La situazione ora si fa interessante: la mia seconda mamma, l’Internet, mi ha insegnato che quando si parla bene di qualcosa si è tutti amici e tutti bravi ma quando si muove qualsivoglia tipo d’obiezione, apriti cielo.
Non potevo signori, non potevo esimermi dal “dovere” di concludere quanto iniziato qualche giorno, fa parlandovi delle squadre che hanno dominato l’offseason, esibendo quelle che secondo me sono uscite più indebolite da questi ultimi mesi: in una lega regolata dal salary cap ciò è fisiologico, c’è chi sale, c’è chi scende e c’è chi Houston Texans, perciò non prendete sul personale la presenza della vostra squadra del cuore in questo articolo ché molto probabilmente fra dodici mesi la ritroverete fra le vincitrici.
La NFL, salvo che per alcune squadre, è ciclica.

Senza tergiversare ulteriormente, permettetemi di dare inizio allo spettacolo.

Houston Texans

Gli innesti più importanti: Phillip Lindsay, RB (FA, dai Denver Broncos); Christian Kirksey, LB (FA, dai Green Bay Packers); Kevin Pierre-Louis, LB (FA, dal Washington Football Team); Tyrod Taylor, QB (FA, dai Los Angeles Chargers); Davis Mills, QB (draft); Nico Collins, WR (draft)

Le perdite più dolorose: Will Fuller, WR (firmato con i Miami Dolphins); Darren Fells, TE (firmato con i Detroit Lions); Nick Martin, C (firmato con i Las Vegas Raiders); J.J. Watt, EDGE (firmato con gli Arizona Cardinals); Benardrick McKinney, LB (trade con i Miami Dolphins)

Il roster è stato prosciugato di talento fino all’ultima goccia, il quarterback che di loro non vuole saperne assolutamente più niente è stato l’indiscusso protagonista dell’offseason con uno scandalo che definire solamente squallido non renderebbe minimamente l’idea di quanto squallido sia e nonostante tutto il destino della franchigia rimane saldamente in mano alla versione glabra di Rasputin.
Il livello del roster da CFL, non vedo l’ora che arrivi il prossimo autunno per leggere l’Internet domandarsi compulsivamente se l’Alabama di turno possa battere gli Houston Texans, veramente, non vedo l’ora: spoiler alert, no.
Che brutte cose.

Las Vegas Raiders

Gli innesti più importanti: Yannick Ngakoue, EDGE (FA, dai Baltimore Ravens); Kenyan Drake, RB (FA, dagli Arizona Cardinals); Casey Hayward, CB (FA, dai Los Angeles Chargers); John Brown, WR (FA, dai Buffalo Bills); Solomon Thomas, DE (FA, dai San Francisco 49ers); Alex Leatherwood, OT (draft); Trevon Moehrig, S (draft); Divine Deablo, S (draft)

Le perdite più dolorose: Trent Brown, OT (trade con i New England Patriots); Rodney Hudson, C (trade con gli Arizona Cardinals); Gabe Jackson, OG (trade con i Seattle Seahawks); Nelson Agholor, WR (firmato con i New England Patriots); Tyrell Williams, WR (firmato con i Detroit Lions); Maurice Hurst, DT (firmato con i San Francisco 49ers); Lamarcus Joyner, DB (firmato con i New York Jets); Erik Harris, S (firmato con gli Atlanta Falcons)

L’idea generale, in NFL, è che quando qualcosa funziona ci si debba concentrare su quella cosa apportando le necessarie modifiche affinché continui a funzionare nel migliore dei modi: questo discorso lo si poteva applicare per la linea d’attacco dei Raiders, reparto non più dominante come qualche anno fa ma che ciò nonostante ha performato a livelli piuttosto soddisfacenti anche nel 2020.
Ecco, la premiata ditta Mayock-Gruden ha deciso di smembrarla smerciando Hudson, Jackson e Brown al miglior offerente ricevendo indietro un pacchetto di salatini e due o tre cedrate: ok, probabilmente il loro fine ultimo era quello di togliersi dalle spalle il gravoso peso di alcuni contratti di cui volevano disperatamente sbarazzarsi, ma perché rendere necessario un restauro nell’unico reparto decente della squadra quando dall’altra parte si ha una difesa che, da quando ho memoria, è perennemente fra le peggiori della lega?
Perché aggiungere problemi?
Gli innesti, di per loro, non sarebbero nemmeno male, ma dopo aver letto – alcune – delle perdite è piuttosto semplice constatare che il livello del roster sia diminuito rispetto allo scorso autunno e ciò non è assolutamente quello di cui Gruden aveva bisogno, soprattutto se si considera che si sta approcciando al quarto anno del proprio sequel ai Raiders senza aver ancora giocato una singola partita di playoff.
Ah sì, ancora non mi va giù la scelta di coprire – relativamente – d’oro Kenyan Drake a soli due anni di distanza dall’aver utilizzato una preziosa scelta al primo round per Jacobs.

