In qualche modo dovrò portare a termine pure questo riassunto nonostante di voglia di parlare di football, almeno oggi, non ne abbia tanta: anche questo fa parte del gioco, me la sono voluta.
Iniziamo.

In un pomeriggio che ha esposto al mondo tutte le debolezze dei Baltimore Ravens, gli Steelers hanno trovato un modo per portare avanti l’ambizione di una stagione perfetta: Roethlisberger e soci sono passati 28 a 24 su dei brutti, bruttissimi Ravens. Che quello di ieri non fosse un pomeriggio particolarmente fortunato per Baltimore lo si è capito immediatamente in quanto il primo lancio della giornata di Lamar Jackson ha regalato sei punti… agli Steelers, in quanto Spillane ha ringraziato l’MVP per la poca precisione mettendo a segno una facile pick six. La prima metà di gioco, in realtà, è stata dominata dai Ravens che nonostante un terribile fumble commesso in red zone hanno chiuso i primi trenta minuti sopra 17 a 7, annullando completamente l’attacco guidato da Roethlisberger: quel fumble, col senno di poi, si rivelerà essere l’ago della bilancia.
Pronti-via e Jackson, molto democraticamente, si fa intercettare pure il primo passaggio della seconda metà di gioco e, questa volta, Roethlisberger ha capitalizzato trovando Ebron per i sei punti: in pochi minuti gli Steelers hanno trovato modo di mettere il naso avanti grazie ad un touchdown da una iarda di James Conner. Jackson non ci sta e dopo un buon drive ha riportato avanti i suoi connettendo con Marquise Brown per il touchdown del +3 a cui però ha risposto immediatamente Pittsburgh con un touchdown di Claypool, quello del 28 a 24: Baltimore a questo punto – passiamo al presente – inizia a correre, e pure bene, ma una volta arrivata in red zone non riesce a trovare i sei punti grazie all’ottimo lavoro della difesa degli Steelers che difende alla perfezione due corse consecutive di Jackson, fra cui una decisiva su 4&3.

Baltimore riesce ad ottenere un’ultima, disperata, opportunità costringendo Pittsburgh al punt ma il lancio dell’Ave Maria di Jackson trova le mani del reparto difensivo di Pittsburgh che mette così in ghiaccio la vittoria: brutti, bruttissimi Ravens assolutamente a corto di idee sul gioco aereo e che, commettendo turnover a ripetizione, hanno permesso a Pittsburgh di raccogliere punti fondamentali in un pomeriggio nel quale l’attacco per lunghi tratti non ha brillato particolarmente.
Terribile notizia per Baltimore che oltre alla sconfitta dovrà trovare un modo di sopravvivere all’assenza di Ronnie Stanley, fortissimo tackle fresco di rinnovo la cui stagione si è conclusa con una beffarda rottura della caviglia; ottimi invece gli Steelers rivelatisi opportunisti, cinici e concreti sfruttando alla perfezione i gravissimi errori dei Ravens che, a questo punto, non sembrano poter coltivare l’ambizione di essere una contender.

Triste sconfitta pure per i Patriots, costretti a chinare il capo al cospetto dei Bills: credo proprio che Newton avrà modo di ricordare questo 24 a 21 per il resto della propria carriera. Nonostante i cronici problemi offensivi i Patriots hanno trovato un modo per rimanere in partita e, sotto di tre punti a quattro minuti dal termine, avevano a disposizione un drive per vincerla o, perlomeno, portarla ai supplementari: Newton, aiutato da un running game nel quale ha brillato un ottimo Harris, aveva trovato modi di muovere le catene ma, a circa quaranta secondi dalla fine, ha perso il controllo dell’ovale durante una corsa nel cuore della red zone regalando così possesso e partita ai Bills. Buffalo ha vinto una partita fondamentale per l’economia della loro stagione anche se per competere seriamente servirà di più, molto di più: Josh Allen, essendo oggettivi, è calato tantissimo rispetto al primo mese della stagione e le recenti difficoltà offensive non possono lasciare tranquilla la Bills Mafia. Per Cam ed i Patriots, invece, questa sconfitta sa di condanna a morte.

