NFC NORTH

Chicago Bears

Cosa serviva: quarterback, offensive tackle, cornerback, wide receiver

Le scelte: Justin Fields, QB, Ohio State (scelta numero 11); Teven Jenkins, OT, Oklahoma State (scelta numero 39); Larry Brown, OG, Missouri (scelta numero 151); Khalil Herbert, RB, Virginia Tech (scelta numero 217); Dazz Newsome, WR, North Carolina (scelta numero 221); Thomas Graham Jr., CB, Oregon (scelta numero 228); Khyiris Tonga, DT, BYU (scelta numero 250)

Analisi: Poi magari scopriamo che Justin Fields è tutto hype e poca sostanza, o abbiamo l’ennesima prova che l’aria di Chicago sia in grado di trasformare anche il più promettente dei quarterback in un’inefficiente ed inefficace macchina da handoff, ma non si può non lodare il front office per quanto fatto: impantanati nelle sabbie mobili della mediocrità, i Bears avevano bisogno di una svolta, di un qualcosa in grado di restituire dell’entusiasmo ad una fanbase tanto fedele quanto maltrattata, e con coraggio e la giusta dose di aggressività si sono portati a casa un quarterback con tutto il necessario per diventare franchise quarterback.
Teven Jenkins sarà fin da subito uno dei giocatori più amati dai tifosi, un tackle incredibilmente violento e fisico che sembra essere stato creato in laboratorio da scienziati che rispondono al nome di Halas e Ditka, ma permettetemi di chiudere tornando su Justin Fields: ho visto troppi quarterback fallire per essere stupidamente sicuro che lui possa riscrivere la storia dei Bears, non voglio assolutamente dirvi che con lui under center Chicago si guadagnerà un posto nell’Olimpo della NFC, non prevedo il futuro e non ne capisco così tanto di football, ma tenendo in considerazione quanto fatto vedere al college, il bisogno disperato di Chicago di trovare modi per lenire le ferite inferte dalla loro personalissima spada di Damocle e la possibilità di un futuro costellato di quarterback ponte come Dalton o Foles, la trade che li ha portati a Fields è stata una grandissima mossa.
Il futuro potrà smentirmi/ci, ma per il momento mi sento piuttosto tranquillo ad affermare che il loro draft, per i motivi appena elencati, sia stato il migliore in assoluto ed il voto che avrete sicuramente già spiato ne è la prova.

Voto10. Esattamente il draft di cui avevano bisogno: questa franchigia, dopo la firma di Dalton, sembrava destinata ad altri anni di putrida mediocrità poiché diciamocelo, con un quarterback ed una squadra del genere si vincono troppe partite per pescare bene al draft e troppe poche per considerare la stagione un successo.
Si sono portati a casa un quarterback che potrebbe riscrivere la storia della franchigia, un quarterback che non aveva alcun motivo di essere disponibile a quel punto del draft.
Bravi Bears, vi ho criticato spesso e volentieri ma questa volta mi trovo costretto ad elogiarvi, miglior draft in assoluto.


Detroit Lions

Cosa serviva: calma, e tutto il resto circa

Le scelte: Penei Sewell, OT, Oregon (scelta numero 7); Levi Onwuzurike, DT, Washington (scelta numero 41); Alim McNeill, DT, North Carolina State (scelta numero 72); Ifeatu Melifonwu, CB, Syracuse (scelta numero 101); Amon-Ra St. Brown, WR, USC (scelta numero 112); Derrick Barnes, LB, Purdue (scelta numero 113); Jermar Jefferson, RB, Oregon State (scelta numero 257)

Analisi: Siamo così plagiati dal fantasy football e da squadre che viaggiano sopra i 30 punti a partita che tendiamo a valutare l’attacco di una squadra quasi esclusivamente in funzione del livello degli skills player, ma fidatevi di me, il valore assoluto di un left tackle è enne volte superiore a quello di un ricevitore, salvo che il ricevitore in questione si chiami Julio Jones o Davante Adams: l’attacco dei Lions, con Sewell come left tackle, ha messo le fondamenta per essere un reparto di tutto rispetto per il prossimo decennio. Questo autunno probabilmente faranno fatica a mettere punti a tabellone, ma quando fra qualche anno potranno vantare una linea d’attacco di primissimo livello forse apprezzeremo ancora di più la loro scelta.
McNeill e Onwuzurike portano tanta fisicità in una linea difensiva che negli ultimi anni è stata costantemente perforata dai run game avversari e, come la nuova “norma” vuole, contribuiranno anche a portare pressione al quarterback avversario grazie ad esplosività che qualora dovesse essere coniugata a tecnica ed ampliamento delle mosse di pass rush potrebbe elevare l’intero reparto difensivo.
St. Brown al quarto giro è un buon affare, soprattutto considerando quanto avessero bisogno di un ricevitore e credo che fin da subito avrà modo di guadagnarsi i suoi 6-7 target a partita.

