Domenica molto particolare quella di cui siamo appena stati testimoni in quanto dopo una prima metà delle nostre sacre sette ore in cui il risultato della maggioranza delle partite non è stato più di tanto in discussione abbiamo avuto modo di testare la nostra tenuta mentale con un tris di scontri punto a punto più o meno pronosticabili: come sempre, però, dilungarsi in introduzioni eccessivamente ampollose non ha particolarmente senso pertanto partiamo da quanto successo nel deserto fra Cardinals e Dolphins.

In quella che secondo me è stata la partita della settimana i Dolphins hanno battuto gli Arizona Cardinals 34 a 31 al termine di uno scontro assolutamente frizzante ed imprevedibile: in realtà l’imprevedibilità non sembrava potersi trasformare nel concetto chiave di questa partita, in quanto dopo pochi minuti la solita difesa dei Dolphins era riuscita a mettere a tabellone altri punti grazie ad uno strip sack riportato in end zone da Shaq Lawson. Arizona, squadra che under center ha un vero e proprio fenomeno, ci ha messo poco a mettere in chiaro il fatto che il loro attacco non avrebbe imitato quello dei cugini Rams e così, grazie ad un Murray effervescente sia col braccio che con le proprie gambe, ha riportato immediatamente la contesa in parità grazie ad un touchdown di Maxx Williams: questo, cari signori, sarebbe stato il leitmotiv della partita, in quanto queste due ottime squadre si sono risposte colpo su colpo fino al 31 pari sul quale le due contendenti si sono affacciate agli ultimi dieci minuti di gioco.
A quel punto, pura pazzia.

Arizona ha deciso di rallentare il ritmo di gioco preferendo muovere le catene via terra al fine di tenere il pallone quanto più possibile lontano dalle sorprendentemente sicure mani di Tagovailoa: non dobbiamo quindi sorprenderci dinanzi alla decisione di Kingsbury di giocare – e convertire – un pesantissimo 4&1 nella propria metà campo. Il problema – per i Cardinals, ovvio – è che dopo pochissimi giri d’orologio si sono trovati ad affrontare un altro 4&1, questa volta sulla linea delle 40 dei Dolphins, decidendo di non ricorrere ai propri special teams né con un difficile piazzato né con un punt che avrebbe potuto mettere Tua e l’attacco degli ospiti con le spalle al muro: la difesa di Miami, però, è riuscita nel momento più importante della contesa a generare il fondamentale stop murando Edmonds per una corsa da zero, dolorosissime, yards.
Con poco più di cinque minuti rimasti Miami ha giocato un po’ con il cronometro rosicchiando due minuti impreziositi da un piazzato da 50 yards di Jason Sanders, quello del +3: tre minuti contro questi Cardinals, però, sono un’eternità.
Pronti-via e Murray ha trovato immediatamente Kirk per un fantastico guadagno di 35 yards che li teletrasporta in piena zona field goal, solo che per motivi a me non ancora ben chiari Kingsbury ha iniziato a ragionare troppo con il cronometro preferendo la corsa al passaggio, fase di gioco in cui ieri Arizona è stata infermabile: su 4&1, questa volta, il giovane allenatore dei Cardinals ha optato per il piazzato del pareggio, piazzato però non arrivato a destinazione in quanto Gonzalez non ha calibrato bene la forza del proprio calcio facendo morire il pallone ad un paio di metri di distanza dai pali.
A Miami, a quel punto, è bastato convertire un primo down per assicurarsi la quinta vittoria dell’anno, vittoria che per forza di cose ci costringe ad inserirli in ben articolati discorsi playoff nel caso in cui già non lo avessimo fatto: Tua ieri è stato semplicemente magistrale dimostrandosi preciso, calmo ed incredibilmente maturo per essere alla prima partita in trasferta in carriera. L’ex-quarterback di Alabama ha lanciato per quasi 250 yards e due TD, evitando qualsivoglia tipo d’errore prendendosi sempre cura dello sferoide senza però essere troppo conservativo: è ovviamente troppo presto per parlare ma una prestazione del genere permette al front office di Miami di dormire sonni tranquilli consapevoli di aver fra le mani un potenziale franchise quarterback.
Non lasciamoci però accecare dalla relativamente sorprendente brillantezza del rookie, in quanto Kyler Murray ieri è stato semplicemente dominante regalandoci una stats-line da antologia: 283 passing yards per 3 TD e ben 106 rushing yards impreziosite da un ulteriore touchdown via terra.
Partita veramente bella quella andata in scena a Glendale.