Buona la prima per Tua che aiutato da una splendida prova del reparto difensivo ha trascinato i suoi Dolphins al successo sui quotatissimi Los Angeles Rams: il 28 a 17 finale non è in grado di rendere l’idea del dominio perpetrato dalla difesa dei Dolphins. Tua, bravissimo a limitare gli errori, non è stato costretto a chissà quale sforzo individuale, in quanto nella seconda frazione di gioco la difesa di Flores ha messo a tabellone quasi tre touchdown: prima Van Ginkel ha riportato in end zone uno strip sack di Goff, poi Grant ha trovato gloria personale con un brillantissimo punt return e, infine, Van Noy ha messo l’attacco ad una iarda dalla terra promessa grazie ad un’altra corsetta post-strip sack. Pomeriggio da dimenticare per i Rams, assolutamente neutralizzati dall’acume tattico del coach di Miami: McVay avrà di che riflettere durante la propria triste settimana anche se a quanto pare il vero problema dei Rams è Brian Flores, allenatore che aveva avuto modo di rovinare la domenica a McVay pure un paio d’anni fa durante quel Super Bowl che molto probabilmente starà tormentando ancora l’animo di quarterback e coach.
La sorpresa della settimana viene senza dubbio da Cincinnati, dove i Bengals hanno fatto lo scalpo a degli scialbi Titans: 31 a 20 il risultato finale. Cincinnati, controllando il ritmo di gioco grazie ad uno splendido 10 su 15 su terzo down, ha costretto Tennessee a snaturare il proprio gameplan: Burrow, come d’abitudine, è stato pressoché perfetto distribuendo sapientemente l’ovale ed evitando qualsivoglia genere di errore, anche se forse il vero protagonista della giornata è stato il sorprendente Giovani Bernard autore di un paio di touchdown che hanno frustrato i vari tentativi di rimonta di Tennessee.
Questa non ci voleva per i Titans, ma chapeau a dei Bengals che – per la settantesima volta – possono coricarsi con la consapevolezza di avere un fenomeno under center.
A proposito di sorprese, che dire del 28 a 22 con cui i Vikings hanno spezzato il cuore ai Packers? 
In realtà non c’è molto da dire, o meglio, l’intera analisi di questa partita posso compendiarla in una sincera ed inadeguata ode a Dalvin Cook: il prodigioso running back dei Vikings si è rivelato essere semplicemente troppo per la difesa dei Packers concludendo la propria giornata con 226 yards e 4 touchdown. Nel ventunesimo secolo è raro vedere un attacco così dipendente dal proprio running back, giocatore sempre meno rispettato e retribuito, ma il fenomenale running back dei Vikings ha dimostrato per l’ennesima volta di avere pochi eguali nella lega.

Prosegue la stagione sulle montagne russe dei Raiders, ieri vittoriosi 16 a 6 sui Browns: sul punteggio finale hanno pesantemente influito le disastrose condizioni meteorologiche, in quanto vento e pioggia hanno di fatto reso impossibile muovere le catene via aria. Ciò nonostante ottima, a mio avviso, la prestazione di Derek Carr che nonostante numeri individuali tutt’altro che esaltanti è stato in grado di mettere a segno l’unico touchdown della giornata nel momento più delicato della contesa: non mi esprimo sull’attacco dei Browns in quanto criticare severamente la prestazione di Mayfield in una giornata del genere potrebbe essere considerato ingiusto.
Poco da fare per i Lions contro dei Colts semplicemente superiori: Indianapolis si è scrollata di dosso Detroit con un perentorio 41 a 21 che, almeno per una giornata, ci ha dato l’idea che Rivers possa essere il quarterback in grado di condurli al successo. L’ex-Chargers ha infatti lanciato tre touchdown – due ad Hynes, uno a Doyle – senza commettere alcun errore limitando così l’attacco dei Lions a 22 minuti di possesso, troppo poco anche per il nostro amato Stafford.
Doveva essere la giornata di Le’Veon Bell, invece quell’egocentrico di Mahomes ci ha ricordato, come ce ne fosse bisogno, di essere il miglior quarterback del mondo trascinando i suoi Chiefs ad un netto 35 a 9 sui poveri Jets: Mahomes ieri è stato semplicemente disumano lanciando per 416 yards e cinque TD, ricevuti da Kelce, Robinson, Hardman e due volte da Hill.
Non credo serva dilungarsi.
Riprende la marcia dei Seahawks, passati 37 a 27 su dei 49ers in una partita meno combattuta di quanto possa suggerire il punteggio finale, in quanto 20 dei 27 punti di San Francisco sono arrivati negli ultimi quindici minuti di gioco con Seattle saldamente al comando. Pazzesca la prestazione di Russell Wilson, autore di quattro touchdown, anche se a mio avviso ciò che più ha impressionato è lo strapotere fisico di D.K. Metcalf, autore di 12 ricezioni per 161 e due TD: questo entro fine dell’anno potrebbe tenere compagnia a Julio Jones e colleghi nelle stimolanti conversazioni sul miglior ricevitore della NFL.

