AFC NORTH

Baltimore Ravens

Cosa serviva: wide receiver, edge rusher, center, safety

Le scelte: Rashod Bateman, WR, Minnesota (scelta numero 27); Jayson Oweh, EDGE, Penn State (scelta numero 31); Ben Cleveland, G, Georgia (scelta numero 94); Brandon Stephens, CB, Southern Methodist (scelta numero 104); Tylan Wallace, WR, Oklahoma State (scelta numero 131); Shaun Wade, CB, Ohio State (scelta numero 160); Daelin Hayes, EDGE, Notre Dame (scelta numero 171); Ben Mason, FB/TE, Michigan (scelta numero 184)

Analisi: Sulla carta l’attacco dei Ravens ha tutto il necessario per tornare a terrorizzare la lega come nel 2019, ma con una dimensione in più: fino a questo punto della propria carriera, infatti, Lamar Jackson non ha mai potuto contare su un giocatore con le caratteristiche di Bateman, ricevitore capace di crearsi separazione con il proprio route running e di vincere consistentemente contested catch. Il successo dell’attacco dei Ravens passerà anche dalla brillantezza – o meno – della linea d’attacco che in Ben Cleveland ha trovato una guardia sinistra estremamente fisica e congeniale alla loro filosofia run first: con Cleveland guardia sinistra teoricamente il centro dovrebbe essere Bradley Bozeman e, con un veterano pronto ad occupare lo spazio lasciato da Orlando Brown Jr., la O-line può essere considerata sistemata.
Vista la penuria di pass rusher a roster, Oweh potrebbe essere chiamato a ricoprire un ruolo chiave fin da subito malgrado sia ancora ben lontano dal poter essere visto come un prodotto finito; lo scorso fine settimana Baltimore ha deciso di infondere nuova linfa vitale alla secondaria scommettendo su Stephens e Wade, giocatori che garantiscono profondità ad un reparto già di buonissimo livello che però avrebbe potuto indubbiamente beneficiare della presenza di Trevon Moehrig che avrebbero potuto prendere sia con la 27 che con la 31.
Attenzione alla scelta di Tylan Wallace, ricevitore forse sottovalutato.

Voto8. Hanno fatto quello che dovevano fare selezionando i giocatori che dovevano selezionare: dopo mesi di tira e molla e più o meno strategici voti di fiducia al corpo ricevitori, aver selezionato Bateman mi dà molta speranza. Con un paio di firme intelligenti qua e là il roster dei Ravens potrebbe essere finalmente pronto per l’assalto al Lombardi.


Cincinnati Bengals

Cosa serviva: ancora di molto lungo la linea d’attacco, wide receiver, linebacker

Le scelte: Ja’Marr Chase, WR, LSU (scelta numero 5); Jackson Carman, G, Clemson (scelta numero 46); Joseph Ossai, EDGE, Texas (scelta numero 69); Cameron Sample, EDGE, Tulane (scelta numero 111); Tyler Shelvin, DT, LSU (scelta numero 122); D’Ante Smith, OT, East Carolina (scelta numero 139); Evan McPherson, K, Florida (scelta numero 149); Trey Hill, C, Georgia (scelta numero 190); Chris Evans, RB, Michigan (scelta numero 202); Wyatt Hubert, EDGE, Kansas State (scelta numero 235)

Analisi: Joe Burrow l’anno scorso, nella metà di campionato giocata, è stato massacrato: ha sì dimostrato tantissime buone cose muovendo le catene con efficacia in un attacco estremamente sbilanciato nel quale è stato chiamato a lanciare anche 50 o 60 volte a partita – non ideale per un rookie -, ma non riesco a togliermi dalla testa come la perenne incompetenza della linea d’attacco dei Bengals l’abbia condannato a passare intere serie offensive a scappare dagli avversari tipo Indiana Jones quando tira ingenuamente una leva in un tempio antico.
Per questa ragione fatico ad accettare il draft dei Bengals, draft nel quale hanno utilizzato la scelta al secondo round – dopo un trade down con il quale si sono privati dell’opportunità di selezionare Teven Jenkins – per un reach, una al quarto per quel tackle di cui hanno disperatamente bisogno – passando oltre i vari Sewell, Darrisaw, Jenkins etc… – ed un centro al sesto round che potrebbe essere chiamato a sostituire quel Billy Price per il quale non hanno esercito la fifth year option: tutto qua?
Magari fra qualche mese si scopre che i Bengals hanno selezionato tre fenomeni in grado di garantire a Burrow la possibilità di bersi un caffè nella tasca, ma considerando quanto emerso la scorsa stagione, l’infortunio che ha sofferto ed il talento disponibile nelle posizioni di estremo bisogno mi viene impossibile non essere perplesso.