Non riescono a perdere, ma che fatica per questi Steelers: quello che avrebbe dovuto essere un annoiato monologo si è trasformato in un thriller dal lieto fine in quanto Pittsburgh è passata 24 a 19 sui derelitti Cowboys autori di una prestazione assolutamente commovente. Sotto anche 13 a 0, gli Steelers sono riusciti a sfruttare gli sforzi del reparto difensivo che spesso e volentieri ha costretto Dallas ad accontentarsi dei tre punti fino al momento in cui Roethlisberger e soci hanno deciso di mettersi all’opera producendo qualcosa in attacco: a decidere la partita, a mio avviso, ci ha pensato un sanguinoso intercetto di Dallas in piena red zone poiché questo intercetto li ha privati di tre punti che avrebbero potuto portarli sopra di un touchdown e stravolgere la narrativa della contesa. Altrettanto decisivo, però, è stato il touchdown lanciato da Roethlisberger ad Ebron con poco più di due minuti rimasti da giocare, in quanto tale touchdown ha permesso a Pittsburgh di portarsi in vantaggio per la prima volta nell’arco della partita ed affidare la custodia legale del risultato finale alla propria difesa che, tanto per cambiare, ha fatto esattamente quello che doveva fare.

Rispetto tremendamente i tifosi dei Chargers, pertanto sarò breve al fine di evitare lo shock post-traumatico dell’ennesima partita Chargers dei Chargers: Los Angeles ha perso 31 a 26 contro Las Vegas una contesa che per circa un minuto noi tutti credevamo avessero vinto in maniera tipicamente riservata agli avversari. Lasciamo perdere quanto successo prima, lasciamo perdere l’ottima prestazione di Herbert – che novità – alla quale Carr ha risposto con la solita brillantezza e concretezza, catapultiamoci all’ultima giocata: sul cronometro è rimasto un ultimo secondo, Los Angeles è sulla linea delle 4 yards di Las Vegas, quattro ricevitori sono ammucchiati nella parte sinistra del campo lasciando così il tight end Donald Parham su un’isola con il cornerback Isaiah Johnson. Herbert lancia un’ottima fade al proprio tight end che, a primo impatto, riesce a completare una difficile ricezione regalando al proprio quarterback la seconda vittoria fra i professionisti: ovviamente, però, tale ricezione dovrà sopravvivere a molti replay.
La palla, sfortunatamente, ha accarezzato il suolo non permettendo a Parham di completare il processo di ricezione: niente da fare, pure questa settimana, per i Chargers, che sette giorni dopo essere usciti dal campo sconfitti per un touchdown all’ultimo secondo subito hanno perso una partita per un touchdown all’ultimo secondo non messo a segno.

Brillantissima vittoria dei Buffalo Bills sui Seattle Seahawks, giustiziati 44 a 33 in una partita dal punteggio a mio avviso bugiardo: Buffalo, molto semplicemente, ha sfruttato ogni debolezza della difesa degli ospiti vivisezionandola con un sapiente mix di lanci sul corto e sul medio. Seattle, d’altro canto, non è riuscita a rispondere colpo su colpo agli avversari vedendo Wilson commettere un paio di sanguinosi turnover nel disperato tentativo di rimontare quanto più velocemente possibile, anche se occorre spendere due parole sulla magistrale prova di Josh Allen, quarterback reduce da un mese piuttosto difficile: Allen ieri è stato bravissimo a sfruttare ciò che la difesa di Seattle gli ha concesso dimostrandosi sicuro nelle decisioni, affidabile e poco incline a prendere i rischi che fino a questo momento ne hanno scandito la carriera.
Seattle? Si riprenderanno, anche se la difesa, sono stufo di dirlo, dovrà fare molto di più per permettere a Carroll di coltivare ambizioni da Super Bowl.

