Non credo di essere pronto a rimarcare il fatto che questo sia l’ultimo riassunto dell’anno e che, ovviamente, la regular season sia finita: credo di aver già dato abbastanza durante i saluti finali di Scott Hanson al termine dell’ultimo episodio di NFL RedZone, quindi per questa volta permettetemi di iniziare immediatamente con il riassunto.
Odio questa giornata.

C’era grande attesa e, purtroppo per loro, l’hanno delusa: i Miami Dolphins hanno cannato in pieno la partita più importante della loro stagione venendo schiacciati 56 a 26 dai Buffalo Bills. Malgrado Josh Allen e gran parte dei titolari abbiano giocato solamente metà partita, Miami non è stata in grado di arginare lo strapotere dei detentori del secondo seed AFC: i ragazzi di coach Flores hanno subito touchdown in ogni modo immaginabile, via aria, via terra, attraverso un punt return e su pick six. Tua, poveretto, è incappato in un pomeriggio da incubo nel peggior momento possibile lanciando tre intercetti a fronte di un solo, inutile, touchdown: nessuno si aspettava che Miami si affacciasse all’ultima giornata in questa posizione e malgrado la batosta subita il futuro è più radioso che mai, è necessario precisarlo, anche se è altresì vero che concludere in questa maniera un’annata così soddisfacente fa male e farà male per qualche settimana.
Buffalo, molto semplicemente, è la squadra più calda della AFC e personalmente sono molto curioso di vedere se riusciranno a dare continuità all’ottimo periodo di forma pure ai playoff.

Ringraziano i Bills, per ora, gli Indianapolis Colts che sfruttando il risultato di Orchard Park strappano in extremis il biglietto per la postseason giustiziando 28 a 14 i Jacksonville Jaguars: la loro prestazione non passerà sicuramente agli annali anche se il rookie Jonathan Taylor ha messo insieme numeri da capogiro correndo per 253 rushing e trovando la end zone in due occasioni.
Per fare strada in postseason i Colts dovranno fare molto di più, soprattutto in luce del fatto che ad attenderli troveranno proprio i Buffalo Bills.

Con una prestazione più che dominante refilata ai malcapitati Bengals, i Ravens si garantiscono il quinto seed AFC in forza di un perentorio 38 a 3 che non credo renda giustizia alla superiorità di cui siamo stati testimoni: Baltimore ieri sera ha accumulato più di 400 rushing yards annullando completamente il reparto offensivo diretto da un Brandon Allen che ha concluso la partita con 0.0 di passer rating. Maiuscola, fra le tante, la prestazione del rookie Dobbins, capace di guadagnare ben 160 yards – addobbate da due touchdown – toccando il pallone solamente in tredici occasioni.

Ad attendere Baltimore troviamo i Tennessee Titans, che sudando ben più di sette camicie si sono aggiudicati in extremis la AFC South beffando i volenterosi Houston Texans 41 a 38: credo che quella andata in scena a Houston sia stata la partita della giornata – o perlomeno la più spettacolare – in quanto abbiamo assistito a ben sette touchdown solamente nella seconda metà di gioco. Sotto di quattro, Tennessee ha rimesso la testa avanti grazie ad un rushing TD di Tannehill ad un minuto e mezzo dalla fine, facendoci erroneamente credere di averla vinta: Houston, con enorme orgoglio, ha riacciuffato la parità grazie ad un piazzato di Fairbairn a 18 secondi dal fischio finale.
Diciotto secondi, però, sono stati più che sufficienti per i Titans per mettere il proprio kicker di giornata, Sloman, in condizione di vincerla poiché Tannehill ha immediatamente connesso con A.J. Brown per 52 provvidenziali yards: povero Deshaun, questa partita riassume con estrema accuratezza il 2020 dei Texans.
Devo farvi presente che con le 250 rushing yards guadagnate ieri sera Derrick Henry è riuscito a sfondare il muro delle 2000 rushing yards in stagione: Baltimore è avvisata, il Re ha voglia di replicare quanto successo un anno fa al Divisional Round.