Voto8,5. Questo draft ci ha fatto comprendere cosa saranno d’ora in avanti i Detroit Lions, una squadra fisica che tenterà di arrivare al successo malmenando gli avversari sulla linea di scrimmage.
Avrei voluto vederli investire con un po’ più di convinzione sulle skills position in modo da aiutare fin da subito Goff, ma va bene così.


Green Bay Packers

Cosa serviva: center, wide receiver, cornerback, linebacker

Le scelte: Eric Stokes, CB, Georgia (scelta numero 29); Josh Myers, C, Ohio State (scelta numero 62); Amari Rodgers, WR, Clemson (scelta numero 85); Royce Newman, OG, Mississippi (scelta numero 142); Tedarrell Slaton, DT, Florida (scelta numero 173); Shemar Jean-Charles, CB, Appalachian State (scelta numero 178); Cole Van Lanen, OG, Wisconsin (scelta numero 214); Isaiah McDuffie, LB, Boston College (scelta numero 220); Kylin Hill, RB, Mississippi State (scelta numero 256)

Analisi: Eric Stokes è stato universalmente definito come reach, ma quelli che lo hanno definito tale potrebbero essere tranquillamente smentiti poiché la storia è fatta dai giocatori che dieci anni dopo essere approdati in NFL leggono in qualche trasmissione radiofonica il proprio draft report: ciò di cui sono sicuro è che avessero bisogno di un cornerback e che continuare ad insistere sulla secondaria credo sia una buona idea, soprattutto considerando l’esplosione di Alexander ed il promettente sviluppo di Savage.
Myers è candidato ad una maglia da titolare ed all’infame compito di non far rimpiangere Corey Linsley e credo avrà modo di rendere fin da subito nella iper-competente linea d’attacco dei Green Bay Packers; Amari Rodgers, con la propria esplosività, rende immediatamente più pericoloso l’attacco dei Packers e con un po’ di sessioni di allenamento private con Davante Adams potrebbe tranquillamente trasformarsi in un ricevitore da Pro Bowl più prima che dopo, soprattutto se impara in fretta come correre le tracce da vero professionista.
Ho apprezzato particolarmente la scelta di dare profondità alla secondaria e ad entrambe le linee, anche se purtroppo l’incertezza attorno al futuro di Rodgers fa evaporare l’entusiasmo e l’ottimismo che caratterizzano questo periodo dell’anno per moltissimi tifosi.

Voto6,5. Reach per Stokes? Solo il tempo ce lo dirà. Myers? Forse avrebbero potuto selezionare Humphrey, ma pure in questo caso chi sono io per criticare con cognizione di causa l’operato di uno dei migliori front office della lega?
Draft funestato dal flusso di notizie trapelate su un certo giocatore, staremo a vedere cosa succederà.


Minnesota Vikings

Cosa serviva: serio aiuto lungo la linea d’attacco, cornerback, edge rusher, safety

Le scelte: Christian Darrisaw, OT, Virginia Tech (scelta numero 23); Kellen Mond, QB, Texas A&M (scelta numero 66); Chazz Surratt, LB, North Carolina (scelta numero 78); Wyatt Davis, G, Ohio State (scelta numero 86); Patrick Jones II, EDGE, Pittsburgh (scelta numero 90); Kene Nwangwu, RB, Iowa State (scelta numero 119); Camryn Bynum, CB, California (scelta numero 125); Janarius Robinson, EDGE, Florida State (scelta numero 134); Ihmir Smith-Marsette, WR, Iowa (scelta numero 157); Zach Davidson, TE, Central Missouri (scelta numero 168); Jaylen Twyman, DT, Pittsburgh (scelta numero 199)

Analisi: Nel corso degli anni ogni fallimento dei Minnesota Vikings è stato imputato a Kirk Cousins e malgrado il mio amore per lui mi impedisca di addossargli particolare colpe, è piuttosto intuitivo comprendere che da un quarterback così pagato ci si aspetti sempre quel qualcosa in più in grado di trascinare la squadra al successo anche nei giorni più difficili: Tom Brady, in questo senso, ci ha abituati troppo bene.
Tutto questo incipit per introdurre l’argomento linea d’attacco, da anni punto debole di una squadra incapace di fare il salto di qualità principalmente per l’inabilità dei lineman di garantire una tasca pulita al proprio quarterback contro avversari di primo livello: Darrisaw dovrebbe immediatamente dare una mano grazie ad un’irresistibile combinazione di potenza, tecnica e controllo del proprio corpo.
Mond, sebbene da molti sia stato già definito come erede di Cousins in un futuro in cui Minnesota non dovrà più 30eppassa milioni garantiti al proprio quarterback, per il momento va a colmare una sottovalutata lacuna presente nel loro roster, ossia la mancanza di un vero backup quarterback: con un tirocinio di uno o più anni dietro Cousins, Mond ha tutto il potenziale per diventare titolare.
Surratt, ex-quarterback recentemente trasformatosi in linebacker, ha i mezzi atletici per avere successo in NFL a patto che riesca ad imparare quanto prima possibile tutti i segreti della posizione, mentre Wyatt Davis potrebbe tranquillamente essere schierato titolare dal season opener ed è scivolato alla 86 esclusivamente a causa di qualche guaio fisico di troppo sofferto durante l’ultima stagione.
La difesa beneficerà della profondità apportata dai vari Jones II, Bynum, Robinson e Twyman, anche se potrebbero essere chiamati in campo prima del previsto: nel reparto difensivo dello scorso anno probabilmente avrei ricevuto un paio di snap pure io.
Esagerato.