Green Bay Packers

Gli innesti più importanti: Aaron Jones (FA, dai Green Bay Packers); Eric Stokes, CB (draft); Josh Myers, C (draft); Amari Rodgers, WR (draft).

Le perdite più dolorose: Corey Linsley, C (firmato con i Los Angeles Chargers); Jamaal Williams, RB (firmato con i Detroit Lions).

A parte la dipartita dell’All-Pro Corey Linsley, il flusso di movimenti dei Green Bay Packers è stato piuttosto ridotto e ciò non è obbligatoriamente un male per una squadra arrivata ad un paio d’errori dal Super Bowl.
Il problema è che nelle ultime settimane è successa quella cosa riguardante Aaron Rodgers che potrebbe far sì che il 4&8 non giocato contro i Buccaneers avrebbe potuto essere il suo ultimo snap con la divisa più bella della NFL.
Credo che a questo punto possiate comprendere le ragioni della mia scelta.

Pittsburgh Steelers

Gli innesti più importanti: Juju Smith-Schuster, WR (FA, dai Pittsburgh Steelers); Tyson Alualu, DT (FA, dai Pittsburgh Steelers); Najee Harris, RB (draft); Pat Freiermuth, TE (draft); Kendrick Green, OG (draft).

Le perdite più dolorose: James Conner, RB (firmato con gli Arizona Cardinals); Alejandro Villanueva, OT (firmato con i Baltimore Ravens); Matt Feiler OG/OT (firmato con i Los Angeles Chargers); Maurkice Pouncey, C (ritirato); Bud Dupree, EDGE (firmato con i Tennessee Titans); Mike Hilton, CB (firmato con i Cincinnati Bengals).

L’offseason degli Steelers è stata strana: tranne il front office, chiunque – indipendentemente dalla propria simpatia od antipatia nei loro confronti – sembra essere in grado di intravedere l’inizio dei titoli di coda di un ciclo che ha regalato alla Steel City ed al mondo intero tanto drama ed un numero schifosamente striminzito di successi in campo.
Dopo aver visto la linea d’attacco sgretolarsi fra addii importanti e ritiri, Pittsburgh ha colmato solamente una delle tante lacune selezionando al draft Kendrick Green: non sono uno dei sedicenti analisti che si oppone per partito preso ad un running back al primo round del draft, ma la scelta di Najee Harris, in luce dell’esasperante inefficienza del gioco di corse nel 2020, avrebbe avuto più senso con una linea d’attacco nella media.
In difesa non potranno più contare su pedine importanti come Dupree, Hilton e Nelson – al momento ancora free agent e pertanto non escludo a priori che possa tornare all’ovile – ed in attacco, oltre alla sospetta linea d’attacco già citata, il quarterback sarà ancora una volta lo stesso Ben Roethsliberger che nella seconda metà della scorsa stagione è apparso oggettivamente bollito.

Tennessee Titans

Gli innesti più importanti: Denico Autry, DE (FA, dagli Indianapolis Colts); Bud Dupree, EDGE (FA, dai Pittsburgh Steelers); Janoris Jenkins, CB (FA, dai New Orleans Saints); Caleb Farley, CB (draft); Dillon Radunz, OT (draft); Monty Rice, LB (draft)

Le perdite più dolorose: Corey Davis, WR (firmato con i New York Jets); Jonnu Smith, TE (firmato con i New England Patriots); Isaiah Wilson, OT (brutta storia); Jadaveon Clowney, EDGE (firmato con i Cleveland Browns); Malcolm Butler, CB (firmato con gli Arizona Cardinals); Adoree Jackson, CB (firmato con i New York Giants); Desmond King, CB (firmato con gli Houston Texans).