Voto7. Niente da fare, il draft dei Bengals non riesco a farmelo piacere. Chase è un talento clamoroso, un ricevitore potenzialmente in grado di concludere la stagione da rookie già nella discussione dei migliori nel proprio ruolo, ma vedendo quello che hanno fatto i Chargers per proteggere Herbert non riesco a fingere entusiasmo per le loro mosse. Spero di essere smentito, anche perché altri infortuni a Burrow sarebbero devastanti indipendentemente dalla propria fede.


Cleveland Browns

Cosa serviva: wide receiver, edge rusher, cornerback, linebacker

Le scelte: Greg Newsome II, CB, Northwestern (scelta numero 26); Jeremiah Owusu-Karamoah, LB, Notre Dame (scelta numero 52); Anthony Schwartz, WR, Auburn (scelta numero 91); James Hudson, OT, Cincinnati (scelta numero 110); Tommy Togiai, DT, Ohio State (scelta numero 132); Tony Fields II, LB, West Virginia (scelta numero 153); Richard LeCounte III, S, Georgia (scelta numero 169); Demetric Felton, WR, UCLA (scelta numero 211)

Analisi: Il draft perfetto per concludere un’offseason perfetta.
Cleveland in questi mesi non ha sbagliato una mossa ed è riuscita ad aggiungere al reparto difensivo gente del calibro di John Johnson, Troy Hill e Jadaveon Clowney via free agency e Greg Newsome, Jeremiah Owusu-Karamoah e Tommy Togiai via draft: ognuno dei tre giocatori selezionati al draft può essere considerato, nelle dovute proporzioni, uno steal ed a questo punto muovere le catene contro la nuova difesa dei Browns non sembra essere particolarmente facile.
La secondaria di Cleveland, infatti, sulla carta, oltre che estremamente giovane, straborda qualità e potenziale essendo anche incredibilmente profonda e qualora dovessero riuscire a trovare immediatamente un ruolo a JOK – linebacker ibrido in grado di coprire come uno slot defender – questo draft potrà passare alla storia come quello che ha ufficializzato definitivamente la rinascita – o solo nascita? – dei Cleveland Browns.
Intrigante l’aggiunta di Schwartz, ricevitore estremamente veloce ed esplosivo ma ancora troppo grezzo e superficiale in tanti piccoli aspetti del gioco che contribuiscono a rendere un ricevitore grande.

Voto9+. Uno dei miei draft preferiti, Newsome e Owusu-Karamoah alla 26 ed alle 52 sono due autentici steal: la difesa dei Browns – sulla carta – fa paura e zitti zitti i Marroni sfoggiano uno dei roster più talentuosi, giovani e completi della NFL. Qualora Odell Beckham dovesse ritrovare la forma dei giorni migliori…


Pittsburgh Steelers

Cosa serviva: quarterback, running back, profondità lungo la linea d’attacco, cornerback

Le scelte: Najee Harris, RB, Alabama (scelta numero 24); Pat Freiermuth, TE, Penn State (scelta numero 55); Kendrick Green, G, Illinois (scelta numero 87); Dan Moore Jr., OT, Texas A&M (scelta numero 128); Buddy Johnson, LB, Texas A&M (scelta numero 140); Isaiahh Loudermilk, EDGE, Wisconsin (scelta numero 156); Quincy Roche, EDGE, Miami (scelta numero 216); Tre Norwood, CB, Oklahoma (scelta numero 245); Pressley Harvin III, P, Georgia Tech (scelta numero 254)

Analisi: Selezionare un running back al primo round, salvo si parli di un talento generazionale in un attacco già completo e competente che con la sua presenza compierebbe il definitivo salto di qualità, non mi sembra particolarmente opportuno per una squadra che ha disperatamente bisogno di un quarterback e, soprattutto, di rifondare una linea d’attacco che nel corso degli ultimi anni è innegabilmente regredita: al primo round, giusto per rendere l’idea, avrei selezionato un tackle al posto di un running back poiché tale running back come potrà aver successo senza poter contare sull’aiuto di una linea d’attacco in grado di portare a casa la giornata?
Nel corso del draft, bisogna dirlo, Pittsburgh ha selezionato un paio di offensive lineman che potrebbero contribuire fin da subito e malgrado ritenga Green un ottimo innesto che avrà modo di imparare piuttosto in fretta cosa significhi giocare per gli Steelers, avrei devoluto le scelte più importanti alla linea d’attacco: Freiermuth è indiscutibilmente un buonissimo tight end, il secondo migliore della classe dopo l’inarrivabile Pitts, che a differenza di Ebron non dovrebbe uccidere drive promettenti a suon di drop, ma siamo sicuri fosse proprio quello di cui avevano bisogno?
Roche è stata una buonissima presa e credo che sebbene all’inizio della propria carriera sarà utilizzato più che altro come pass rusher esclusivamente sui terzi down, beneficiando della presenza di Watt e Heyward comincerà a produrre fin da subito.