Voto8-. Draft solidissimo quello dei Vikings, impreziosito dal capolavoro messo insieme da Spielman al primo round che è stato in grado di guadagnarsi scelte importanti portandosi comunque a casa il giocatore che desiderava. Per il secondo anno di fila tanti rookie per loro che, vista la bassa età media di alcuni reparti, potrebbero faticare un po’ più del previsto il prossimo autunno.


NFC EAST

Dallas Cowboys

Cosa serviva: qualsiasi persona sappia difendere, profondità lungo la linea d’attacco

Le scelte: Micah Parsons, LB, Penn State (scelta numero 12); Kelvin Joseph, CB, Kentucky (scelta numero 44); Osa Odighizuwa, DT, UCLA (scelta numero 75); Chauncey Golston, DE, Iowa (scelta numero 84); Nahshon Wright, CB, Oregon State (scelta numero 99); Jabril Cox, LB, LSU (scelta numero 115); Josh Ball, OT, Marshall (scelta numero 138); Simi Fehoko, WR, Stanford (scelta numero 179); Quinton Bohanna, DT, Kentucky (scelta numero 192); Israel Mukuamu (scelta numero 227); Matt Farniok, OG, Nebraska (scelta numero 238)

Analisi: L’unica cosa che mi preoccupa riguardante Micah Parsons è la sua immaturità, poiché negli ultimi mesi ogni singola affermazione di un prospetto che mi abbia fatto aggrottare le sopracciglia è uscita dalla sua bocca: non sono sicuro che Dallas sia l’ambiente giusto per rendere tutto ciò possibile, ma sperare – come sognare – non costa niente, no?
Il disastroso 2020 è stato reso tale non solo dallo sciagurato infortunio occorso a Prescott, ma pure dall’avvilente incompetenza della difesa, reparto sistematicamente demolito dagli attacchi avversari: in tal caso ho apprezzato veramente tanto la scelta di utilizzare le prime sei chiamate per tentare di aggiustare un reparto che costringeva il proprio quarterback a lanciare per almeno 400 yard a partita per provare a restare competitivi.
Parsons, Joseph, Odighizuwa e Cox potrebbero ricoprire un ruolo importante nel reparto difensivo già da settembre, poiché come già detto il livello del reparto difensivo lo scorso anno è stato così basso che pure mandare rookie allo sbaraglio potrebbe risultare più intelligente che aspettarsi un miglioramento da parte dei signori in campo lo scorso anno.
La secondaria, comunque, rimane sospetta.

Voto7+. Tanta gente ha odiato il draft dei Cowboys per qualche reach di troppo, ma personalmente l’ho apprezzato per il consapevole impegno con il quale hanno provato a migliorare il reparto difensivo, disastroso la scorsa stagione. Parsons e Cox mettono Vander Esch e Smith in una posizione molto scomoda, ma sono convinto che un po’ di sana competizione tirerà fuori il meglio da tutti.


New York Giants

Cosa serviva: edge rusher, linebacker, profondità lungo la linea d’attacco

Le scelte: Kadarius Toney, WR, Florida (scelta numero 20); Azeez Ojulari, EDGE, Georgia (scelta numero 50); Aaron Robinson, CB, UCF (scelta numero 71); Elerson G. Smith, EDGE, Northern Iowa (scelta numero 116); Gary Brightwell, RB, Arizona (scelta numero 196); Rodarius Williams, CB, Oklahoma State (scelta numero 201)

Analisi: Toney è un playmaker in una lega nella quale i playmaker sono più che mai importanti: gli manca ancora tanto per poter essere considerato un ricevitore completo, ma la sua abilità nel creare yard con la palla in mano è semplicemente un qualcosa di speciale che basta a giustificare l’ingente investimento compiuto dal front office newyorkese.
Ho già definito Ojulari alla 50 come potenziale steal del draft, non vedo l’ora di osservarlo in azione a fianco dei vari Williams e Lawrence mentre Robinson completa una secondaria che poteva già contare sull’ottimo Bradberry e sul neo-arrivato Jackson: la versatilità che gli permette di giocare sia all’esterno che nella slot tornerà molto comoda ai Giants.
Smith dovrà trovare un modo per compensare alla propria mancanza di forza, ma per il momento potrebbe essere un buon pezzo rotazionale e Williams, se riuscirà a guadagnarsi un posto nel roster, per il momento darà preziosa profondità.
Quello dei Giants è stato un buon draft impreziosito da un paio di trade down che hanno esponenzialmente aumentato il capitale a disposizione di Gettleman in vista del prossimo anno: ora la palla passa a Jones che, ragionevolmente, può essere considerato come uno dei giocatori più sotto pressione in vista della nuova stagione.

