mogio, mesto.
Non ho idea di se e come vinceranno una partita, l’unica cosa che mi sento di dire al momento è che il futuro di Goff in questa lega, una volta che Detroit avrà messo le mani su un giovane quarterback al draft, molto probabilmente sarà quello di backup con esperienza da starter da gettare nella mischia nel momento del bisogno per tenere a galla la squadra.

Dei Kansas City Chiefs vi parlerò la settimana prossima – eh sì, è già tempo del pagellone di metà stagione – anche se non credo di essere in possesso delle competenze tecniche necessarie per sviscerare le malefatte del reparto difensivo, ossia il vero responsabile della – finora – deludente stagione che stanno vivendo: con Mahomes a roster nulla è mai precluso, certo che però nemmeno lui può compensare alla pochezza di una difesa del genere.
Fra le delusioni andrebbero annoverati pure i protagonisti del fantasy football che ci hanno costretto a gettare al vento una succulenta scelta per accaparrarceli, gente come Allen Robinson, Robby Anderson, Brandon Aiyuk o Miles Sanders, ma siccome di fantasy football non ne capisco poi così tanto lascio l’arduo compito a chi di dovere, ossia gli amici di Fantasy Football Studio: seguiteli, nel caso già non lo faceste.

Per oggi è tutto e, esattamente come la settimana scorsa, vi invito ad esibire le vostre delusioni nei commenti che si trovano qua sotto esattamente per questa ragione, per essere utilizzati.

7 thoughts on “NFL: le più grandi delusioni della stagione 2021

  1. Per ora stanno deludendo anche i Cleveland Browns, anche se hanno l’alibi dei tanti infortuni

    • Top della delusione i Chiefs , mentre trovo piu conferme in nfc rispetto alla afc.

  2. Tra le delusioni, almeno finora, ci sono i rookie qb. E’ ancora presto ed un paio sono in squadre in rifondazione, tuttavia i vari Lawrence, Lance, Fields non sono stati all’altezza dei sogni estivi dei tifosi e sono lontani dal duo Burrow-Herbert dell’anno prima.

  3. Intorno a Miami c’era troppa ingiustificata euforia e si è visto purtroppo. L’anno scorso si sono vinte 10 partite senza MAI incantare in attacco. Quest’anno nulla è migliorato in attacco e la squadra si è completamente sfiduciata e sfaldata. Flores è stato ed è un ottimo defensive coordinator, ma fino ad ora ha dimostrato lo zero più assoluto in attacco. Quest’anno poi col doppio offensive coordinator, stiamo facendo ridere tutti. Tua no ha dimostrato molto finora e, sinceramente, non sembra proprio al livello di tipi come Burrow e Herbert. In ogni caso può tranquillamente svilupparsi in un buon QB per una squadra come i Dolphins che non schierano un Qb decente da oltre 20 anni (Chad Pennington mi perdoni!). Però si dia a Tua la possibilità di far vedere quel che vale! Abbiamo la peggior linea offensiva della Lega, abbiamo zero gioco di corse…Cristo santo, ma come si fa a giocare così? Watson è una balla colossale: infatti non è stato preso alla dead line, per fortuna. Il problema non è Tua, il problema è investire pesantemente sulla linea offensiva!!!! Così si può reimpostare tutto il gioco di attacco e soprattutto si può correre seriamente (adesso tutti sanno che Miami non corre mai!!!). I ricevitori ci sono e Waddle è veramente buono (Fuller ha un anno di contratto e non sarà rinnovato, dati i continui problemi che ha). La difesa c’è, anche se quest’anno è dovuta stare davvero troppo in campo, concedendo alla fine tantissimo. E’ vero che la difesa fa vincere le partite, ma l’attacco deve cmq pur far vendere i biglietti! Invece adesso Miami è totalmente senza offense. L’annata è buttata. Lo si era capito già alla terza domenica purtroppo, con zero miglioramenti rispetto all’anno precedente in attacco. Flores sta perdendo il controllo e il DG Grier trema, perchè ha avuto carta bianca per rifondare tutto e ha fallito. Non so se saranno ancora al loro posto l’anno prossimo. Tua spero ci sia, per giocarsi le ultime carte al suo terzo anno. Notte fonda a Miami.

  4. Buonasera Mattia e come sempre grazie per il tuo articolo che condivido in toto e vorrei aggiungere qualche mia considerazione: sulla squadra di football mi preme dire che la Dline il suo lo fa (infatti è più difficile muovere le catene via terra contro Washington) ma se il quarterback avversario trova sempre e costantemente un ricevitore libero specie sul medio e profondo addio pass rush! Non capisco l’involuzione della secondaria! Ok squadra giovane, ok cantiere aperto, ma.. Comunque Rivera non è uno sprovveduto! Sugli Chiefs aspetto il tuo punto di vista: la secondaria è imbarazzante, persino i Giants (con rispetto parlando) hanno trovato praterie per i ricevitori! Mi sbaglierò ma da ex giocatore mi è parso di notare degli atteggiamenti (anche da parte dell’attacco) che sembra facciano notare crepe nello spogliatoio: non è possibile che lo squadrone dj questi ultimi tre anni si sia squagliato così rapidamente!!!! Scusa se sono stato prolisso, doveva essere un commento e non un articolo 🤪!! Grazie ancora per l’attenzione e a presto!!

    • Grazie mille per il tempo dedicato al commento!
      Sui Chiefs non saprei cosa dire, mi fa strano vederli così, l’unica cosa di cui sono sicuro è che siano in possesso del talento necessario per ribaltare la situazione in un istante, anche se devono darsi una mossa visto che in una AFC così competitiva continuare a buttare partite potrebbe presentare il conto a gennaio!
      Su Washington, invece, non ho le competenze tecniche per provare a dirti cosa non vada, non mi spiego come una secondaria rafforzata dall’innesto di Jackson e con un Curl più maturo abbia potuto regredire a questo punto: forse, però, la colpa è nostra che ci eravamo fatti aspettative un po’ troppo alte ed ingiuste.
      Grazie ancora e stammi bene :)

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