Sconfitta molto Chargers per i Chargers, beffati in extremis da dei tenaci Denver Broncos: il 31 a 30 con cui Denver ha rubato la doppiavù agli ospiti ci ha ricordato che non basta un Herbert qualunque per salvare i Chargers da loro stessi.
Sopra di quattordici punti all’inizio degli ultimi quindici minuti, i Chargers hanno dilapidato il proprio vantaggio concedendo big play a ripetizione: devo precisare che ad un certo punto della contesa L.A. era sul 24 a 3, giusto per rendere meglio l’idea delle proporzioni del collasso. Sopra di sei punti a poco più di due minuti dal termine Los Angeles ha commesso una sanguinosa pass interference a tempo scaduto, dando così un’ultima chance a Lock, bravissimo a tenere viva la giocata e pescare il rookie Hamler libero in end zone per il touchdown del pareggio: l’extra point di McManus ha regalato a Denver l’improbabile vittoria.

Soffrono ma vincono, pur senza convincere: i Saints, in una giornata molto difficile, hanno avuto ragione dei Bears vincendo 26 a 23 ai tempi supplementari. Dopo il touchdown del +10 firmato da Taysom Hill sembrava finita per gli sterili Bears, ma in un modo o nell’altro Foles è prima riuscito a portare i suoi sotto di tre punti grazie ad un TD lanciato a Mooney e poi a mettere Santos nelle condizioni di trascinare la partita ai supplementari grazie ad un piazzato da 51 yards: ai supplementari, dopo uno scambio di punt, Kamara ha deciso di prendere in mano la situazione consegnando a Lutz l’opportunità di vincerla con un agevole piazzato da 35 yards abilmente convertito.
Poco da dire sul 23 a 9 con cui Philadelphia è passata su Dallas: in una partita emblematica dello stato della NFC East, Philadelphia si è limitata al compitino mettendo a referto un paio di big play qua e là, big play rivelatesi decisive in quanto dall’altra parte a condurre l’attacco dei Cowboys c’era un DiNucci che, pover’uomo, ha dimostrato di non essere pronto a guidare un attacco NFL.

14 thoughts on “Il riassunto dell’ottava domenica del 2020 NFL: conferme di metà stagione

  1. I ravens non avranno vita facile in division, perché Steelers a parte,pure i bengals sono in ripresa. Lamar involuto e ora ci sono i Colts..

  2. Prestazione maiuscola per Lamar Jackson, che ha messo a tacere il popolo dei leoni da tastiera e ha legittimato l’MVP… ah no.

    • Sì Danilo, te lo chiedo per favore: ognuno è libero di scrivere ciò che vuole nei commenti, ma di polemiche sterili sul “Jackson running back” non ne voglio sapere.
      Non ci prendo niente a buttare tutto questo tempo negli articoli, l’unica cosa che esigo è un ambiente educato e sereno nel quale parlare di football appropriatamente, non voglio una sezione da SportMediaset.
      Ripeto, non voglio cambiare il tuo pensiero, ma l’ennesimo shitstorm su Jackson che non è un quarterback no, non sotto i miei articoli, è una questione di rispetto.

      • Eh no a quanto pare ognuno non è libero di dire quello che vuole, soprattutto visto il fatto che non era un commento offensivo verso nessuno, non c erano insulti o parolacce e non era maleducato in alcun modo, e se proprio vogliamo dirlo non differiva così tanto dai commenti sopra. Il mio pensiero non lo cambia nessuno cosi come io non voglio cambiare quelli altrui, mi piace “discutere” nel senso positivo del termine, se per questione di tifo non è possibile farlo non è colpa mia. Come se io leggessi qualche commento o articolo cosi sui Seahawks e smettessi di leggere il sito. Già l altra volta era finita con l altro tizio di cui non ricordo il nome che se ne andava perché non poteva sentire certe cose, ora commento cancellato senza motivo, a sto punto rispondetevi da soli. Mi farebbe piacere venisse almeno letto prima di essere cancellato anche questo, io sono veramente l’ultimo da polemica inutile quindi detto questo, saluti.