Voto8+. Bel draft quello dei New York Giants, anche se ho letto di molte persone insoddisfatte dalla mancanza di rinforzi lungo la linea d’attacco; Jones avrà a disposizione un nutrito arsenale di ricevitori tutti con caratteristiche molto diverse fra di loro e Ojulari, se in salute, potrebbe trasformarsi in un Pro Bowler.


Philadelphia Eagles

Cosa serviva: ripartire da capo, con Hurts

Le scelte: DeVonta Smith, WR, Alabama (scelta numero 10); Landon Dickerson, C, Alabama (scelta numero 37); Milton Williams, DT, Louisiana Tech (scelta numero 73); Zech McPhearson, CB, Texas Tech (scelta numero 123); Kenneth Gainwell, RB, Memphis (scelta numero 150); Marlon Tuipulotu, DT, USC (scelta numero 189; Tarron Jackson, EDGE, Coastal Carolina (scelta numero 191); JaCoby Stevens, S, LSU (scelta numero 224); Patrick Johnson, EDGE, Tulane (scelta numero 234)

Analisi: Non tifo Eagles, anzi, in un certo senso il loro perenne melodramma è una delle cose che più mi diverte della stagione NFL, ma non posso non fare il tifo per DeVonta Smith, ricevitore reduce da una stagione semplicemente surreale “scivolato” alla decima scelta assoluta a causa di dubbi e speculazioni sul suo peso: è vero, che un giocatore NFL sia così leggero è un qualcosa di inconcepibile, ma il ragazzo durante l’ultimo anno era sempre e comunque libero.
Sono contento per Hurts, sono contento che possa contare su un ricevitore del genere e vederlo dominare in NFL – eventualmente – mi renderebbe molto felice, così come mi renderebbe felice vedere Dickerson in campo per tutte le diciassette – è ancora strano scriverlo – partite che compongono una stagione NFL: nel suo bollettino medico troviamo già un paio d’infortuni gravissimi, ma il suo valore assoluto come giocatore è fuori discussione, in un mondo ideale sarebbe stato selezionato verso metà del primo round. Per il momento potrebbe giocare come guardia, anche se fra non troppi anni potrebbe sostituire l’ottimo Jason Kelce.
Williams, McPhearson, Tuipulotu, Jackson, Stevens e Johnson tenteranno di trovarsi un posto in una difesa che sulla carta sembra essere di buon livello ma che una volta in campo, per un motivo o per l’altro, fatica a produrre: l’aggiunta di Williams, in particolar modo, mi intriga poiché il cuore della D-line degli Eagles è già assai profondo e brillante e sono curioso di vedere cosa sarà in grado di fare in una rotazione che comprende già Cox e Hargrave.

Voto: 8-. Il voto potrebbe alzarsi drasticamente qualora Dickerson dovesse trovare un modo per restare sano. Ho apprezzato la volontà di dare a Hurts una vera opportunità per guadagnarsi la loro fiducia  e dell’intera città: Philadelphia ha messo le basi per una rifondazione che dopo l’addio di Wentz è apparsa necessaria.


Washington Football Team

Cosa serviva: quarterback, wide receiver, profondità lungo la linea d’attacco, linebacker

Le scelte: Jamin Davis, LB, Kentucky (scelta numero 19); Sam Cosmi, OT, Texas (scelta numero 51); Benjamin St-Juste, CB, Minnesota (scelta numero 74); Dyami Brown, WR, North Carolina (scelta numero 82); John Bates, TE, Boise State (scelta numero 124); Darrick Forrest, S, Cincinnati (scelta numero 163); Camaron Cheeseman, LS, Michigan (scelta numero 225); Will Bradley-King, EDGE, Baylor (scelta numero 240); Shaka Toney, EDGE, Penn State (scelta numero 246); Dax Milne, WR, BYU (scelta numero 258)

Analisi: Essere un linebacker in NFL non è facile, le responsabilità di un LB professionista sono infinitamente maggiori rispetto a quelle di uno al college, ma Jamin Davis ha tutti i mezzi atletici per trasformarsi in uno dei migliori del ruolo: la sua esplosività unita alla sua abilità nel marcare gli attaccanti avversari lo rende un prospetto assolutamente interessante che con un po’ di pazienza potrebbe rendere la già arcigna difesa di Washington inespugnabile.
Cosmi e Brown si candidano ad un ruolo importante in attacco fin da settembre e dobbiamo elogiare il front office di Washington per due value pick che vanno a colmare due lacune presenti nel loro roster: St-Juste, invece, è un prospetto particolare in quanto malgrado i 24 anni d’età lo rendano un rookie “attempato” la relativa mancanza di esperienza nella posizione potrebbe condannarlo ad una prima stagione in NFL particolarmente frustrante, anche se la sua combinazione di stazza e potenza è molto rara in un cornerback.
Stendendo un velo pietoso sul long snapper alla 225 – anche se Cheeseman è un cognome così bello che quasi quasi li perdono -, durante il terzo giorno del draft Washington ha voluto aggiungere profondità al già terrificante pass rush.
Il roster nel suo complesso mi piace veramente tanto, lo ritengo di ottimo livello nelle posizioni più importanti in assoluto, peccato solo che manchi un quarterback e che forse avrebbero dovuto essere loro a rompere il salvadanaio delle scelte al draft per assicurarsi Fields, anche se immagino che i Giants non avrebbero permesso agli odiati rivali di division di trovare il quarterback del futuro dando loro la scelta necessaria.

