BALTIMORE RAVENS

Arrivi più importanti: Kevin Zeitler (OG); Sammy Watkins (WR); Alejandro Villanueva (OT); Rashod Bateman (WR); Odafe Oweh (EDGE); Brandon Stephens (DB); Tylan Wallace (WR); Ben Cleveland (OG).

Uscite più importanti: Matt Judon (EDGE); Yannick Ngakoue (EDGE); Jihad Ward (DT); Willie Snead (WR); Mark Ingram (RB), Morgan Cox (LS).

Miglioramento? Sì e no.

Analisi: Forse il treno è passato per i Baltimore Ravens, squadra che avrebbe sicuramente voluto sfruttare meglio – soprattutto l’anno scorso – il contratto da rookie di Lamar Jackson e che, a breve, romperà il salvadanaio per retribuire adeguatamente l’ottimo lavoro svolto finora dal quarterback più polarizzante della NFL.
Il corpo ricevitori, reparto del quale potrei forse aver parlato un po’ troppo su qualche social, è uscito indubbiamente rafforzato dall’offseason, in quanto Snead e Dez Bryant sono stati rimpiazzati da Watkins, la scelta al primo round Bateman e Wallace, giocatore selezionato al quarto round ma che per colpa di qualche video su YouTube di troppo sono convinto possa trasformarsi nel prossimo Steve Smith Sr.; oltre che al corpo ricevitori, il front office ha pure rivoluzionato la linea d’attacco, il reparto che l’anno scorso ha più deluso, rimpiazzando l’ottimo Orlando Brown Jr. con l’iper-esperto e solido Alejandro Villanueva – che in caso potrebbe giocare anche a sinistra, aspetto non marginale -, Ben Cleveland, rookie creato in un laboratorio per giocare nell’attacco di Greg Roman e Kevin Zeitler, guardia destra d’esperienza affidabile ed assai concreta: oltre che a qualche paia di mani sicure in più, Jackson per compiere l’agognato salto di qualità aveva probabilmente più bisogno di una protezione adeguata che, teoricamente, DeCosta dovrebbe avergli fornito.
Il “no” che segue il “sì” alla voce “Miglioramento?” si riferisce esclusivamente al pass rush, reparto per forza di cose uscito depotenziato dall’offseason a seguito delle dipartite di Judon e Ngakoue, giocatori che però non mi hanno mai pienamente convinto – in maglia Ravens, nel caso di Ngakoue – e che per un motivo o per l’altro non hanno mai portato la pressione che ci si sarebbe aspettati accostando i loro cognomi: Oweh ed un possibile veterano – Ingram? Houston? – saranno chiamati a rimpiazzare la loro produzione.

VotoBENE. Basta, dopo il draft non “do più i numeri”. Baltimore, dopo un inizio di free agency un po’ sornione, ha messo esclusivamente a segno colpi intelligenti andando a potenziare al meglio delle proprie possibilità i reparti che più avevano bisogno d’aiuto. Sul pass rush, però, aleggia un enorme punto interrogativo.


CINCINNATI BENGALS

Arrivi più importanti: Trey Hendrickson (EDGE); Mike Hilton (CB); Chidobe Awuzie (CB); Riley Reiff (OT); Larry Ogunjobi (DT); Mike Daniels (DT); Ja’Marr Chase (WR); Jackson Carman (OG); Joseph Ossai (EDGE).

Uscite più importanti: Carl Lawson (EDGE); William Jackson (CB); A.J. Green (WR); John Ross (WR); Giovani Bernard (RB); Geno Atkins (DT).

Miglioramento? Non dove serviva veramente.

Analisi: Questo articolo, più che riassuntivo, sembra essere l’ultimo, esasperato appello alla ragione di un aspirante Don Quijote che combatte indefesso i mulini a vento: fun fact, l’episodio dei mulini a vento è forse uno dei più noiosi e sopravvalutati dell’intero libro che, per un esame di spagnolo, ho dovuto leggere integralmente e vi dirò, merita.
Tentativi di rafforzare l’ethos a parte, i Bengals hanno rimpolpato il reparto difensivo sopperendo alle pesanti dipartite di Jackson, Lawson ed Atkins – al momento ancora free agent, perciò non escludete a priori un possibile ritorno – con gente come Hilton, Awuzie, Hendrickson ed il veterano Daniels: solo il campo avrà modo di dirci se queste scelte permetteranno alla difesa di tornare ad esprimersi a livelli accettabili, personalmente posso solo esprimere sobrio scetticismo, soprattutto per la scelta di rimpiazzare l’ottimo Lawson con Hendrickson.
Ovviamente, inutile continuare a girarci attorno, il giudizio sull’offseason dei Bengals verteva quasi esclusivamente sulla linea d’attacco, reparto che considerato quanto successo a Burrow lo scorso novembre doveva essere migliorato e, purtroppo, non mi sento in grado di dire che ciò si sia verificato: i soli Reiff e Carman, a mio avviso, non bastano, occorreva agire con più convinzione per infondere una dose di talento oggettivamente maggiore, anche se il semplice fatto che si siano sbarazzati di Bobby Hart basta per farmi ritrovare un po’ di fiducia nel loro front office.
Chase e Burrow saranno quasi certamente sufficientemente divertenti da vedere per farci dimenticare la scelta di passare oltre Sewell, ma temo che pure il prossimo autunno l’ex-prima scelta assoluta sarà costretta a correre come un ossesso per salvarsi la pellaccia.

VotoMEH. Ripeto, Chase è quel tipo di giocatore in grado di farti passare dalla testa – per un paio d’ore la domenica – il fatto che tu a 25 anni stia conducendo una vita estremamente insoddisfacente e che, probabilmente, lascerai il mondo non avendo conseguito nessuno dei tuoi obiettivi, ma la loro vera missione era quella di assicurare a Burrow un futuro in questa lega, non riunirlo con il proprio miglior amico.