Voto6,5. L’attacco è uscito indubbiamente rafforzato, ma la mancanza di un piano per il post-Roethlisberger mi rende difficile valutare la tre giorni di Cleveland in modo eccessivamente positivo: il finale della scorsa stagione ci ha messo davanti al fatto che il braccio destro di Big Ben si stia deteriorando piuttosto velocemente, anche se il front office degli Steelers non sembra essersene reso conto.


AFC EAST

Buffalo Bills

Cosa serviva: cornerback, edge rusher, running back

Le scelte: Gregory Rousseau, EDGE, Miami (scelta numero 30); Boogie Basham, EDGE, Wake Forest (scelta numero 61); Spencer Brown, OT, Northern Iowa (scelta numero 93); Tommy Doyle, OT, Miami [Ohio] (scelta numero 161); Marquez Stevenson, WR, Houston (scelta numero 203); Damar Hamlin, S, Pittsburgh (scelta numero 212); Rachad Wildgoose, CB, Wisconsin (scelta numero 213); Jack Anderson, OG, Texas Tech (scelta numero 236)

Analisi: Nella prima metà dello scorso campionato la regressione del reparto difensivo dei Bills è stata parzialmente occultata dalla brillantezza con la quale Allen e l’attacco trascinavano la squadra al successo, ma è chiaro che McDermott, allenatore difensivo per vocazione, non potesse essere soddisfatto: uno degli aspetti nel quale Buffalo ha più faticato nel corso dell’intera stagione è stato portare pressione consistente al quarterback avversario.
Dopo questo draft ciò non dovrebbe più ripetersi, poiché il pass rush dei Bills è uscito completamente trasformato dalla tre giorni di Cleveland: Rousseau e Basham – uniti ad Epenesa selezionato lo scorso anno – potrebbero garantir loro un futuro ricco di soddisfazioni e di pressioni al quarterback.
Appare evidente che il front office di Buffalo abbia seguito con molta attenzione lo scorso Super Bowl comprendendo che l’unico modo per battere Mahomes è soffocarlo pressandolo ad ogni singolo snap e, malgrado sia troppo presto per affermare con certezza che con i nuovi innesti saranno in grado di farlo, possono dormire la notte con la consapevolezza di aver fatto il possibile per riuscire nel proprio intento: personalmente – credo sia la quinta volta che lo dico in tre o quattro giorni – avrei speso una scelta alta per un cornerback da “affiancare” a White, ma non escludo che provino a mettere sotto contratto un veterano in free agency.

Voto7. Buffalo ha voluto potenziare il proprio pass rush in modo da togliere un po’ di pressione dalle spalle della secondaria applicandone al quarterback avversario: solo il tempo saprà dirci se abbiano avuto ragione, personalmente però avrei speso una scelta alta per un cornerback.


Miami Dolphins

Cosa serviva: wide receiver, running back, edge rusher, profondità lungo la linea d’attacco

Le scelte: Jaylen Waddle, WR, Alabama (scelta numero 6); Jaelan Phillips, EDGE, Miami (scelta numero 18); Jevon Holland, S, Oregon (scelta numero 36); Liam Eichenberg, OT, Notre Dame (scelta numero 42); Hunter Long, TE, Boston College (scelta numero 81); Larnel Coleman, OT, Massachusetts (scelta numero 231); Gerrid Doaks, RB, Cincinnati (scelta numero 244)

Analisi: L’opera di “semplificazione” per Tua è stata portata a termine con l’aggiunta di Jaylen Waddle, il suo target preferito ai tempi di Alabama: il successo di un quarterback in NFL dipende da una miriade di fattori che trascendono i ricevitori a sua disposizione, ma lasciatemi dire che ho visto receiving corp peggiori di uno formato da Parker, Fuller, Waddle e Gesicki.
Phillips sotto la guida di Flores potrebbe trasformarsi in un pass rusher da doppia cifra – avete visto cos’è stato in grado di fare con Ogbah – così come Jevon Holland grazie alla propria versatilità potrà essere utilizzato in più modi, anche se forse avrei preferito prendessero Moehrig perché come avete capito sono innamorato follemente di lui.
Ho apprezzato la scelta di aggiungere Eichenberg malgrado gli ingenti investimenti già compiuti lungo la linea d’attacco negli ultimi anni, questo è un segnale molto importante lanciato da coaching staff e front office – che stanno lavorando con un’unione d’intenti tipica delle grandi squadre – che ha messo velocemente in chiaro che in questa squadra a nessuno è garantito un posto da titolare esclusivamente in funzione del proprio status o della scelta al draft con la quale si è entrati in NFL: la profondità aggiunta lungo la linea d’attacco dovrebbe far sì che Tua possa contare su una protezione perlomeno adeguata aumentandone intuitivamente l’efficienza.
Personalmente avrei selezionato un running back prima del settimo round, ma è chiaro che Flores creda veramente in Gaskin.

