Per la seconda settimana consecutiva la nostra domenica di football è cominciata con qualche ora d’anticipo regalandoci una partita stranamente divertente fra Jacksonville Jaguars e Miami Dolphins: per la sorpresa un po’ di chiunque, i Jacksonville Jaguars hanno interrotto a venti la serie di sconfitte consecutive tornando negli States con un pazzo 23 a 20.
Fra le due squadre è andato in scena un botta e risposta che si è perpetrato per tutta la partita, anche se all’inizio Miami sembrava chiaramente più in palla: ciò nonostante Jacksonville con molta lucidità non ha mai perso la testa e così, un po’ da nulla, grazie ad un touchdown di James Robinson i ragazzi di Meyer si sono portati in vantaggio a conclusione del primo drive del secondo tempo.
Un paio di turnover ed un sanguinoso turnover of downs hanno permesso ai Dolphins di rimettere la testa avanti dopo il secondo touchdown di Waddle: Jacksonville, con rinnovata fiducia nei propri mezzi, ha riacciuffato la parità grazie ad un piazzato di Matt Wright che ha però messo Miami nella posizione di vincerla con l’ultimo drive, spentosi però con un turnover of downs nei pressi della metà campo.
A quel punto, nonostante una penalità ed un sack avessero complicato la missione di Lawrence, la prima scelta assoluta all’ultimo draft ha completato un paio di passaggi pesanti – fra cui uno su quarto down a pochissimi secondi dalla fine – mettendo il buon Wright nella posizione di trasformarsi in eroe: il kicker dei Jaguars, da 53 yard, ha trovato modo di spingere il pallone fra i pali regalando così a Jacksonville una vittoria importantissima per morale ed implicazioni storiche.
Miami, precipitata sull’1-5, a questo punto si trova costretta a guardarsi allo specchio e porsi delle domande molto serie circa il proprio futuro: cos’è successo alla squadra che l’anno scorso ci aveva colti di sorpresa sfiorando i playoff?

Il sofferto 35 a 29 con cui i Dallas Cowboys si sono sbarazzati dei pestiferi New England Patriots è arrivato a seguito di una partita veramente spettacolare nella quale il rookie Mac Jones ha dato prova di grandissima tenuta mentale: Dallas, infatti, si era portata sopra ad un paio di minuti dal termine grazie alla pick six di Trevon Diggs – settimo intercetto in sei partite! – salvo poi vedere la proprio lavoro essere vanificato da un immediato touchdown da 75 yard di Kendrick Bourne che, seguito da una conversione da due di Meyers, ha dato a New England tre punti di vantaggio.
Dallas, con personalità, ha riacciuffato la parità grazie ad un piazzato di Zuerlein che ha trascinato la partita ai tempi supplementari dove, dopo un punt dei Patriots, è salito in cattedra Prescott orchestrando un magistrale game winning drive conclusosi con un sensazionale touchdown di Lamb da 35 yard: vittoria fondamentale questa per Dallas, anche se mi preme porre i miei più sinceri complimenti a New England e Mac Jones per aver tenuto testa fino all’ultimo istante ad una squadra sulla carta nettamente superiore.

Doveva essere la partita della settimana ma non c’è stata storia: una magistrale prova della difesa dei Baltimore Ravens ha completamente annullato i Chargers, caduti 34 a 6 in trasferta.
Jackson non ha sicuramente giocato la miglior partita della carriera, ma grazie ad un tris di touchdown firmati dal trio Bell-Murray-Freeman Baltimore è scappata via piuttosto velocemente: dall’altra parte i solitamente brillanti Chargers hanno faticato immensamente a muovere le catene convertendo solamente 4 dei 16 terzi e quarti down giocati.
La difesa dei Ravens, finora in chiaroscuro, è finalmente riuscita a tirare fuori dal cilindro una prova vecchia scuola con la quale hanno di fatto soffocato il potente attacco dei Chargers: una sconfitta del genere non può e non deve vanificare quanto di buono fatto finora dai ragazzi di Staley, anzi, ritengo estremamente interessante vedere come sapranno reagire – dopo il bye week – alla prima difficoltà del loro campionato.

Non c’è stata storia nemmeno fra Cardinals e Browns: salvo qualche spauracchio verso la fine del primo tempo, Arizona ha dominato dall’inizio alla fine portandosi a casa un convincente 37 a 14.
Murray pure ieri è stato autore di una prova sensazionale nella quale ha lanciato quattro touchdown non commettendo nemmeno un turnover e Cleveland, senza Chubb e con Hunt già acciaccato ed estromesso definitivamente dai giochi a causa di un infortunio al polpaccio, non ha trovato modo di sostenere con costanza drive fruttuosi: Arizona rimane l’unica squadra imbattuta della NFL e dopo partite del genere è anche facile capire perché, attacco e difesa hanno dominato contro una compagine in grado di creare grattacapi a chiunque.
Non so quale possa essere il loro futuro, ma ignorare ulteriormente questi Arizona Cardinals è da folli: ora più che mai Murray e compagni devono essere inclusi in ogni discorso sul Super Bowl.