Voto7,5. Washington ha aggiunto un paio di prospetti che rendono immediatamente più competitivo il roster: Davis, Cosmi e Brown in particolar modo credo che possano ritagliarsi un ruolo importante fin da subito.
Rimpiangeranno di non essere stati aggressivi come i Bears nel provare ad assicurarsi Fields? Troppo presto per dirlo.


NFC WEST

Arizona Cardinals

Cosa serviva: cornerback, tight end, wide receiver, interior lineman

Le scelte: Zaven Collins, LB, Tulsa (scelta numero 16); Rondale Moore, WR, Purdue (scelta numero 49); Marco Wilson, CB, Florida (scelta numero 136); Victor Dimujeke, EDGE, Duke (scelta numero 210); Tay Gowan, CB, UCF (scelta numero 223); James Wiggins, S, Cincinnati (scelta numero 243); Michal Menet, C, Penn State (scelta numero 247)

Analisi: Collins è un prospetto intrigante principalmente per il proprio mix di stazza, atletismo ed istinto, mentre Moore, malgrado un’altezza tutt’altro che impressionante, è uno dei giocatori più esplosivi di questa annata e sono convinto che possa fare disastri nello schema offensivo ricolmo di screen pass degli Arizona Cardinals.
Avrebbero potuto/dovuto selezionare un cornerback con una delle prime due scelte? Probabilmente sì, anche se a questo punto non escludo aggiungano un veterano tramite free agency – Hayward, Sherman e Nelson sono ancora disponibili -: ciò di cui sono sicuro è che il rookie Marco Wilson avrà fin da subito l’opportunità di guadagnarsi un ruolo importante nella loro rotazione difensiva, anche se non mi sento di escludere a priori ciò pure per Gowan, cornerback che secondo quelli di PFF non avrebbe dovuto essere disponibile a quel punto del draft.
Arizona non ha avuto molte scelte, è vero, ma se si considera che parte delle scelte “perse” sono state utilizzate per portare nel deserto Hopkins e Hudson, digerire la penuria di scelte al draft diventa incredibilmente più facile: quando leggete il voto finale tenete ben presente quanto appena detto, ciò potrebbe aiutarvi ad aumentare la valutazione di almeno un voto.

Voto7-. Arizona ha selezionato solamente tre giocatori dentro la top 200, quindi è ovvio che il voto non possa essere particolarmente alto. Collins e Moore dovranno dimostrare immediatamente di essere valsi l’investimento, anche perché immagino che Arizona abbia voglia di vincere ora finché Murray gioca pressoché gratis.


Los Angeles Rams

Cosa serviva: profondità lungo la linea d’attacco, tight end, safety

Le scelte: Tutu Atwell, WR, Louisville (scelta numero 57); Ernest Jones, LB, South Carolina (scelta numero 103); Bobby Brown III, DT, Texas A&M (scelta numero 117); Robert Rochell, CB, Central Arkansas (scelta numero 130); Jacob Harris, WR, UCF (scelta numero 141); Earnest Brown IV, EDGE, Northwestern (scelta numero 174); Jake Funk, RB, Maryland (scelta numero 233); Ben Skowronek, WR, Notre Dame, (scelta numero 249); Chris Garrett, EDGE, Concordia-St. Paul (scelta numero 252)

Analisi: Parlare di un draft dei Rams non è mai propriamente facile, soprattutto se si considera quanto fatto dal front office negli ultimi anni: Los Angeles non seleziona un giocatore al primo round dal 2016 – Goff – ed a causa di varie trade, ultima delle quali quella di Stafford, non selezionerà entro le prime 32 scelte fino al 2024, anche se nel frattempo potrebbero tranquillamente inserire tale pick in qualche trade nei prossimi anni.
Con la prima scelta a loro disposizione hanno selezionato un giocatore che pesa come me ed è alto un po’ meno di me e sapete quanto faccia fatica – traduzione carina di “trovi ridicolo” – a proiettarmi in un campo da football: Atwell è un ricevitore estremamente veloce che dovrà beneficiare della presenza a roster di Jackson per imparare i segreti del mestiere da uno dei migliori deep threat della storia.
Jones è un buon run defender su cui però gravano dubbi in copertura, mentre Bobby Brown, dopo lunghissime ore di studio con Aaron Donald, potrebbe trasformarsi in un defensive tackle completo e violento; hanno aggiunto parecchia profondità nelle skills position e nel front seven e considerando la loro situazione salariale affrontare il draft con questo atteggiamento era indispensabile: col tempo, poi, i giocatori selezionati potrebbero trasformarsi in qualcosa di ben più importante che “giocatori di profondità”.