Offseason difficile quella dei Titans, costretti a salutare numerosi giocatori importanti – non fondamentali, occorre precisarlo – come Davis, Smith e Jackson.
Dopo aver ricoperto d’oro il duo Tannehill-Henry, era palese che in una offseason funestata dall’abbassamento del tetto salariale Tennessee non avesse modo di rinnovare alcuni degli individui esplosi nell’ultimo anno e mezzo, anche se ha comunque investito con lodevole convinzione su Bud Dupree, chiamato a rendere fin da subito nella disperata missione di elevare il livello di uno dei pass rush più anemici della lega: non ho intenzione di discutere il valore del giocatore, sia chiaro, ma reputo piuttosto difficile che renda come durante gli ultimi anni agli Steelers dopo un infortunio del genere e senza Watt dall’altra parte della linea difensiva.
Il reparto che più mi preoccupa è la secondaria, mostruosamente depauperata di talento ed esperienza a marzo: il rookie Farley, esattamente come Dupree, è chiamato a performare fin da settembre.
A.J. Brown è uno dei ricevitori più promettenti della lega, certo, ma senza Corey Davis dall’altra parte per le difese avversarie sarà leggermente più facile concentrarsi esclusivamente su di lui.

New Orleans Saints

Gli innesti più importanti: Payton Turner, DE (draft); Pete Werner, LB (draft); Paulson Adebo, CB (draft); Ian Book, QB (draft)

Le perdite più dolorose: Drew Brees, QB (ritirato); Emmanuel Sanders, WR (firmato con i Buffalo Bills); Jared Cook, TE (firmato con i Los Angeles Chargers); Trey Hendrickson, EDGE (firmato con i Cincinnati Bengals); Sheldon Rankins, DT (firmato con i New York Jets); Alex Anzalone, LB (firmato con i Detroit Lions); Janoris Jenkins, CB (firmato con i Tennessee Titans); Justin Hardee, DB (firmato con i New York Jets)

Che questa per i Saints fosse una offseason sciagurata lo si sapeva da tempo, l’unica cosa potenzialmente in grado di lenire le inevitabili ferite sarebbe stata la vittoria del Super Bowl ma, con l’eliminazione arrivata per mano degli eventuali campioni Buccaneers, ciò non ha potuto concretizzarsi.
Il ritiro di Brees, ampiamente preventivato, permetterà a Jameis Winston di vincere la maglia da titolare e ciò, visto il pietoso stato di salute del braccio destro di Drew Brees negli ultimi anni, non è obbligatoriamente una brutta notizia: ciò che preoccupa, invece, è la tenuta di un reparto difensivo che nelle recenti stagioni ha dimostrato di poter tranquillamente dominare, quando in giornata.
Lo spazio salariale dei Saints era congestionato da una moltitudine di contratti firmati con il chiaro obiettivo di massimizzare gli ultimi anni di carriera di Brees e permettergli di congedarsi dalla NFL con un sempre apprezzabile Lombardi, perciò il fatto che fra “gli innesti più importanti” figurino esclusivamente giocatori arrivati via draft non deve assolutamente stupirvi: New Orleans, durante la free agency, è stata costretta esclusivamente a tagliare a destra e sinistra nella disperata missione di far quadrare i conti e tornare sotto il limite.

7 thoughts on “NFL: le squadre uscite peggio dall’offseason

  1. Dal sito nfl si evince che julio jones potrebbe cambiare aria. Ravens a parte (per carita manco a pensarlo) si paventano nell ordine..
    Browns patriots raiders packers anche se questi stanno intasati dai contratti…
    Che ne pensi…

    • Più penso ad una squadra più me ne vengono in mente! Julio è uno di quei giocatori che per ovvi motivi starebbe veramente bene ovunque, anche se non sono molte le squadre che potranno permetterselo, salvo acrobazie salariali di qualche squadra!
      A me piacerebbe tanto ai Colts, ma vabbè, mi basta che non finisca in una di quelle squadre da 4 vittorie

  2. Per l’ultimo ballo di Big Ben gli Steelers sono andati su un RB al primo giro e un TE al secondo, malgrado avessero ben altre esigenze.
    In questi anni inoltre, a parte Rudolph, non hanno draftato qb. Fedeli al condottiero fino in fondo.

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