Voto8,5. Succeda quel che succeda con Tua ma nessuno potrà rinfacciare al front office di non aver messo il proprio QB nella miglior posizione possibile per aver successo: ovviamente il 2021 sarà un anno importante per loro, ma non posso ignorare che in soli due anni siano passati dall’essere una squadra seriamente candidata allo 0-16 a possedere un roster incredibilmente talentuoso e profondo. Le prime cinque scelte sono tutte gemme.


New England Patriots

Cosa serviva: quarterback, wide receiver, interior linemen difensivi

Le scelte: Mac Jones, QB, Alabama (scelta numero 15); Christian Barmore, DT, Alabama (scelta numero 38); Ronnie Perkins, EDGE, Oklahoma (scelta numero 96); Rhamondre Stevenson, RB, Oklahoma (scelta numero 120); Cameron McGrone, LB, Michigan (scelta numero 177); Joshuah Bledsoe, LB, Michigan (scelta numero 177); Will Sherman, OT, Colorado (scelta numero 193); Tre Nixon, WR, UFC (scelta numero 242)

Analisi: Abbiamo trascorso più di un mese a chiederci se per Mac Jones valesse la pena scalare il tabellone rinunciando ad importantissime scelte al primo round e, soprattutto, se il quarterback di Alabama fosse materiale da top three: in questo tempo non siamo riusciti a trovare una risposta unitaria, ma sono discretamente convinto che nessuno avesse qualcosa su cui speculare se lo avessimo associato per mesi alla scelta numero 15.
Jones è un quarterback disciplinato, un pocket passer già sviluppato ed affidabile che ha paradossalmente sofferto la competenza della squadra con la quale ha giocato, in quanto ho passato mesi a sentire che avere successo ad Alabama – dietro la linea d’attacco d’Alabama lanciandola ai ricevitori di Alabama dando l’handoff a Harris e potendo contare sulla difesa di Alabama nei momenti d’estremo bisogno – sia pressoché automatico per qualsiasi QB: non sono d’accordo, per niente, e credo che Jones non solo soddisfi il più grande bisogno dei Patriots ma che alla 15 possa pure essere considerato un value.
A proposito di value, che dire di Barmore e Perkins, due difensori selezionati entrambi un turno più tardi di quanto avrebbero meritato? Ottima pure la scelta di continuare ad investire sui linebacker, reparto ringiovanito negli ultimi due draft e destinato ad un futuro roseo.
I Patriots sono usciti dal draft incredibilmente potenziati e, soprattutto, con una direzione per il futuro.

Voto9-. Uno dei miei draft preferiti.
Durante i primi tre round New England ha messo le mani su giocatori che potenzialmente, fra un decennio, potrebbero essere ancora i protagonisti dei loro successi: prima che tutta la nostra attenzione si sposti sul testa a testa fra Cam e Mac, apprezziamo quanto fatto da Belichick.


New York Jets

Cosa serviva: quarterback, tutto il resto

Le scelte: Zach Wilson, QB, BYU (scelta numero 2); Alijah Vera-Tucker, OG/OT, USC (scelta numero 14); Elijah Moore, WR, Mississippi (scelta numero 34); Michael Carter, RB, North Carolina (scelta numero 107); Jamien Sherwood, S, Auburn (scelta numero 146); Michael Carter II, CB, Duke (scelta numero 154); Jason Pinnock, CB, Pittsburgh (scelta numero 175); Hamsah Nasirildeen, S, Florida State (scelta numero 186); Brandin Echols, CB, Kentucky (scelta numero 200); Jonathan Marshall, DT, Arkansas (scelta numero 207)