Vittoria maschia ed importante quella dei Ravens sui Colts: in una partita nella quale entrambi gli attacchi hanno faticato a muovere efficientemente le catene, Baltimore ha sfruttato alla perfezione i due turnover generati vincendo 24 a 10. Turnover, dicevo: prima Chuck Clark ha riportato in end zone un fumble di Taylor causato da Peters, poi Jackson e soci hanno convertito in touchdown uno strano intercetto di Peters, mettendo a segno quei due touchdown che coincidono con il margine di vittoria dei Ravens. Buono il lavoro della difesa dei Ravens che oltre agli intercetti ha limitato Rivers ad un triste 2 su 12 su terzo down: l’attacco dei Colts, contro una buona difesa, è spesso inguardabile.
Seconda vittoria stagionale degli Houston, seconda vittoria sui Jacksonville Jaguars: nonostante Luton under center i Jags sono arrivati ad una conversione da due punti dal pareggiare una partita terminata 27 a 25. Luton, come fatto intendere, ha giocato una buonissima partita mettendo insieme un numero sufficiente di giocate per tenere in vita la propria squadra, ma a consegnare la vittoria ai Texans ci hanno pensato due big play, due touchdown da più di 70 yards firmati da Cooks e Fuller che hanno dato ai Texans un vantaggio da difendere.
In un pomeriggio in cui gli attacchi hanno faticato, i Titans sono riusciti a fare un paio di giocate più dei Bears e vincere 24 a 17 una partita veramente tesa e convulsa: le due squadre hanno convertito solamente 8 dei 30 terzi down giocati. Tennessee si è portata sul 24 a 3 con otto minuti rimasti sul cronometro grazie ad un touchdown di Jonnu Smith, creando un margine sufficientemente ampio da permettere a Foles di abbellire i propri numeri con i tipici touchdown da garbage time che ci mettono davanti a punteggi alquanto bugiardi. Per Tennessee era fondamentale tornare a vincere, mentre Chicago, dall’altra parte, sembra aver perso la bussola.

Bellissima partita fra Chiefs e Panthers, partita combattuta fino all’ultimo secondo: Kansas City, alla fine, ha avuto ragione su Carolina 33 a 31. Il classico Mahomes ha sfoderato un’altra prestazione delle sue – pure ieri quattro touchdown e quasi 400 yards di lancio – ma dall’altra parte ha trovato un Bridgewater assolutamente non intenzionato a rendergli la vita facile: ah sì, è pure tornato un certo Christian McCaffrey, autore di una prova da CMC con più di 150 yards totali ed un paio di touchdown. Le squadre si sono rese protagoniste di un botta e risposta protrattosi per tutta la partita, ma alla fine Kansas City è riuscita a spuntarla quando il tentativo disperato di Slye di vincerla con un piazzato da 67 eccessive yards si è spento alla destra dei pali.
Buona vittoria dei Giants sulla squadra di football: 23 a 20 per Jones e compagni, anche se a farla da protagonista ci ha pensato la difesa. La notizia vera, però, riguarda Kyle Allen, vittima di un’orribile infortunio alla caviglia che ricorda sinistramente da vicino quello patito da Alex Smith un paio d’anni fa: Smith, a questo punto, potrebbe essere il quarterback titolare per il resto della stagione e, basandosi su quanto fatto vedere ieri, potrebbe rappresentare un upgrade rispetto ad Allen, anche se i tre intercetti lanciati hanno di fatto consegnato la vittoria agli opportunisti Giants.
Che dire del 34 a 20 con cui i Vikings hanno avuto ragione dei Lions? Non c’è molto da dire, anzi, mi limiterò a fornirvi un nome ed un cognome corredati da qualche numero: Dalvin Cook, 252 yards totali e due rushing TD. Cook ora come ora sta giocando ad un livello tutto suo dimostrandosi non solo fit schematico perfetto per la filosofia di Kubiak ma pure, se già non era chiaro, il miglior running back della National Football League a suon di big play.

