Troppa carne al fuoco e troppa delusione per il fantasy football per perdermi in inutili convenevoli, partiamo subito con il nostro viaggio nelle viscere della penultima settimana di regular season.

La lunga settimana natalizia è partita a New Orleans dove i Sai… ehm, Kamara ha asfaltato i Minnesota Vikings con uno storico 52 a 33 che molto probabilmente ricorderemo per secoli poiché 36 dei 52 punti messi a segno da New Orleans portano la firma di Alvin Kamara, improbabile Babbo Natale che ha regalato a milioni di fantagiocatori un (im)meritato titolo.
Sulla partita, in realtà, non c’è molto da dire poiché lo sforzo di Minnesota – offensivamente parlando – è stato perlomeno accettabile in quanto metterne a segno 33 contro questa difesa non è certamente un’impresa alla portata di tutti ma, molto semplicemente, il reparto difensivo dei Vikings, falcidiato da innumerevoli assenze soprattutto nel front seven, è stato sistematicamente demolito dalla linea offensiva dei Saints in grado di aprire crateri per i propri running back tutto il pomeriggio: i sei touchdown di Kamara, però, non possono occultare il lapalissiano fatto che a Natale in casa Brees nessuno abbia esaudito il desiderio del capofamiglia per un braccio destro nuovo.
Ai playoff, molto probabilmente, non riusciranno a vincere “solamente” correndo.
Buon Natale a chi ha potuto contare Kamara titolare al fantasy, io ovviamente ce l’avevo contro in finale.

Difficile trovare le parole adatta pure per descrivere quanto successo fra Buccaneers e Lions in una partita che per definirla tale è necessario servirsi di una sintetica dose di fantasia: pur giocando solamente la prima metà, Brady è riuscito a trascinare i suoi Buccaneers ad un agevolissimo 47 a 7 contro degli impresentabili Lions. Detroit, priva di gran parte del coaching staff a causa di un focolaio di Covid-19, è stata costretta a rinunciare pure a Matthew Stafford dopo nemmeno un quarto di gioco: per Brady e compagni vivisezionare la putrida – ed infortunata – difesa dei Lions è stato un gioco da ragazzi ed il GOAT, dopo solamente trenta minuti di gioco, aveva già lanciato per circa 350 yards e 4 TD. Sugli scudi pure Mike Evans, autore di una maestosa prestazione da 10 ricezioni per 181 yards e due touchdown.

Si complica mostruosamente la situazione in casa Cardinals: il 20 a 12 rimediato sabato contro San Francisco potrebbe aver compromesso irrimediabilmente la rincorsa ai playoff dei ragazzi di Kingsbury. Nonostante le classiche dodicimila assenze in casa ‘Niners Shanahan è riuscito a confezionare un eccellente gameplan incentrato sul gioco di corse – più di 200 yards totali ed un touchdown per Jeff Wilson – che ha tolto moltissima pressione dalle spalle di un Beathard capace di evitare qualsivoglia tipo di errore e di lanciare ben tre touchdown, uno ricevuto dal sopracitato Wilson seguito da un’improbabile ma meritata doppietta di Juszczyk: troppo brutti i Cardinals, mai capaci di entrare in ritmo e tenuti in vita dall’atipica imprecisione di Robbie Gould costata ben sette punti a San Francisco.
La buona notizia, se si può parlare di buone notizie per una squadra che ad un certo punto dell’anno era sul 6-3 e con una realistica possibilità di aggiudicarsi la division, è che per centrare la qualificazione ai playoff ora Arizona dovrà “semplicemente” battere Los Angeles senza la necessità di qualche aiuto esterno.

Thriller a Las Vegas: Miami, con una buona dose di magia e di attributi, è riuscita a strappare la vittoria in extremis ai Raiders scampandola 26 a 25. Fino a quattro minuti dal termine i protagonisti assoluti erano stati i kicker, entrambi autori di una tripletta – se così si può definire -: da lì il caos più totale, poiché in poco più di sessanta secondi Carr ha prima connesso con Agholor per un touchdown da 85 yards – seguito da un extra point sbagliato – e poi Fitzpatrick, chiamato a sostituire uno scialbo Tua, ha visto Gaskin convertire un passaggio corto in un’esaltante galoppata touchdown da 59 yards valsa il +1 Dolphins.
Las Vegas, finalmente in palla, ha scalato in un battibaleno il campo portandosi nei pressi della goal line dove invece che tentare di sfondare per il touchdown della tranquillità si è accontentata di bruciare quanto più tempo possibile al fine di rimettere il muso davanti con un piazzato: con una ventina di secondi rimasti Fitzpatrick ha tirato fuori dal cilindro la giocata dell’anno – o perlomeno del mese – connettendo con Hollins per 34 yards – più 15 di penalità – nonostante le manacce di Key all’interno della grata lo avessero costretto ad un semi-impossibile no look pass.
Per l’affidabile Sanders regalare ai compagni la vittoria con un piazzato da 44 yards è stato un gioco da ragazzi e così Miami, per un’altra settimana, può continuare a coltivare il proprio sogno playoff.