Voto6. Los Angeles si è garantita i giocatori di cui aveva bisogno, un ricevitore ed un linebacker, ma entrambi portano in seno tante incognite: ovviamente il front office ed il coaching staff avranno fatto i loro compiti per casa, ma probabilmente Los Angeles avrebbe potuto sfruttare meglio le poche scelte “importanti” a loro disposizione.


San Francisco 49ers

Cosa serviva: usare al meglio la terza scelta assoluta

Le scelte: Trey Lance, QB, North Dakota State (scelta numero 3), Aaron Banks, G, Notre Dame (scelta numero 48); Trey Sermon, RB, Ohio State (scelta numero 88); Ambry Thomas, CB, Michigan (scelta numero 102); Jayloon Moore, OT, Western Michigan (scelta numero 155); Deommodore Lenoir, CB, Oregon (scelta numero 172); Talanoa Hufanga, S, USC (scelta numero 180); Eli Mitchell, RB, Louisiana-Lafayette (scelta numero 194)

Analisi: Il draft dei ‘Niners potrebbe essere uno dei più difficili da valutare in assoluto, poiché tutta la nostra attenzione è su Trey Lance, selezionato con la terza scelta assoluta dopo mesi di divertente telenovela nella quale quel gran trollone di Kyle Shanahan ci aveva portati a credere di aver sacrificato tutto quel prezioso capitale per scalare il tabellone ed assicurarsi Mac Jones, quarterback che come abbiamo avuto modo di constatare avrebbero – quasi sicuramente – potuto prendere senza particolari problemi alla 12: Lance e Shanahan, insieme, potrebbero fare grandissime cose e cambiare per sempre la NFL.
Banks è stato definito da molti analisti un reach, Sermon sotto la guida di Shanahan potrebbe trasformarsi in un running back titolare in pochissimo tempo, ma non prendiamoci in giro, il draft dei 49ers è Trey Lance: non ho idea di quando lo vedremo under center ma non vedo l’ora di testimoniare cosa sarà in grado di fare Shanahan con un quarterback in grado di eccellere sia nella tasca che come corridore.

Voto7,5. È inutile dilungarsi in discorsi sterili, l’intero draft dei 49ers sarà valutato in base al rendimento di Trey Lance: il sodalizio con Shanahan potrebbe creare qualcosa di assai interessante.


Seattle Seahawks

Cosa serviva: tanto per cambiare aiuto lungo la linea d’attacco, edge rusher, cornerback, qualche scelta in più al draft

Le scelte: D’Wayne Eskridge, WR, Western Michigan (scelta numero 56); Tre Brown, CB, Oklahoma (scelta numero 137); Stone Forsythe, OT, Florida (scelta numero 208)

Analisi: Tre scelte, un draft.
Elenchino puntato?

  • D’Wayne Eskridge è il classico ricevitore che i Seahawks possono trasformare in un fenomeno, piccolo ma esplosivo e capace di correre le tracce meglio di tanti colleghi già professionisti;
  • Tre Brown è un po’ troppo sottodimensionato per la posizione, ma ha tutto ciò che serve per contribuire perlomeno come slot defender;
  • Stone Forsythe alla 208 è un mezzo steal.

Fine.

Voto6. Avevano solamente tre scelte, non c’è molto da dire. Immagino che ognuno dei tre giocatori selezionati contribuirà fin da subito, soprattutto in luce delle tante lacune presenti nel loro roster.


NFC SOUTH

Atlanta Falcons

Cosa serviva: cornerback, safety, edge rusher… quarterback?

Le scelte: Kyle Pitts, TE, Florida (scelta numero 4); Richie Grant, S, UCF (scelta numero 40); Jalen Mayfield, OT, Michigan (scelta numero 68); Darren Hall, CB, San Diego State (scelta numero 108); Drew Dalman, C, Stanford (scelta numero 114); Ta’Quon Graham, DT, Texas (scelta numero 148); Adetokunbo Ogundeji, EDGE, Notre Dame (scelta numero 182); Avery Williams, CB, Boise State (scelta numero 183); Frank Darby, WR, Arizona State (scelta numero 187)