Analisi: L’incredibile ascesa di Zach Wilson è culminata con la chiamata alla seconda assoluta da parte dei Jets che, per circa la quarantesima volta negli ultimi vent’anni, “c’hanno il quarterback del futuro” e malgrado le indiscutibili abilità di Wilson inviterei qualsiasi tifoso – e non – alla più razionale cautela poiché anche tre anni fa ci stavamo spellando le mani pensando al loro futuro con Sam Darnold.
Questa volta, però, i Jets sembrano intenzionati a fare sul serio ed a tal proposito hanno devoluto le prime quattro scelte al draft per l’attacco, regalando a Wilson un ricevitore che completa magnificamente un receiving corp ben assortito e di spessore, la miglior guardia disponibile al draft ed un running back che vista la scarsa concorrenza potrebbe assaggiare il campo fin da subito: ripeto, ho amato la loro serietà e la loro volontà di mettere Wilson nella miglior posizione possibile per aver successo fin da subito.
Con le scelte più basse invece hanno rimpolpato il reparto difensivo dando di fatto a Saleh il compito di svilupparli e massimizzare il loro potenziale in una difesa che ad onor del vero è già in possesso di qualche giocatore interessante; l’ennesimo anno zero dei Jets è iniziato con cauto ottimismo, un ottimismo determinato principalmente dall’apparente presenza di un piano a lungo termine.

Voto9. Esattamente il draft di cui avevano bisogno.
Il verde jets è in grado di deragliare la carriera di qualsiasi prospetto, anche dei più “sicuri”, ma ho amato la loro scelta di costruire immediatamente un attacco competente in modo da non ripetere l’errore commesso con Darnold, ossia di mandare un rookie allo sbaraglio alla guida di un reparto offensivo completamente privo di talento.


AFC WEST

Denver Broncos

Cosa serviva: quarterback, profondità lungo la linea d’attacco

Le scelte: Patrick Surtain II, CB, Alabama (scelta numero 9); Javonte Williams, RB, North Carolina (scelta numero 35); Quinn Meinerz, C, Wisconsin-Whitewater (scelta numero 98); Baron Browning, LB, Ohio State (scelta numero 105); Caden Sterns, S, Texas (scelta numero 152); Jamar Johnson, S, Indiana (scelta numero 164); Seth Williams, WR, Auburn (scelta numero 219); Kary Vincent Jr., CB, LSU (scelta numero 237); Jonathon Cooper, EDGE, Ohio State (scelta numero 239); Marquiss Spencer, EDGE, Mississippi State (scelta numero 253)

Analisi: La secondaria dei Denver Broncos ora è terrificante.
Surtain è un cornerback pronto ad essere titolare dal season opener, un ragazzo con indiscutibile margine di miglioramento che però parte già da un’eccellente base che insieme a Fuller e Darby dà vita ad un trio di cornerback potenzialmente devastante: Johnson, poi, è un prospetto tremendamente interessante che non aveva alcuna ragione di essere ancora disponibile alla 164 e che con un po’ di pazienza potrebbe prendersi il posto dell’ottimo ma attempato Kareem Jackson.
Javonte Williams da qualche analista era considerato il miglior running back disponibile al draft e per questa ragione credo che la scelta di scalare il tabellone ed assicurarselo con la terza chiamata assoluta del secondo round non sia stata folle, soprattutto se si considera che questo sarà quasi sicuramente l’ultimo anno di Melvin Gordon in Colorado; Meinerz mette immediatamente pressione a Cushenberry, centro reduce da un 2020 molto deludente e dà profondità ad una linea d’attacco che sulla carta potrebbe essere pronta al salto di qualità di cui parliamo da anni.
Tutto ciò, però, passa un po’ in secondo piano se si considera la loro scelta di passare oltre Justin Fields, quarterback che potenzialmente rimpiangeranno per anni qualora dovesse aver successo a Chicago: è vero, il campione di partite giocato da Lock rimane esiguo, ma fino a questo punto della carriera l’ex-scelta al secondo round non ha mai dimostrato di poter essere la risposta sul lungo termine rimediando spesso infortuni che hanno intervallato i suoi infiniti turnover.

Voto7,5. La difesa dei Broncos ora fa paura, ma qualora Justin Fields dovesse affermarsi come uno dei migliori quarterback della NFL diventerà difficile non associarli al suo nome.


Kansas City Chiefs

Cosa serviva: offensive tackle, wide receiver, linebacker, edge rusher

Le scelte: Nick Bolton, LB, Missouri (scelta numero 58); Creed Humphrey, C, Oklahoma (scelta numero 63); Joshua Kaindoh, EDGE, Florida State (scelta numero 144); Noah Gray, TE, Duke (scelta numero 162); Cornell Powell, WR, Clemson (scelta numero 181); Trey Smith, OG, Tennessee (scelta numero 226)