L’incredibile vittoria in rimonta dei Pittsburgh Steelers sugli Indianapolis Colts, oltre che ad aver completamente rimescolato le carte nella corsa playoff AFC, ci ha aiutato a ricordare che dare per morta una squadra così talentuosa non ha mai veramente senso: sotto 7 a 24 Pittsburgh è riuscita a rimontare fino al definitivo 28 a 24 . Con le spalle al muro il passing game orchestrato da Big Ben Roethlisberger ha dato importanti segnali di vita terminando in end zone tre drive consecutivi: a mettere a segno le mete ci hanno pensato Johnson, Ebron e Smith-Schuster che malgrado l’ottimo livello della secondaria di Indianapolis hanno consistentemente trovato modo di liberarsi e, per la prima volta da tante settimane, di ricevere palloni che andavano ricevuti.
Il tentativo di rimonta dei Colts è andato in frantumi a causa di uno sciagurato intercetto di Rivers e di un turnover of downs con poco più di un minuto rimasto da giocare: questa sconfitta, oltre che a permettere a Pittsburgh di festeggiare la vittoria della AFC North, ha fatto scivolare Indianapolis all’ottavo posto della graduatoria AFC.

Scivolano nella graduatoria AFC pure i Cleveland Browns, sconfitti a sorpresa dai caldissimi New York Jets: senza i propri ricevitori, costretti ad assistere alla partita da casa propria a causa del contact tracing anti-Covid, Mayfield per buona parte della partita non è riuscito a trovare un modo di muovere le catene permettendo così ai Jets di costruirsi un vantaggio successivamente difeso con grandissimo orgoglio e coraggio. Il 23 a 16 finale ha premiato dei Jets decisamente più consistenti degli avversari, anche se occorre specificare che Cleveland è arrivata ad un paio di centimetri dalla conversione di un quarto down nel cuore della red zone che avrebbe permesso loro di tenere in vita il testardo tentativo di rimonta: spiace per i Marroni poiché giocare a questo punto dell’anno una partita NFL potendo contare quasi esclusivamente su ricevitori della practice squad con i quali il quarterback per forza di cose non può avere chimica è avvilente, indipendentemente dal livello della squadra avversaria.
Cleveland, al momento, entrerebbe ai playoff con il settimo seed AFC.

I veri vincitori di questa domenica sono i Baltimore Ravens, che in luce del relativamente agevole 27 a 13 con il quale hanno regolato i Giants combinato con gli altri risultati della giornata si sono portati in sesta posizione nel tabellone AFC. Possiamo sicuramente dire che nell’ultimo mese l’attacco di Baltimore abbia ritrovato la forma dei giorni migliori – del 2019 – e con un running game in grado di produrre 249 yards totali Jackson è tornato ad essere efficiente e preciso pure come passer: senza strafare – ed apparendo sempre e comunque in totale controllo – l’MVP è riuscito a muovere le catene con avvilente facilità – 8 su 11 su terzo down – e, soprattutto, a connettere consistentemente con i propri ricevitori e mettere a tacere – fino al prossimo intercetto – le voci che ce lo presentavano come giocatore “finito” in quanto finalmente “capito”.
Con una vittoria sui Bengals Baltimore si garantirebbe la qualificazione ai playoff.

Partita molto strana quella andata in scena ad Arrowhead, dove i Chiefs si sono portati a casa un sudatissimo 17 a 14 sugli Atlanta Falcons; Mahomes e compagni hanno annaspato per tutto il pomeriggio contro un reparto difensivo che ha coperto divinamente la batteria di velocisti a disposizione di coach Reid: sotto di quattro ad un paio di minuti dal fischio finale il reparto offensivo di KC è finalmente stato in grado di mettere insieme un drive a la Chiefs e di portarsi avanti grazie ad un pregevole touchdown da 25 yards di Robinson. Atlanta, indefessa e testarda, ha trovato modo di percorrere con relativa semplicità il campo fino a portarsi in zona Koo: l’incredibile kicker ha però altrettanto incredibilmente fallito un “comodo” piazzato da 39 yards che avrebbe con ogni probabilità portato la contesa ai supplementari. In luce di questa vittoria Kansas City si è garantita il fattore campo per l’intera durata dei playoff.
Che brutto mestiere essere i Falcons… o tifarli.