Classic Broncos ad Atlanta: Lock e compagni si sono svegliati decisamente troppo tardi in una partita dominata in un lungo e in largo dai Falcons, mettendoci davanti ad un apparentemente combattuto 34 a 27 reso possibile dai soliti svarioni nel quarto quarto dei padroni di casa. Atlanta, cari lettori, si è portata sul 34 a 13 con poco più di sette minuti rimasti da giocare ma, come sempre nell’ultimo periodo di gioco, ha iniziato a cimentarsi in poco edificanti three n’ out permettendo a Lock e compagni di rientrare in partita grazie ad un paio di touchdown borderline garbage: buona vittoria dei Falcons, anche se questi Broncos, almeno nei primi tre quarti, sono veramente poca roba.
Concludiamo con la vera sorpresa della giornata, il fantastico successo dei Saints sui Buccaneers: Brees, pure questa volta, si è rivelato essere la vera bestia nera di Brady – insieme ai Broncos – conducendo New Orleans ad un incredibile 38 a 3. Il quarterback dei Saints, come spesso, ha metodicamente sezionato la difesa avversaria a suon di passaggi corti, anche se a rendere possibile tale massacro ci ha pensato una difesa che definire ispirata sarebbe eufemismo: il reparto difensivo dei Saints ha limitato Brady e compagni ad un terribile 1 su 9 su terzo down, togliendosi pure lo sfizio di intercettargli tre passaggi e, più in generale, rendere sterile uno degli attacchi più profondi della lega.
Botta di autostima pazzesca per i Saints che a questo punto non potrò più definire come “non convincenti”.

9 thoughts on “Il riassunto della nona domenica del 2020 NFL: vogliamo ancora sorprenderci?

  1. Grazie del puntuale recap, davvero apprezzato!
    Stagione in cui praticamente ancora non ci sono squadre (a parte i Chiefs) che possono dirsi ragionevolmente sicure di raggiungere i play off. Ci sarebbe anche Pittsburgh ma continuo ad aver l’impressione che siano in quella posizione senza averla meritata così tanto.

  2. Davvero putrida la difesa di Seattle, nonostante Adams. Ai playoff arrivano, poi basta.

  3. Ciao Mattia. Ringraziandoti per il tuo lavoro, vorrei chiedere la tua opinione in merito alla mia squadra preferita, i Washington Redskins (se vuoi li chiamiamo Sentinels, ma Football Team non si può sentire!! Pride, not prejudice!)
    Dispiaciuto per l’infortunio di Allen, non ti è sembrato di vedere l’attacco della squadra della capitale girare con maggiore convinzione con under center Alex Smith?? Certo, tre intercetti (i primi due un pò fortuiti) ma con due anni di assenza dal gridiron un pò di ruggine di fa sentire….. Non so, direi che Big Ron sta costruendo qualcosa: s’intravede un’anima in questa squadra!! Non sono certo da Superbowl o da playoffs, però possono ottenere di più. Se poi il proprietario della medesima lo fa lavorare in pace meglio e se vendesse ancora più meglio!!! :))
    Grazie per la pazienza e per la tua risposta, se vorrai!!

    • Ciao Silvano!
      Almeno a me Washington è piaciuta decisamente di più con Smith, che guarda caso qualche lancio lungo è riuscito a completarlo: certo, le statistiche sono anche inflazionate dai tanti checkdown dati a McKissic, però in generale Washington mi è piaciuta di più con Smith, in quanto nella seconda metà, una volta scrollatosi di dosso la ruggine e lo shock per quanto successo ad Allen, ha orchestrato tre scoring drive consecutivi.
      Come da te detto qualche intercetto è stato particolarmente stupido, ma da un giocatore che negli ultimi due anni ha giocato solo metà partita ciò è più che legittimo: non so come finiranno la stagione, so solo che con Smith mi piacciono decisamente di più che con Allen.

      Ciao e grazie!