Analisi: Bolton è scivolato fino alla 58 principalmente a causa della mancanza di alcuni centimetri d’altezza, ma ha tutti gli intangibles necessari per diventare un linebacker completo in grado di giocare tutti e tre i down e colmare un vuoto di leadership nel reparto creatosi anni fa con il ritiro di Derrick Johnson.
La storia dell’offseason dei Chiefs verte intorno alla linea d’attacco, massacrata al Super Bowl a causa di un paio d’infortuni importanti e malgrado non sia nelle mie abilità prevedere il futuro posso garantirvi che sarà molto difficile che si ripeta qualcosa del genere: KC, infatti, oltre che ad aver infuso una dose di qualità impressionante ha pure dato alla linea la profondità necessaria per non soccombere in caso di infortuni.
Humphrey nel corso della propria carriera universitaria non ha mai concesso un sack e Trey Smith un giorno non troppo lontano potrebbe diventare titolare, salute permettendo: Kansas City ha svolto un ottimo lavoro malgrado l’assenza di scelte particolarmente alte e si affaccia all’ennesimo campionato nel quale saranno protagonisti con il miglior roster mai avuto a disposizione nell’era Mahomes.

Voto8. Kansas City si è affacciata all’offseason con la consapevolezza di dover lavorare affinché quanto successo al Super Bowl non si ripetesse mai più: tre mesi dopo possiamo tranquillamente affermare che ci siano riusciti con la brillantezza che ci si aspetta da una squadra del genere.
Bolton, poi, potrebbe avere un ruolo determinante fin da subito.


Las Vegas Raiders

Cosa serviva: profondità lungo la linea d’attacco, qualsiasi ruolo difensivo

Le scelte: Alex Leatherwood, OT, Alabama (scelta numero 17); Trevon Moehrig, S, TCU (scelta numero 43); Malcom Koonce, EDGE, Buffalo (scelta numero 79); Divine Deablo, S, Virginia Tech (scelta numero 80); Tyree Gillespie, S, Missouri (scelta numero 143); Nate Hobbs, CB, Illinois (scelta numero 167); Jimmy Morrisey, C, Pittsburgh (scelta numero 230)

Analisi: Il talento di Leatherwood è fuori discussione, lo avessero selezionato al secondo round dopo aver speso la scelta al primo per Moehrig nessuno avrebbe qualcosa da dire, ma considerando gli evidenti problemi avuti in pass protection durante i suoi anni ad Alabama selezionare lui piuttosto che Darrisaw o Jenkins non ha molto senso ai miei occhi: ovviamente Mayock e Gruden ne capiscono giusto un po’ più di me di football, non ho l’ethos per criticare da un punto di vista tecnico le loro scelte, ciò che però posso affermare con consapevole sicurezza è che nel corso degli ultimi anni le loro decisioni hanno sempre e comunque stupito un po’ tutti facendoci toccare con mano l’unicità del loro big board, un big board lontano anni luce da quello proposto dai vari analisti o dalle altre squadre.
Gli investimenti compiuti lungo il reparto difensivo – a parte quello inattaccabile di Moehrig – lasciano un po’ perplessi, principalmente perché Koonce, come nel caso di Leatherwood, rappresenta un enorme reach.
Solo il tempo avrà modo di dirci se basteranno gli innesti di Moehrig, Deablo e Gillespie per invertire il trend in una delle secondarie più permeabili della NFL: il draft dei Raiders, al momento, difficilmente può essere valutato positivamente a causa dei molteplici ed enormi reach.
Divine Deablo, comunque, è il nome più Raiders che un giocatore possa avere.

Voto6. Non sono particolarmente indispettito dalle loro valutazioni – tipicamente strane, c’è da dirlo – è che non mi sento di affermare che il loro roster sia chissà quanto migliorato rispetto a quello della settimana scorsa.
Se l’accoppiata Moehrig-Deablo dovesse mantenere un paio di promesse forse, dico forse, potrebbero aver risolto qualcuno dei molti problemi endemici che tormentano il reparto difensivo.


Los Angeles Chargers

Cosa serviva: tight end, cornerback, offensive tackle, ulteriore profondità lungo la linea d’attacco, edge rusher

Le scelte: Rashawn Slater, OT, Northwestern (scelta numero 13); Asante Samuel Jr., CB, Florida State (scelta numero 47); Josh Palmer, WR, Tennessee (scelta numero 77); Tre’ McKitty, TE, Georgia (Scelta numero 97); Chris Rumph II, EDGE, Duke (scelta numero 118); Brenden James, OT, Nebraska (scelta numero 159); Nick Niemann, LB, Iowa (scelta numero 185); Larry Rountree III, RB, Missouri (scelta numero 198); Mark Webb, S, Georgia (scelta numero 241)