Come sanno dilapidare loro i vantaggi nessuno mai: Minnesota si è imposta 34 a 28 su Carolina a termine di una partita che hanno provato a perdere in ogni modo possibile.
Sopra di undici lunghezze con poco più di metà quarto quarto da giocare, il buon Greg Joseph ha gettato alle ortiche la possibilità di arrotondare il vantaggio sbagliando malamente un piazzato da 50 yard: Carolina, a testa bassa, prima si è rifatta sotto con un field goal di Gonzalez e poi, a seguito di un punt dei Vikings, ha riportato la contesa in parità con un metodico drive da 95 yard conclusosi con un touchdown di Robby Anderson accompagnato dall’indispensabile conversione da due punti di Tremble.
Tempi supplementari, dunque, e palla immediatamente ai Vikings: Cousins, con esperienza e freddezza, ha trascinato i suoi lungo il campo chiudendo definitivamente le ostilità con un provvidenziale touchdown di K.J. Osborn da 27 yard.
I Panthers, dopo un inizio di campionato esaltante, sembrano aver perso lo smalto e pure ieri Darnold – escluso l’ottimo drive con cui hanno portato la partita ai tempi supplementari – ha giocato una partita sciatta e generalmente mediocre nella quale ha completato meno del 50% dei lanci tentati commettendo pure un paio di turnover.

Non è stato facile, ma quinta vittoria di fila per i Green Bay Packers: il 24 a 14 grazie al quale sono passati sui Chicago Bears è arrivato a termine di una partita incredibilmente aperta e combattuta decisa però dall’incredibile talento di Aaron Rodgers.
La difesa dei Bears è riuscita ad applicare costante pressione al fenomeno con il numero 12 ma, come spesso succede, l’attacco ha faticato terribilmente a sfruttare nel migliore dei modi l’encomiabile lavoro del reparto difensivo e Rodgers, navigato com’è, ha saputo sfruttare ogni singola opportunità datagli malgrado enormi difficoltà su terzo down: i Packers, dopo un traumatico inizio di stagione, hanno ricominciato a macinare vittorie ed ora sul 5-1 possono definitivamente affermare di essere tornati.

Vittoria facile facile per i Cincinnati Bengals che senza alcun problema collezionano la quarta vittoria del loro buonissimo campionato triturando i poveri Detroit Lions: 34 a 11 il punteggio finale.
Burrow, con la competenza e tranquillità che lo contraddistinguono, ha accompagnato pazientemente i suoi lungo il campo più e più volte non trovando alcun tipo di risposta né dalla difesa dei Lions né da Jared Goff, criticato a fine partita da Dan Campbell: solitamente, malgrado la sconfitta, spendo qualche buona parola sulla voglia dei Lions ma purtroppo oggi non mi sento in grado di elargire alcun tipo di complimento poiché, di fatto, l’attacco guidato dall’ex-quarterback dei Rams è stato semplicemente impalpabile.

Successo assai comodo pure quello degli Indianapolis Colts, passati senza alcun problema sugli Houston Texans: 31 a 3 il punteggio finale.
Buona la prestazione di Carson Wentz che aiutato da un Jonathan Taylor in grandissimo spolvero – più di 150 yard ed un paio di touchdown per il sophomore – ha vissuto un pomeriggio estremamente tranquillo nel quale per arrivare alla vittoria finale gli sono bastati 11 miseri completi perché dall’altra parte l’attacco di Houston si è rivelato ancora una volta incapace di mettere a tabellone punti: Mills, dopo la buona prestazione contro i New England Patriots, è tornato ad essere la macchina da turnover vista contro Buffalo.

Vincono e convincono i Los Angeles Rams che contro i pluriacciaccati New York Giants riscuotono la quinta vittoria del loro campionato grazie ad un comodo 38 a 11: Stafford, ieri in pienissima forma MVP, ha lanciato 4 touchdown connettendo anche un paio di volte con l’inimitabile Cooper Kupp.
Veramente poco da dire su questa partita, ha vinto la squadra – nettamente – più forte ed i Giants, limitati da pesantissime assenze, non sono mai stati in grado di tenere la contesa interessante.

Tornano a vincere i Kansas City Chiefs che malgrado qualche turnover di troppo – pure ieri due intercetti di Mahomes – l’hanno spuntata senza eccessivi patemi d’animo su Washington imponendosi 30 a 13.
Per la prima volta in questo campionato la difesa dei Chiefs è stata in grado di imporre il proprio volere sugli avversari e KC, controllando il cronometro, è stata capace di sfruttare nel migliore dei modi i propri ripetuti viaggi in end zone: vittoria molto importante questa, anche se i veri test sono altri.