Chiudiamo la carrellata AFC con il tanto spettacolare quanto inutile successo di Cincinnati su Houston: in una partita nella quale le difese hanno fatto tutto fuorché difendere, i Bengals si sono portati a casa un incredibile 37 a 31 reso possibile da un Brandon Allen da 371 yards e due touchdown. Le due squadre si sono date battaglia accumulando più di 1000 yards di total offense arrivate a suon di big play: a decidere la partita, pure questa settimana, ci ha pensato l’ennesimo sciagurato turnover di Houston nei minuti finali della contesa, questa volta uno strip sack subito da Watson durante il potenziale game winning drive.

Assurda prova di forza dei Green Bay Packers, passati 40 a 14 su degli impresentabili Tennessee Titans: Rodgers, che molto probabilmente con questa prestazione si è guadagnato definitivamente il sacrosanto MVP, ha lanciato lo stesso numero di touchdown ed incompleti – quattro – e con una metodicità quasi crudele ha permesso ai suoi di marciare a proprio piacimento sul non irresistibile reparto difensivo dei Titans. Sorprendente la prestazione di A.J. Dillon che, chiamato a sostituire Jamaal Williams, ha rubato la scena al collega Jones guadagnando 124 rushing yards condite da due ottimi touchdown: Green Bay ora è ad un passo dal garantirsi il primo seed NFC e, cari signori, come abbiamo avuto modo di constatare questa notte giocare football di gennaio a Lambeau Field può disorientare veramente chiunque.

A proposito di prove di forza, che dire del 41 a 17 con cui Chicago ha masticato i Jacksonville Jaguars, ora sicuri di avere in tasca la prima scelta assoluta al prossimo draft? Fra le due squadre non c’è assolutamente stata partita e Trubisky, con l’ennesima buona prestazione dell’ultimo mese, ha messo i suoi nell’invidiabile posizione di non dover dipendere da nessuno – se non da sé stessi – per centrare la qualificazione ai playoff: una vittoria contro Green Bay garantirebbe loro l’ultimo posto disponibile per i playoff.

Vittoria fondamentale per i Seattle Seahawks che con il 20 a 9 rifilato ai Rams si sono aggiudicati l’infernale NFC West: come spesso succede le squadre si sono annullate a vicenda dando vita ad un’apprezzabile battaglia di trincea vinta dai Seahawks che, con un paio di giocate fondamentali nei momenti fondamentali della partita, sono riusciti a portarsi a casa una partita che per forza di cose possiamo definire come la più importante della loro stagione. Molto male l’attacco dei Rams assolutamente incapace di mettere a segno qualsivoglia tipologia di touchdown: attenzione che la difesa di Seattle nell’ultimo mese sembra aver trovato una possibile quadratura del cerchio.

Gravissimo scivolone di Washington: la squadra della capitale, contro i mai irresistibili Panthers, ha rimediato un devastante 20 a 13 reso possibile da una serie infinita di errori che ha permesso a Carolina di volare sul 20 a 0, un passivo che un attacco orchestrato dal sempre più incompetente Haskins molto difficilmente sarà in grado di coprire. Pure ieri l’ex-scelta al primo round del draft si è dimostrata impreciso, scellerata con il pallone e mai in grado di infondere la necessaria fiducia nel cuore di compagni ed allenatore: pure ieri, infatti, Haskins è stato spedito in panchina, questa volta per Taylor Heinicke.
Per arrivare ai playoff Washington dovrà vincere il season finale contro Philadelphia.

A proposito di Philadelphia, che dire del netto 37 a 17 con il quale Dallas ha spedito ai titoli di coda la loro stagione? Dopo un primo quarto da 14 punti Philly è stata in grado di produrre solamente tre punti, permettendo così a Dallas di rimontarli e, successivamente, doppiarli grazie al miglior Andy Dalton dell’anno: l’ex-Bengals ha infatti lanciato per 377 yards e tre touchdown, trovando consistentemente modo di generare big play con il proprio esaltante trio di ricevitori.
Dallas, per ruzzolare ai playoff, avrà bisogno di aiuto proprio da parte degli Eagles e, soprattutto, di battere i Giants.

Concludiamo il nostro viaggio con l’inutile – anche se una vittoria in NFL non è mai inutile – 19 a 16 con il quale i Chargers l’hanno spuntata sui Broncos: Los Angeles, pure ieri, è stata in grado di scialacquare un ottimo vantaggio nell’ultimo periodo di gioco, ma questa volta fortunatamente per loro Herbert è riuscito a trascinarli a ridosso della red zone e mettere il comico Badgley nella posizione di vincerla con un piazzato da 37 yards.