CLEVELAND BROWNS

Arrivi più importanti: John Johnson (S); Troy Hill (CB); Jadaveon Clowney (EDGE); Malik Jackson (DT); Greg Newsome (CB); Jeremiah Owusu-Koramoah (LB); Tommy Togiai (DT).

Uscite più importanti: Kendall Lamm (OT); Terrance Mitchell (CB); Karl Joseph (S).

Miglioramento? E-N-O-R-M-E.

Analisi: Dopo i Tennessee Titans, i Marroni di Cleveland sono stati la squadra qualificatasi ai playoff che ha concesso il maggior numero di touchdown su passaggio, 31, vedendo gli avversari guadagnare quasi 250 passing yard a partita: numeri del genere non sono certamente scandalosi, ma per una franchigia che dopo decenni di futilità e mediocrità sembra aver deciso di voler competere per il trofeo che porta il nome dell’ex-allenatore dei Packers indirizzare con cotanta convinzione – e brillantezza – i propri bisogni è sinonimo di maturità.
Cleveland ha rafforzato la propria secondaria, anzi, l’intero reparto difensivo mettendo le mani su giocatori di buon livello in grado di contribuire immediatamente come Johnson, Newsome e JOK, andando poi a prendersi un rischio calcolato con Jadaveon Clowney, ragazzo con tutti i mezzi atletici e tecnici necessari per dominare e che, con Garrett dall’altra parte, potrebbe forse tornare ad occupare abusivamente i backfield avversari: esattamente come fatto lo scorso anno con l’attacco, il front office Marrone ha dedicato anima e corpo ad un solo reparto andando a colmare ogni singola lacuna presente ed aggiungendo preziosa profondità. L’anno scorso, per chi se lo fosse dimenticato, questo approccio funzionò.
Se gli innesti dovessero produrre come mi aspetto possano produrre Cleveland potrebbe seriamente essere la nuova anti-Chiefs della AFC.

VotoBENISSIMO! Come avrete avuto modo di intuire in uno dei miei 43 articoli di riassunto su draft, free agency od offseason – repetita iuvant, ricordate – potrei essere il più grande sostenitore al mondo dell’offseason dei Marroni. Parola al campo ora.


PITTSBURGH STEELERS

Arrivi più importanti: Juju Smith-Schuster (WR); Tyson Alualu (DT); Najee Harris (RB); Pat Freiermuth (TE); Kendrick Green (OG).

Uscite più importanti: James Conner (RB); Alejandro Villanueva (OT); Matt Feiler (OG/OT); Maurkice Pouncey (C) [ritirato]; Bud Dupree (EDGE); Mike Hilton, (CB); Steven Nelson (CB).

Miglioramento? Ne dubito fortemente.

Analisi: Pittsburgh ha perso tanti, tantissimi giocatori chiave tenendosi però l’unico di cui avrebbero dovuto sbarazzarsi, il quarterback.
Sì, lo so, è conflitto d’interessi, sto pur sempre parlando della squadra che più mi sta antipatica della NFL e di un essere umano che disprezzo con disarmante sincerità, ma se il loro collasso di fine stagione ci ha insegnato qualcosa è proprio che il braccio destro di Roethlisberger non ne abbia più, che sia in una fase di deterioramento simile a quella appena vissuta da Drew Brees: gli Steelers, con la testardaggine che li contraddistingue, non sono andati a trovarne l’erede neppure quest’anno, anche se forse potrebbero avere in mente qualcosa con protagonista Haskins.
La linea d’attacco, forza motrice dell’intera squadra durante gli anni “d’oro”, è uscita completamente stravolta e snaturata dalla free agency e ciò non è obbligatoriamente un male visto il pessimo livello espresso lo scorso anno soprattutto sul run blocking: la brutta notizia, però, è che il front office non ha fatto poi così tanto per darle nuova linfa vitale e, guardando velocemente la depth chart, non c’è particolar motivo di entusiasmarsi.
La difesa, il reparto che dovrà tenerli competitivi, ha perso nomi importanti come Dupree, Hilton e Nelson, tre giocatori che non sono assolutamente al livello di Watt o Fitzpatrick ma che, negli anni, hanno avuto modo di dare sempre e comunque un contributo costante e consistente.
Non voglio esagerare, ma forse gli Steelers potrebbero incappare in un raro caso di from first to worst e concludere la regular season all’ultimo posto della division.

VotoNO NO NO NO (tipo Daniel Bryan quando al posto di “yes” diceva “no”). Pittsburgh sembra essere alla fine di un ciclo e questa offseason mi ricorda da vicino il classico violinista in zona di guerra che sfoga il proprio dolore sul suo liuto in mezzo alle macerie: hanno una quantità sufficiente di talento per smentirmi, certo, ma non sono particolarmente ottimista.


 

4 thoughts on “Il pagellone dell’offseason NFL 2021: AFC North

  1. Mattia aspetto l analisi della afc south visto che hanno preso jjones e volevo sapere il tuo parere.
    Se voleva vincere l anello in afc l unica x cui doveva firmare erano I chiefs..ma evidentemente non era fattibile. Questo solo x dire che sono un po perplesso dalla sua scelta ma saro contento di essere smentito

  2. In effetti Tylan Wallace sembra forte, ho visto video degli allenamenti e la presa è ottima. Spero che a lui e Duvernay sia dato spazio.
    Intanto i Ravens continuano a rimpolpare la linea offensiva.

  3. D’accordo con te soprattutto sui sentimenti che provi per il #7 degli Steelers.

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