Importante risposta dei Las Vegas Raiders che dopo una settimana a dir poco orribile tornano alla vittoria refilando la terza sconfitta consecutiva ai Denver Broncos: 34 a 24 il punteggio finale di una partita molto più a senso unico di quanto possa suggerire il risultato finale.
Carr ieri è stato magnifico e, in generale, l’attacco dei Raiders ha messo insieme parecchie big play alternando con sapienza corse e lanci: Denver, dopo l’esaltante inizio di stagione, sembra essere tornata quella dell’anno scorso ed a questo punto credo debbano cominciare a porsi qualche seria domanda circa il destino di questa stagione, in quanto sul 3-3 in una AFC così competitiva è difficile fare strada con un attacco così sterile quando la partita è ancora in bilico.

Seconda vittoria consecutiva per i Pittsburgh Steelers che passano 23 a 20 ai tempi supplementari sui Seattle Seahawks di Geno Smith: a decidere la partita per Pittsburgh ci ha pensato uno strip sack di TJ Watt che ha dato modo a Boswell di mettere in ghiaccio la doppiavù con un tutto sommato agevole piazzato da 36 yard.
Seattle ha giocato una buona partita rispondendo colpo su colpo a Pittsburgh, ma sul più bello l’enorme quantitativo di talento a disposizione degli Steelers si è rivelato essere la differenza fra vittoria e sconfitta: Geno Smith non ha giocato male, anzi, ma il sanguinoso fumble nei supplementari gli ha precluso la possibilità di trasformarsi in eroe per una serata.
Seattle, al momento sul 2-4, sedimenta pericolosamente sul fondo della NFC West e con Wilson fuori a questo punto i playoff sembrano essere un sogno destinato a rimanere tale.

5 thoughts on “Il riassunto della sesta domenica del 2021 NFL

  1. Certo che se a Baltimore aveste un Qb come si deve….sareste da anni davvero imbattibili! I Chargers arrivavano in grandissima forma con un Herbert in pieno hype e…li avete annientati!!! Nonostante due bei pick di Lamar, li avete schiacciati senza pietà. La solidità Ravens è proverbiale da anni e non mi spiego come mai le vittorie finali siano state poi così poche finora. Anzi….me lo spiego benissimo! Io farei la pazzia di tradare Lamar per Deshaun Watson e forse forse le cose cambierebbero ancora in meglio. In ogni caso la pass rush è mostruosa e anche la secondaria ormai si è assestata bene quest’anno. L’attacco poi trita tutto. Davvero bene. Ho visto bene anche i Raiders, a dimostrazione del fatto che Gruden contava sì, ma fino a un certo punto, in positivo. Se non hanno contraccolpi strani, sono da playoffs. Chiudo dicendo che i Dolphins non sono mai stati da playoffs e adesso sono da pick n. 1 al prossimo draft. Dopo 2 anni positivissimi, coach Flores sta inanellando errori su errori, sia nella gestione della squadra (la comica del doppio offensive coordinator) sia nella gestione del mercato/draft (non puoi presentarti con una linea offensiva ancora in questo stato e senza gioco di corse), sia nelle chiamate in campo (un quarto down e 1 sanguinoso ci ha condannati anche a Londra).
    Il punto è un altro purtroppo: Flores è stato, ed è, un ottimo defensive coordinator, ma come HC non si sta rivelando altrettanto grande. Del resto il salto non è da poco. Da 3 anni Miami non ha gioco di corse, continua a non avere una linea offensiva (problema atavico) e continua ad avere l’attacco peggiore della Lega. L’anno scorso è stata ricostruita la difesa (che quest’anno è depressa, sta troppo in campo ed è piena di infortunati…difatti è ultima per yards concesse!), quest’anno sarebbe stato opportuno far partire l’attacco. Questo non è successo sin dalla prima partita e quindi la stagione sarà un orrido calvario a questo punto. Con buona pace anche di Tua che, non è un fenomeno, ma che in una squadra decente potrebbe maturare e fare il suo tranquillamente. Niente di nuovo a Miami purtroppo.

    • Grazie al quarterback come “non” si deve abbiamo portato a casa vittorie magistrali contro KC, Detroit (vinta da lui più che da Tucker) e contro i Colts e sempre grazie al quarterback come “non” si deve Baltimore ha vinto 35 delle 43 partite da lui giocate.
      Ci sta che ognuno abbia la sua opinione su Jackson, ma ad un certo punto diventa frustrante leggere il solito commento da circa tre anni! Perdonami l’intervento in gamba tesa ma ripeto, è frustrante ad un certo punto

  2. Certe volte penso che la vera forza dei Ravens sia Harbaugh. È come uno chef che ti prepara un bel pranzetto con qualsiasi cosa trova in frigo.
    Dopo aver vinto un superbowl con Flacco (!!), la missione è ora arrivarci con tutt’altro tipo di qb.

  3. Bills Cardinals proprio forti e complete. Derrick Henry, utilizzato nemmeno tanto, spaventoso. Quando porta la palla ma anche con la semplice presenza.

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