Quando si parla di free agency dovete sempre tenere ben presente che non esiste nessuna correlazione fra soldi spesi a marzo e titoli vinti il febbraio dell’anno seguente, anzi, solitamente le squadre più spendaccione in questo periodo dell’anno tendono a raccogliere meno soddisfazioni durante la stagione, perciò se come me tifate per una squadra il cui approccio alla free agency è stato finora “passivo” consolatevi e non perdete l’ottimismo, ammesso ne abbiate mai avuto.
Complice la riduzione dello spazio salariale, questi primi giorni di free agency non sono stati particolarmente esplosivi e, come prevedibile, non sono stati elargiti contratti che passeranno alla storia per aver resettato il mercato di una certa posizione: ciò non ci ha però impedito di stupirci, grattarci la testa come un primato qualsiasi in cerca di risposte dinanzi a certe firme, arrabbiarci od esultare poiché di carne al fuoco ce n’è comunque veramente tanta.

Guardate il grafico in foto, prendetevi il vostro tempo per studiarlo: convinti ora?
Vero che una free agency frenetica non implica un autunno scandito da doppievù? No?
Bene, allora mi costringete a ricorrere ad un altro grafico, ben più lapidario del primo.

Warren Sharp in questa tabella riassume perfettamente quanto sto tentando di dirvi: concentratevi sulle squadre più vincenti della scorsa decade, noterete un trend.

Forse è meglio arrivare al dunque il più velocemente possibile prima che chiudiate l’articolo e cambiate squadra del cuore, ma se non siete ancora convinti di ciò che sto tentando di inculcarvi fate come Bart Simpson durante la sigla dei The Simpsons, procuratevi una lavagna e riempitela di “spendere a marzo non garantisce vittorie a settembre”: ad onor del vero dovrei essere io il primo a cimentarmi in tale attività, in quanto confesso che la free agency della mia squadra mi ha – finora – dolorosamente deluso.

Chi sale

New England Patriots

E chi sennò?
I grafici sopra valgono ovviamente anche per loro, non è che se l’autore di una mossa si chiama Bill Belichick tale mossa sia automaticamente giusta ed inattaccabile: il motivo per cui ho deciso di premiare i New England Patriots è che molto semplicemente mi piacciono i giocatori che sono riusciti ad acquisire in questi ultimi giorni, con l’eccezione del contratto tirato addosso ad Agholor, ricevitore che a mio avviso non vale tutti quei soldi.
Sono incredibilmente affascinato dalla creatività schematica garantita dalla coppia Henry-Smith, così come dalla nuova linea d’attacco che – sulla carta – dovrebbe essere una delle migliori in NFL: se durante il draft arriveranno un quarterback e qualche prospetto difensivo interessante potremo dire che Belichick sia riuscito ad ultimare una ricostruzione solamente in un paio di mesi.
Anzi, prima sarebbe meglio lasciar parlare il campo.

Buffalo Bills

Quando si arriva ad una partita dal Super Bowl guidati da un quarterback al terzo anno fra i professionisti, molto probabilmente durante la offseason la priorità del front office dovrà essere quella di fare il possibile per riconfermare – e perfezionare – la squadra capace di spingersi fino a quel punto: questa, in soldoni, è stata la free agency dei Buffalo Bills che hanno rinnovato o ristrutturato il contratto ai vari Matakevich, Wallace, Feliciano, Williams, Milano, Hyde, Morse e Butler, giocatori ben lontani dal poter essere considerati stelle ma pedine fondamentali per McDermott.
Buffalo ha riconfermato quasi in toto la linea d’attacco tenendosi ben stretti titolari considerati essenziali ed ha compensato ad alcuni tagli dolorosi – John Brown – con innesti intelligenti come quello di Emmanuel Sanders, giocatore che rende ancora più pericoloso il receiving corp più profondo e talentuoso della NFL.
Nulla di clamoroso, ci mancherebbe, ma sono estremamente incoraggiato dalla maturità dimostrata dal front office dei Bills in queste settimane, non è per niente banale per una franchigia reduce da un passato piuttosto prossimo avaro di soddisfazioni si comporti in questo modo nel periodo nell’anno in cui tante franchigie si sentono legittimate a mettere da parte la razionalità.

Cleveland Browns

Poche mosse mirate, ma che qualità: dopo decenni di – tanti – soldi spesi male senza poi poter constatare il ritorno dell’investimento in campo Cleveland sembra aver voltato definitivamente pagina poiché sta inanellando solamente colpi intelligenti in aree critiche del roster.
La secondaria nel 2020 è spesso stata sopraffatta dal gioco aereo avversario?
Direi che andare a saccheggiare la miglior passing defense della lega sia certamente una buona idea per dare nuova linfa all’intero reparto: a prezzi iper-vantaggiosi Cleveland si è garantita John Johnson, il miglior safety di cui non abbiate mai sentito parlare, e Troy Hill, slot corner d’ottimo livello che quando è stato preso di mira dal quarterback avversario ha concesso in media un passer rating di 74.3.
Da punto debole la secondaria si potrebbe quasi considerare come nuovo fiore all’occhiello: Cleveland sta puntellando un roster già competitivo e con un buon draft potrebbe trovarsi in una stratosfera fino a qualche anno fa inimmaginabile trasformandosi in contender.
Avanti così Marroni.