 

10 thoughts on “Il riassunto della sedicesima settimana del 2020 NFL: è successo… di nuovo!

  1. Da tifoso ravens debbo dire che cleveland è stata sfortunata causa covid. Cmq domenica scintille vs gli steelers, e noi dobbiamo solo vincere.
    In NFC quest’anno Packers magnifici e come non pensare a quanto meriterebbe un’altro superbowl Rodgers.
    Titans che in Afc sono tra le migliori, letteralmente annientati.

  2. Ciao Mattia, ti leggo solo da qualche mese, complimenti xché anche grazie a te mi sto appassionando a questo sport. Tra le tante cose che ancora devo capire, quella più attuale è come viene decisa la griglia playoff con 2 o più squadre a pari numero di vittorie? X esempio, se colts, titans, browns, dolphins e ravens finissero in 5 a pari merito chi rimane fuori? Riesci a spiegarmelo? Io tifo colts e simpatizzo x i bills ma riconosco che il superbowl più bello probabilmente sarebbe Mahomes Vs Rodgers. Continua così, 6 forte!

    • Io ormai seguo con costanza la NFL da almeno 4-5 anni ma ho il tuo stesso problema! ;) Di certo accendono ai playoff le squadre che vincono le loro division, però non saprei dirti fra le altre che arrivano a pari vittorie e non sono campioni di division come funzioni, poi quest anno hanno pure cambiato la griglia, quindi Mattia illuminaci!

      • I ravens nella stessa divisione hanno battuto i browns per cui gli sono sopra.
        A livello conference, sono anche sopra ai colts in quanto hanno vinto lo scontro contro di loro.
        Per il resto lascio l’approfondimento a Mattia

        • Settimanina tranquilla e priva di sorprese, salvo Mahomes che tira un po’ troppi intercetti: troppo disinvolto o fuori fase?

          • È colpa mia che lo ho al fantasy e gli ho chiesto la partita dell’anno per rimontare Kamara

        • Sul sito NFL trovi la spiegazione dei tiebreaker: quest’anno sono leggermente diversi avendo 2 squadre in più ai playoff.

        • Ci sono vari tipi di tie-breaker che siccome non ho niente da fare ve li elencherò tutti (allegherò l’IBAN alla fine del commento, non preoccupatevi);
          1) due squadre della stessa division finiscono con lo stesso record –> per prima cosa si guardano i risultati dei testa a testa (Baltimore è davanti a Cleveland perché ha vinto entrambi i testa a testa), poi, nel caso di parità pure nei testa a testa, si guarda (in ordine gerarchico): percentuale di vittorie in division, percentuale di vittorie in partite “comuni”, ovvero giocate contro le stesse avversarie, percentuale di vittorie nella conference, strenght of victory (il record cumulativo delle squadre battute, in questo caso passa quella che ha avuto le vittorie “più difficili), strenght of schedule (simile a quanto appena detto solo che si considerano TUTTE le partite, non solo le vittorie), un tot di scenari riguardanti touchdown et similia fino ad arrivare al LANCIO DELLA MONETA.
          Eh sì.

          2) Tre o più squadre con lo stesso record della stessa division –> quanto sopra, solo che le squadre coinvolte sono tre… o più.

          Secondo scenario, quello che probabilmente vi interessa di più, ovvero quando in parità troviamo squadre di division diverse: cosa si fa?
          1) Se abbiamo due squadre DI DIVISION DIVERSE con lo stesso record prima si tenterà di fare riferimento ai testa a testa (se avvenuti). Niente testa a testa? Allora si guarderà, in quest’ordine, percentuale di vittorie nella conference, percentuale di vittorie nelle partite in comune, strenght of victory, strenght of schedule, varie cosucce (come prima) riguardanti i punti fatti in varie circostanze ed infine, in caso di improbabile parità, lancio della moneta.

          2) Tre squadre con lo stesso record? Il discorso si complica, ma sostanzialmente rimane simile, in ogni caso vi linko qua la spiegazione completa.

          https://www.nfl.com/standings/tie-breaking-procedures

          • Grazie Mattia, più tardi faccio il bonifico ;) e grazie anche gli altri per le spiegazioni! Ma un punti fatti meno punti subiti prima di arrivare alla monetina no? Ahahah (determinazione da tifoso di calcio)

  3. Eh, da Kamara-munito, ho vinto il titolo asfaltando il mio avversario manco fosse i vikinga…

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