Analisi: Cari lettori, questi si sono garantiti una valutazione superiore al 9 esclusivamente con le prime due scelte: sia Slater che Samuel Jr. oltre che a rispondere a bisogni primari sono tranquillamente considerabili due dei migliori giocatori disponibili al draft – nelle loro posizioni – che tra le altre cose saranno pronti a contribuire da subito.
Slater, giusto per rendere l’idea, da alcuni analisti era considerato un prospetto migliore di Sewell, uno che non aveva alcun motivo di uscire dalla top ten e che invece se lo sono ritrovati fra le mani senza dover nemmeno sacrificare mezza scelta, mentre Samuel malgrado la mancanza di stazza ha i mezzi tecnici ed atletici per giocare con efficacia sia come outside corner che slot defender.
Palmer è un ricevitore completo e solido senza alcun punto debole che potrebbe beneficiare delle attenzioni dedicate dalle secondarie avversarie ad Allen e Williams, mentre McKitty con un po’ di lavoro può diventare un tight end completo ed affidabile, oltre che ad avere un bellissimo cognome.
Rumph è un pass rusher che darà l’anima snap dopo snap, James è un preziosissimo swing tackle che dà indispensabile profondità alla linea d’attacco, e niente, i Chargers hanno messo insieme uno dei migliori draft in assoluto che li eleva immediatamente a squadra da playoff e forse qualcosa di più, infortuni permettendo.

Voto9,5. Tutto ciò che serve a questo punto è un po’ di salute.
Lavoro magistrale quello di Telesco, chapeau.


AFC SOUTH

Houston Texans

Cosa serviva: lol

Le scelte: David Mills, QB, Stanford (scelta numero 67); Nico Collins, WR, Michigan (scelta numero 89); Brevin Jordan, TE, Miami (scelta numero 147); Garret Wallow, LB, TCU (scelta numero 170); Roy Lopez, DT, Arizona (scelta numero 195)

Analisi: Interessante la scelta di selezionare Mills, quarterback che al momento non sembra essere pronto ad una maglia da titolare in NFL ma che in luce della serietà della situazione Watson potrebbe trovarsi costretto a sostituire il buon Tyrod Taylor piuttosto velocemente, come tradizione vuole: Mills ha innegabile talento ma da molti analisti è visto come un quarterback ancora acerbo che deve imparare moltissime cose prima di poter essere buttato in campo.
La stazza di Nico Collins dovrebbe permettergli di prenderla in testa a molti cornerback, anche se per un motivo o per l’altro la sua carriera a Michigan non è mai decollata come si poteva aspettare, mentre Jordan è una macchina da yard after the catch che grazie al proprio dinamismo potrebbe tornare comodo a chicchessia quarterback.
Purtroppo per loro i bisogni erano tanti, le scelte poche: si prospetta un anno molto difficile a Houston.

Voto: 5. Hanno selezionato solamente cinque giocatori quando il roster necessitava di circa 53 nuovi innesti.
Poveretti.


Indianapolis Colts

Cosa serviva: wide receiver, cornerback, offensive tackle, edge rusher

Le scelte:

Kwity Paye, EDGE, Michigan (scelta numero 21); Dayo Odeyingbo, DE, Vanderbilt (scelta numero 54); Kylen Granson, TE, Southern Methodist (scelta numero 127); Shawn Davis, S, Florida (scelta numero 165); Sam Ehlinger, QB, Texas (scelta numero 218); Mike Strachan, WR, Charleston (scelta numero 229); Will Fries, OG, Penn State (scelta numero 248)

Analisi: Paye e Odeyingbo potenziano immediatamente un pass rush che aveva bisogno di un’importante infusione di talento per permettere all’intero reparto difensivo di compiere il definitivo salto di qualità: qualora le scommesse dovessero ripagare, Indy potrebbe vantare una delle migliori difese della NFL.
Granson e Davis al momento danno profondità a ruoli nei quali il front office evidentemente si sentiva scoperto, anche se personalmente avrei provato ad investire una di quelle due scelte in un tackle che possa rimpiazzare il recentemente ritirato Castonzo.
Il draft dei Colts rispecchia la loro free agency, tranquilla, saggia e senza particolari fuochi d’artificio e ciò può andare bene ad una squadra che negli ultimi anni ha aggiunto una massiccia dose di talento pronta a battere cassa e strappare contratti importanti: i Colts già lo scorso anno sfoggiavano uno dei roster più completi della NFL e qualora Wentz dovesse ritrovare lo smalto dei giorni migliori ed i pass rusher ingranare da subito, potremmo considerarli ragionevolmente contender.

Voto6,5. Draft discreto quello dei Colts, anche se sono rimasto un po’ stupito dalla decisione di non individuare l’erede di Castonzo.
Hanno voluto rafforzare ulteriormente il reparto difensivo, mossa astuta qualora Wentz dovesse confermarsi essere la macchina da turnover che ha deliziato il nostro scorso autunno.