Los Angeles Chargers

I Chargers avevano solo una missione in questa offseason, ossia proteggere il proprio investimento, il proprio futuro, il proprio raggio di sole nella tempesta, la propria felicità, speranza e gioia, Justin Herbert: missione compiuta.
La linea d’attacco dei Chargers nel 2020 è stata semplicemente disastrosa, come testimoniato dal 32esimo ed ultimo posto nella graduatoria PFF di fine stagione, e pensare di presentarsi ai nastri di partenza con un reparto ringalluzzito solamente da un paio di rookie sarebbe stato irrispettoso nei confronti del talento di Herbert: Telesco non ha perso tempo ed ha rotto il salvadanaio per assicurarsi uno dei migliori centri della NFL in Corey Linsley ed un ottimo swing tackle in Matt Feiler e qualora dovessero riuscire a mettere le mani su un altro tackle – per esempio un Orlando Brown Jr. a caso – potrebbero aver reso terribilmente più facile la vita al proprio franchise quarterback prima che questo potesse iniziare ad avvertire i primi borborigmi.
Fra non troppo magari non succederanno più cose come quella nel video sotto.

Tampa Bay Buccaneers

I Tampa Bay Buccaneers sono i campioni in carica.
I Tampa Bay Buccaneers non hanno ancora perso nessun giocatore chiave dando soldi – e felicità – ad ogni potenziale free agent ancor prima che tastasse la free agency.
I Tampa Bay Buccaneers, per il secondo anno consecutivo, sono stati i veri dominatori della free agency.

San Francisco 49ers

Per i ‘Niners vale un discorso simile a quello fatto con i Tampa Bay Buccaneers poiché sono stati finora in grado di rinnovare i giocatori che dovevano assolutamente rinnovare: era ben chiaro che l’impressionante numero di free agent avrebbe implicato qualche addio doloroso, ma tutto sommato i tifosi non possono lamentarsi della piega che sta prendendo la loro offseason, credo che essere riusciti a rinnovare Juszczyk, Williams, Verrett e Moseley sia un successo che se aggiunto alle ristrutturazioni dei contratti di Richburg e Ford ci mette davanti ad un inizio di free agency indiscutibilmente di successo.
Questo roster, a mio avviso, non ha bisogno di chissà quante modifiche, ciò di cui necessita disperatamente è la necessaria dose di salute e fortuna per giocare almeno una partita di football americano a pieno organico.

Chi scende

Chicago Bears

Immaginatevi tifosi dei Bears, immaginatevi approcciare l’offseason con la disillusa speranza che qualcosa, finalmente, possa cambiare e che la vostra squadra del cuore, da qualche anno zimbello della lega, venga associata con insistenza ad un quarterback del calibro di Russell Wilson: voi provate ad ignorare, siete stati temprati da innumerevoli delusioni ed oramai siete diventati più forti di qualsiasi rumor, soprattutto quelli che riguardano i quarterback, ma passano le settimane e tali rumor non solo non muoiono, ma si moltiplicano con strafottente insistenza.
Giornalisti ed insider più o meno rispettabili continuano imperterriti ad associarvi a Russell Wilson e Wilson, dal canto suo, non fa nulla per aiutarvi a mettervi definitivamente il cuore in pace, anzi, sembra pure essere compiaciuto da tali voci e voi, con fierezza, abbassate un attimo la guardia per contemplare brevemente tale trade: nel frattempo mancano sempre meno giorni, anzi, ore all’inizio della free agency e le voci non si sono ancora fermate.

Non si può dire che ci crediate, non volete esporvi troppo e rischiare di mettere un orso nella posizione di calpestare il vostro il cuore, ma per la prima volta da un paio d’anni siete curiosi, volete genuinamente vedere cosa succederà poiché qualora dovesse succedere veramente…
Il cuore vi sale in gola ad ogni notifica del vostro telefono, mutate senza pensarci due volte ogni singola chat di WhatsApp, fa lo stesso se i vostri genitori si preoccuperanno per qualche ora di silenzio e diciamocelo, la ragazza che vi piace non è comparabile a Wilson under center, siete pronti, avete reso Amish il vostro telefono che ora si illuminerà solo per le notifiche di The Athletic et similia.
Vi sedete comodi, provate a godervi la serata, state guardando distrattamente qualcosa alla tivù quando il telefono si illumina: è una notifica di The Athletic, e tramite una fulminea occhiata siete riusciti a leggere nitidamente le parole “Chicago” e “Bears”.
È il vostro momento.
I Chicago Bears hanno messo sotto contratto Andy Dalton.
Cos’avete fatto di così grave per non meritare un singolo momento di felicità?