È finita, la maledizione è finita: scampandola sui Pittsburgh Steelers – 24 a 22 il punteggio finale – i Cleveland Browns, per la prima volta in diciassette anni, prenderanno parte ai playoff. Sopra 24 a 9 con poco meno di un quarto da giocare, Cleveland ha visto il proprio vantaggio evaporare grazie ad un paio di touchdown di Claypool e JuJu: fortunatamente per loro Rudolph non è stato in grado di connettere con Claypool per la conversione da due punti che avrebbe riportato la contesa in parità.
Pensatela come preferite sui Browns ma, a mio avviso, se lo meritano: la settimana prossima ai playoff giocheranno proprio contro gli Steelers in quella che si profila essere una guerra di trincea.
Almeno per Cleveland.

Spostiamoci in NFC: missione compiuta per Green Bay che con un netto 35 a 16 si sono scrollati di dosso i Chicago Bears. Chicago, a dirla tutta, ha anche giocato una buona partita provando a controllare quanto più possibile il cronometro al fine di tenere Aaron Rodgers a bordocampo, ma la difesa dei Packers è stata in grado di indurre Trubisky e soci all’errore un numero sufficiente di volte per permettere a Rodgers – a questo punto certo MVP – di costruire un vantaggio difeso senza alcun problema: pensate che il deludente Aaron ieri si è permesso di lanciare più incompleti che touchdown, che vergogna.
Green Bay tornerà in campo fra un paio di settimane consapevole che i playoff in NFC dovranno passare dal sempre ostico Lambeau Field.

Missione compiuta anche per Washington, che al termine di una partita tesa e ricolma di errori si è aggiudicata la NFC East grazie al 20 a 14 con il quale hanno giustiziato i deludenti Philadelphia Eagles. Dite quello che volete di Washington o della division, ma credo proprio che i ragazzi di Rivera meritino questa sorprendente qualificazione – indipendentemente dal record – in quanto per loro il 2020 avrebbe dovuto essere l’anno zero di una “nuova ricostruzione”, non un anno nel quale giocheranno almeno una partita di playoff fra le mura amiche: certo, basandoci su quanto visto nelle ultime settimane è difficile immaginarli fare strada in postseason ma a questo punto dell’anno le sorprese sono sempre dietro l’angolo.

Niente da fare per gli Arizona Cardinals, battuti 18 a 7 dai Los Angeles Rams in un poco esaltante scontro fra backup: Kyler Murray, per settimane visto come papabile MVP, è stato estromesso dalla contesa – anche se poi è tornato in campo nei drive della disperazione – quasi immediatamente e, molto semplicemente, il backup Streveler non è stato sicuramente messo in posizione di avere successo da coach Kingsbury che, a mio avviso, ha chiamato una partita inconcepibile.
Decisiva è stata la pick six di Troy Hill, unico touchdown della giornata dei Rams: il capitombolo dei Cardinals permette ai Bears di sgattaiolare ai playoff con il settimo seed NFC mentre Los Angeles la settimana prossima affronterà Seattle in un interessante testa a testa divisionale.

No running back, no problem: malgrado l’assenza dell’intera running back room New Orleans si è imposta senza particolari patemi d’animo su degli spenti Carolina Panthers con un comodo 33 a 7 che vale loro il secondo seed NFC.
Buona la prestazione di Drew Brees che in barba alle ovvie limitazioni di cui abbiamo parlato per tutto l’anno ha messo insieme numeri solidissimi – 201 yards per tre TD e zero intercetti – ai quali Bridgewater ed il backup Walker non hanno saputo rispondere: i quarterback dei Panthers hanno lanciato infatti ben cinque intercetti, numero che spiega esaustivamente il pesante passivo finale.

Grazie ad un quarto quarto dominante, i Seattle Seahawks l’hanno spuntata sul cuore dei 49ers: 26 a 23 il punteggio finale di una partita che ad un certo punto sembrava essersi messa veramente male per Seattle. Un touchdown dell’ottimo Jeff Wilson arrivato a circa dieci minuti dal termine aveva fatto scivolare Seattle sul 6 a 16, ma una sfuriata da tre touchdown consecutivi – due lanciati da Wilson a Lockett ed uno corso da Collins – ha permesso a Seattle di mettere la testa avanti e proteggere la vittoria.
Off-topic, ma nemmeno tanto: chapeau a Shanahan e ragazzi per la stagione, sono sincero.