Analisi: Kyle Pitts è stato definito da un non indifferente numero di analisti come il miglior giocatore disponibile al draft e ciò, cari lettori, vorrà dire qualcosa: Pitts è la definizione vivente di matchup nightmare, non può essere contenuto dai linebacker – troppo lenti – così come non si può pensare di piazzarci insieme un defensive back, ciò non avrebbe particolare senso vista la sua stazza e la sua ottima abilità nel vincere le contested catch.
Con Pitts l’attacco dei Falcons aggiunge una nuova dimensione, ma come abbiamo avuto modo di vedere negli ultimi anni non basta un attacco esplosivo per vincere consistentemente partite in NFL, serve pure una difesa in grado di non imbarcarne 30 o 40 ogni domenica: per questa ragione Grant e Hall potrebbero essere chiamati a ricoprire un ruolo chiave fin da subito, la secondaria dei Falcons ha bisogno di tutto l’aiuto possibile e Grant, in particolar modo, potrebbe essere messo nella posizione di vincere la maglia da titolare pressoché immediatamente.
Mayfield competerà per lo spot di guardia sinistra, ma è inutile continuare a fare finta di niente: qualcuno desiderava che Atlanta utilizzasse la quarta scelta assoluta per Justin Fields investendolo come successore di Ryan in un futuro non troppo lontano. Ryan, a mio avviso, può ancora esprimersi da quarterback da top ten ma qualora Fields dovesse esplodere a Chicago probabilmente i Falcons sarebbero i primi a mangiarsi le mani per non aver portato a casa il nativo di Kennesaw, Georgia.
Nonostante ciò buon draft quello dei Falcons, anche se i difensori selezionati saranno chiamati fin da subito a contribuire.

Voto: 8. Tentare l’ennesimo all-in con Ryan sarà la mossa giusta? Solo il tempo ce lo dirà, anche se sono convinto che Matty Ice abbia ancora tre o quattro anni di ottimo football rimasti davanti a sé, quindi mettergli a disposizione la combo Ridley-Jones-Pitts ha decisamente senso. La difesa, malgrado gli sforzi profusi, rimane ancora sospetta.


Carolina Panthers

Cosa serviva: cornerback, wide receiver, tight end, offensive tackle

Le scelte: Jaycee Horn, CB, South Carolina (scelta numero 8); Terrace Marshall Jr., WR, LSU (scelta numero 59); Brady Christensen, OT, BYU (scelta numero 70); Tommy Tremble, TE, Notre Dame (scelta numero 83); Chuba Hubbard, RB, Oklahoma State (scelta numero 126); Daviyon Nixon, DT, Iowa (scelta numero 158); Keith Taylor, CB, Washington (scelta numero 166); Deonte Brown, OG, Alabama (scelta numero 193); Shi Smith, WR, South Carolina (scelta numero 204); Thomas Fletcher, LS, Alabama (scelta numero 222); Phil Hoskins, DT, Kentucky (scelta numero 232)

Analisi: Horn deve darsi una calmata – in senso buono – poiché la sua fisicità ed il suo agonismo potrebbero costargli molte bandierine gialle in NFL, dove ricevitori veterani sapranno sfruttare con sapienza la troppa esuberanza per procurarsi una pass interference: Horn, comunque, è un cornerback incredibilmente fisico ed atletico che è in grado di trasformarsi nell’ombra del ricevitore da lui marcato ed entrare nella sua testa fino a fargliela perdere.
La difesa dei Panthers, con Horn, ultima il processo di svecchiamento iniziato durante l’offseason di un anno fa aggiungendo la classica punta di diamante; quella di Marshall è stata un’altra scelta che ho amato, il fit è perfetto per la sua esperienza con Joe Brady e Darnold, quarterback che ha bisogno di tutto l’aiuto possibile, si sentirà parecchio a suo agio a direzionare il pallone verso un ricevitore con la sua stazza: il motivo per cui è scivolato fino alla 59 – dopo essere stato dato al primo turno in quasi tutti i mock draft – sono delle preoccupazioni legate problemi fisici.
Christensen soddisfa un bisogno piuttosto serio, quello di un tackle, mentre Tremble per il momento sarà utilizzato principalmente come blocker – pochi target per lui durante la carriera universitaria – apportando violenza ad un reparto rivoluzionato in questi ultimi mesi.
Nota per Deonte Brown: guardatevi una sua foto su Google.

Voto8,5. Lasciando perdere il long snapper selezionato al sesto round, Carolina ha inanellato un’ottima scelta dietro l’altra: Horn e Marshall, in particolar modo, avranno un ruolo chiave fin da subito e qualora la scommessa Darnold dovesse rivelarsi essere quella vincente…


New Orleans Saints

Cosa serviva: cornerback, wide receiver, linebacker

Le scelte: Payton Turner, EDGE, Houston (scelta numero 28); Pete Werner, LB, Ohio State (scelta numero 60); Paulson Adebo, CB, Stanford (scelta numero 76); Ian Book, QB, Notre Dame (scelta numero 133); Landon Young, OT, Kentucky (scelta numero 206); Kawaan Baker, WR, South Alabama (scelta numero 255);