Jacksonville Jaguars

Cosa serviva: quarterback, tutto il resto

Le scelte:

Trevor Lawrence, QB, Clemson (scelta numero 1); Travis Etienne, RB, Clemson (scelta numero 25); Tyson Campbell, CB, Georgia (scelta numero 33); Walker Little, OT, Stanford (scelta numero 45); Andre Cisco, S, Syracuse (scelta numero 65); Jay Tufele, DT, USC (scelta numero 106); Jordan Smith, EDGE, Alabama-Birmingham (scelta numero 121); Luke Farrell, TE, Ohio State (scelta numero 145); Jalen Camp, WR, Georgia Tech (scelta numero 209)

Analisi: I sogni degli analisti con la a maiuscola saranno funestati da Etienne alla 25, ma posso tranquillamente capire perché lo abbiano selezionato, anche se il talento disponibile a quel punto unito alla presenza di James Robinson a roster difficilmente li farà desistere dal criticare a più riprese tale scelta: è quello che è, io avrei piuttosto investito su un pass rusher, ma non credo di essere un general manager NFL e negare le abilità di Etienne è difficile anche per chi ci fa pagare un abbonamento annuale per gettare fango sui poveri running back.
Tyson Campbell va ad aggiungersi ad un pacchetto cornerback che già comprendeva la scelta al primo round dello scorso anno Henderson ed il neo-arrivato Shaq Griffin, dando così a Jacksonville una secondaria giovane e ricolma di potenziale che beneficerà pure della presenza di Andre Cisco, anche se quest’ultimo dovrà essere ben più disciplinato nelle proprie decisioni prendendo meno rischi inutili di quelli presi al college.
Little, sebbene negli ultimi due anni abbia giocato solo una settantina di snap, ha indiscutibile potenziale e dal suo sviluppo dipenderà il futuro della linea d’attacco dei Jaguars, linea nella quale troviamo ottimi veterani come Linder e Norwell affiancati da giovani di buone speranze come Taylor e Little.
Ovviamente il loro draft – e la conseguente valutazione – gira tutto attorno a Trevor Lawrence, quarterback che potrebbe alterare per sempre il destino di questa franchigia.

Voto8,5. Il successo di Trevor Lawrence potrebbe far passare in secondo piano la scelta di selezionare un running back al primo round nonostante una miriade di altri bisogni più urgenti in posizioni più importanti..
Questo draft dà il via all’anno zero dei Jacksonville Jaguars, anche se uno potrebbe chiedersi se più che anno zero questo sia l’anno uno.


Tennessee Titans

Cosa serviva: cornerback, wide receiver, offensive tackle, tight end, profondità lungo la linea d’attacco

Le scelte: Caleb Farley, CB, Virginia Tech (scelta numero 22); Dillon Radunz, OT, North Dakota State (scelta numero 53); Monty Rice, LB, Georgia (scelta numero 92); Elijah Molden, CB, Washington (scelta numero 100); Dez Fitzpatrick, WR, Louisville (scelta numero 109); Rashad Weaver, EDGE, Pittsburgh (scelta numero 135); Racey McMath, WR, LSU (scelta numero 205); Brady Breeze, S, Oregon (scelta numero 215)

Analisi: Se per puro caso Farley dovesse riuscire a restare sano eludendo gli infortuni che ne hanno scandito la carriera universitaria, la secondaria di Tennessee potrebbe finalmente aver trovato una cura ai problemi che l’hanno attanagliata negli ultimi anni: i suoi mezzi atletici coniugati a del coaching adeguato potrebbero trasformarlo in un Pro Bowler perenne, uno di quei cornerback in grado di eliminare un ricevitore dalla partita.
Radunz, dopo qualche oretta in palestra, sarà un ottimo tackle che andrà a colmare il vuoto lasciato da Conklin circa un anno fa, mentre i vari Rice, Molden e Weaver avranno una seria opportunità di ritagliarsi uno spazio importante fin da subito poiché, come avrete già intuito, il reparto difensivo dei Tennessee Titans non né particolarmente profondo né particolarmente competente.
Tutto sommato il loro draft è stato buono, hanno fatto esattamente quello che dovevano fare tentando di rattoppare i tanti buchi presenti all’interno di un roster che con un po’ di fortuna e qualche scommessa vinta potrebbe confermare il proprio posto ai vertici della AFC.

Voto7,5. Hanno fatto il possibile per compensare ad una free agency sciagurata e, malgrado alcuni ovvi scivoloni iniziali, credo proprio ci siano riusciti.
Non sono convinto che Fitzpatrick riuscirà a non far rimpiangere Corey Davis, ma pure in questo caso non posso essere particolarmente severo, ci hanno provato con ammirabile serietà.


 

One thought on “NFL Draft 2021: le pagelle per ogni squadra AFC

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.