Las Vegas Raiders

Qualcuno può cortesemente spiegarmi quale sia il piano dei Raiders?
Perché hanno ceduto/tagliato quasi tutta la linea d’attacco per poi andare a strapagare un running back assolutamente mediocre come Kenyan Drake… due anni dopo aver usato una scelta al primo round per un altro running back, Josh Jacobs?
Non sono tonto, o almeno non così tanto, so che probabilmente utilizzeranno il draft per ricostruire la O-line, ma che senso ha investire prezioso capitale al draft sulla linea d’attacco con una difesa del genere?
Mettere sotto contratto Ngakoue non è stata assolutamente una pessima idea, soprattutto a quei soldi, ma una sola firma non basta – almeno a me – a salvare un inizio di free agency che definirlo sciagurato sarebbe un pigro eufemismo.

Houston Texans

Datemi l’opportunità di sciorinare l’elenco di alcuni dei giocatori finora messi sotto contratto dagli Houston Texans e no, questa volta non mi servirò del mio elenchino puntato, cotanta tristezza non merita un elenchino puntato.
Alex Erickson, Donte Moncrief, Ryan Izzo, Tavierre Thomas, Terrance Mitchell, Tae Davis, Andre Roberts, Christian Kirksey, Justin McCray, Kamu Grugier-Hill, Mark Ingram, Chris Moore e Terrence Brooks: un elenco di anonimi special teamer, panchinari o giocatori troppo attempati per dare un contributo rilevante alla causa.
Le uniche due firme che rispetto sono quelle di Desmond King e Kevin Pierre-Louis, due giocatori che a mio avviso avrebbero potuto trovare di meglio e rendersi utili a qualche contender, non andare a predicare in un deserto che con il passare dei giorni si continua ad espandere lasciando alle proprie spalle una scia di desolazione ed inettitudine.
A rendere ancora più complicato il periodo, se possibile, ci pensano anche tre accuse di violenza sessuale mosse contro Deshaun Watson, ora ovviamente sotto indagine.

Cincinnati Bengals

Tornate un attimo su, al paragrafetto sui Los Angeles Chargers, prendetevi il vostro tempo e rileggetelo.
Fatto?
Ecco, l’offseason dei Bengals doveva essere pressappoco come quella dei Chargers, solo che per motivi sconosciuti ai più finora non hanno ancora investito sulla protezione di Joe Burrow, quarterback che ti capita una volta ogni vent’anni: si sono forse dimenticati di quanto successo qualche mese fa?
Hendrickson non mi convince particolarmente, ma non è questo il punto, DOVE SONO GLI O-LINEMEN DI QUALITÀ?

Baltimore Ravens

Questo non è in alcun modo un giudizio definitivo, proporrò un articolo analogo fra qualche settimana – o mese? – ma finora Baltimore mi ha profondamente deluso: viste le cifre si poteva tentare di convincere Corey Davis e Will Fuller a blocc… ricevere palloni da Lamar Jackson, no?
Se da metà gennaio in poi mi sono illuso che DeCosta potesse veramente tentare il tutto per tutto su Allen Robinson è colpa mia e della mia ingenuità, ma pensare che un GM del suo calibro fosse convinto che ciò che serviva per aiutare Jackson fosse Juju Smith-Schuster… mi fermo.
Più che una bocciatura questo è un invito a fare meglio, perché sto faticando terribilmente a preservare la mia sanità mentale dinanzi a questa passività nel cercare quel ricevitore in grado di elevare immediatamente l’intero reparto offensivo dei Ravens e permettermi di formulare un giudizio oggettivo e educato sulle doti di passer del tanto dibattuto Lamar Jackson.

5 thoughts on “Chi sale e chi scende dopo l’inizio della free agency NFL 2021

  1. L’offerta dei Ravens per JuJu mi ha spiazzato. A parte che mi sembra un sopravvalutato, ma poi se volevano un wr free agent dovevano muoversi prima. Avrei visto bene Marvin Jones. De Costa mi sembra oscilli tra il desiderio di sviluppare wr scelti al draft (cosa che storicamente ai Ravens non è mai riuscita) e affidarsi a veterani non troppo costosi (come faceva Newsome e forse vorrebbe fare Harbaugh). Credo comunque che spingeranno piú sui tight end, anche per le caratteristiche di Lamar. Chiudo auspicando che diano piú spazio a Duvernay.

    • Totalmente d’accordo con ogni tua parola, sapevo che arrivare ad un Golladay o Robinson era oggettivamente impossibile, ma un Marvin Jones mi sarebbe andato più che bene, soprattutto a quel prezzo.
      Niente da fare.

    • Le mosse dei raiders sono incomprensibili. Non so se sperare che puntino a tradare Jacobs

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