Analisi: Payton Turner alla 28 ha stupito un po’ tutti, soprattutto perché forse New Orleans avrebbe avuto più bisogno di un cornerback od un ricevitore, ma il potenziale è fuori discussione: Turner avrà bisogno di essere allenato e di imparare qualche trucchetto dal navigato Cameron Jordan, poiché qualora dovesse ampliare il suo repertorio di mosse da pass rusher potrebbe trasformare il pass rush dei Saints in uno dei più feroci della lega.
Pete Werner alla 60, esattamente come Turner, ha rinnovato lo stupore del giorno precedente, ma pure in questo caso stiamo parlando di un giocatore con delle caratteristiche tecniche che se sviluppate a dovere gli garantiranno una carriera lunga e soddisfacente e che, soprattutto, copre un buco presente nel roster.
Adebo si candida ad un’immediata maglia da titolare e, probabilmente, potrebbe essere sovraccaricato di responsabilità fin dalle prime partite della propria carriera fra i professionisti, mentre definire interessante la scelta di Ian Book sarebbe un eufemismo: Book probabilmente non è pronto per competere con Winston e Hill, credo che New Orleans lo abbia selezionato per fargli passare un annetto nella clinica Payton e poi, qualora l’esperimento Winston – o Hill – dovesse miseramente fallire, essere gettato in campo sviluppato e decisamente più pronto a fronteggiare le difese NFL.
Quello dei Saints è stato un draft un po’ povero, ricco di sorprese e di reach che, mi preme precisarlo, potrebbero essere smentiti a velocità record poiché alla fine dei conti noi siamo qua a scrivere pigramente dietro una tastiera mentre loro, gli scout pagati centinaia di migliaia di dollari per sviscerare le abilità di un giocatore: sono loro quelli che sanno di football, non noi, quindi calmiamoci.

Voto6,5. Pochi giocatori, un reach sorprendente – Turner – ed una scelta che aggiunge pepe alla competizione fra quarterback: il draft dei Saints è stato, malgrado tutto, estremamente interessante anche se è dura non inserirli fra gli sconfitti in questa offseason.


Tampa Bay Buccaneers

Cosa serviva: running back, interior lineman, quarterback perché prima o poi pure Brady si ritirerà, cornerback

Le scelte: Joe Tryon, EDGE, Washington (scelta numero 32); Kyle Trask, QB, Florida (scelta numero 64); Robert Hainsey, OT, Notre Dame (scelta numero 95); Jaelon Darden, WR, North Texas (scelta numero 129); K.J. Britt, LB, Auburn (scelta numero 176); Chris Wilcox, CB, BYU (scelta numero 251); Grant Stuard, LB, Houston (scelta numero 259)

Analisi: Avendo davanti due mostri che hanno di fatto consegnato il Lombardi al resto della squadra, credo che Tryon per il momento sarà usato come pass rusher situazionale ma che, beneficiando della presenza e della guida fornita da Pierre-Paul e Barrett, potrà sviluppare il proprio gioco e trasformarsi in un pass rusher di primo livello.
Trask, sulla carta, ha tutto il necessario per avere successo in NFL, ha le misure ideali, un’intelligenza in campo non indifferente ed alcune intangibles che non si possono insegnare, ma appare ancora troppo inesperto ed atleticamente “anonimo” per poter essere pensato come successore di Tom Brady già dalla prossima offseason: realisticamente credo che due anni di tirocinio dal GOAT potrebbero trasformarlo in un quarterback perlomeno solido, anche se d’altro canto non credo che Brady sia il miglior mentore possibile quando si parla di atletismo.
Scusate, dalla regia mi dicono che in NFL un quarterback può avere successo anche con mezzi atletici limitati, come per esempio un certo Tom… ok, chiudo il collegamento con la regia.
Darden offre al già fantastico receiving corp dei Buccaneers una nuova dimensione, in quanto il suo atletismo ed esplosività saranno sfruttati al meglio da Arians e Brady che, di fatto, dovranno solo curarsi di mettergli la palla in mano e quattro o cinque persone a bloccare, al resto ci penserà lui.
Britt per vedere consistentemente il campo dovrà ampliare il proprio gioco e trovare modo di risultare efficace pure in copertura, in quanto al momento altro non è che un ariete da sfondamento che attacca i gap con violenza inaudita nel tentativo di fermare il running back avversario.
Apprezzo la profondità garantita alla linea d’attacco con Hainsey, anche se forse avrei devoluto una scelta alta alla secondaria, ottimo reparto ma che, come sapete, non può mai essere considerato sufficientemente profondo: in NFL una squadra non potrà mai avere troppi cornerback a roster.

Voto7+. Diciamoci la verità, dopo aver dominato la free agency questi non avrebbero avuto nemmeno bisogno di aggiungere giocatori al draft, ma siccome la NFL è democratica eccomi qua costretto ad esprimere un giudizio sintetico sul loro draft: bene, hanno aggiunto profondità in posizioni chiave e hanno forse trovato il successore di Tom Brady, anche se ormai è la quarantaseiesima volta che rinominiamo un quarterback uscente dal draft come “successore di Tom Brady”… ci siamo capiti.
Wow, ho finito.


 

2 thoughts on “NFL Draft 2021: le pagelle per ogni squadra NFC

  1. Sono curioso di vedere come andrá l’affaire Rodgers – Green Bay, o meglio Rodgers – Gutekunst. Intanto i Packers continuano ad aggiungere qb.
    Alla fine potrebbe rimanere.

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