Importante vittoria dei Buccaneers sui Falcons: il 44 a 27 finale garantisce a Brady e compagni l’onore di aprire i playoff contro i non irresistibili Washington Football Team, anche se un potenziale infortunio di Evans ha rovinato quella che avrebbe dovuto essere una giornata di festa. Ottima la prestazione del GOAT che molto democraticamente ha lanciato un paio di touchdown sia a Godwin che a Brown; attenzione che l’anno prossimo gli Atlanta Falcons potrebbero essere una squadra completamente diversa.

Passiamo ora alle “partite inutili”, o meglio, alle partite senza implicazioni playoff.
Iniziamo dal successo dei Giants sui Cowboys, un convulso 23 a 19 che per un paio d’ore ha permesso a New York di sognare l’accesso ai playoff in caso di un passo falso di Washington: a regalare il successo a coach Judge ci ha pensato pure questa volta un reparto difensivo capace di atterrare Dalton in ben sei occasioni e, soprattutto, di limitare Dallas a ben quattro piazzati.
Rimangono molti dubbi su Jones, ma la strada intrapresa da New York è quella giusta, difensivamente parlando.

Vincono i New England Patriots, passati 28 a 14 sui caldissimi New York Jets; buona, finalmente, la prova di Cam Newton che oltre che ad aver lanciato tre touchdown – rarità per i Patriots di quest’anno – si è pure tolto lo sfizio di riceverne uno messo in aria da Jakobi Meyers: non credo che questa prestazione possa essergli valsa una seconda opportunità a Foxborough, però sono personalmente contento per lui, meritava un pomeriggio del genere.

Vittoria inutile, ma estremamente divertente, quella dei Minnesota Vikings sui Detroit Lions: il 37 a 35 finale ci fornisce chiare indicazioni sui reparti difensivi di entrambe le squadre, reparti che durante l’offseason necessiteranno di moltissimo lavoro. Enorme la prestazione del mio amore Kirk Cousins che lanciando 405 yards e tre touchdown – ed uno di corsa – ha permesso al sensazionale Justin Jefferson di abbattere il record di Anquan Boldin per il maggior numero di yards ricevute in stagione da un rookie: Minnesota ha fra le mani una stella, spero siano in grado di capitalizzare il suo infinito talento.

Vittoria in extremis per i Las Vegas Raiders, passati all’ultimo secondo sui Denver Broncos al termine di una partita pregevole, combattuta ed alquanto spettacolare: il 32 a 31 finale è stato reso possibile da una coraggiosa – non molto, in realtà – conversione da due punti realizzata dall’immenso Waller.
È stata senza ombra di dubbio una bella partita quella vista a Denver, una partita nella quale gli attacchi si sono espressi su buoni livelli per tutto il pomeriggio dando vita ad un testa a testa che ha avuto modo di tenere alto il nostro interesse verso la contesa.

Concludiamo la nostra rassegna con il successo dei Chargers sulle riserve dei Chiefs: 38 a 21 il punteggio finale. Poco da dire su questa partita in quanto coach Reid ha saggiamente deciso di tenere a riposo Mahomes e gran parte dei titolari: non sorprende, quindi, che il prodigioso Herbert sia stato in grado di abbellire ulteriormente i propri numeri, numeri che entrano di diritto nei libri di storia poiché il suo 2020 credo che potrà essere visto per molti anni come la miglior stagione messa insieme da un quarterback rookie.
Spero che trovi un modo per rimanere immune al Chargerismo, od alla Chargerite, decidete voi.

Piccola sorpresa?
Ma sì, Natale è passato da poco.
Le mie scelte la scorsa settimana: 13-3. Ho completamente sbagliato la NFC East, ma ci sta.
Le mie scelte durante la stagione: 165-78-1. Missione compiuta miei pulcini, ho concluso la stagione sul 67% abbondante. Cosa vinco?
Il vostro rispetto?
Lo spero.

3 thoughts on “Il riassunto della diciassettesima, ed ultima, domenica del 2020 NFL: i verdetti

  1. Per Tua si mette male: qualche analista suggerisce a Miami di acchiappare un altro QB alla 5a del draft…

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