        • È stato letto, ed in quel commento chiamavi “gli avvocati di Jackson”: una volta chiamati cosa pensavi succedesse? Partiva una discussione inutile nella quale tu dicevi la tua e chicchessia diceva la sua, uno diceva bianco e l’altro diceva nero in quanto quando si parla di Jackson non esistono vie di mezzo: alla prima partita positiva di Jackson chicchessia ti avrebbe chiamato in causa e tu avresti detto la tua e chicchessia la sua, senza trovare common ground, e così via.
          Cose del genere, ripeto, sotto i miei articoli non le voglio, perché ne ho già piene le palle di vedere discussioni inutili sui social in cui la gente si vomita addosso – senza ascoltare ciò che hanno da dire gli altri – verità assolute su qualsivoglia argomento: ognuno si tenga la sua opinione, ma “chiamare gli avvocati di Jackson” non è opinione, ma pura e semplice provocazione.
          A te piacciono questi dibattiti? Tuo diritto, ma ripeto, sotto i miei articoli non voglio cose del genere, perché che risposta potevi aspettarti ad un commento del genere?.
          Vuoi fare un pippone su perché Jackson ieri è stato patetico? Quello puoi farlo come e quando vuoi e molto probabilmente chioserei il tutto aggiungendo – se possibile – altri dati sul suo fallimento, ma “chiamare gli avvocati” è pura e semplice provocazione e non porta a nulla di costruttivo.
          Non mi pare molto difficile da capire come concetto e ripeto, è una questione di rispetto: ti ho mai cancellato commenti? Assolutamente no, perché erano sempre commenti nei quali c’era del football, non un gne gne da seconda elementare.
          Internet ne è già pieno di cose del genere, quindi per favore Danilo, sotto i miei articoli no.

      • Mah, partita difficile da digerire. Io penso proprio che l’ abbiam persa noi piuttosto che vinta loro. Forse è più giusto dire l’abbia persa Lamar: una pick six, un intercetto nella propria metà campo, un fumble in red zone. Eppure siamo arrivati a un ginocchio di Brown dal vincerla. Poi nel secondo tempo ci si è messa pure la secondaria con flag ( alcune dubbie) e errori di posizionamento evitabili. Magari sbaglio io ma anche dopo questo risultato credo non ci siano dubbi su chi sia la squadra più forte. Certo Lamar deve fare meglio, senza Stanley si fa dura e Haurbraugh dovrebbe inventarsi qualcosa di meglio di una corsa centrale del qb sui drive decisivi. Ora sarà dura levargli il titolo di division ma continuo a pensare che abbiamo tutte le carte in regola per annullare l’attacco degli Steelers, cosi come abbiam fatto ieri nel 1° tempo. Altra storia sono i Chiefs, li mi sa che c’è poco da fare, sono piu forti

        Ennesimo blowout di Mayfield, per quanto potrà ancora vivere di rendita per la stagione da rookie? Sicuri Keenum sia peggio?

  3. Io non sono un super tifoso di Lamar, ma come già detto in altri commenti non credo sia solo colpa sua se ad un certo punto delle partite deve iniziare a correre x portare avanti la sua squadra. Avrà limiti al lancio della palla al momento evidenti, ma a me stupisce che quel genio di Da Costa, tra le decine di mosse felicissime fatte negli ultimi anni, non abbia pensato di affiancare a Jackson qualche WR di prima categoria. A parte Brown, comunque incostante, non ci sono receiver che possano spaccare le partite.

    • Vero, ci vuole un WR di quel calibro ai Ravens, toglierebbe un po di castagne dal fuoco a jackson. In julio jones…magari ma ho letto che vuole finire la carriera ai falcons… contento lui

      Chiaro che è fantafootball

  4. Vittoria soffertissima e 7-0!!
    I Ravens sono proprio forti, e nonostante i vari turnover, le varie penalità e gli infortuni, siete arrivati a un nonnulla dal vincere il match. Un nonnulla difeso strenuamente dal nostro 11.
    Partite sempre tirate e rivalità ben accesa. That’s the NFL

    ..cmq oggi tocca a me far festa ;))) Tra qualche partita credo sarà ben altro match

  5. 49ers perdono i pezzi e forse Garoppolo il posto (col backup in campo sembrava un’altra squadra…): primo, pensare alla salute.
    Tagovailoa dei rookie-meraviglia per ora pare quello più spaesato: gliel’ha vinta la difesa.
    Forse ai Ravens conviene arrivare in zona field-goal, mangiare il cronometro e far sempre calciare Tucker: lui ha il 95%, Lamar viaggia attorno al 50…
    Wilson 26 TD in 7 partite: per l’MVP solo Mahomes può entrare nel discorso.

  6. Buona la gara di Cincinnati. Mi è parsa un poco deconcentrata la secondaria dei Titans. Vorrei fare una domanda a voi più esperti. Considerato che ad ogni portata ha sempre ottenuto grandi guadagni travolgendo uomini di linea linebacker e compagnia, perché Henry è stato poco utilizzato? A causa degli accorgimenti difensivi attuati dai Bengals? Per problemi fisici? O per conservarlo integro per i playoff? Ciao a tutti.

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