  4. Al di là della vittoria dei miei Dolphins e della buona prova di Tua, vorrei un attimo precisare che il buon Tagovailoa non è proprio la prima pippa che si è svegliata!!! So che è più facile dirlo adesso che non domenica scorsa, ma basta documentarsi un attimo… al college è stato “enormemente” superiore come carriera sia a Kyler Murray, che a Burrow che a Herbert, tanto per dirne alcuni. Poi si è procurato un brutto infortunio all’anca che, sommato ad altri infortuni minori sofferti in precedenza, gli hanno negata la chiamata n. 1 sicura allo scorso draft! Aver giocato alla grande al College non è garanzia di essere poi un fenomeno, ma di essere uno starter qb Nfl, sì. A Miami aspettiamo un Qb decente (non un fenomeno…) dal 1999, anno in cui Marino si è ritirato. Può darsi che esageriamo adesso con le aspettative, ma ho visto e letto un sacco di boiate su Tagovailoa perchè…aveva fatto quasi nulla la settimana scorsa!!! Flores gli ha fatto fare il minimo sindacale, lo ha tenuto fuori ben 6 partite facendo giocare il buon Fitz (che può essere simpatico finchè si vuole, ma che fa una partita da fenomeno e 3 da collezionista di picks come in tutta la sua carriera e che era stato ingaggiato due anni fa solo per tener caldo il posto al nuovo rookie) contro una pass rush davvero dura come quella Rams e lo sta centellinando. Anche questa domenica ha sbagliato con un intentional grounding ridicolo e un quasi intercetto sulla sideline. Però ha anche stoffa da vendere. Sbaglierà ancora e tanto, ma quando giocherà bene…non stupiamoci più di tanto! Per adesso, vedo una cosa che davvero non vedevo a Miami da un’eternità: organizzazione!!

    • Lasciamogli pure il resto del campionato, tanto Miami vince con la difesa.

      Il problema di Tua è che è piccolo. Quanti QB piccoli hanno avuto successo in NFL? 4 dove il quarto è Murray, fresco fresco. Se fa troppo lo scrambler e lo menano la carriera non dura. Il talento c’è, si vede già. E’ che non basta.

      • Hai ragione, ma lasciaci credere di avere trovato un novello Brees o Wilson….che giganti lo sono solo in quanto a talento! Diciamo che ai Dolphins basterà un Tua “decente” per ricominciare a vincere qualche partita dopo più di vent’anni di vuoto totale nel ruolo!! Al College Tua aveva una super squadra e dei super ricevitori, ma del buono ce lo ha messo sicuramente lui! E poi in quale College/Nfl team un Qb potrebbe fare bene senza WR più che buoni! Non posso sapere che carriera farà Tua nella Nfl, ma lui è sicuramente è uno di talento! E poi, mi si perdoni, ma se giocano da anni nella Nfl QB come Cam Newton e un altro che non cito perchè se no rischio l’espulsione da questo blog (eh, eh, eh…!!) che sono grandissimi atleti, ma pessimi lanciatori e signal callers…posso sperare che il piccolo Tua possa diventare almeno un Qb decente??? Vedremo! Di sicuro ha ancora tanto tanto tanto da imparare….

    • Insomma.. L’anno scorso Burrow ha messo su la migliore stagione di sempre x un QB a livello collegiale. Numeri che difficilmente rivedremo presto. E quest’anno, nonostante una O-line da denuncia, sta facendo vedere grandi cose.
      Tua è forte, xò ha giocato in una corazzata che avrebbe dato filo da torcere anche a qualche squinternata squadra NFL. E un difetto che gli hanno sempre affibbiato è quello di trovarsi un po’ in difficoltà quando la partita esce dai binari previsti. Comunque credo e spero (xké mi è simpatico) che potrà fare molto bene nella lega. In queste 2 partite ha dimostrato una maturità fuori dal comune

    • Grazie Mattia per il tuo resoconto. Prima lo leggo poi vado a vedere gli highlight delle partite, se posso tutti altrimenti quelli che tu indichi migliori. Una domanda, oltre la secondaria che non ricorda nemmeno lontanamente la Legion, ma che ne pensi della OL di Seattle? Passavano tutti e Wilson a lanciare subito o prendere botte. Ciao.

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